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Autore: Magic_Life    19/07/2006    6 recensioni
Non chiamate il medico perchè pensate di avere le allucinazioni. Sono davvero io in penna e inchiostro che vi posto un nuovo chap. Finalmente ritorno all'attacco.

Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mano nella mano camminavano pel le strade di Hogsmeade guardando qua e là qualche vetrina e mangiucchiando api frizzole e rotelle di liquirizia appena comprate da Mielandia

Mano nella mano camminavano pel le strade di Hogsmeade guardando qua e là qualche vetrina e

 

mangiucchiando api frizzole e rotelle di liquirizia appena comprate da Mielandia. “Ti prego, solo un’occhiatina,

 

non ci fermeremo molto” sbatté le ciglia qualche volta, sapeva che lui a quell’espressione non riusciva a

 

resistere “Lo sai che sono allergico ai libri, non puoi trascinarmi in una libreria ogni volta che uscia…” “Dai, ti

 

prego! Magari trovi qualcosa che ti interessa, tipo un libro sul Quidditch, oppure potresti sederti e aspettarmi”

 

occhi da cucciolo bisognoso d’affetto “oh, e va bene, però al massimo dieci minuti. E comunque non vale che

 

tu usi i tuoi dolci occhini per farmi cedere” lui mise un tenero broncio “Altrimenti a cosa mi servono questi

 

“dolci occhini”?!?” gli diede un casto bacio a fior di labbra e continuarono a camminare verso una meta ben

 

precisa.

 

 

 

Il rumore di uno schiaffo ben assestato risuonò nell’aria. “I miei più sinceri ringraziamenti Ronald Weasley per

 

avermi accompagnato in biblioteca e avermi fatto assistere a questa stupenda scenetta”. Evidente, sulla guancia

 

del ragazzo, spiccava l’impronta di una mano sempre più rossa. Dire che Lavanda Brown, in quel momento

 

immobile accanto a lui, somigliasse a una fontana sarebbe un eufemismo. Caldi lacrimoni le rigavano le guance

 

senza aver sosta, le braccia erano abbandonate lungo i fianchi e il corpo scosso da violenti singulti. Fissava il

 

rosso, più spaventato che sconvolto.

 

 

 

Pochi minuti prima

 

Lavanda Brown, fiera Grifondoro del sesto anno, intenta ad osservare le vetrine sfavillanti del centro di

 

Hogsmeade fu colta alla sprovvista da un attacco di gelosia: Ron Weasley ed Hermione Granger

 

chiacchieravano vicini, troppo vicini, così vicini da tenersi per mano, dall’altro lato della strada, mentre

 

varcavano la soglia del Ghirigoro. Calmati Lavanda, sono solo ottimi amici [ottimi amici che si tengono

 

per mano?!?] taci tu, vocina maligna, il mio Ron Ron non mi farebbe mai nulla di male, figurarsi uscire

 

con un’altra [ma i tuoi occhi sanno cos’hanno visto…]. Presa dal suo dibattito interiore non si accorse che

 

si stava dirigendo proprio nel luogo in cui pochi attimi prima si era apprestata a entrare la coppia.

 

 

E così si erano ritrovati in quella situazione: Hermione, lasciato da pochi minuti Ron all’ingresso del

 

Ghirigoro, aveva avuto fortuna nel trovare subito il libro che cercava e, effettuato il suo acquisto,

 

camminava tra gli scaffali cercando con lo sguardo il suo ragazzo.  Pietrificata, l’unica reazione che ebbe

 

alla vista della scena che le si presentava: il suo ragazzo e una delle sue amiche più fidate si stavano

 

scambiando teneri ma appassionati baci alla flebile luce che rischiarava l’aria polverosa degli scaffali

 

pieni di libri che arredavano la libreria. Troppo impegnati per accorgersi della sua presenza, continuarono

 

ignari del cataclisma che di lì a poco si sarebbe abbattuto su di loro. Solo quando la mancanza di ossigeno

 

li costrinse a staccarsi, Ron avvertì un fastidioso formicolio all’altezza della nuca che ben presto capì essere

 

uno sguardo furibondo che lanciava saette inceneritrici in sua direzione. “Oh…” tipico da Ron, classica

 

espressione sorpresa dopo essere stato colto con le mani nel sacco, o più precisamente con la lingua in

 

bocca altrui “Hai trovato ciò che cercavi? Andiamo?” dopo la sorpresa l’indifferenza.

 

Senza nemmeno badare all’indecifrabile espressione dipinta sul volto di Lavanda, si avvicinò con passo

 

sostenuto a quello che sarebbe dovuto essere il suo ragazzo.

 

 

 

“Non è come sembra!” aveva esclamato Ron senza pensarci su, spinto dal terrore. Curiosa di sentire quale fosse

 

il perché il suo ragazzo, ormai ex-ragazzo, stesse provvedendo a innalzarle un paio di stupende e ramificate

 

corna sulla testa facendo la respirazione bocca a bocca a una sanissima Lavanda nel bel mezzo di una libreria a

 

pochi passi da lei, Hermione si fermò dinanzi al rosso con le mani sui fianchi in una tipica posa Made in Molly

 

Weasley.

 

Ripensandoci, il ragazzo capì  d’aver sparato proprio una grossa cazzata. In effetti era come sembrava,

 

esattamente ed inesorabilmente come sembrava. Imbarazzato passò con lo sguardo dall’una all’altra ragazza,

 

cercando accuratamente nel suo dizionario mentale le parole adatte da utilizzare.

 

Hermione fissò per qualche istante Lavanda: sembrava essere a pezzi, lo sguardo vuoto e vacuo e le copiose

 

lacrime lo confermavano; probabilmente anche lei era caduta dalle nuvole scoprendo la doppia vita del rosso.

 

Tirò fuori dalla borsa un fazzolettino e glielo porse: solo allora la bionda parve riprendersi dal momentaneo

 

shock e riuscì ad articolare un flebile “grazie” in risposta.

 

Ron continuava a rimuginare su cosa avrebbe potuto salvarlo da quella situazione, torturandosi le mani

 

Aehm…Mi dispiace” le orecchie avevano assunto una colorazione vermiglia “Non era così

 

che…insomma…che doveva andare” Lavanda singhiozzò più forte e Hermione lo guardò, scioccata “Non era

 

così che doveva andare?!?”ripeté scettica “Cos’è? Il tuo piano non è andato come avevi previsto?” aggiunse

 

mentre le lacrime che fino ad allora non aveva versato premevano per uscire. A questo repentino cambio

 

d’umore Ron le si avvicinò cauto ma la riccia arretrò di un passo e voltò la testa mentre il suo cuore

 

sanguinava a quella triste verità: il tradimento. “Sentite, mi dispiace, è successo tutto prima che me ne potessi

 

accorgere. No Herm, aspetta…fammi finire” interruppe la mora proprio un istante prima che aprisse bocca

 

“Quello stesso giorno quando  Lavanda mi aveva baciato, dopo la schiacciante vittoria contro le

 

Serpi…beh…proprio la sera di quel giorno ti ho trovata tutta sola in Sala Comune e così…quando ti ho

 

vista…così assorta nei tuoi pensieri, un non so cosa è scattato in me e sono riuscito finalmente a dirti ciò che

 

provavo da anni ormai e, senza accorgermene, in quel momento avevo rimosso l’avvenimento con Lavanda.

 

Poi, pensandoci un po’ su, sono arrivato alla conclusione che volevo bene ad entrambe e non m sarei mai

 

potuto perdonare di avervi spezzato il cuore, così ho rimandato all’infinito l’inevitabile, non accorgendomi che

 

se fosse successo questo avreste sofferto ancora di più” e abbasso lo sguardo rivolgendolo al pavimento in una

 

muta richiesta di scuse. E sulle ultime parole del rosso si sarebbe potuto sentire un rumore di cocci, il cuore di

 

Hermione ridotto in frantumi. Ricacciando indietro le lacrime e usando tutto il disprezzo che aveva in corpo,

 

sibilò “Ronald Weasley sei un verme, un invertebrato essere strisciante” e scappò via senza lasciargli il tempo

 

di controbattere.

 

 

 

Un minuto. Mezz’ora. Un’ora. Una vita. Non sapeva da quanto stava correndo né sapeva dove i piedi la stavano

 

portando, sapeva solo di provare un dolore sordo nel petto, proprio lì dove ci sarebbe dovuto essere il cuore. Si.

 

Ci sarebbe dovuto essere perché era sicura che non c’era più: o era fuggito lontano dal quel ricordo ancora così

 

fresco e tagliente o era finito in frantumi ed ora le sue briciole giacevano proprio là, oltre l’ingresso del

 

Ghirigoro, a metà tra la sezione dei romanzi rosa e lo strabiliante mondo dei libri Fantasy, in un piccolo

 

mucchietto di cenere rosa.

 

Il freddo pungente, naturale in quel periodo dell’anno, le pizzicava le guance e le coloriva di un rosso quasi

 

innaturale, vista la sua pelle lattea, e le lacrime, che sgorgavano senza sosta da quegli occhi ormai gonfi e rossi

 

che un tempo erano stati brillanti e caldi, gelavano al contatto con quell’invernale mondo esterno.

 

Poi, ad un tratto, un sasso. E rovinosamente e inesorabilmente lei perse l’equilibrio. Ad attutire quella caduta

 

uno spesso e fresco strato di neve. Il libro appena acquistato a pochi passi da lei che ora si ritrovava in

 

ginocchio con le mani a coprirsi il volto, cercando invano di asciugare quelle lacrime che non avevano nessuna

 

intenzione di fermarsi, con la bieca speranza prima o poi di riuscire ad alzarsi per recuperare almeno un briciolo

 

d’orgoglio e cercare di colmare quella sensazione di vuoto che aveva dentro.

 

“Spostati lurida mezzosangue. Stai insudiciando la mia strada!” taglienti come lame, queste poche parole

 

vennero pronunziate con voce melliflua e sprezzante. Hermione alzò lentamente i tristi occhi castani per poi

 

puntarli in quelli glaciali del rampollo di casa Malfoy. E fu un attimo: il biondo per la prima volta in vita sua

 

rimase senza parole. Come poteva Hermione Jane Granger, fiera sanguesporco Grifondoro, colei che tutto sa e

 

non si lascia intimorire da nulla, quella che al terzo anno per un paio d’insulti gli aveva mollato un bel ceffone,

 

l’unica ad “avere le palle” nel terzetto più famoso di Hogwarts, stare inginocchiata a piangere e a mostrare la

 

sua fragilità di fronte al suo più acerrimo e fedele nemico?

 

Mille pensieri e possibili reazioni vorticarono nella sua testa mentre la Grifondoro tornava a versare lacrime

 

amare nelle proprie palme.

 

 

Perché la sua sfortuna doveva accompagnarla ovunque? Prima la rottura con Ronald, ora l’incontro con

 

Malfoy. Non poteva farsi vedere in quello stato pietoso da lui, il principe delle Serpi. Cercò invano di asciugare

 

le perle salate che le rigavano le guance e le offuscavano la vista ma quelle continuarono a scendere

 

copiosamente. Poi un rumore ovattato le giunse alle orecchie e pochi attimi dopo un tocco gentile sulle spalle

 

la fece sobbalzare. Invano si guardò intorno per capire cosa fosse successo: Malfoy non era più di fronte a lei e

 

di lui restavano solo delle impronte nella neve. Poi si accorse che qualcuno le aveva posato un mantello sulle

 

spalle; finemente ricamato con preziosi fili di seta, sul davanti spiccava lo stemma delle Serpi. E stranamente,

 

senza un motivo, il suo cuore mancò un battito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Hellooo! Da quanto non scrivevo una fanfiction...premetto che non so se continuare o meno questa storia anche perché non so nemmeno com’è venuta. Recensite e fatemi sapere se è il caso di continuarla, tutto dipenderà dai commenti.

Baci8 a tuttiii, anche a chi legge e non lascia un commentino (anche se sapete che ne sarei feliiiiice J)

  
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