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Autore: jas_    18/11/2011    29 recensioni
«Quando ti abituerai all’aria inglese non vorrai più andare via, soprattutto se conoscerai qualche bel giovanotto. A me accadde la stessa cosa con tuo nonno, ricordo come fosse ieri la prima volta che lo vidi alla stazione centrale di Milano, per cinque minuti non mi fece pensare all’afa che c’era in quella calda giornata di Agosto.»
Bla bla bla. Ogni volta che veniva a prenderla all’aeroporto ripeteva la stessa cosa, però in sedici anni Emma di giovanotti inglesi che le hanno fatto perdere la testa non ne aveva trovati.
I ragazzi erano tutti uguali. Neri, bianchi, gialli, italiani, inglesi o eschimesi. Stronzi tutti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maddie aprì lentamente gli occhi trovandosi davanti Harry che la osservava con un’espressione strana dipinta sul viso. Strana ma serena.
«Che c’è?» chiese la ragazza stropicciandosi gli occhi e ancora intorpidita dal sonno.
«Niente, stavo solo pensando a quanto fossi bella.»
Madison avvampò immediatamente, non riusciva ancora a capire perché, dopo un anno che stavano insieme, Harry le facesse ancora quell’effetto. Con lui tutte le sue insicurezze venivano a galla, ritornava la ragazzina insicura di una volta. Non riusciva a nascondergli niente, era come un libro aperto. Sorrise prima di appoggiare la testa sul petto nudo del ragazzo e chiudere gli occhi di nuovo, cullata dal suo respiro regolare.
«Sai che starei qui per l’eternità, ma dobbiamo andare a scuola, non vorremo fare tardi il primo giorno!»
La ragazza farfugliò qualcosa, non voleva spostarsi da quella posizione comoda, non voleva alzarsi da quel letto soffice e confortevole ma più di tutto, non voleva lasciare Harry.
Il ragazzo le accarezzò dolcemente la testa giochicchiando con i suoi capelli, amava farlo.
«Dai, forza» disse poi spostando le lenzuola e alzandosi dal letto lasciando Madison guardarlo dispiaciuta mentre si dirigeva in bagno.
La ragazza si sdraiò di nuovo affondando il suo viso nel cuscino di Harry, non voleva affrontare il primo giorno di università, non voleva tornare sui libri. Sospirò profondamente respirando a pieni polmoni il suo profumo prima di farsi forza e cominciare a prepararsi anche lei.
 
Louis osservava la televisione senza però in realtà vedere ciò che la BBC trasmetteva in quel momento. Il volume era abbassato al minimo e sentiva soltanto il rumore incessante dell’acqua che scorreva nel bagno accanto. Sospirò rumorosamente portandosi le braccia dietro alla nuca, quello sarebbe stato il suo primo giorno di università eppure era più stanco di due mesi prima, quando erano finiti esami. Lo studio incessante degli ultimi mesi, i test d’ingresso per la facoltà di medicina, il trasferimento nella nuova casa in centro gli avevano prosciugato le energie.
L’acqua si chiuse improvvisamente ed alcuni minuti dopo uscì dal bagno Hannah. Indossava un asciugamano bianco che copriva il minimo indispensabile mentre con una piccola salvietta si frizionava energicamente i capelli biondi ancora bagnati. Quando alzò la testa di scatto, notando Louis ancora disteso sul letto disfatto mezzo nudo restò letteralmente a bocca aperta.
«Ma non ti sei ancora alzato?» lo rimproverò, «tra meno di un’ora dobbiamo essere in centro che ci aspettano gli altri. Non vorrai fare tardi il primo giorno!»
Louis non rispose, aveva un’espressione da ebete dipinta sul volto, sorrideva sognante osservando la sua ragazza - nonché la sua migliore amica - guardarlo con aria incerta e allo stesso tempo preoccupata.
«Ma mi ascolti?» chiese sul punto di gridare.
Louis scosse la testa interrotto dai suoi pensieri, mentre la ragazza parlava pensava a quando sarebbe stato il momento giusto. Non era una cosa da niente.
«Ora mi alzo, stai tranquilla. Ci metto la metà di te a prepararmi» affermò Louis, con la sua voce squillante e solare mantenendo un tono tranquillo. Con altrettanta calma scostò le lenzuola dirigendosi in bagno, Hannah intenta ad asciugarsi i capelli col phon non poté fare a meno di osservare il suo fisico slanciato. Sorrise pensando al fatto che fosse tutto suo, e che lo era da ormai più di un anno.
I sentimenti per Louis erano comparsi improvvisamente, ma l’avevano travolta con tanta energia quanto era stata la sorpresa nell’accorgersi di ciò che provava. Probabilmente in cuor suo si rendeva conto da tempo che il rapporto che aveva con lui esulava dall’amicizia, ma era troppo orgogliosa per ammetterlo. Se non fosse stato per Louis in quel momento non si sarebbero trovati insieme da un anno, la loro amicizia sarebbe sicuramente andata avanti come aveva fatto per i sei anni precedenti.
La ragazza era talmente immersa nei suoi pensieri che ci mise un po’ ad accorgersi che Louis era dietro di lei e che la osservava attraverso lo specchio. I suoi occhi blu la scrutavano con curiosità anche se in realtà le sue mani avevano accarezzato ogni centimetro del suo corpo.
«Che c’è Tomlinson?» chiese la ragazza alzando il tono di voce per sovrastare il rumore fatto dall’asciugacapelli.
Louis sospirò con aria affranta sedendosi sul bordo del letto ancora sfatto, Hannah spense il phon per poi raggiungerlo e sedersi al suo fianco.
«C’è qualcosa che non va?» questa volta il tono si era addolcito.
Il ragazzo si limitava a guardarla già pronto per uscire, i capelli pettinati alla solita maniera, indossava una maglietta a righe – una delle tante –, un paio di pantaloni marroni arrotolati fino alle caviglie e una delle tante paia di mocassini che aveva. Quando Hannah finì di squadrarlo da capo a piedi notò che teneva le mani in tasca e che stava giochicchiando con qualcosa ma con fare strano. Si sentiva un rumore strano, come se ci fosse qualcosa che “scattava”.
«Sai, sto cominciando a preoccuparmi..» cominciò il ragazzo.
Hannah restò immobile a guardarlo sorpresa ma allo stesso tempo allarmata. Cosa stava succedendo?
Una valanga di pensieri cominciarono inevitabilmente ad affollarle la mente, che avesse fatto qualcosa di sbagliato senza accorgersene? Cominciò a mandare velocemente in rassegna le ultime settimane, era stato un periodo abbastanza tranquillo tutto sommato. Un po’ impegni tra l’imminente inizio dell’università, il trasferimento nel nuovo appartamento più vicino alla scuola ma nessun brutto litigio che esulasse dai soliti battibecchi tipici tra loro.
«Insomma, io comincio medicina e tu psicologia e nonostante siamo entrambi a Londra saremo molto impegnati con lo studio. Siamo passati dal vivere nella stessa strada al vivere nei due capi opposti della città quasi. So che non è molto ma l’università è un ambiente completamente diverso che cambia le persone, si sa com’è. Noi cambieremo senza nemmeno accorgercene e non sono sicuro che riusciremo ancora a trovare un punto d’incontro.»
Louis si passò una mano tra i capelli visibilmente in ansia, Hannah lo era più di lui.
«Louis io.. Ne abbiamo già parlato.»
«Fammi finire» la interruppe secco.
La ragazza era sull’orlo del pianto, sperava che fosse tutto un sogno, un incubo dal quale si sarebbe svegliata a momenti ma purtroppo sentiva gli occhi pizzicarle talmente tanto da farle capire che era tutta pura realtà. Louis la stava per lasciare.
 
Emma scese ancora assonnata le scale ricoperte di moquette che portavano al piano terra. Aveva sempre desiderato un pavimento in moquette, che le permettesse di poter girare per casa a piedi nudi senza sentire freddo, purtroppo però quel sogno non si era ancora avverato. Stranamente il rivestimento era ancora color panna, la ragazza era però consapevole del fatto che lo sarebbe rimasto per poco tempo. Con quei cinque individui che assomigliavano più a degli animali che a delle persone sarebbe diventato presto nero. Quello però non era problema suo, ad Emma andava bene l’appartamento a un prezzo ragionevole che avrebbe condiviso con Hannah. Non era molto grande, non era così vicino all’università come quello dei ragazzi ma lo sentiva già come casa sua. Forse perché sentiva Londra in generale come casa sua. Lì nel giro di un’estate aveva conosciuto le persone migliori che avrebbe potuto incontrare, aveva trovato l’amore e delle amicizie importanti. Lasciare Milano non era stato facile, anche in Italia aveva strette amicizie inoltre ci viveva la sua famiglia, ma cos’era questo a confronto di tutto quello che aveva oltremanica? Erano nel ventunesimo secolo, i biglietti aerei costavano meno di cento euro e infondo casa sua era a poco più di due ore. Quei fattori erano bastati a convincere i suoi genitori a lasciarla provare a iniziare l’università in una delle maggiori capitali europee, e poi non era molto distante da Emily. Ci sarebbe stata la nonna per qualunque evenienza.
«Buongiorno ragazzi» disse assonnata rivolta a Zayn e Niall che sembravano più in coma di lei. Il primo mescolava molto lentamente il caffè fumante nella tazza sorreggendo la testa con la mano libera, come se stesse per cadergli sul tavolo da un momento all’altro, Niall invece si era impossessato del barattolo di nutella e del pane appena tostato.
Risposero entrambi con un cenno non molto animato, il silenzio era interrotto solo dal rumore delle posate e dalla voce del giornalista che proveniva dalla tv appesa al muro.
«Come siamo loquaci» borbottò Emma tra sé versandosi una bella tazza di caffè che l’avrebbe sicuramente risvegliata.
«Salve mondo!»
La voce squillante di Harry ruppe il mortorio che si era creato, Emma gli sorrise raggiante mentre gli altri due continuarono a non mostrare grandi segni di vita.
Alle sue spalle comparve Maddie, anche a questa Emma rivolse un sorriso caloroso, dopo le incomprensioni passate aveva potuto appurare che era una ragazza simpatica con la quale si stava bene. Inoltre vedeva il suo migliore amico felice con lei, e non c’era cosa che la rendesse più contenta.
«Allora, sei eccitata per il tuo inizio in una scuola inglese?» chiese questo cingendo le spalle di Emma con un braccio.
«Ti ricordo che questo è anche il tuo primo giorno di università, Styles.»
Il ragazzo stette in silenzio un attimo, pensando a cosa rispondere.
«Però io sono inglese.»
«Hazza ti tengo d’occhio» la voce ancora impastata dal sonno di Liam impedì ad Emma di rispondere alle provocazioni dell’amico.
«Come siamo simpatici di primo mattino, Payne!» esclamò Harry con un tono sarcastico nella voce.
«Dai su che stavo scherzando, non pensare sempre male.»
Emma rivolse un’occhiata a Maddie che era rimasta in silenzio, non riusciva ad interpretare il suo atteggiamento. Sperava soltanto che non fosse gelosa della confidenza che il suo ragazzo aveva nei suoi confronti anche perché non ce n’era motivo, Harry era sicuramente un bel ragazzo ma non l’attirava. Ci avevano già provato e non aveva funzionato. Amavano prendersi in giro ma senza alcuna malizia e sperava che anche Maddie l’avesse capito, non voleva creare altri problemi.
«Niall passami la nutella!»
Il ragazzo fu come risvegliato dalla voce di Liam, gli porse il barattolo senza opporre resistenza.
«Ma cos’hai fatto stanotte, ti sei dato alla pazza gioia? Sembri uno zombie» insistette l’amico. In effetti Niall che abbandonava così facilmente il barattolo di nutella non era cosa da tutti i giorni.
«Eravate tu ed Emma che facevate casino. Dovreste insonorizzare la camera.»
I due interessati si guardarono più che imbarazzati, la pelle di Emma aveva assunto un colore che comprendeva tutte le sfumature del rosso mentre Liam aveva la bocca leggermente aperta dallo stupore.
«Payne stavo scherzando!» La risata contagiosa di Niall riempì il silenzio che si era venuto a creare in quei pochi istanti di imbarazzo, fu infatti seguito da Zayn che sembrava essersi ripreso, Harry che si teneva la pancia con una mano e Maddie che sorrideva divertita osservando l’espressione di Emma e Liam.
«Vai a cagare Horan» borbottò quest’ultimo prima di addentare una fetta di pane tostato.
Conviveva con i suoi migliori amici da meno di una settimana e già si era creata armonia all’interno della casa. La sua ragazza era passata dal vivere in un altro stato all’essere a pochi chilometri da lui.
Il primo anno di università si prospettava perfetto, tralasciando le centinaia di pagine che avrebbe dovuto studiare.
 
«Lou non finire la frase.»
Hannah sentiva tutto il peso del pianeta sulle sue spalle, aveva l’impressione che il mondo stesse per caderle addosso. Le sembrava di essere in un’altra dimensione, aveva la mente annebbiata e la gola secca. Era stata a malapena in grado di pronunciare quelle cinque parole, non sarebbe riuscita a sentire uscire dalla bocca di Louis quelle due parole che mai avrebbe pensato le sarebbero state rivolte da lui.
«Hannah ho trovato una soluzione.»
La ragazza non disse niente, si limitò a continuare a guardarlo apatica.
Louis estrasse dalla tasca dei pantaloni una piccola scatolina blu e gliela porse incerto.
«Lo so anch’io che è ancora un po’ presto, insomma, abbiamo solo diciotto anni però..»
Hannah la aprì con mani tremanti, sentì il cuore uscirle dal petto per quanto batteva forte e le lacrime che prima minacciavano di uscire per la paura ora scorrevano sulle sue guance per la gioia.
«Che ne dici di venire a vivere con me?» Louis finì la frase lasciandosi andare finalmente a un sorriso.
La scatolina conteneva una semplice chiave di un appartamento.
La ragazza gli buttò le braccia al collo facendo cadere entrambi sul letto, «io un giorno o l’altro ti strozzo. Mi hai fatto venire un infarto, pensavo volessi lasciarmi» sussurrò Hannah con la testa appoggiata al suo collo.
Louis prese il viso della ragazza tra le mani costringendola a guardarlo negli occhi, «lasciarti? Come hai potuto anche lontanamente pensare una cosa del genere? Sono come il prezzemolo io, per sbarazzarti di me dovresti come minimo buttarmi nel fondo dell’Oceano Atlantico.»
Hannah sorrise imbarazzata prima di posare le labbra su quelle del suo ragazzo, avevano un sapore buono, mischiato però al salato delle sue lacrime.
«C’è un piccolo problema, però» esordì staccandosi bruscamente.
Louis non disse niente incitando però con lo sguardo la ragazza a proseguire.
«Ho appena preso questo appartamento con Emma e mi dispiace lasciarla da sola.»
«Ho pensato a tutto io. Le chiavi sono il doppione che tu mi hai lasciato, Emma non ne sa ancora niente ma non credo che le dispiaccia trasferirsi nella camera che sta esattamente di fronte a quella di Liam.»
Hannah non poté fare a meno di sorridere, Louis aveva pensato proprio a tutto, non poteva desiderare niente di più a quello che aveva in quel preciso istante.

the end.


TU, CHE STAI LEGGENDO QUESTE PAROLE, SAPPI CHE TI ADORO <3
voi non avete idea di quanto vi sia grata per essermi state vicino mentre scrivevo la fan fiction, anche se non sembrerebbe è da fine agosto/inizio settembre che ce l'ho in ballo.
ho così tante cose da dirvi che non so da dove cominciare - aspettatevi una cosa più lunga dell'epilogo in sé ahaha
allora, in primis vi chiedo scusa per l'enorme ritardo nel postare. la voglia di scrivere era sottoterra perché nonostante da una parte non vedessi l'ora di finire per poter dire "E' LA PRIMA VOLTA IN VITA MIA CHE FINISCO UNA FAN FICTION COME SI DEVE" dall'altra mi dispiace un po' abbandonare quei cinque panda, i personaggi di mia invenzione e voi :)
allooooora, spero di avervi fatte prendere male con la storia di louis e hannah perché era quello il mio intento ahaha visto che è la copiia clou (?) della storia volevo farvi venire un po' la strizza ma alla fine sono perfetti, non possono stare che insieme quei due.
volevo un finale un po' inaspettato ma una proposta di matrimonio mi sembrava esagerata mentre la convivenza (anche se io non andrei mai a convivere a 18 anni) mi è sembrato un giusto compromesso.
emma si dovrà subire gli altri 4/5 dei one direction, mentre maddie e harry, che dire? boh, secondo me ci stava un finale così semplice per loro :)
non so da che parte iniziare a ringraziarvi, non voglio fare la lista dei nomi per non fare rimanere male nessuno visto che sicuramente dimenticherei qualcuno.
ringrazio però agata che è tipo la mia idola (?), quelle due pazze sclerate di andreeea e fede che mi fanno rotolare con le loro recensioni e tuuuuuuuuuuuuuuuutti voi altri, tipo freehugs che credo abbia recensito TUTTI i capitoli della storia da settembre haha e anche martina con cui ho legato recentemente (da lunedì scorso tipo?) e anche l'altra pazza sclerata di nome luna :) (HO CAPITO CHE A FARE LA LISTA DELLE PERSONE DA RINGRAZIARE FINISCO ANCHE I ROTOLI DI CARTA IGIENICA REGINA HAHAHHA)
a massive thank you (ho sempre desiderato dirlo) anche a tutte le altre, chi recensisce, chi no, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha negli autori preferiti :3
nel caso cominciate già a sentire la mia mancanza (nessuno credo lo stia facendo haha) vi avverto che ho già in mente un'altra storia che sarà incentrata su niall e harry, c'è la one-shot wish you were here che sarebbe tipo il prologo della storia, vi chiedo di passare nel caso non l'abbiate ancora fatto e di lasciare una recensioncina ç.ç
credo di avere finito, anche se so già di avere dimenticato altre 4547432 cose D:
ah, un'ultima cosa!
vi chiedo gentilmente di recensire, giusto per sapere che siete ancora vive, così che possa ringraziarvi una ad una per posta, ci tengo davvero. magari anche chi non ha mai recensito in vita sua potrebbe farsi vivo, così che sia consapevole della sua presenza. vorrei sapere un vostro giudizio generale sulla storia, positivo o negativo che sia, ci tengo davvero!
e poi, già che è uscito l'album, vorrei anche sapere qual'è la vostra canzone preferita di up all night. la mia è decisamente taken :)
credo di avervi rotto abbastanza, mi raccomando fatemi sapere che ne sapete!
un bacione gigante,
jas

p.s. LO SAPEVO CHE AVEVO DIMENTICATO QUALCOSA! AHAHAH 
       la prossima fan fiction dovrebbe arrivare a breve, nel caso volete essere avvertiti quando la posto seguitemi su twitter (sono @xkeepclimbing) e fatemi sapere che volete vi scriva quando pubblico, oppure aggiungetemi agli autori preferiti così che sapete ogni storia che posto. vi ringrazio di nuovo. siete splendide <3

   
 
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