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Autore: Thumbelina    23/11/2011    3 recensioni
E’ veramente lì fuori, è così? Dobbiamo essere in grado di difenderci da soli. E se la Umbridge si rifiuta di insegnarcelo ci serve qualcuno che lo faccia.
Ok, questa idea mi è venuta guardando questa sera stessa il film hp5, e al sentire questa frase mi è parso che sullo schermo comparisse la scritta "e se non si stesse riferendo ad Harry?" e da lì è stata tutta un'ispirazione! Quindi mi sono subito tuffata a scrivere (dopo aver visto la fine del film, ovviamente!) ed ecco qua la mia piccola introduzione. Che dirvi, penso che sia un'idea molto originale, probabilmente non avete mai letto niente, niente di simile, o almeno spero, ecco tutto! Spero di avervi quantomeno incuriosito, e che quindi leggerete il mio primo ed insulso capitolo (è una stupida, semplice introduzione, nulla di che) per poi appassionarvi alla storia, quando questa sarà pronta per essere scritta, cosa che avverrà molto presto, temo. Forse è la storia più geniale che mi sia venuta in mente, e di certo è qualcosa di totalmente diverso rispetto al mio genere e quindi... non c'è che dire, sono molto incuriosita anch'io. Prima di finire le parole a disposizione vi lascio. Bacioni. Buona Lettura. Giulia.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dolores Umbridge, Il trio protagonista, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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La Presa della Bastiglia


Se Lei, Harry, Ron non si fossero recati nel bagno di Mirtilla Malcontenta come detto loro da George Weasley all’orario prestabilito, probabilmente le cose sarebbero andate meglio. L’idea iniziale, a dire il vero, era stata proprio quella. Insomma, mentre Harry e Ron si scervellavano nel chiedersi che cosa diamine volesse dire il gemello con quella strana informazione, Hermione aveva già capito tutto. Probabilmente, se già la prima lezione del professor Piton aveva irritato i ragazzi, la secondo doveva averli esauriti completamente, e quindi stavolta le sarebbe servito molto più di manipolare un discorso se voleva farli tornare tutti in classe. Quindi, aveva in principio optato per un più codardo e neutrale non presentarsi all’appuntamento, in modo da poter rimandare un poco la sfuriata che le avrebbero sicuramente fatto i suoi compagni, far raffreddare un po’ gli animi, e riuscire, magari, anche a prepararsi un discorso con qualcosa di buono da dire. Certo, anche questo sarebbe stato un bel problema: insomma, cosa si poteva dire di buono circa le lezioni del professor Piton fin ora? Nulla. Maledettamente nulla. Eppure c’è da dire che lei ce la metteva proprio tutta: esaminava tutto quello che il professore diceva cercando di inquadrarlo sotto un differente punto di vista, cercava di giustificarlo quando faceva cose che potevano sembrare molto stupide, si sforzava di vedere sempre il meglio in tutto quello che il professore li costringeva a fare, eppure, non ci riusciva. Quindi, seppure avesse avuto più tempo da sfruttare, le sarebbe stato davvero difficile persuadere gli altri su qualcosa che non convinceva neppure lei, ma almeno c’avrebbe potuto provare, ma così… no, non sarebbe mai stata in grado di studiare un discorso nei soli trenta minuti di tempo che i suoi compagni le concedevano. No, non poteva andare. Se l’avessero presa alla sprovvista, se non l’avessero trovata pronta a difendere la parte del professore, se i suoi compagni avessero vinto quell’agone, allora la situazione si sarebbe messa davvero, davvero male. Innanzi tutto si sarebbero fatti più forti, e, stretti in minoranza, lei, Ron ed Harry, e cioè solo lei, sarebbero stati costretti a fare tutto ciò che il popolo richiedeva, poiché maggioranza docet, anche andare contro a quel mostro di Piton, o peggio liquidarlo. Faceva tanto rivoluzione francese…
Ma l’opzione assenteista era andata ad eclissarsi piuttosto velocemente, avendo considerato infatti la ragazza che se lei e i suoi due amici non si fossero presentati alla convocazione probabilmente questo avrebbe fatto infuriare ancora di più i suoi già adirati compagni, e poi avrebbe dovuto affrontarli tutti divisi, uno a uno, ancora più arrabbiati di prima. A questo punto, meglio togliersi il dente subito, non farli ulteriormente infuriare, e affrontarli tutti insieme invece che divisi. Sì, probabilmente sarebbe stato meglio.
Così era corsa su per le rampe fino alla torre grifondoro, per darsi una lavata e cambiarsi d’abito, sistemandosi in modo da sembrare il più autoritaria possibile: in guerra anche l’immagine voleva la sua parte!
Intanto, i suoi due collaboratore s’erano comodamente sdraiati sui divani della sala comune giocando a tirarsi un cuscino neanche fosse un palla, attività che li aveva tenuti più che impegnati per il loro breve soggiorno, fino a che Hermione non era stata pronta, e così li aveva praticamente obbligati a scendere immediatamente giù per le scale per recarsi a quel diamine di incontro, sebbene i due le avessero detto, in tutta risposta ancora cinque minuti.
Quindi, s’erano presentati in orario all’appuntamento, o meglio, erano arrivati per primi. C’era qualche ragazzina in bagno, qualcuna del primo o due secondo anno, probabilmente, ed Hermione serrò velocemente i ragazzi dentro uno dei bagni aspettando che le altre se ne andassero. Poi erano arrivati i gemelli, e con loro Lee, Angelina, Katie e Alicia.
- C’è gente. - aveva comunicato Hermione, ed allora Alicia aveva cominciato a fare degli strani versi, come dovesse dare di stomaco, sentenziando poi di dover vomitare, e le ragazzine erano uscite di corsa dal bagno sgattaiolando giù per il corridoio. La ragazza s’era ricomposta, aveva accennato a un sorriso, poi aveva battuto il pugno contro quello dei gemelli, che s’erano complimentati per la riuscita della sua interpretazione.
Poi, poco alla volta, erano arrivati anche gli altri.
I Corvonero erano stati i più puntuali, l’ultima ad arrivare fra loro era stata Luna, e dopo loro erano giunti, in ordine sparso, i restanti Grifondoro e Tassorosso.
- Sai, Mirtilla, - aveva poi fatto Padma Patil chiamando a se il fantasma con aria di superiorità – ho sentito dire dal ritratto della Ballerina Scarlatta, nell’ala nord, al terzo piano, che quando eri ancora in vita eri la ragazza più assillante, petulante e lagnosa di tuuutta la scuola, ecco. Ha anche detto che verso il tuo primo anno avevi un serio, serissimo, problema di acne.
- Non è assolutamentissimamente vero! – le era inveita contro Mirtilla passandole attraverso.
- Oh, io lo so, - aveva risposto lei Padma, voltandosi dalla parte opposta per guardarla – e l’ho detto anche alla Scarlatta che per me non era vero, ma lei continuava, e continuava, e continuava… Sai, penso proprio che dovresti andare a parlarle, prima che metta in giro in tutta la scuola la buona novella dei tuoi brufoli…
Ciò detto, il fantasma aveva commentato il tutto con un irritatissimo lo farò sicuramente e ciò detto era evaporata via, lasciando libero il bagno, mentre la Corvonero si girava soddisfatta verso i suoi compagni di casa con un ghigno soddisfatto a colorarle il volto.
I giovani membri del piccolo esercito s’erano quindi disposto nel modo che più gli pareva all’interno del bagno. Qualcuno s’era alzato a issato a sedere sul marmo bianco dei lavandini. Qualcun altro s’era appoggiato al muro, o ai termosifoni. Qualcun altro s’era alzato a sedere sul muretto della finestra chiusa. Qualcun altro ne aveva approfittato per una capatina alla toilette. E poi la riunione era iniziata.
- Ok, chi pensa che Piton non possa continuare ad insegnarci la materia in queste condizioni dica io – aveva cominciato George Weasley, e in meno di un secondo tutti gli studenti presenti nel bagno avevano alzato la mano, precedendo Hermione, che se magari non lo avessero fatto avrebbe anche potuto provare a ribattere.
Ed invece no, mentre un moto veloce portava i tutti i suoi compagni, Harry e Ron compresi, ad alzare la mano, la ragazza deglutì, insieme a un po’ di saliva, anche quel poco di parole che si era già riproposta di dire. Rimase in silenzio.
Quella, per inciso, fu una pessima mossa.
- Perfetto, - aveva decretato Fred Weasley, abbassando il braccio per primo – e dopo questo penso che potremmo iniziare.
- Oh, beh… - aveva cominciato Hermione, tentando a salvare il salvabile.
- Severus Piton è un idiota. – aveva esordito Anthony interrompendola.
- Ottimo inizio! – si era complimentato George, - Quanti di noi sono d’accordo su questo punto?
Nuovamente, inevitabilmente e senza che Hermione potesse dir nulla per frenarli, tutti gli studenti presenti nel braccia avevano nuovamente alzato la mano. Tutti tranne lei, ovviamente.
- Questo non mi pare un buon argomento! – aveva provato ad obiettare Hermione.
- Oh, a me sì, - aveva risposto lei Zacharias Smith – e poi come vedi ci mette tutti d’accordo!
- Sì, la pensiamo così anche noi – avevano ripetuto le gemelle Patil.
- Penso che lo pensiamo tutti qui dentro – aveva commentato Hannah Abbott.
- Oh, sì, lo siamo – l’aveva appoggiata il più giovane dei fratelli Weasley.
- Ronald! – lo aveva rimproverato Hermione.
- Ma è vero! – aveva ribattuto lui.
- Avanti, ragazzi, non mi sembra il caso di attaccare così il professore solo dopo due misere lezioni, dategli tempo – aveva tentato la ragazza.
- Se queste sono le prime due lezioni – aveva detto Micheal – pensate come saranno le altre…
- Ottimo argomento! – s’era congratulato Fred.
- Io dico di farlo fuori prima che si inventi qualche altra strambezza tipo “oh sì, ragazzi, esercitiamoci a schivare gli Avada Kedavra, tanto ne pioveranno a fiocchi durante la guerra! – aveva fatto Lee Jordan.
- Innanzi tutto si dice stramberia e non strambezza, Lee – lo aveva rimproverato Hermione – e comunque…
- Non provare a difenderlo, - la aveva attaccata Harry – Lee ha ragione: quell’uomo è perverso.
- Definisci perverso – aveva suggerito lui George.
- Sì, amico, perverso può avere diverse applicazioni. – lo aveva appoggiato Fred – Insomma, intendi perverso nel senso di maligno, crudele, malvagio, o magari nel senso di mentalmente disturbato, perché a mio parere…
- Piton non è perverso! – l’aveva interrotti Hermione – E se tutti voi la smetteste di fare gli scemi forse capireste…
- E poi che dire dei suoi modi burberi e costantemente severi? – aveva interrotto lei Katie.
- E del suo modo di trattarci come cretini? – aveva aggiunto Ernie – Insomma, sempre con quell’aria da sufficienza di chi ci sta facendo il grande favore della sua presenza…
- Ed è proprio quello che sta facendo! – aveva riprovato a ribattere Hermione – Noi gli abbiamo chiesto un favore e lui ce lo sta facendo. È stato molto gentile da parte sua scegliere di aiutarci viste tutte le ripercussioni che questa cosa potrebbe significare, il minimo sarebbe evitare di lamentarci.
- Oh, certo, Hermione, questo ragionamento non fa proprio una piega – le aveva risposto acida Cho – così se noi avessimo chiesto (che so?), a un cecchino di sparare a vista alla Umbridge e questo in risposta si fosse messo a ballare la Ula immagino che lo dovremmo sentitamente ringraziare senza fargli neppure un rimprovero, dato che si era offerto di aiutarci nonostante i pericoli, giusto?
- Questo esempio non ha senso, Cho, e lo sai pure tu. – aveva commentato Hermione - Se solo voi mi lasciaste parlare io potrei…
- Fare che cosa? – aveva chiesto lei Padma – Difenderlo? Mi dispiace, cara, ma il tuo caro professore risulta indifendibile al momento.
- Sì, siamo d’accordo. – avevano confermato Lavanda e Calì.
- Siamo tutti d’accordo. – aveva detto Fred.
- Lasciatemi spiegare – aveva insistito ancora Hermione – lasciatemi almeno provare a difenderlo.
- Avanti, Hermione, - le aveva risposto Harry – sarebbe come provare a dichiarare innocente Hitler.
- Chi è Hitler? – era esordito Ron.
- Un dittatore sterminatore babbano, Ronald, fatti una cultura! – gli aveva risposto Hermione – E tu, Harry, beh tu stai esagerando parecchio!
- Ma è un mostro, Hermione, ammettilo! – aveva protestato Harry – Si sta comportando in maniera terribile con noi, con tutti, tutti noi, e tu sei l’unica a non rendertene conto, o meglio non vuoi rendertene conto, perché sarebbe una tua sconfitta personale se solo tu dovessi ammettere che sì, proprio così, Hermione Granger si sbagliava, aveva torto, la sua brillante, brillante idea di chiamare a rapporto il caro professor Severus Piton si è rivelata un grande, grandissimo errore!
- Dieci punti a Harry, - aveva gridato esultante George – qualcun altro ha argomenti altrettanto buoni di cui parlare?
- O meglio con i quali mettere a tacere Hermione? – lo aveva appoggiato Fred.
- Fred! George! Ma volete smetterla? – gli era inveita contro lei.
- Ha dei brutti capelli – aveva detto Marietta.
- Ed è lunatico – aveva aggiunto Colin.
- Ed esagerato – aveva commentato Angelina.
- E melodrammatico – era intervenuto Lee.
- Ed egocentrico – aveva aggiunto Calì.
- Ed eccentrico – aveva detto Lavanda.
- Ma per favore! – aveva fatto Hermione – Non sai neppure che significa la parola eccentrico!
- E terrificante – aveva asserito Neville, senza darle troppa attenzione.
- Avete dimenticato psicolabile – aveva ricordato loro la femmina Weasley.
- Ginny! – l’aveva richiamata Hermione.
- Scusa – aveva fatto questa – però è vero!
- E poi è così serio! – aveva fatto Denis.
- E ostile – aveva aggiunto Katie.
- E vogliamo parlare della sua pressoché inquietante somiglianza ad un pipistrello? – aveva chiesto Justin.
- Tutti ottimi, ottimi argomenti, ragazzi – aveva riso Fred.
- Vedi, Hermione, - aveva spiegato lei George – puoi ribattere ad uno, due, tre forse, quattro al massimo, ma non puoi replicare a tutti i nostri argomenti.
- Mi dispiace, cara – aveva detto lei Padma, passandole rassicurante una mano sulla spalla – ma hai perso.
- Smettetela di fare gli scemi, per favore. – aveva chiesto loro Hermione – E poi non dimenticate che Severus Piton è l’ultima chance che ci rimane; l’unica alternativa che abbiamo alla Umbridge!
- Beh, sai, se la Umbridge è l’alternativa a quel mostro di Piton io credo proprio di preferirla – le aveva risposto Antony.
- Ma è un’assurdità! – aveva replicato Hermione.
- Ma è quello che pensiamo tutti! – le aveva detto Harry.
- Ma…
- Basta obiezioni, Hermione – l’aveva fermata George – il popolo ha deciso.
- Se solo “il popolo” mi lasciasse parlare… - aveva obiettato lei lei.
- Nulla di quel che dirai ci farà cambiare idea! – aveva esclamato Zach.
- Ma io…
- Facciamo così, Hermione: – aveva detto lei Fred – ti concedo cento parole, se in cento parole riesci a convincerci che stiamo esagerando con tutta questa storia e che Severus Piton merita di restare ok, resterà, ma se non ci riuscirai ed avremo ragione noi (e, credimi, avremo ragione noi), tu ti dovrai arrendere, e, in quanto suoi assistenti nonché portavoce del popolo, tu, mio fratello ed Harry andrete da Piton e comunicherete che gli daremo all’istante il ben servito se lui non scenderà a compromessi ristrutturando il suo metodo. Cento parole, Hermione, solo cento parole.
- Ma…
- Ti sei già giocata la prima. – le aveva comunicato Lee – Te ne mancano novantanove.
- Voi siete impossibili! – aveva protestato Hermione – Come potete pretendere che io…
- Novantuno, Hermione. - le aveva ricordato Padma – Francamente, cara, non so proprio quanto ti convenga sprecare così le poche parole che ti abbiamo gentilmente concesso.
- Questa poi! – aveva commentato la Granger – Io credo proprio che voi…
- Ottantaquattro – le aveva comunicato Potter.
- HARRY! – lo aveva ripreso lei.
- Ottantatre. – aveva replicato Harry mentre lei strabuzzava gli occhi accigliata – Scusami, Herm, - aveva aggiunto poi – la tua idea sembrava buona, dico davvero, ma Piton è una tortura, ed io sto con loro.
- Questo è il colmo! – aveva esclamato lei – E’ proprio per aiutare te che abbiamo ingaggiato Piton, non puoi essere favorevole a volertene sbarazzare!
- E siamo a quota sessantatre. – aveva commentato George
- Sai, Hermione, - le aveva detto - pensavo che quelle cento parole le avresti usate meglio.
- Ma…
- Sessantadue – le avevano comunicato in coro i gemelli Weasley.
La ragazza aveva piucchè sonoramente sbuffato, e poi s’era portata stizzita una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi aveva squadrato, adirata, l’esercito che aveva dinnanzi. Sessantadue parole, le restavano solo sessantadue parole per convincere ventisette persone su una persona che non convinceva neppure lei. Era davvero un’impresa impossibile. Eppure, lo sguardo di sfida dei suoi compagni le comunicava che quello sarebbe stato il suo ultimo, ultimo modo per difendere la sua causa. Prese un bel respiro.
- Bene, se è questo che volete… - aveva cominciato.
- Cinquantasei – le aveva ricordato Cho.
- Personalmente, - aveva ripreso Hermione ignorandola – penso che sarei un’ipocrita se vi dicessi di aver trovato appaganti le lezioni del professor Piton, i suoi metodi hanno infastidito pure me. Ma, a differenza di voi, io non vedo ancora in questo un buon motivo per mandarlo via. Quel che voglio dire, - aveva continuato – è che dobbiamo dare al professore il tempo adatto per…
- Cento parole raggiunte. – le aveva comunicato Fred voltandosi verso la porta – Qualcuno di voi è convinto?
- No, no per favore non andate. – li aveva supplicati Hermione – Ancora dieci parole, dieci parole e basta.
- Il patto era di cento, cento te ne abbiamo concesse, - s’era limitata a risponderle Alicia – ed ora si metta ai voti: quanti son stati convinti?
In quel momento, a parte qualche io no, io no che s’era levato da vari studenti, la maggior parte di questi se l’era semplicemente cavata saltando giù dal lavandino o dal muretto, o staccandosi dal termosifone e recandosi alla porta. Nessuno di loro s’era detto convinto.
- Aspettate, vi prego. – aveva tentato ancora Hermione – Dieci parole, dieci ancora…
- Avevamo un patto, Hermione, – le aveva ricordato Fred – e tu lo hai perso. Durante il prossimo incontro comunicherai a Piton le nostre condizioni. Noi qui abbiamo finito.
E ciò detto, alquanto velocemente e mentre lei si sforzava ancora a pregarli di restare, erano usciti tutti.
E così lei era ancora nel bagno adesso, sola e adirata che masticava parole di odio che non le era stato concesso di aggiungere alle cento parole già consumate, mentre si sciacquava la faccia. Lei, proprio lei che l’aveva pregato, supplicato di istruirli avrebbe dovuto dargli ora il ben servito, che nervi!
Chiuse il rubinetto e alzò il viso a contemplare la propria immagine nel vetro offuscato dello specchio. Che cosa poteva dirgli? E come poteva dirglielo poi? E c’era forse un ultimo, disperato, estremo tentativo che lei poteva ancora fare per convincere i suoi compagni?
- Incredibile quella Ballerina Scarlatta! – commentò stizzita Mirtilla rientrando fluttuando nel bagno – Ha avuto il coraggio di negare tutto anche, quella vipera! Ah, ma gliela farò vedere io, sì che lo farò, so di certe voci anche io su di lei che le farebbero sbiancare anche il vestito, e non son più tanto certa di volermele tenere per me! Sai, il quadro della Signora col cappello piumato, al quarto piano, mi ha raccontato che ai tempi di Dylis Derwert…
Sbattendo rumorosamente la porta dietro di sé, Hermione era uscita furiosa dal bagno, che stare a sentire anche le lamentele di Mirtilla sarebbe stata solo un’ulteriore tortura che la ragazza vide bene di risparmiarsi.
S’avviò nel corridoio, a passo veloce, intenzionata di arrivare alla torre Grifondoro quanto prima, se non altro per chiudersi un po’ nella sua stanza e godersi un po’ di pace.
Percorse le rampe, mettendoci il triplo del tempo che normalmente avrebbe impiegato se solo le scale fossero rimaste immobili, e, visto che queste sembravano del tutto intenzionate a non portarla al suo piano, scese al primo che le capitava sottopiede, e stava appunto camminando nel corridoio del secondo piano, chiedendosi che cosa mai avrebbe dovuto fare quando la sua testa china sul pavimento andò a cozzare contro qualcosa di inaspettato, duro e nero. Per inciso, la tunica del suo insegnante di pozioni.
- Guardi dove va, signorina Granger! – esclamò il professore.
- Mi, mi scusi, professor Piton – balbettò lei in risposta.
- Cinque punti in meno a Grifondoro. – disse lui – E veda di stare un po’ più attenta la prossima volta.
Ciò detto, il professore l’aveva scansata ed aveva continuato la propria marcia.
Sì, pensò Hermione, se lei, Harry, Ron non si fossero recati nel bagno di Mirtilla Malcontenta come detto loro da George Weasley all’orario prestabilito, le cose sarebbero andate sicuramente meglio.

   
 
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