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Autore: Nekhel    24/11/2011    1 recensioni
-Sapete che mai ho giocato con voi, mia signora, senza ferire più me che voi-
- Belle parole..degne di Axel Vandemberg..inefficaci con me-
-Ora siete voi a giocare una partita difficile-
-Forse..forse la posta in gioco è abbastanza alta da convincermi a continuare questo gioco-
- E cosa posso giocare io, per convincervi che non vi sto mentendo?-
- Nulla.-
-Nulla,mia signora?-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Amore è vero solo quando è condiviso

quando il suo calore avvolge nelle notti fredde.

L'Amore è sincero, non ha tempo,non invecchia,

la sua luce non si spegne, la sua forza non vacilla.

E' l'Amore speciale che unisce una famiglia.

 

<< Posso accendere una candela, se lo desideri >> Dolce,armoniosa, la voce di Adrian Blackmore sembrava fatta apposta per curare le ferite dell'animo. La voce di un angelo lontano dagli affanni del mondo.

<< Dehan, grazie >> vellutata,poco più che un sussurro. La ricchezza e la grazia del vento di primavera fra le foglie.

La piccola luce brillò rompendo l'oscurità della grande biblioteca del palazzo della Reggenza di Altieres illuminando il viso pallido del redivivo in piedi accanto al pianoforte e la donna ferma sulla porta.

Sorrise, Adrian quando lei si avvicinò e lo abbracciò, ricambiando piano la sua stretta. Sei anni. Sei lunghi anni in cui non si erano visti. Solo qualche lontana,sporadica lettera. Sarebbe stato un bugiardo a dire che non gli era mancata almeno un po'.

La allontanò delicatamente per poterla guardare negli occhi, le mani ancora posate sulle spalle di lei. Era bella, così come se la ricordava, i morbidi capelli scuri ad incorniciare l'ovale perfetto del viso, il collo lungo e sottile, gli occhi d'oro liquido e il sorriso sempre sulle labbra.

Chi al mondo può volere il male di una creatura di tale bellezza?

Anche il suo odore era rimasto lo stesso. Adrian amava quel profumo. Gli ricordava le sabbie roventi e la frescura delle ombre delle magnolie in fiore nei giardini. Ricordi lontani, ancora illuminati dalla calda luce del sole.

Come si può desiderare di dimenticare, di infrangere questo bellissimo sogno?

Le sfilò cortese la mantella poggiandola sullo schienale del divanetto dove lei si sedette, aggraziata e composta, ma stranamente naturale.

Rimasero un poco fermi così, uno di fronte all'altra, lui in piedi,lei seduta, le mani che giocavano distrattamente con l'orlo della veste mentre guardava un bellissimo mazzo di rose gialle poggiato sul tavolino. Rose gialle come il sole. Le sue preferite.

<< Come stai? >> la domanda giunse fin inaspettata nella quiete della sala. Lei sospirò. << non male.  Ho viaggiato tanto in questi anni. Sono anche tornata a Salimarr, lungo la costa e poi più in là.  Ho fatto anche una cavalcata nel deserto, lungo la Via Maestra. È stato bello. Ho ritrovato un po' di pace.    Ne avevo bisogno. >>

<< Ne sono felice >> la risposta risuonò apparentemente troppo dura nonostante la nota di dolcezza nella voce del vampiro

<< Ho saputo che anche tu hai finalmente ritrovato un equilibrio >> un piccolo lampo malizioso le attraversò i grandi occhi ora fissi sulla tastiera del pianoforte.

Adrian fece un gesto della mano leggermente infastidito come a dire di lasciar perdere l'argomento.

Lei rise, di una risata limpida e aggraziata.<<  Allora è vero.. sono felice per te. >>

Adrian finalmente si sedette sullo sgabello del pianoforte appoggiando rilassato un braccio sul legno scuro.

<< Non hai mai smesso di suonare, vero? >>

Scosse il capo. <<  la musica è sempre bella >>

Lei sospirò di nuovo. << Ho incontrato Cain un paio di giorni fa. Mi ha salutata lui per primo. Abbiamo fatto un giretto insieme ma era quasi l'alba >> gentile, premurosa. Cain le era piaciuto fin da subito e il giovane Blackmore era sempre il benvenuto nel suo palazzo a qualsiasi ora del giorno o della notte. Del resto la simpatia era reciproca e Cain era sempre contento di poter passare un po' di tempo con lei. Sapeva che si erano scambiati anche qualche lettera e ogni tanto arrivava qualche regalino per il vampiro più giovane. Conoscendoli Adrian non sapeva se esserne felice fino in fondo, ma era molto meglio così. Avrebbero potuto odiarsi e lui sapeva quanto l'odio di lei potesse essere distruttivo.

<< Ti ha fatto vedere dove siamo di giorno? >>

<< No, ma lo so. È un posto sicuro anche se abbastanza ovvio per chi conosce i Blackmore >>

<< Non ti piace? >>

<< No, almeno so dove trovarvi. >> attimo di silenzio << Ashton... viene lì anche lui? >>

Adrian scosse la testa. << cambia spesso posto. >>

<< meglio così .>> dura, fredda. Ogni volta che parlava di Ashton il suo tono si induriva e la sua voce diveniva gelata anche se le sue parole rimanevano sempre cortesi.

Odiare.. amare..

Pur conoscendo bene entrambi ,ormai da anni Adrian non era sicuro che mentissero riguardo a quell'odio così profondo. Completo disinteresse uno, gelo totale l'altra. Nessuno avrebbe rinunciato a nulla. La domanda era sempre la stessa.

<< odi davvero così tanto Ashton? >>

Ma cosa fosse menzogna e cosa verità, neppure loro forse lo sapevano più.

Odiare.. non credeva di esserne capace... ma infondo quale confine è più sottile di quello fra amore e odio?

Non rispose infatti. Preferì un silenzio che sapeva di amaro, di parole non dette. Mise invece una mano nella tasca dell' abito blu e gli tese una catenina d'argento. Il vampiro la prese fra le dita eleganti rigirando il ciondolo finemente lavorato raffigurante un cavallo al galoppo,la crinira al vento e l'occhio di smeraldo .

Lusian.

Adrian si passò la catenina attorno al collo.

Libertà..

<<  Dehan >>

<< Io non ne ho più bisogno. E tu hai trovato una persona a cui darlo. >>

Lui scosse la testa<< No, non subito almeno >>

<< Non negare di amarlo. Soffrireste il doppio,tu e lui >>

<<  Tu lo dici? >> non sapeva quanta intenzione aveva di ferirla. Se lei rimase colpita comunque non lo mostrò.

Adrian si alzò tornando poi a sedersi al suo fianco, sul divano.

<< Dopodomani sera danno un ballo, all' Elisir del Diavolo...tutta l'alta borghesia e la nobiltà è invitata. >> le prese delicatamente una mano stringendola fra le sue << Ti chiederei di venire. Per stare un poco insieme e festeggiare il tuo ritorno in Capitale. Verrà anche Cain >>

<< Ashton? >>

<< Non importa. Fallo per me, per favore. >>

<< Se ti dicessi di no? >> fece lei alzandosi dando le spalle al vampiro. Adrian la seguì voltandola gentilmente e mettendole fra le braccia il mazzo di rose gialle.

<< te lo sto chiedendo per favore, zia >>

Lei annusò un istante il fresco profumo delle rose poi cedette<< Sia, verrò. Ma a patto che tu ti faccia trovare subito e non mi costringa a scene poco eleganti in pubblico >>

Adrian le poggiò gentile un bacio in fronte << D'accordo >>

<< Promesso? >>

<< Promesso  >>

 

Alle volte basta una parola gentile

per placare le ombre del nostro animo

e riportare la luce.

E la Rosa si mostra, in tutta la sua bellezza

attende solo qualcuno che la possa notare.

 

******

 

Allora..ecco il secondo capitolo. Visto che io sono negata e non so esprimermi vi dico che, per chi non lo avesse capito, sono passati svariati secoli dagli avvenimenti del primo e siamo arrivati quindi nel presente di Black Friars.

La domanda ora è, chi è Azzurra per aver vissuto così a lungo? E cosa la lega ad Adrian e soprattutto ad Ashton?

Le recensioni fanno bene al cuore..quindi per favore lasciatemi almeno un commentino piccino piccino..

Nekhel  

  
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