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Autore: suni    18/07/2006    6 recensioni
Malandrini. Sogni. Speranze. Desideri. Risate. Lacrime. Attimi di vita sbiaditi dal tempo. Argomento non nuovo ma trattato spero con originalità. Fatemi sapere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merlino… Ne è passato del tempo, ma per la vostra gioia (???) anche Pills ritorna trionfalmente con una nuova istantanea.

Avevo in mente toni molto più epici per questo capitolo, perché ritrae un momento fondamentale per i miei personaggi. Ma alla fine, mi sono detta che tutti i grandi giorni, nel presente, sono spesso uguali agli altri.

So it began

 

 

 

CAPITOLO 8: Epistassi, malori e crema Limorbida.

 

 

“NON LO SOPPORTO PIU’!!!”

Remus solleva dal libro uno sguardo sorpreso, rivolto al suo nuovo compagno James, appena entrato in dormitorio sbattendo sonoramente la porta.

James si getta sul letto di peso, rimbalzando sul materasso, e stritola il cuscino.

“Chi?” chiede gentilmente.

“Indovina!! –risponde James come una furia, poi sospira- Ma perché non l’hanno mandato a Serpeverde? Cosa abbiamo fatto noi di male per meritarcelo?” si lamenta, sconfortato.

Remus sospira a sua volta, e annuisce.

Sono ad Hogwarts da quasi tre mesi, e la situazione non è molto cambiata dalla prima sera fino ad oggi: il loro compagno di dormitorio Black è semplicemente odioso. Non solo lo insulta perché suo padre è un Babbano o perché ha pochi soldi, ma è anche orribile con gli altri ragazzi della classe, cioè James, Peter e Frank. E con tutti i Grifondoro in generale.

Uno strazio.

“Voglio dire –James si alza, agitato- è odioso, insopportabile, borioso –tira un calcio al baule in mogano del ragazzo- infido, prepotente, cattivo e…”

“Hai finito, Potter?”

La voce gelida che ha pronunciato queste parole viene da dietro le sue spalle; James lancia un’occhiata di sfuggita a Remus, cogliendo la smorfia preoccupata del suo viso. Si volta.

Sirius Black.

“Origli anche, adesso, Black?” sibila seccamente.

L’altro si produce in una risatina malevola.

“Certo, mi importa moltissimo di quello che tu e il tuo… - arriccia le labbra con disgusto, in direzione di Remus- ... Amico vi raccontate” replica sprezzante.

“DACCI UN TAGLIO, BLACK!!” strepita James serrando i pugni.

“Sono pietrificato dal terrore, Potter” ribatte Sirius con scherno, appoggiandosi allo stipite della porta.

L’altro ragazzino fa per avventarglisi addosso.

James! Lascia perdere, vuole solo provocarti...” lo richiama Remus, guardando torvo il terzo Grifondoro. Sirius lo fulmina con lo sguardo.

“Credevo di aver detto che devi farti gli affari tuoi, Mezzosangue…” sibila, truce.

Remus arrossisce, umiliato.

“Non mi interessa quello che dici” risponde deciso.

Sirius sogghigna.

“Naturale, tu non sai cosa sia la vergogna. Dovresti nasconderti in un angolino buio a provare schifo di te, e invece te ne stai qui come se lo meritassi. Sei… Infetto…”

“IO TI ROVINO!!” ulula James fuori di sé dalla rabbia, lanciandosi addosso all’altro ragazzino.

James, no!!” esclama Remus, inutilmente, mentre gli altri due si aggrovigliano in una furiosa lotta. James si è attaccato ai capelli di Sirius e li strattona, mentre quello lo ha afferrato per il torace e cerca di ribaltarlo; le loro mani si avvinghiano furiosamente e parte qualche pugno.

“SMETTETELA SUBITO!! -Remus gira loro intorno cercando di dividerli- O CHIAMO UN PREFETTO!!!” minaccia, invano, mentre rotolano in terra a calci e graffi.

“Io… Ti… ammazz…” boccheggia James tra un colpo e l’atro, con il sangue che scende dal naso.

“Voglio.. vedere…” ansima Sirius, che comincia  pensare di stare per diventare calvo da quanto gli fa male il cuoio capelluto.

James! James!! –Frank Paciock entra in dormitorio di corsa, ma si paralizza sulla porta allibito dalla scena, con la bocca spalancata- …La Donovan!!!” sussurra con voce strozzata.

Qualsiasi movimento si arresta all’improvviso nella stanza, e i due contendenti si allontanano di scatto, sentendo la voce della professoressa.

James Potter? –sta chiamando, dal fondo delle scale- Potter, sei lì?” chiede frettolosamente.

“Ehm.. Sì, è qua…” borbotta Frank al suo indirizzo.

Sentono i suoi piedi salire le scale, e James tenta di pulirsi la faccia dal sangue.

La Donovan si affaccia dal dormitorio, e i ragazzini sentono il profumo della punizione imminente: James e Sirius hanno i vestiti stropicciati, sono arruffati e pieni di graffi.

Potter, il… – la Donovan, in evidentemente stato di allarme, s’interrompe guardandolo- ..cos’è successo?” chiede allibita.

“Io.. Io ho l’epistassi, professoressa” borbotta lui cercando di suonare innocente, senza speranza di riuscirvi minimamente.

Potter, il Preside ti ha convocato” replica lei, con la voce tremante e un viso preoccupato, senza curarsi assolutamente dell’evidente rissa appena avvenuta.

James si alza deglutendo rumorosamente, e sistemandosi la tunica la segue angosciato, senza una parola né uno sguardo ai compagni.

Remus e Frank si scambiano uno sguardo interrogativo, mentre Sirius si aggiusta gli abiti curati.

“Se non la finisci lo diremo al Preside, Black.” sibila Frank astioso.

Sirius scoppia a ridere sarcastico.

“Cavoli, questa sì è una minaccia, Paciock! –scrolla la testa- Il vostro temibile preside babbanofilo potrebbe espellermi!! ride ulteriormente.

Remus ha un fremito di rabbia, ed esce facendo un cenno a Frank, che lo segue con un’ultima occhiata ostile a Sirius.

Questi si lascia cadere sul letto, sospirando.

I suoi genitori devono sapere che lui si è opposto fermamente all’assegnazione della Casa, e che non ha rapporti se non di ostilità con i suoi compagni Grifondoro.

Forse così non lo riempiranno troppo di botte.

E’ un vero peccato che la Donovan non abbia detto nulla sulla rissa: un richiamo o meglio ancora una punizione, per un litigio con il figlio di un esponente della fazione opposta, forse avrebbe placato un po’ l’animo ferito della signora Black. Gli ha già mandato tre Strillettere zeppe di sanguinose minacce, e Sirius è semplicemente terrorizzato all’idea delle imminenti vacanze di Natale, quando tornerà a casa.

Sbuffando, si sdraia sul letto e tira la tenda, sdraiandosi.

Quando riapre gli occhi, un indefinito tempo dopo, Sirius si rende subito conto che a svegliarlo sono stati dei singhiozzi. Sospirando, si affaccia dal baldacchino: James Potter è accucciato a terra affianco alla porta, e piange disperatamente col viso nascosto dalle braccia. Evidentemente era convinto di essere solo in dormitorio.

Sirius sorride tra sé, deliziato dalla splendida occasione.

“Piangi come una femmina, Potter… Ti si è spezzata un’unghia?” chiede beffardo.

“LASCIAMI IN PACE, BLACK!!!” sbraita lui sollevando la testa; ha il viso gonfio e arrossato, e le lacrime che scorrono sulle guance.

Sirius si alza e va in direzione del bagno.

“Come se i tuoi problemi mi interessassero…” borbotta indifferente, chiudendo la porta.

James, fuori, continua a singhiozzare se possibile ancor più violentemente, e quando lui poco dopo riesce dal bagno, è ancora nella stessa, identica posizione.

Potter, mi dai fastidio…” lo apostrofa seccato. Il ragazzino in terra non ha la minima reazione alle sue parole, e Sirius aggrotta un sopracciglio, contrariato. Quindi sospira teatralmente, esasperato.

Potter –si accuccia poco lontano- sei un’onta al significato stesso di dignità… Cosa ti sarà mai capitato di così tremendo…” commenta, sbuffando, in realtà un po’ incuriosito. James lo guarda.

“… Un infarto… -balbetta tra le lacrime, dopo una comprensibile esitazione-… Mio papà… E’ a San Mungo… In coma!!” esclama, prima di riprendere a singhiozzare con tutte le sue forze.

Sirius sgrana gli occhi, sconvolto.

In verità, non è del tutto sicuro che a lui dispiacerebbe tanto se a suo padre succedesse qualcosa del genere, ma probabilmente non è affatto lo stesso, il padre di James deve essere diverso.

Sente un brivido gelato scendere lungo la schiena.

“Oh…” balbetta, ad occhi spalancati.

James reclina leggermente la testa in avanti, e a Sirius non viene in mente altro che l’irrefrenabile impulso di avvicinarsi e appoggiarsela al petto.

A quel gesto, James sembra perdere ogni freno inibitore e prende a balbettare frasi sconnesse, sussultando con violenza per i singhiozzi.

“Coraggio, Potter –sussurra Sirius stupito di sé stesso- Vedrai che andrà tutto bene…”

 

James tira su col naso, rumorosamente.

Ha pianto per quasi tutto il pomeriggio, ma ora è davvero troppo stanco per continuare.

I suoi compagni sono accampati intorno al suo letto, premurosi.

Black ovviamente è sparito. Scomparso nel nulla borbottando qualche parola inintelligibile non appena Remus e Frank, insieme a Peter, sono rientrati in dormitorio e lo hanno trovato immerso nel tentativo di consolare lui, James.

Questo due ore fa.

“Vedrai che guarirà, Jamie, lui è una brava persona…” sta dicendo Frank incoraggiante.

“Certo! –aggiunge Peter- Se la caverà alla grande!” commenta con la sua vocina.

James accenna un sorriso riconoscente.

“Vuoi un po’ d’acqua? Del the caldo?” chiede affabilmente Remus.

Lui scuote lentamente la testa.

“Del cioccolato?” aggiunge la voce annoiata di Sirius, entrato in quel momento.

James solleva lo sguardo. Effettivamente, il ragazzino gli sta porgendo una tavoletta di morbida, dolcissima cioccolata. James allunga lentamente la mano e la prende.

“Grazie” mormora, prima di dare un morso. Una meravigliosa, avvolgente sensazione di calore lo invade immediatamente, e lui prende un secondo, avido boccone.

“Dove l’hai trovata, Black?” chiede Remus sospettoso.

“Oh, beh.. –borbotta Sirius a disagio- Madama Chips me l’ha rifilata in corridoio… Mi ha detto di portargliela…” spiega indeciso, tornando verso la porta, ed esce, lanciando la rituale occhiata schifata al ragazzino.

Remus assottiglia gli occhi pensieroso.

“E’ vietato portare la cioccolata fuori dall’infermeria… Madama Chips la dà solo al diretto interessato, che la deve consumare sul posto…” commenta meditabondo, con evidente diffidenza.

“Avrà fatto uno strappo…” commenta Frank facendo spallucce.

“Magari è avvelenata!!” trilla Peter angosciato.

James emette un suono strozzato ingoiando il quarto boccone, e getta un’occhiata preoccupata alla tavoletta; ma a lui sembra normalissima, e si sente molto meglio.

“Per me è a posto… E’ buona…” commenta con voce nasale.

Sotto il benefico effetto del calmante, i suoi nervi si stanno leggermente distendendo, e lui si rende conto all’improvviso di essere stanchissimo: la brutta notizia, la visita a San Mungo e il pomeriggio di pianto l’hanno sfinito. Si accoccola sul letto, appoggiando la testa sul cuscino.

“Credo… Che dormirò un po’ adesso.” dice con uno sbadiglio.

“Va bene –risponde Remus gentilmente, tirando la sua tenda- A domani, James”.

Quando il giovane Potter riapre gli occhi, è già mattina. Un tiepido lunedì novembrino lo attende fuori dalle coperte; dalla tenda semichiusa, intravede i movimenti frettolosi dei compagni di stanza che si preparano per andare a colazione.

Il pensiero di suo padre gli provoca un’improvvisa fitta al cuore, e gli occhi gli si riempiono di lacrime, mentre si chiede se abbia passato la notte.

“Buongiorno!” saluta Frank vedendolo sveglio.

James – inizia Remus infilandosi i pantaloni- il Preside ti manda a dire che la situazione è stazionaria…” s’interrompe, vedendolo ricominciare a piangere.

Lui e Peter si avvicinano al suo letto, apprensivi.

“Andrà tutto bene” dice dandogli una pacca sulla spalla.

Gli dispiace molto per il compagno di stanza; James è simpatico, anche se un po’ spaccone, e deve essere tremendo quello che sta passando.

“Vuoi venire a lezione? Forse ti farebbe bene…” propone Frank indeciso.

“Ti distrarresti” aggiunge Peter guardandolo titubante.

“Oh certo –singhiozza James- a piangere davanti a tutti…”

Sirius compare in camera in quel momento, già vestito di tutto punto. Getta un’occhiata di sdegno agli abiti logori di Remus e sbuffa annoiato vedendo James piangere.

“Siete in ritardo per colazione” annuncia soddisfatto.

“Andate a mangiare… io ora decido se venire” mormora James asciugandosi il viso, un gesto inutile visto che continua a piangere copiosamente.

Gli altri tre lo guardano indecisi, ma lui fa un cenno sicuro con il capo.

“Ripassiamo tra un attimo…” borbotta Frank uscendo di malincuore. Remus gli fa un ultimo sorriso prima di sparire fuori.

Sirius lo fissa per un attimo, accigliato.

“Toh! –esclama brusco lanciandogli un’altra tavoletta di cioccolata- Così puoi uscire di qui senza avere crisi isteriche ogni due metri” commenta sarcastico.

James la afferra e mangia ingordamente, imponendosi di non chiedergli se Madama Chips lo pedini in corridoio per affidargli della cioccolata da portare a lui. Litigare con Black di prima mattina non sarebbe il modo migliore per iniziare una settimana che già si annuncia cupa.

Le lezioni di quel giorno sono per lui una tortura interminabile, preso com’è dal pensiero di suo padre. I minuti scorrono con una lentezza esasperante, e lui non fa il minimo caso alle spiegazioni dei professori, che ovviamente si guardano bene dal rimproverarlo. Ogni tanto dà un morso al cioccolato che ha conservato al mattino.

A pranzo Remus, Peter e Frank tentano di distrarlo con le loro chiacchiere, ma dopo poco sembrano desistere, senza trovare argomenti: non c’è molto da dire in una situazione del genere, e la sua giornata si trascina nell’angoscia. Di sera Sirius gli porta dell’altra cioccolata –badando bene di non farsi vedere da Remus- e lui si riaddormenta.

E nello stesso modo inizia il giorno seguente, e quello dopo, sempre più demoralizzato e triste.

 

James è sparito…” osserva Remus entrando in sala Comune.

“Lo vedremo a cena, no?” chiede Peter in allarme.

“Non so… Facciamo un giro e poi andiamo in Sala Grande?” propone Frank, ben contento di abbandonare il libro di Trasfigurazioni.

Sirius li guarda uscire con un sospiro di sollievo, e se ne torna in dormitorio, trincerandosi come al solito nel suo baldacchino con la compagnia di una rivista sul Quidditch. La sua squadra sta andando piuttosto male ultimamente, ed è curioso di leggere l’intervista al capitano. E’ tutto il giorno che non aspetta altro.

Dopo il disastroso risultato della partita della scorsa domenica contro i Cannoni, tra i ragazzi della squadra serpeggia un pesante sconforto. Ne abbiamo parlato con il Capitano e Portiere Claudius Borsch, promettente lume del Quidditch inglese…

“RAGAZZI!!!” lo raggiunge lo strillo di James.

Sirius sospira seccato e scosta la tenda con ira.

Potter, devi per forza dare noia?” lo apostrofa bruscamente, per poi osservare sorpreso la sua espressione gioiosa.

“SI E’ SVEGLIATO!! –sbraita James con un mastodontico sorriso- Sono stato al san Mungo. Guarirà, non è fantastico??” esclama euforico, posando il mantello sul letto.

Sirius lo guarda ostentando la massima indifferenza.

“Bene. –commenta- Mi stavo stufando di rischiare una punizione per andare a rubarti la cioccolata” osserva con uno sbuffo.

James lo guarda con tanto d’occhi.

“Hai rubato la cioccolata in infermeria?” chiede incredulo.

“No, Potter –risponde Sirius- in cucina, dove stanno le cose da mangiare..” scandisce, parlando molto lentamente come se avesse davanti un bambino piccolo.

James sgrana ancor più gli occhi e spalanca la bocca, tacendo per qualche istante.

“Tu sai arrivare in cucina?” boccheggia con l’aria di chi ha scoperto che il Natale arriva mesi prima del previsto.

Sirius lo guarda perplesso.

“…Sì. Me l’ha spiegato Androm…”

“TU vivi nella mia stanza da quattro mesi e non mi hai mai detto che sai arrivare nelle cucine di Hogwarts???” prosegue James assolutamente deliziato.

“… E’ vietato, lo sai vero?” ribatte Sirius con condiscendenza.

“E allora?” replica James con assoluto candore.

Adesso Sirius lo sta fissando decisamente sorpreso.

“Non credevo fossi un tipo a cui piace snobbare il proibito, Potter...” osserva meditabondo.

“Stai scherzando, Black? Io ADORO infrangere le regole!!” ribatte James con totale euforia.

Questa sì è una sorpresa. Quel mocciosetto che le spara una più grossa dell’altra sembra rivelare una tempra da autentico furfante. Sirius lo osserva con sospetto.

“Senti Black –procede James- tu mi devi as-so-lu-ta-men-te spiegare la strada!!!”

Sirius lo guarda allibito e scoppia a ridere sprezzante.

“Stai scherzando, Potter? –chiede sarcastico- E perché dovrei?”

“Black –gli occhi di James si riducono a due fessure- Non ti lascerò tregua se non lo fai…”

Tassativo. Una persona con la sua golosità non può fare a meno di saper arrivare in cucina. Se Sirius rifiuta, renderà la sua vita infernale, nonostante si senta leggermente più bendisposto nei suoi confronti dopo la faccenda della cioccolata.

“Beh –Sirius si alza, riflessivo- immagino che non ci sia nulla di male a diffondere l’illegalità… -James sorride ampiamente- E poi suppongo sia doveroso festeggiare la guarigione di tuo padre…” prosegue per nulla convinto.

“Esatto!!” James gli dà una sonora pacca sulla spalla e si ritrae immediatamente nel cogliere il suo sguardo omicida.

Seguimi in silenzio, se ci riesci, se ti fai beccare non ti aiuto e cerca di non toccarmi, per favore” ordina Sirius con il suo tono più marziale.

“Sissignore!” risponde allegramente James, scribacchiando un bigliettino per informare gli amici della guarigione del padre. Quindi, segue Sirius fuori dal dormitorio e dalla Sala Grande.

Lo pedina incuriosito lungo i corridoi del castello, badando a non fare rumore.

Sirius trova piuttosto buffa tutta la scena: lui, davanti, impettito e guardingo, e Potter dietro che balzella qua e là con l’aria da agente segreto.

“C’è qualche passaggio segreto da superare?” sussurra James eccitato, mentre controllano che non ci sia nessuno oltre l’angolo.

“Ora vedrai tutto, non essere seccante” replica Sirius quasi inaudibile.

La marcia prosegue fino ad un grande dipinto pieno di frutta di ogni genere. Sirius, sotto lo sguardo incuriosito di James, colpisce una pera dipinta, che immediatamente diventa una maniglia, ed apre la porta.

“Wow…” bisbiglia James, seguendolo all’interno.

E rimane a bocca aperta.

Non ha mai visto tanto cibo, tante pentole e tanti Elfi Domestici tutti insieme.

 

“…E questa Crema Limorbida? Wow! E mi hanno dato anche della torta al cioccolato e questo delizioso…”

Potter! Vuoi stare zitto, per favore?” chiede pianissimo Sirius interrompendo il suo esagitato brontolio.

Scu-usa –sussurra James seguendolo lungo il corridoio deserto- ma non c’è nessuno e…”

Le parole gli muoiono in gola, sentendo un rumore di passi su per le scale, e poi una voce burbera borbottare.

“Il custode!!” bisbiglia.

Potter… Ora lo so che porti iella… -sussurra Sirius fulminandolo con lo sguardo- Via!!!” esclama prendendolo per un braccio e scattando di corsa lungo il corridoio. James rimbalza appresso a lui, mentre l’uomo, sentendo i loro passi, lancia un urlo di trionfo dandosi alla loro ricerca.

James segue Sirius mentre svicola e scappa attraverso il dedalo dei corridoi. Non conosce affatto quella parte del castello, il sotterraneo.

“Di qua! Di qua!” esclama Sirius girando a destra.

“Di qua dove?? –boccheggia James- Dov’è che siamo???”

“STUPIDI RAGAZZINI!! FERMATEVI!!” li raggiunge la voce del custode.

Sirius svolta a sinistra con uno scivolone e James, dietro di lui, nel tentativo di fare altrettanto va a schiantarsi contro un espositore di armi antiche, rovinando a terra in un cozzare di ferraglia.

Sirius si ferma qualche metro più avanti, e si copre il viso con le mani, scrollando la testa, quindi scoppia a ridere di gusto.

Potter! Muovi quelle tue gambette… –lo afferra per un braccio e lo tira su- E cerchiamo di…”

“VENITE SUBITO QUI, RAGAZZINI!!!”

James e Sirius continuano a correre a perdifiato, sentendo la voce sempre più vicina.

“Via! Via!” esclama Sirius rimettendosi a correre.

“Un vicolo cieco, Black!!” esclama James quando, dopo una curva si trovano davanti un muro. Indietreggiano di qualche metro e prendono un altro corridoio.

“Qua!” esclama Sirius spalancando una porta e entrando di volata nella stanza. James lo segue e se la chiude alle spalle, cercando di riprendere fiato.

Per parecchi minuti rimangono immersi nel buio, in un profondo silenzio turbato solo dai loro respiri affannati. James si è lasciato scivolare a terra e si preme un fianco con le mani, ansimando per la fatica. E’ stato sfiancante e si è preso una bella strizza, ma sorride tra sé rendendosi conto che non si era ancora divertito così tanto da quando è arrivato a Hogwarts.

“Credi sia ancora qui?” Chiede in un sussurro.

“Non lo so –lo raggiunge la voce appena udibile di Sirius da qualche parte alla sua sinistra- Dobbiamo aspettare almeno un’oretta per uscire”

Tacciono di nuovo, senza sapere quanto a lungo.

Lumos” sussurra Sirius all’improvviso, incuriosito.

La stanza è tremendamente spoglia. Qualche sedia, un mobile e un tappetino sdrucito sono tutto ciò che si possa vedere. I muri di pietra ammuffita sono spogli e nudi e il caminetto sembra essere spento da decenni.

“Wow –sussurra James- bell’ambientino…” commenta sarcastico.

“Ti ricordo, Potter, che è colpa tua se siamo qui…” brontola Sirius con superiorità.

“Mia? Non è affatto vero!” protesta James.

“E vuoi tenere bassa quella tua vocetta stridula, per tutti i troll!!” sbotta Sirius con un tono ancor più alto di quello dell’altro ragazzino.

“Se nessuno te l’ha mai detto, Black, sappi che sei un po’ irascibile” commenta canzonatorio James in tutta risposta.

Sirius spalanca la bocca per rispondere, ma non gli viene in mente nulla di appropriato. Serra le labbra con una smorfia risentita e punta ostinatamente lo sguardo nel vuoto.

James sospira rassegnato.

“Sono secoli che siamo qua, possiamo provare ad uscire?” chiede lamentoso. Al cenno affermativo di Sirius, si lancia verso la porta.

“Fermo! –lo ammonisce lui- Fa pianissimo, d’accordo? Io guardo attraverso la fessura” dice alzandosi.

Lo accosta dalla porta, e James afferra la maniglia.

Ok –inizia Sirius appiattendosi contro il muro- Apri” esclama assottigliando gli occhi per osservare il corridoio. Ma la porta non si muove.

Potter, sei sordo? Ti ho detto di aprire!” esclama seccato.

“Ci… Sto… provando, Black” replica lui con la voce contratta per lo sforzo.

“Merlino santissimo –sbotta Sirius spintonandolo via- Che disastro, non sei neanche in grado di…- si interrompe, constatando che effettivamente per quanto giri e spinga e tiri, non accade nulla- Ma che hai fatto a questa porta, Potter?”

“Oh, insomma! –esclama James seccato- Già che ci sei, perché non mi attribuisci anche l’attentato dell’altra settimana e la crisi del governo?”

Sirius sbuffa; sorriderebbe, non fosse così preoccupato per la porta che non si apre. Continua a cercare di muoverla, ma non c’è verso. James estrae la bacchetta e prova a sbloccarla con alcuni incantesimi, ma inutilmente.

“Stupida! Porta! Del! Cavolo! Ti! Faccio! Vedere!….” esclama istericamente Sirius scandendo ogni parola con una robusta spallata.

“Slogati pure la clavicola in tutta calma, Black, io intanto mi siedo qui, d’accordo?” chiede James cercando di dare un’intonazione calma alla propria voce, prima di sistemarsi su una delle sedie.

Sirius si volta e lo guarda con astio.

“Tu che cosa proponi, genio?” chiede petulante.

“Non lo so –James scrolla le spalle, avvilito- Ma domattina si accorgeranno che non ci siamo, ci verranno a cercare e…”

Domani? Mi stai dicendo che devo rimanere fino a domani chiuso qui con te??” lo interrompe Sirius apparentemente terrorizzato. Questa non ci voleva proprio, ore ed ore bloccato in una stanza con un Grifondoro che sembra anche meno antipatico del previsto…

“… Non sei costretto a parlarmi, sai?” replica James scocciato.

Sirius sospira rassegnato.

“… Che dicevi di quella Crema Limorbida, Potter?” chiede con esibita noia.

James si scioglie in un largo sorriso passandogli la terrina.

“Così sei un fan di Borsch, eh?” chiede addentando un pezzo di torta.

 

 

 

 

 

 

 

X LaDamaLuthien: …Grazie. E’ stato un incoraggiamento utile.

X Shu1988: Wow wow wow… quali paroloni… Capolavoro, migliore in assoluto… potrei quasi montarmi la testa! ^__^ A parte tutto, grazie per l’apprezzamento!

   
 
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