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Autore: MariGin    23/11/2011    0 recensioni
Questo racconto narra di due ragazze, ormai donne, e della loro amicizia, messa alla prova da una serie di avvenimenti.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Oggi al lavoro è andata meglio del solito”, penso Marì subito dopo aver guardato l’orologio che indicava le sei e un quarto, l’orario di chiusura, ma cambiò umore all’idea di tornare a casa. Ultimamente, per Marì tornare a casa era un peso, non era ancora riuscita a far sputare la verità all’amica, la quale per giustificarsi di questo ritorno improvviso, disse soltanto di aver rotto con Laurence, e di voler ricominciare da capo. Ma non spiegò il motivo di tale separazione. Infatti Marì non le credette.
 
Spense la luce dello stanzino, si assicurò che tutte le finestre fossero chiuse, controllò anche di aver preso tutti i soldi dalla cassa, che poco dopo avrebbe dovuto portare in banca. Chiuse il negozio; si avviò alla macchina, l’aprì e appoggiò la busta con i soldi e la borsa sul sedile del passeggero, si mise la cintura ,avviò la macchina, regolò la temperatura, e uscì dal parcheggio. Percorse Rue de Rivoli passò il primo, poi il secondo incrocio, fermandosi davanti alla banca, parcheggiò l’auto, la chiuse prendendo ovviamente prima la busta e poi la borsa, e si diresse verso l’ingresso. Era più di un anno che la vita di Marì si limitava a questo; a un insulsa monotonia, della quale finalmente, iniziava ad accorgersi anche lei.
 
La sua giornata partiva alle sette in punto del mattino. Le piaceva, particolarmente in inverno, fare colazione accoccolata nel suo maglione, guardando fuori dalla finestra con la tazza del caffè, la neve che scendeva e si posava sulla piazza di fronte a casa sua, vedere i passanti attraversarla, pensando come sarebbe andata la loro giornata.
Poi alle otto, sarebbe uscita di casa per dirigersi al lavoro, dove sarebbe arrivata venti minuti prima dell’orario di apertura.
Marì passava la maggior parte della mattina a leggere, soprattutto in quelle ore non venivano molti clienti, poi a mezzodì sarebbe andata nel bar in fondo alla via a pranzare, avrebbe scambiato due chicchere con Katì, la cameriera, per poi tornare al lavoro e riaprire.
A differenza della mattina, il pomeriggio nel negozio,vi era un andi e rivieni di persone, chi a portare delle foto da stampare, chi a fare fototessere. Poi alle diciotto e trenta, si chiudeva.
Arrivata a casa, si preparava la cena, doccia, tv e poi a dormire.
 
Ma la vita di Marì non era sempre andata così, prima che Sophie partisse con Laurence, viaggiava, viaggiava tantissimo.
Ogni mese, una decina di giorni, per cinque anni, viaggiò con Stefan, una ragazzo che conobbe all’università. Nel frattempo il negozio lo seguiva Sophie, malgrado il suo di lavoro.
 
Marì e Stefan stettero anche insieme, poco più di quattro anni, ci stavano molto bene tra l’altro, Sophie diceva che per lei il loro amore sarebbe durato, che si sarebbero sposati, e in effetti incominciavano a pensarci, ad organizzare, ma Sophie partì, e Marì si ritrovò da sola, tra il negozio, la casa, Rufus e i viaggi, doveva scegliere cosa lasciare. Era sicura che non voleva perdere Stefan, ma lui non poteva rinunciare ai viaggi, era  il suo lavoro, << E’ l’unica cosa che so fare >> ripeteva continuamente a Marì, lui vendeva le sue fotografie a giornali a riviste in tutto il mondo, e diceva che non ce l’avrebbero fatta contando solamente sul guadagno del negozio. Così Marì rinunciò ai viaggi, accompagnava Stefan alla stazione o all’aeroporto, aspettando il suo ritorno, intanto si dedicava al negozio.
I primi mesi passarono abbastanza bene, Stefan portava sempre qualche souvenir, passavano serate bellissime ogni volta che tornava, ma poi doveva ripartire. Passarono così i primi sei mesi, Marì continuava a chiedergli di lavorare con lei, o di rimanere qui in Francia, ma lui non ne voleva, così dopo una decina di mesi il loro rapporto crollò.
 
Marì passò due mesi a letto, Annette le stette accanto più in quei due mesi, che in dieci anni che si conoscevano. Non aveva avuto una bella infanzia Marì, da piccola non vedeva mai il padre, che lavorava di notte in una fabbrica di gomme e a causa dei suoi venticinque anni che passò a lavoraci, adesso era malato terminale, cancro ai polmoni, e viveva da suo fratello, Claude.
Marì perse anche la madre, quando aveva diciannove anni, e d’allora visse sempre con Sophie.
 
Si erano conosciute alle scuole superiori, e da allora non si erano mai separate, si erano sempre vissute come due sorelle, secondo Marì erano gemelle, separate alla nascita, così le piaceva credere.
 
 
 
Marì uscii dalla banca e si diresse verso casa, parcheggiò l’auto, arrivò davanti al portone, entrò, salii le scale fino al terzo piano, “ quando sarà il momento di trasferirmi, mi cercherò una casa che abbia l’ascensore” si ripeteva tra se e se ogni volta che faceva le scale.
Quando entrò in casa fu investita da un profumo di... di..., non riusciva a riconoscerlo, ma sapeva che le piaceva molto, chiuse la porta dietro di se con il naso per aria, in quel momento sentendo la porta sbucò Sophie dalla cucina:
 
<< Ah, buona sera! >> Urlò, la radio copriva la sua voce, così si diresse per spegnerla.
Intanto Marì era ancora col naso per aria mentre si toglieva la giacca, non riusciva a capire che profumo fosse.
 
<< Hai cucinato? >>
<< Si! >> Rispose Sophie
<< Cosa? Non riesco a capire! >>
<< Ho fatto la marmellata di fichi, e stavo preparando l’insalata niçoise >>
<< Ah... Ecco la marmellata, che profumo! >> Rispose Marì, con un tono di sorpresa, come i bambini quando la mamma prepara il loro cibo preferito. Era troppo stanca oggi per portarle rancore.
 
<< Sarà pronto tra un quarto d’ora >> Disse Sophie, mentre apparecchiava.
 
Marì si diresse in camera sua, si cambiò, e andò in cucina per dare da mangiare a Rufus, stava aprendo l’armadietto della cucina quando Sophie << Glie ne ho già dato io! >>
Marì si girò sbalordita, la osservava, come per dire “ma chi sei??”
 
<< Era qua che ne chiedeva, e allora... >>
<< Ah, grazie. >> Rispose Marì
 
La cena passò abbastanza in fretta, l’unica cosa che si sentiva nella stanza era il telegiornale alla tv.
Così Sophie decise di spezzare quel silenzio.
 
<< Com’è andato il lavoro? >> Chiese.
<< Abbastanza bene... >> Rispose Marì
<< E’ cambiato molto in questo anno? >> Azzardò Sophie,
Marì alzò di scatto la testa, con un’espressione seria e arrabbiata
Non sapeva cosa rispondere, aveva per la testa mille pensieri, mille cose che avrebbe voluto dirle e che non era riuscita perché lei non rispondeva al telefono. Tiro un sospiro, pronta a dirgliele in questo momento, che lei aspettava da più di un anno.
 
<< E’ cambiato tutto qui! >> fece una breve pausa, per poi continuare,
<< Te ne sei andata, senza un motivo!! >>
<< Non è così...>>
Marì poso la forchetta, aveva ancora quell’espressione arrabbiata e offesa in volto.
 
<< E no, allora spiegami il motivo. Spiegami perché mi hai risposto solo una volta al telefono in un anno. * Iniziò ad alzare il tono della voce* Spiegami perché mi hai lasciato solo un bigliettino. Abbiamo vissuto insieme per sei anni, e te ne vai con un bigliettino?? Senza dirmi niente?? *Presa dalla rabbia incominciò a gridare *  Io sono sempre stata tua amica, spiegami cosa ti ho fatto di male!! Non riesco a capire il motivo per il quale, tu non me l’abbia detto prima! >>
 
.
Non arrivò nessuna risposta da Sophie, sapeva di aver sbagliato, e lo dimostrava non guardando neanche una volta in faccia Marì, che con molta calma si alzò da tavola, prese il suo piatto e lo portò in cucina per poi dirigersi nella sua camera, seguita da Rufus, e sbattendo la porta.
 
Mentre era sdraiata nel letto con Rufus, sentì Sophie sparecchiare, a Marì non piaceva discutere, continuava a pensare a Stefan e ai viaggi che per colpa sua si era persa, e per quale motivo Sophie non le volesse dire niente, si sentiva presa in giro un’altra volta “se non me lo dice entro domani sera, la butto fuori” pensò arrabbiata, e in quel momento si addormentò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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