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Autore: Hyorangejuice    20/11/2011    6 recensioni
Tentare di descriverlo senza sembrare banali o offensivi nei suoi confronti sarebbe stato molto difficile, quindi Minho si limitò ad osservarlo senza affibbiargli aggettivi come ‘carino’, nonostante lo fosse, anche dalla sua del tutto eterosessuale prospettiva, né ‘dolce’ nonostante avesse un sorriso da carie, né bello perché… Perché sarebbe stato ‘troppo gay’ dalla sua eterosessuale prospettiva.
Sul petto aveva una targhetta con il suo nome sopra, si chiamava… .
“Taemin-ah!” Key salutò il ragazzino con uno dei suoi migliori sorrisi.
c'è un Minho indeciso, un Taemin che è una caramella mou, un Kibum che è più di quello che sembra, un Jonghyun canterino e un Onew sbadatamente se stesso, tutti alle prese con le proprie vite, tra caffè alla canella e scelte che cambieranno per sempre la loro vita.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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suvvia, eccoci qui...
questo è solo il prologo e spero, vita permettendo, di riuscire a postare il primo capitolo già domani, al massimo martedì...
bhè poco da dire a parte please enjoy m(_ _')m



Shall I try kiss You?

Overture


Seduto sul bordo del letto Minho si rigirava tra le mani la lattina di birra dolorosamente consapevole di ciò che stava per accadere. La sua ragazza, Chan-sook stava seduta sul pavimento, le gambe incrociate e, con un sorriso falsamente innocente stampato sulle labbra, gli stava raccontando di qualcosa che le era successo. Qualcosa che aveva a che fare con una lezione di letteratura inglese e un albero.
Forse.
Non le aveva prestato particolarmente attenzione.
Non perché non la trovasse interessante, no, tutt’altro, quando uscivano insieme lei era una perfetta compagna di chiacchierate, spiritosa con un decente senso dell’umorismo e non era per nulla pedante.
Solo l’unica cosa a cui Minho riusciva a pensare è che avrebbero fatto sesso. Di lì a poco, forse nel giro di cinque minuti, dipendeva da quanto ci avrebbe messo a finire la birra che si rigirava tra le mani.
E, badate bene, non stava pensando al sesso come qualunque ventenne nella media farebbe, con trepidazione, desiderio, smania o chissà quale altra esaltazione, no, niente del genere.
No, decisamente no.
Non che non trovasse la sua ragazza attraente, no, era piuttosto carina, capelli lunghi liscissimi neri, occhi più grandi della media sempre illuminati da una luce particolare, un fisico asciutto e, da non trascurare, una buona quarta di reggiseno.
Eppure guardandola Minho non riusciva a desiderarla come avrebbe dovuto. No, non la desiderava affatto, per quanto la sua parte razionale avesse registrato Chan-sook come ‘desiderabile’ e ‘sessualmente attraente’. Era una cosa che andava aldilà delle sue capacità di controllo, gli si chiudeva lo stomaco, le tempie iniziavano a pulsargli, senza che lui potesse fare niente in proposito.
Quando Chan-sook gli tolse di mano la birra poggiandola sul comodino e accomodandosi sulle sue ginocchia deglutì a fatica cercando di concentrarsi.
Ormai anche eccitarsi stava cominciando a diventare difficile.
Le mani di Chank-sook si insinuarono tra i suoi capelli mentre le sue labbra iniziarono a vagare lungo i suoi zigomi scendendo sulla mascella e poi sulle labbra.
Sentì la sua lingua calda scivolargli tra le labbra ad accarezzare i denti e si disse che doveva rilassarsi.
Strinse le mani sui fianchi Chan-sook e chiuse tutto il resto fuori, ricambiando il bacio della sua ragazza e facendola stendere sul letto.

“Minho”

Le accarezzò il ventre piatto coprendole la bocca con la sua, cercando la sua lingua, perché era quello che doveva fare, ciò che ci si aspettava facesse.

“Minho, basta”

La baciò di nuovo, lungo il collo, carezzando i seni scoperti perché quando si fa l’amore con la persona che si ama la si accarezza come se fosse la cosa più preziosa.

“Minho smettila”

Sentì le mani di Chan-sook sulle spalle respingerlo e si ritrovò a guardare in due occhi grandi e feriti senza riuscire a capire da dove quella sofferenza venisse.

“Minho, basta”

Chan-sook raccolse la sua maglietta dal pavimento e si rivestì prima di scoppiare a piangere. Minho osservò le sue spalle alzarsi e abbassarsi al ritmo irregolare dei suoi singhiozzi, domandandosi se avesse il diritto di andare a consolarla.

“Minho, che cosa c‘è che non va? Sono io? Non sono abbastanza… Abbastanza attraente?”

Si voltò a guardarlo con gli occhi rossi e le lacrime che continuavano a scendere lungo le guance.

“Io…”

“Cos‘è non è abbastanza? Vuoi provare… Provare qualcosa di diverso?”

Minho non poteva neanche immaginare quanto fosse costato ad una donna orgogliosa come Chan-sook dar voce  quei pensieri. Si diede dello stupido per aver sottovalutato la sua capacità di capire, di comprendere più di quanto lui non fosse disposto a dire, o anche solo di ammettere a se stesso.

“Tu non mi ami”



¤ ¤ ¤


Con l’aria fredda di novembre a graffiargli il viso Minho si allontanò dall’appartamento della sua ex-ragazza.
Il senso di colpa gli pesava sulle spalle, mentre un peso sembrava essergli stato tolto dallo stomaco, anche respirare gli veniva meglio.
Prese un respiro profondo e represse un grido.
Dalla tasca dei jeans prese il suo cellulare e, nonostante fosse mezzanotte passata compose il numero dell’unica persona che avrebbe potuto trovare il bandolo di quella matassa di sentimenti e dubbi.
Quattro squilli.

“Key?”



   
 
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