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Autore: roxy_xyz    27/11/2011    7 recensioni
[Questa storia partecipa all'iniziativa "BirthDay-A". Buon compleanno, Lights]
Hermione sta attraversando un brutto momento, c'è crisi ovunque, anche nel Mondo Magico e lei, come tutte noi, fatica ad arrivare a fine mese. Qualcuno si offrirà di aiutarla...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Eccoci all’ultimo capitolo. Ebbene, non mi ha entusiasmato molto (troppo miele) perché intendevo finire con quello precedente, ma mi sono ricordata che non avevo ancora usato la citazione: “Se mi lovvi una volta, mi lovvi per sempre... sono meglio di un trilogy!” e quindi mi sono dovuta inventare qualcosa. Però, il capitolo VI sarà sempre il mio preferito. Questo vi strapperà qualche sorriso… spero. Ci vediamo a Dicembre e grazie a voi per avermi seguito fin qui. Un bacione e buona lettura,



“Forse… sì, o proprio no!”


VII





“Allora, che ne dice? È abbastanza grande per lei e la sua fidanzata e, inoltre c’è un bellissimo terrazzo.”
L’uomo aveva cominciato a guardare il soggiorno e annuito con la testa.
Era il quinto in quella settimana ed ero un po’ stanca di vedere questi uomini per poi sentirmi dire che, forse, la casa non sarebbe stata perfetta per la loro fidanzata. Avevo abitato lì per due anni insieme a Luna e questi non la consideravano alla loro altezza.
“Non saprei…”
“Senta, io devo vedere un’altra persona oggi, se non ne è convinto e vuole aspettare la sua donna perché non si ritiene in grado di fare una scelta da solo, fa nulla” dissi con finta nonchalance, sapendo quanto fosse grande l’ego degli uomini.
“No, va bene. La prendo!”
Battei le mani euforica. Finalmente ero riuscita a trovare qualcuno che volesse affittare la casa, in modo da avere la coscienza pulita nei confronti della mia ex padrona di casa. Quando le avevo accennato le mie intenzioni, mi aveva rivolto uno sguardo triste per poi cominciare a parlarmi di quanto fosse difficile per una donna della sua età andare avanti con una misera pensione e trovare nuovi affittuari.
Aveva toccato le corde giuste, perché le promisi di iniziare la ricerca io stessa e poi di lasciare la casa. Non vedevo l’ora di traslocare nella mia nuova dimora.
Era piccola, ma veramente gradevole, o almeno fu quello che pensai la prima volta che la vidi.
Rispecchiava perfettamente la mia idea di casa ideale. Ero rimasta incantata dal giardinetto, c’erano fiori ovunque e sembrava un piccolo Paradiso Terrestre. Le ragazze mi avevano preso in giro per giorni per questa mia fissa, ma le avevo ignorate perché non potevano capire.
Quella casa era luminosa, colorata, era lei. Era casa mia.
Presi la cornetta telefonica e chiamai il mio ex coinquilino. Rispose dopo un paio di squilli con una voce mezza addormentata.
“Harry, dormivi?” chiesi, anche se sapevo già la risposta.
“Hermione, sono tornato due ore fa dalla missione!”
Lo immaginai sotto le coperte con i capelli tutti spettinati e gli occhiali storti sul naso.
“Oh, scusa, volevo venire da te per festeggiare. Ho trovato chi affitterà casa!”
Non sentii alcuna risposta dall’altra parte e pensai che si fosse nuovamente addormentato. “Harry?”
Un crac mi prese alla sprovvista e mi girai per trovarmi di fronte a un Harry in tenuta “bell’addormentato” che mi sorrideva.
“Ma che…”
Non mi lasciò nemmeno finire la frase. Con un sorrisetto diabolico, si avvicinò e cominciò a sbottonarmi la camicetta. “Direi che bisogna festeggiare.”


Si era addormentato tra le mie braccia con la testa appoggiata al mio petto. I suoi capelli mi facevano il solletico, però preferivo non muovermi e rimanere in quella posizione. Mi piaceva sentire il suo peso su di me, mi dava una sensazione di benessere che non avrei mai creduto di provare.
Avevo sempre pensato che sarebbe stato il lavoro a darmi più soddisfazioni, insomma amavo sentire gli elogi da parte dei miei superiori e colleghi, fino al giorno in cui avevo capito di amare Harry.
Lui era il mio migliore amico e lo sarebbe stato sempre. Erano passati tre mesi dal nostro primo bacio, eppure quando parlavo di lui mi veniva di definirlo in quel modo, non come amante o fidanzato.
Con le dita sfiorai le sue labbra e i contorni del suo viso. Amavo guardarlo dormire o magari avevano ragione le mie amiche quando affermavano che io amavo Harry e basta. Poteva essere sporco o puzzolente e io avrei continuato a rivolgergli quello stesso sguardo.
Lo sentii muoversi, il suo naso freddo sfiorò il mio seno regalandomi un lungo brivido.
Quei mesi erano passati troppo velocemente, mentre io avrei voluto goderli piano, tranquillamente.
Avrei voluto passare più tempo in cucina con lui.
Avrei voluto dipingere queste mura con lui.
Avrei voluto creare un mio giardino con lui.
Avevo paura che una volta lasciata questa casa, tutto sarebbe finito. Come nelle fiabe quando scocca la mezzanotte, io sarei ritornata a essere la sua confidente e Harry avrebbe regalato sorrisi ad altre donne e non a me.
Sarei stata capace di legarlo a letto pur di tenerlo con me, di non lasciarlo andare.
Ero in preda alle mie mille paure quando sentii le sue labbra sul mio seno. Anche mezzo addormentato e stanco morto, non avrebbe mai rinunciato a fare l’amore con me.
Conoscendo i suoi eccessi e la sua voglia di buttarsi nei casi più pericolosi per sentire l’adrenalina a mille, mi sarebbe toccata una vita di inferno. Sempre lì, seduta al divano ad aspettare il suo ritorno a casa. Ma di una cosa ero sicura al cento per cento, anche con una gamba sola o mezzo dissanguato, non avrebbe mai rinunciato a quello.
Anche ora con gli occhi chiusi, cercava il contatto con il mio corpo, come se il posto naturale per la sua bocca fosse lì: sui miei capezzoli.
“Harry…”
Alzò la testa di scatto e mi guardò con un sorrisetto diabolico. Altro che docile e umile ragazzo, il Cappello Parlante aveva avuto ragione nel volerlo Smistare nella Casa dei Serpeverde.
“Sono esausta.” Era vero. Non sapevo come facesse a trovare tutte quelle energie.
“Sono la tua Pozione Ricostituente, Hermione” commentò, facendomi ridere.
Invertii le posizioni per ritrovarmi su di lui, in modo da averlo alla mia mercé per baciarlo. Con la lingua esplorai la sua bocca, riempiendola, amandola, mentre le sue mani esperte scivolavano lungo la mia coscia. Lo sentii alzare la sottoveste e trovare un incastro perfetto per le sue dita, mentre il mio battito subiva una violenta accelerazione.
Quando il bacio finì, sentii Harry sospirare, continuando quella dolce esplorazione.
Potevo vedere la sua passione e la sua urgenza nei suoi occhi incupiti e fu allora che decisi di alzare bandiera bianca.
Non mi importava nulla.
Prendimi, Harry.
Prendimi tutta la vita.
E non smettere mai di baciarmi.
“Ti amo, Hermione” mi sussurrò.
Fu un momento, un battito di ciglia. Lo vidi sorridere e rivolgermi uno sguardo che non sapevo neanche come definire. Uno di quelli che ogni ragazza sogna di vedere sul viso del proprio uomo.
“Ti amo veramente” continuò a ripetere come un disco rotto.
Mi misi a cavalcioni su di lui, lasciando che mi penetrasse lentamente. Con le dita tremanti gli accarezzai il viso e sorrisi come una stupida, in preda all’estasi e all’euforia del momento.
“Lo so, Harry. Sei mi ami una volta, mi ami per sempre. Sono meglio di un trilogy.”
Accarezzai il torace duro e cominciai a muovermi lentamente, seguendo il mio ritmo. Lo vidi serrare la mascella e afferrare con passione i miei glutei.
“Cos’è un trilogy?” chiese ansante.
Guardai stranita un Harry sorridente e mi portai una mano tra i capelli, completamente sconvolta dalla sua capacità di conversare anche in quei momenti.
I suoi occhi brillavano di una luce che non avevo mai visto prima. Ed era tutta per me.
“Dopo ti mostro. È in un posto vicino alla farmacia” risposi, trattenendo una risata.


   
 
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