Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Writer96    21/11/2011    18 recensioni
"Potter e l’essere interrotta mentre scriveva e la sua pergamena sbaffata..ma soprattutto (e questa era la cosa che la faceva imbestialire di più) il fatto che avesse riconosciuto la mano di Potter nell’esatto momento in cui l’aveva toccata. Pessima, pessima combinazione."
DALL'ULTIMO CAPITOLO:
"-Buffo, mi aspettavo un’accoglienza più in stile urla melodrammatiche...- commentò Lily, mentre il calore ormai familiare di James la calmava, rendendo tutta quella luce meno accecante. Aprire gli occhi non era stato troppo difficile, si rese conto. La parte difficile era stata capire perché voleva farlo.
Una risatina isterica le ricordò che l’essere che stava abbracciando era Potter e che effettivamente aveva fatto qualcosa di un po’ melodrammatico.
-Scusa, la parte alla Romeo e Giulietta me la riservo per la prossima volta...- commentò lui staccandosi piano da lei. La guardò negli occhi e per la prima volta si rese conto di quanto avevano rischiato. Aveva rischiato di non vederla più. Aveva rischiato di non esserci più una Lily da abbinare alla perfezione al suo cognome.
Rise anche lei, sollevata. Ci sarebbe stato un altro momento per pensare al dolore, si rese conto. La gioia di essere viva era talmente soffocante da minacciare di ucciderla. Ogni respiro era una conquista, qualcosa di imperdibile. E Potter era con lei."
Ecco qui... la prima long che pubblico, nel senso vero e proprio di storia a capitoli. Mi pare ovvio che si tratti di una James/Lily. Ma questa parte da un punto un po' più strano.. che ne direste voi se vi dicessi che Lily è già leggermente innamorata di James? Chissà come andrà a finire.. per ora.. un bacione, Writ
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Combinazioni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-E’ arrivato un altro Natale, Horace.- commentò l’uomo con la barba argentea, posando un bicchiere sul tavolo e osservando il cielo scuro quasi si stesse rivolgendo a lui e non all’altro uomo nella stanza, avvolto nella sua giacca da camera smeraldina.

-Che sia felice e pieno di gioia per tutti, è questo che vuoi dire, vero Silente?- rispose  Horace, bevendo un sorso dal suo bicchiere pieno di liquido ambrato. Sospirò, mentre la pendola batteva il quinto colpo dei dodici che le spettavano. Fuori, tutto era immobile e nero e, a vedere la cosa da fuori, sarebbe stata solo un’altra banale notte di dicembre.

-Me l’auguro, ma purtroppo per te sono dotato di una sorta di pessimismo che assale tutte le persone ad una certa età. E questo, di Natale, si preannuncia cupo, mio caro amico. Cupo e doloroso. Il futuro non è mai stato nero quanto questo cielo, purtroppo...- ammise Silente, giocherellando con il bicchiere con un dito, battendo a ritmo dell’ottavo e del nono colpo della pendola.

-E cosa dovremmo fare, allora? Lo ammetti pure tu, che a volte persino i più coraggiosi devono arrendersi all’inevitabile destino...- sbottò Horace, finendo il contenuto del bicchiere con un sorso.
Una fiamma scarlatta apparve nel bel mezzo della stanza, portando con sé una piuma rossa a sua volta e una pergamena. Silente le afferrò entrambe, e le poggiò accanto a sé con un sorriso.
La pendola battè il dodicesimo colpo, mentre la neve cominciava, con estrema lentezza, a cadere fuori dalla finestra.

-Forse basta una luce, mio caro Horace...-

                                                                            ****

Lily aprì gli occhi di scatto, svegliata dal suono della porta sbattuta dai suoi genitori nel suo sogno. Respirò affannosamente per qualche secondo, ricacciando le lacrime indietro. Uno sguardo fuori dalla finestra la informò che quella notte aveva nevicato ancora. Si alzò frettolosamente, scendendo dal letto con i piedi nudi e correndo verso la finestra. Il suo respiro caldo formò un alone sul vetro  e lei vi posò una mano sopra, lasciandovi un’impronta gocciolante.

Le immagini dell’incubo le apparivano ancora davanti agli occhi a sprazzi e ogni volta lei sentiva qualcosa rompersi dentro, eppure il dolore era attutito, come se vi fosse caduta sopra della neve.
Un brivido le passò per la schiena e afferrò la felpa di James che si era messa il giorno prima. Subito la invase il consueto calore e lei arrossì, quando si ritrovò ad alzarsi il cappuccio fin sopra alla bocca, toccandone il bordo con il naso. Tutto era caldo, persino l’odore che vi era sopra, che le arrivava in una qualche strana maniera anche in bocca, accarezzandole dolcemente il palato.

Dondolò qualche secondo sul posto, mentre una lacrima fuggiasca le attraversava la guancia e si posava sul bordo della felpa. Lily sorrise, sfregandosi i piedi sui pantaloni del pigiama che le aveva prestato Dorea.
Un paio di pantofole la attendeva appoggiato al fianco del letto e lei si diresse lì con piccoli passi frettolosi.

Era come se tutto fosse avvolto nella neve e non arrivavano suoni o rumori fastidiosi. I suoi ricordi, quelli dolorosi, quelli lancinanti erano anch’essi come congelati nel ghiaccio ed apparivano distorti e sfigurati, come davanti agli specchi deformanti  dei Luna Park. Non facevano paura in quel momento, erano solo strani, come bizzarre creature uscite da qualche fiaba.

Lily si infilò le pantofole e, sempre avvolta nella felpa troppo grande, aprì la porta, uscendo nel corridoio in silenzio, guardando le porte chiuse con un sorriso mesto. Loro riposavano, chiusi nei loro sogni e nelle loro aspettative dei regali. Lei camminava, vagando per i corridoi. Era sfinita, interiormente. Aveva bisogno di un appoggio, di una sicurezza.
Non voleva più situazioni a metà.

Era questa la cosa peggiore del dolore: la divideva, la spezzava, la lasciava in bilico sull’orlo di una voragine. E lei voleva cadere, voleva buttarsi oppure appoggiarsi a terra definitivamente.
Quando aprì la porta della camera di James e dei ragazzi, sentì una brezza sul viso.
Non c’entrava niente il vento che entrava dalla finestra aperta. Era la sensazione di incredibile paura che le scompigliava i capelli mentre lei volava dentro alla voragine.

                                                                                         ****

Il vento era fastidioso e pungeva la schiena di Sirius come decine di aghi, costringendolo a voltarsi e rivoltarsi alla ricerca di un posticino caldo.
Si rese conto che non avrebbe dormito più quando decise, finalmente, di sistemarsi la maglia del pigiama in modo che gli coprisse il pezzo di schiena nuda. Sbuffò, rigirandosi ancora una volta, tentando di riacciuffare il suo sogno così bello, così caldo.

Sentiva il russare di Peter e i lamenti soffocati di James. Remus dormiva in silenzio, forse alla ricerca di quella normalità che di solito non poteva permettersi. Sirius li vedeva nella sua mente, con tanta chiarezza quanta ne avrebbe avuta se si fosse messo a studiarli ad occhi aperti.

Probabilmente avrebbe visto Peter tutto accoccolato ed avvolto nelle lenzuola, con la testa poggiata direttamente sul materasso e non sul cuscino, mentre Remus se ne sarebbe stato su un fianco, appoggiato al muro, con una mano dietro alla testa ed un piede poggiato sull’altra gamba.
Infine ci sarebbe stato James, con le braccia spalancate e le gambe unite, mezzo sotto le coperte e mezzo fuori, direttamente senza cuscino.
Quando aprì gli occhi, scoprì con soddisfazione che aveva indovinato tutti gli elementi della stanza, compresa Lily che li guardava appoggiata alla porta con addosso la felpa di James.

Un momento.

Lui non aveva incluso nessuna Lily, nei suoi pensieri. Ciò che gli venne in mente per primo fu il fatto che si era sbagliato e fu preso da un leggero disappunto.
Subito dopo, balzò in piedi guardando la ragazza ad occhi spalancati, realizzando che, in effetti, in nessuna visione logica si sarebbe vista Lily Evans nella camera dei Malandrini.

-Zitto, Black, o ti ammazzo il giorno di Natale. Così faccio un bel regalo a tutti...- sussurrò Lily, ghignando amaramente. Sirius rimase per qualche secondo immobile, poi si tirò giù la maglietta e la ritirò su subito dopo.
Fido Bello Di Papà non era un pigiama decente. E i suoi addominali avrebbero sicuramente fatto una scena maggiore. Sentì Lily sbuffare, mentre si sedeva sul bordo del letto di James, vicino al suo.

-Buon Natale anche a te, Lily cara...- soffiò lui, coprendosi con le coperte perché comunque i suoi spettacolari addominali stavano per morire congelati. La ragazza estrasse la bacchetta da una tasca e chiuse la finestra con un movimento delicato del polso.

-Non mi diventare un pinguino, Black. Saremmo tutti costretti a sorbirci le tue lamentele su quanto sei grasso e coccoloso...- replicò lei, spostando con gentilezza un piede di James che le premeva contro la gamba. Sirius sorrise, mentre lei si raccoglieva le gambe al petto e ci appoggiava la testa sopra.

-Comunque, immagino che tu non sia venuta qui solo per evitarmi una polmonite.- commentò lui, sarcastico, mentre Remus borbottava irritato Sirius, piantala di spettegolare con James e fammi dormire.

-Mi ha scambiata con James?- soffiò Lily, divertita. Quella camera era bella. Talmente anormale, pazza, disordinata da rappresentare la normalità.

-Per quanto possa sembrare strano l’avrei fatto anche io. Tu e lui avete lo stesso modo di muovervi, a passi lunghi e veloci, con gli occhi fissi davanti a voi. Avete modi di scuotere la testa molto simili. E ti giuro, a volte quando ti vedo sorridere mi sembra stia sorridendo lui...- disse Sirius, sorpreso da se stesso.
Non parlava così chiaramente con nessuno, se non con...James. Arricciò le labbra, aggrottando le sopracciglia, come se quel suo pensiero fosse ovvio.

-Ehm, Black, così mi destabilizzi. Comunque sia, da me faceva freddo. Anche qui fa freddo, ma per lo meno non sono da sola.- spiegò lei, agitando una mano. Non sorrise nessuno dei due, sentendo il retrogusto amaro dell’affermazione di Lily.

-Siuuus. E’ Nalate. Cioè, Latane. Uh. Natale. Comunque sia, io stao domendo.- biascicò James, cercando di rotolare su un fianco, colpendo Lily per l’ennesima volta. La ragazza cominciò a ridacchiare sommessamente, facendo tremare tutto il letto e anche James, che riprovò a protestare ma si bloccò alla vista della ragazza.

-Sirius. Perché hai una parrucca e la mia felpa?- domandò, cercando a tentoni gli occhiali sul comodino. Lily si morse le labbra mentre guardava il vero Sirius che ostentava
un’aria fredda e distaccata. Peccato che fosse così rosso da far paura.

-Perché credo che dovresti metterti gli occhiali, James...- gli disse lei, mettendoglieli in mano e aspettando che lui la mettesse completamente a fuoco.

Un battito di ciglia.
Le sopracciglia inarcate.
Il battito che cambiava ritmo, adattandosi a quello del risolino soffocato di lei.
Le labbra socchiuse.

-Lily, sei stata tu a chiudere la finestra?- domandò James, cercando di assumere un’aria meno ebete. Lei annuì, passandogli una mano tra i capelli e inclinando la testa verso Sirius.

-Il Pinguino aveva deciso di congelarsi la pancia per non farmi vedere il suo pigiama che ho comunque visto...- rispose, ricevendo un’occhiata contrariata da sotto quel bozzolo di coperte.

Sirius si chiese perché non avesse fatto commenti sulla scritta del pigiama. Forse lo riteneva troppo stupido. Oppure pensava semplicemente che lui amasse i cani. Oppure...
Guardò la ragazza, che era tornata a posare gli occhi su James che sbadigliava. Non aveva posato lo sguardo su nessun altro, ma solo ogni tanto lanciava un’occhiata al calendario sul muro.

Un calendario lunare.

La prima cosa che pensò fu che, nonostante fosse prima mattina aveva una mente particolarmente sveglia.
La seconda fu che se avesse urlato, probabilmente sarebbe sembrato assolutamente idiota.
La terza fu che James Potter probabilmente sarebbe stato ucciso da qualcuno.

-...Sì, Buon  Natale anche a te. Natale, Potter.-
-So come si dice Natale...-
-No, non lo sai, James. Altrimenti prima...-
-Prima ero convinto che ci fosse un Sirius in parrucca sul mio letto! E comunque ti sta bene la mia felpa.-
-Oh. Ehm. Grazie...-
-Quindi sei venuta qui perché...-
-E’ Natale e io stavo gelando, di la. Ho cominciato a vedere specchi deformanti...-
-Non ci sono specchi deformanti in camera tua...-
-Lo so. Era una metafora.... Il Pinguino ci è arrivato prima di te, James.-
-Chi è il Pinguino?-
-Chi è che rompe così tanto anche la mattina di Natale? Oh, ciao Lily!- esclamò Remus, interrompendo così lo scambio di battute tra la ragazza e James. Lei lo salutò con la mano e gli sorrise, cercando di non fissare troppo le vistose occhiaie che aveva sotto gli occhi.

Ci aveva pensato, mentre saliva le scale per andare in camera, mentre si infilava il pigiama, mentre chiudeva gli occhi in attesa dell’incubo. Ci aveva pensato così tanto che alla fine si era stupita di averlo fatto.

Remus.

La cosa più stupida che avesse fatto era stato permettere a quegli idioti di saperlo prima di lei, aveva concluso. Non avrebbe detto stupidaggini come Anche se ora lo so, ti vorrò bene come prima. Era sbagliato.
Gli avrebbe voluto ancor più bene.
E lui avrebbe dovuto immaginare una cosa del genere.

-Remus, sono io la causa dello scompiglio, scusa.... Ehm, io... vado... vado  a vestirmi, sì. I vostri regali credo ve li abbiano portati gli elfi, quindi... Mm. Sì. Buon Natale a tutti...- disse,mentre si alzava e cominciava ad andare verso la porta. Si fermò sulla soglia e guardò Remus negli occhi, cercando di avere lo stesso sguardo che aveva sua madre quando la consolava.

-Ti voglio bene, Remus...-

Mentre si chiudeva la porta alle spalle, udì James borbottare Perché a te sì e a me no?  e sorrise. Sorrise, perché era Natale e lei doveva essere allegra. Sorrise nonostante le bruciassero terribilmente gli occhi e sembrasse uno spaventapasseri rosso.  Sorrise, perché mancava ancora un regalo alla lista.

-Evans, vieni a prenderti i regali delle tue amiche? O preferisci rimanere impalata fuori a fare da Babbo Natale con le occhiaie?-

                                                                                      ****

-Perché a te sì e a me no?- James mugolò rotolando sul letto e cercando di incenerire Remus con lo sguardo allo stesso tempo. Si aspettava una qualche battutaccia di Sirius o un commento superiore di Remus o persino uno sbadiglio di Peter.
E invece niente.

Silenzio.

-Ragazzi? Ho appena fatto una battuta molto stupida e molto infantile comportandomi da primadonna gelosa. Perché non mi avete ancora insultato?- domandò, alzandosi e trovando due volti molto scettici che lo fissavano. Aprì la bocca e aggrottò la fronte, mentre un dubbio gli pervadeva la mente.
Non potevano essere così svegli.
Non di prima mattina.

-Tu non l’hai fatto, vero, James?- domandò Remus, zittendo subito la battutina sulle vergini indifese di Sirius con un’occhiataccia. Tornò a guardare il ragazzo cercando di calmarsi.
Ma non c’era niente da fare per calmarsi.
Il cuore batteva forte come non mai e ormai non gli importava più di sapere che era sveglio da ore perché James parlava nel sonno e Sirius gli rispondeva con parole inventate.
Non gli importava più dei bellissimi regali di Natale che se ne stavano in un angolo della stanza.
Tutto quello a cui riusciva a pensare era che Lily non era smancerosa per natura.
E ogni volta che a Lily succedeva qualcosa, c’entrava sempre James.

-Io... Uhm, cosa non avrei fatto?- domandò James, ostentando una calma che... aveva.
Per la prima volta, era scoperto a fare qualcosa e non bluffava.
Era tranquillissimo.
Era sicuro che gli avrebbero dato ragione.

-Le hai detto di... noi, vero?- domandò Sirius, cercando di suonare minaccioso. In realtà nemmeno lui sapeva cosa pensare. Pensava che quel momento lo avrebbero affrontato insieme e magari anche lui si sarebbe preso i rimproveri di Lily e le risate di James. E invece si ritrovava a guardare il suo migliore amico annuire guardando il piumino arrotolato vicino a lui e Remus che faceva respiri sempre più profondi, cercando di calmarsi.

-Sì Sirius. Ho deciso di dire a tutto il mondo della nostra relazione....-

-Idiota. Sono serio.-

-Era il mio regalo. So che mi direte che sono malato, che ho manie di protagonismo e cose del genere. Ma proprio non ne potevo più di fingere davanti a lei. Voglio che sia felice. Anche se è difficile, voglio provarci. E raccontarle bugie sarebbe soltanto qualcosa di molto, molto negativo. Perciò. Sì, l’ho fatto.- disse lui e c’era una forza in quello sguardo che fece intrappolare il respiro in gola a Remus. James aveva ragione.
Aveva sbagliato a non dir loro niente, ma per una volta, aveva fatto una cavolata sensata.
A pensarla così, Remus si sentiva come una di quelle maestre che guardano con orgoglio i loro bambini di cinque anni far loro un ritratto.
E il ritratto di James, una volta tanto, aveva un aspetto decente.

-Ho un fratello stupido e sentimentale. Speriamo solo che la sua ragazza abbia più buon senso ed ironia...- borbottò Sirius soffocando uno sbadiglio. Sorrise a James nella sua maniera canina e si chinò leggermente per evitare la ciabatta del ragazzo che volò a colpire il bozzolo-Peter.

-Ragazzi...- mugugnò – E’ Natale. Mi sono perso i regali?-

-No, Pete. Sei ancora in tempo!- esclamò Remus scendendo cautamente dal letto, mentre James e Sirius rotolavano direttamente a terra e arrivarono gattonando alla pila di regali.

-Ehi, guarda quel pacco rosso. E quello blu! Saranno miei.- urlò belluinamente James, scrollando il piede che Sirius gli aveva intrappolato nel tentativo di rallentarlo.
I due ingaggiarono una lotta violenta, con tanto di James che riuscì a finire sotto il letto e Sirius che si impigliò all’albero di Natale.
E alla fine, ad uscirne vincitori, furono proprio Remus e Peter.

-Mi dispiace dirtelo, Jim, ma questi due sono per Remus e me...- disse Peter e i due si bloccarono per qualche secondo guardandoli con gli occhi spalancati.

-Cosa vuoi dire, Codaliscia? Esprimiti, caro.- biascicò Sirius senza muoversi e spalleggiato dal continuo annuire di James, che spuntava dal letto solo con qualche ciocca di capelli e la stanghetta degli occhiali.

-Che... beh, c’è un biglietto con scritto Per Peter da Lily e Per Remus da Lily.... – bisbigliò lui e si strinse il pacco al petto correndo verso il proprio letto. Remus alzò le braccia al cielo e subito dopo prese il pacco in mano. Il regalo di Lily era pesante e morbido, oltre che enorme. E anche James doveva pensarla alla stessa maniera, visto come lo guardava.

-E dai, ragazzi. Guardate quanti altri regali...- provò a consolarli Remus, scatenando uno scintillio negli occhi di entrambi.
E subito dopo, una tempesta di carte colorate.

-Sirius! Il modellino di Comet! Sei un cane profeta. E il kit di pulizia per la scopa oh, mia madre, che donna. Il solito maglione e i cioccolatini.... Uh, ehi, Remus, grazie per il diario del buon Malandrino. Hai ragione, dovremmo davvero scrivere alcune parole d’ordine e robe così... e, oh, Peter. Il cervo. Sì, dai, i modellini di Hogsmeade! Vieni qui, fatti abbracciare!- urlò James nello stesso momento in cui Sirius faceva altrettanto buttandosi alle spalle la poesia d’amore di una ragazza, un maglione e una scatola di Api Frizzole.

Teneva tra le mani il “Manuale del conquistatore” che gli aveva regalato Remus, il collare di James e il modellino di cane di Peter. I due si buttarono addosso agli altri, soffocandoli e atterrando in un’esplosione di coriandoli lucenti.
Remus rideva, schiacciato dai due pazzi, mentre i suoi occhi guardavano ancora l’incredibile pila di regali che gli avevano fatto, compreso l’immancabile modellino di lupo e i nuovi rotoli di pergamena con piume abbinate da parte dei due Potter. E la sciarpa fatta da Lily, già.
Peter li abbracciava come meglio poteva, quasi strozzato dalla sciarpa simile a quella di Remus e tenendo saldamente in mano il regalo degli altri tre, una serie di scherzi vari che dovevano appartenere alla metà di Zonko.
Ogni tanto si sentiva solo, si sentiva sperduto davanti a  quei ragazzi belli e bravi. Si chiedeva come facesse ad essere loro amico e stava diventando paranoico. Era arrivato a temere che ridessero di lui.
Cercò di visualizzarsi, nel suo corpo cicciottello e quasi deforme che li abbracciava tutti, perché aveva avuto una bella idea per il regalo e si sentì felice. Così felice che smise anche di pensare.

-Ehi, Ramoso, che ti ha regalato Lily?- chiese e il ragazzo si zittì di colpo. In realtà tutti trattennero il respiro, fino a quando James non si alzò e barcollò fino al letto.

-Un biglietto.- rispose, sventolandolo, ma senza far vedere loro cosa c’era scritto. Ancora cercava di capirlo, di interpretarne il significato, ma senza riuscirci. Lily doveva averci spruzzato sopra del profumo, come una di quelle eroine dei film babbani che mandavano lettere d’amore ai loro uomini cosparse di profumo.

-E che c’è scritto sul biglietto?- chiese Sirius, alzandosi e avvicinandosi.

-La felicità è nascosta dietro a una porta chiusa. Solo tu puoi scoprire quale è e aprirla.- mormorò, mettendoselo in tasca. Probabilmente Sirius avrebbe iniziato a prenderlo in giro e a dirgli che era una checca filosofica e Remus avrebbe cominciato a interpretare la frase parola per parola, mentre Peter si sarebbe interessato solo a come si sentiva.
Fu per questo che si stupì quando vide Sirius fissarlo con molta serietà.

-Beh, amico. In questa casa ci sono un sacco di porte. Direi che potresti cominciare a cercare...-

                                                                                       ****

-Uh. Sono stata rapita il giorno di Natale per ricevere i miei regali. Accidenti, ragazze, questo sì che è uno shock!- esclamò Lily, venendo sommersa dall’abbraccio di Alice che subito dopo le ficcò tra le braccia un pacchetto urlando Buon Natale! Mary le guardava sistemando i suoi regali sul cuscino, mentre quelli di Alice erano sparpagliati un po’ ovunque per la stanza. Lily le vide indossare orgogliosamente le sciarpe che aveva fatto per loro quando ancora c’era qualcosa chiamato tranquillità nella sua vita, quando ancora poteva mandare una lettera a sua madre per chiederle dei consigli.

-Un libro di Pozioni avanzate. E un manuale sul perfetto corteggiamento... Ma voi due siete due pazze isteriche!- esclamò e si avvicinò a loro facendo roteare pericolosamente il nastrino del regalo. Le due ragazze si ritrassero con urletti fintamente spaventati e cominciarono ad implorare il perdono della grande  e potente Evans.

-Lily, hai il mondo nelle tue mani, ricordatelo. Un giorno avrai la possibilità di cambiarlo, ma fino ad allora non desistere dal tuo intento. Sei grande, Lily. Sei forte. E’ un’impresa come preparare delle sciarpe per i tuoi amici sono sicura che sia assolutamente facile da affrontare....-
-Mamma, non mi prendere in giro!-
-Su, tesoro, sto scherzando. Avanti, devi fare così. Dammi una mano. Ecco, vedi? Un giro qui, un altro così...-


-Lily, stai bene?- le domandò Mary, vedendo che era scivolata a terra con le mani tra i capelli.

-Come? Oh sì, benissimo. Stavo solo pensando... solo pensando a quest’estate. Sapete, è stata un’impresa imparare a lavorare a maglia...- rispose, cercando di sdrammatizzare.
Alice la guardò quasi con rimprovero, ma poi le si sedette accanto e le mise un braccio sulle spalle.

-E il grande e misterioso Potter, cosa ti ha regalato?- le chiese con curiosità.
Solo in quel momento Lily si rese conto di non aver ancora aperto i propri regali, che dovevano essere da qualche parte in un angolo della stanza. L’unico che aveva aperto era stato quello dei suoi genitori, la cui busta era appoggiata accanto al cuscino nonostante la forte puzza di bruciato che emanava.

-Ecco, in verità non li ho ancora aperti... Forse dovrei... andare?- disse e Mary si battè una mano sulla fronte, sospirando melodrammaticamente.

-Vai. Ti concediamo questa grazia. Ma poi devi assolutamente tornare a descriverceli con precisione, intesi?- la minacciò Alice con un dito mentre la ragazza si alzava. Lily annuì e si chiuse la porta alle spalle con delicatezza, rivolgendo loro l’ultimo sorriso.

I regali erano lì dove se li era immaginati. Li aprì con delicatezza, poggiandoli sulle coperte uno dopo l’altro con gesti tranquilli. Così si accumularono cioccolatini, libri, sciarpe e cappelli e pure una bellissima penna d’aquila nuova regalatale da Remus. C’era uno strano congegno che ogni tanto fischiava da parte di Sirius e Peter le aveva regalato un libro di incantesimi.

Mancava solo quello di Potter.

-E’ permesso?- chiese James, aprendo la porta e Lily avrebbe sicuramente detto che doveva avere strane manie di protagonismo se non l’avesse saputo già da molto tempo.

-Sei Potter? Allora va via!- esclamò lei in risposta, ma in contemporanea si alzò e si avvicinò alla porta per aprirla. James era lì, con un nastro colorato impigliato ai capelli e un graffio sulla guancia.

-Però, Potter. Grande guerra, eh, aprire i regali?!- chiese lei appoggiandosi al muro. Lui alzò il mento e sbuffò cercando di avere un po’ di contegno nonostante il luccichio sospetto che proveniva dai suoi capelli.

-Il tuo, poi, mi è piaciuto moltissimo.... Cos’hai regalato a Sirius, a proposito?- commentò lui sarcasticamente. Lily si sentì arrossire e all’improvviso la sua fantastica idea non le parve poi così fantastica.

-Un biglietto con su scritto “Fagli aprire la porta.” e una maglietta di un gruppo rock da sfigati babbano. Non glielo dire, che non hanno successo. Lui pensa che sia meraviglioso...- rispose lei guardandolo negli occhi fino a che non sorrise.
Si sentiva strana. Forse, se avesse guardato per terra, avrebbe notato che stava galleggiando o forse, più semplicemente, che era sospesa a qualche centimetro da terra.

-Userò quest’informazione come un ricatto...- replicò James e si appoggiò al muro accanto a Lily. La ragazza sentì il suo cuore che aumentava e stupidamente si ricordò che lei non aveva mai chiesto a sua mamma come si era sentita poco prima di baciare per la prima volta suo padre.
C’erano tante cose che avrebbe dovuto fare e altre che sarebbero rimaste per sempre nascoste chissà dove nel suo animo.

-Mi sembra giusto...- replicò sottovoce e staccandosi dal muro.

-A me sembra ingiusto non aver ricevuto un regalo, invece...- disse James e Lily si sentì come quando Bootes l’aveva salutata per la prima volta, con quelle ginocchia che non la smettevano di tremare e le guance sicuramente rosse.
La ragazza si chinò e prese un pacchetto da sopra il letto. Glielo porse con un gesto veloce e per una volta ebbe la soddisfazione di vederlo leggermente indispettito.

-Quindi.... sarebbe questo il mio regalo? Tutta questa scena per... questo?- disse e cominciò a scartarlo con gesti esageratamente lenti. Ne uscì l’ennesima sciarpa, gialla e rossa, con le sue iniziali ricamate in un angolo.

Probabilmente avrebbe iniziato a ringraziarla fintamente e se ne sarebbe andato via deluso.
E Lily odiava deludere le persone.
Forse fu per questo che lo baciò. Così, di scatto, senza aver fatto prima tutto il suo brillante discorso che si preparava da settimane. Lo baciò per qualche istante, giusto il tempo di sentire le sue labbra troppo sottili premute sulle sue.

-Buon Natale, Potter...-








Buonasera.
Ahh.
Sono tornata.
Sì, con un capitolo schifoso e lungo e prolisso ed inutile.
Perdonatemi. In effetti, sono io quella inutile, ma fingeremo che sia tutto tranquillamente normale. u.u
Non so cosa dire, in verità.
(In realtà avevo scritto "Non so cosa dire, a dire il vero" ma UzKaNt si è messa a parlare di paradossi, di vero, di falso e siccome l'unica cosa vera che rischiava d esserci era un pugno in testa ho preferito aggirare l'ostacolo)
Detto ciò, procediamo nell'analisi del capitolo. Seguirà una seconda parte, dove accadrà effettivamente qualcosa e ritroveremo gli altri personaggi, che qui sono scomparsi. 
Il mio pinguino Black. **
Peter regala a tutti i Malandrini un modellino per rafforzare l'unità, ma comincia già ad avere dei dubbi lui stesso. E mi sono immaginata un Sirius abbastanza folle che fa ragionamenti giusti ma insensati di prima mattina.
Ok. 
Io.... scappo.
Grazie a chi ha letto.
Writ.
   
 
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Writer96