Io
Isabella Marie Swan mi sto per sposare
(parte
II)
Meccanicamente
continuo le mie azioni: mi lavo, mi asciugo, ma non sono realmente li,
sono nel
passato con Jacob.
Sto aprendo una lattina di coca seduti sul divano e ridiamo come matti
perché
questa, probabilmente sballottata, ci ha bagnato tutti. Mi spazzolo i
cappelli
e sono con Jake mentre, con il fango alla ginocchia, cerchiamo nella
discarica
i pezzi per le nostre moto e anche li ridiamo. Rido io mentre cado e le
sue
mani mi aiutano a rialzarmi, ride lui mentre li sporco la punta di naso
con il
fango prima di stringermi al suo corpo caldo e rassicurante.
Mi siedo alla scrivania. Alice inizia a sistemarmi i capelli mentre il
volto
terrorizzato di Jake è la prima cosa che vedo dopo essermi
tuffata nell’acqua
gelida. Quell’azione così sconsiderata per
sentirmi vicino ad Edward. Quando
riaprì gli occhi, però, non era Edward quello che
mi stringeva tremante di
paura.
Alice passa a truccare il mio viso e io sono stretta al corpo di Jake
su una
mota diretta a La Push. Posso quasi sentire sotto le mie mani i suoi
addominali
scolpiti. Ora sono con lui vicino al fuoco ad ascoltare la storia della
sua
gente e mi sento a casa. Mi sento come non dovrebbe essere, mi sento
come è
sbagliato eppure mi sembra lo stesso così giusto. La parte
di me ancora nel
presente ora sente il corpo avvolto nel delicato pizzo del mio abito
bianco, ma
subito ritorno al passato è non è più
la stoffa ad avvolgermi ma il corpo di
Jake. E bianco non è l’abito, ma la neve intorno a
noi e tutto il resto del
mondo scompare perché io e Jake ci stiamo baciando.
Le nostre anime, più che le labbra, sono unite in quel
momento di eterna
perfezione così umano. Come ho fatto a essere
così cieca? Come ho fatto a non
capire?
Alice posa il velo sulla mia
testa.
“Apri gli occhi Bella. Guardati.”
Ed eccomi li, la mia immagina nello specchio. Alice ha ragione sono
bellissima.
Allungo la mano verso la me stessa riflessa, quasi a volermi toccare ed
assicurarmi di essere davvero io quella sconosciuta davanti a me.
Perché è vero,
sono bellissima, ma non sono Bella. Sono solo il suo involucro vuoto.
Perfetta
e senza anima. Lei non è con me in questo abito bianco. Lei
è rimasta
intrecciata a Jacob in quel bacio, per poi adagiarsi sul suo letto alle
mie
parole d’amore e di addio che ora mi risultano amare come il
fiele .
Un addio che, finalmente capisco, essere stato troppo sofferto per
poter dirsi
definitivo. Un addio che mi ha lacerata e spezzata in due
definitivamente.
“Sarebbe stato facile come
respirare,
Bells. Mi avresti naturalmente trovato nel cammino naturale della tua
vita.”
Solo adesso, pienamente consapevole della mia lacerazione, capisco
davvero le
sue parole. Edward il mio destino ma Jake la mia anima gemella. E io la
volevo
ancora un anima. Non sono pronta e forse non lo sarò mai, a
gettarla via per
inseguire un amore idilliaco. Quell’ amore che si legge nei
libri, ma che poi
in fondo cos’ha di vero?
L’amore
non è perfetto ed immutabile come un vampiro.
L’amore è caldo, imperfetto,
dolce e avvolte rabbioso. L’amore ti fa piangere e ridere.
L’amore è
adolescente e spensierato. L’amore poi matura ed a volte
è di nuovo impaurito.
L’amore è un percorso. L’amore
è cambiamento. L’amore è un raggio di
sole che
spazza via le nubi della giornata. L’amore è come
Jake. L’amore è Jake.
“Bella sei scomparsa.” Il mio cuore perde un
battito quando le parole di Alice
colpiscono la mia mente. La guardo. Lei incrocia il mio sguardo con i
suoi
occhi spaventati: occhi velati da una visione che scompare alla sua
comprensione.
“ Non capisco, eri qua.”
Sono
sparita. veloce e rapita come un pugno la verità di Alice mi
colpisce. Sono
sparita e io so il perché.
Sollevo i bordi del vestito, maldestra come sono finirò per
cadere, ma non mi
interessa. Corro giù per le scale.
“Ti
prego, ti prego non inciampare.” Ripeto a me stessa. Arrivo
all’ ingresso e
furiosamente cerco le chiavi della macchina. Vedo mio padre e Alice
spiare le
mie mosse, ma non me ne curo. Non ora. Non ho tempo, devo andare. Non
so
neanche dove di preciso, ma devo andare.
Dove
sono quelle dannate chiavi? Le mie mani tremano ed eccole
lì, finalmente. Le
afferro. Esco. Sono dentro la mia macchina e la meta si dispiega nella
mia
mente: First Beach.
La piccola spiaggia è deserta. Mi fermo e finalmente concedo
al mio corpo di
rilassarsi, al mio respiro di calmarsi, sono qui e… No ovvio, Bella. Lui non c’è.
Come potrebbe essere qui? È il giorno
del tuo matrimonio, il giorno che l’ha fatto scappare, il
giorno che di dolore
lo ha quasi ucciso. Sì ,Bella d’amore si
può morire e tu dovresti saperlo bene.
Tu che per un amore sbagliato ti sei annientata fino quasi a
scomparire. Se non
fosse stato per Jake che ne sarebbe stato di te?
Rabbrividisco al ricordo. E ora, proprio io, come ho potuto provocare
una
medesima sofferenza al mio sole? Come ho potuto dirli che un eclissi
l’aveva
oscurato?
La testa quasi mi scoppia. Strappo il velo che ancora vi è
adagiato sopra e lo
scaglio in mare.
Mi lascio andare sulla sabbia cingendomi le ginocchia con le braccia.
Il mio
sguardo si perde ad osservare quella macchia bianca che viene
inghiottita dalle
onde del mare. Dovrei alzarmi da qui, dovrei cercarlo, ma la
verità è che ho
esaurito il coraggio e Dio solo sa, quanto ne ho dovuto avere per
vedere la
cosa giusta da fare. Per lasciare la mia strada già segnata,
per strappare la corda
che mi legava ad Edward alla
quale mi
ero aggrappata fino quasi a sanguinare. Ero scappata e ora non avevo
più la
forza per compiere quel ultimo passo verso di lui. Non avevo la forza
per
bussare alla sua porta. Come una stupida bambina viziata speravo, con
tutta me
stessa, che lui mi capisse; che ancora una volta sentisse il richiamo
della mia
anima sofferente e mi venisse a salvare compiendo lui un passo verso di
me,
l’ennesimo.