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Autore: postergirl84    29/11/2011    5 recensioni
Bianco è il vestito che fra poco ore avvolgerà il corpo di Isabella, ma bianco di neve era anche il paesaggio intorno a lei quando diete quel unico e indimenticabile bacio a Jacob.
La sua scelta è stata compiuta, il suo addio a Jake si è consumato e allora perché Bella non riesce chiudendo gli occhi a vedere Edward quando ormai mancano sole poche ore al loro matrimonio?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'Semplicemente amarsi'
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Io Isabella Marie Swan mi sto per sposare

(parte II)


Meccanicamente continuo le mie azioni: mi lavo, mi asciugo, ma non sono realmente li, sono nel passato con Jacob.
Sto aprendo una lattina di coca seduti sul divano e ridiamo come matti perché questa, probabilmente sballottata, ci ha bagnato tutti. Mi spazzolo i cappelli e sono con Jake mentre, con il fango alla ginocchia, cerchiamo nella discarica i pezzi per le nostre moto e anche li ridiamo. Rido io mentre cado e le sue mani mi aiutano a rialzarmi, ride lui mentre li sporco la punta di naso con il fango prima di stringermi al suo corpo caldo e rassicurante.
Mi siedo alla scrivania. Alice inizia a sistemarmi i capelli mentre il volto terrorizzato di Jake è la prima cosa che vedo dopo essermi tuffata nell’acqua gelida. Quell’azione così sconsiderata per sentirmi vicino ad Edward. Quando riaprì gli occhi, però, non era Edward quello che mi stringeva tremante di paura.
Alice passa a truccare il mio viso e io sono stretta al corpo di Jake su una mota diretta a La Push. Posso quasi sentire sotto le mie mani i suoi addominali scolpiti. Ora sono con lui vicino al fuoco ad ascoltare la storia della sua gente e mi sento a casa. Mi sento come non dovrebbe essere, mi sento come è sbagliato eppure mi sembra lo stesso così giusto. La parte di me ancora nel presente ora sente il corpo avvolto nel delicato pizzo del mio abito bianco, ma subito ritorno al passato è non è più la stoffa ad avvolgermi ma il corpo di Jake. E bianco non è l’abito, ma la neve intorno a noi e tutto il resto del mondo scompare perché io e Jake ci stiamo baciando.
Le nostre anime, più che le labbra, sono unite in quel momento di eterna perfezione così umano. Come ho fatto a essere così cieca? Come ho fatto a non capire?

 Alice posa il velo sulla mia testa.
“Apri gli occhi Bella. Guardati.”
Ed eccomi li, la mia immagina nello specchio. Alice ha ragione sono bellissima. Allungo la mano verso la me stessa riflessa, quasi a volermi toccare ed assicurarmi di essere davvero io quella sconosciuta davanti a me. Perché è vero, sono bellissima, ma non sono Bella. Sono solo il suo involucro vuoto. Perfetta e senza anima. Lei non è con me in questo abito bianco. Lei è rimasta intrecciata a Jacob in quel bacio, per poi adagiarsi sul suo letto alle mie parole d’amore e di addio che ora mi risultano amare come il fiele .
Un addio che, finalmente capisco, essere stato troppo sofferto per poter dirsi definitivo. Un addio che mi ha lacerata e spezzata in due definitivamente.
Sarebbe stato facile come respirare, Bells. Mi avresti naturalmente trovato nel cammino naturale della tua vita.” Solo adesso, pienamente consapevole della mia lacerazione, capisco davvero le sue parole. Edward il mio destino ma Jake la mia anima gemella. E io la volevo ancora un anima. Non sono pronta e forse non lo sarò mai, a gettarla via per inseguire un amore idilliaco. Quell’ amore che si legge nei libri, ma che poi in fondo cos’ha di vero?

L’amore non è perfetto ed immutabile come un vampiro. L’amore è caldo, imperfetto, dolce e avvolte rabbioso. L’amore ti fa piangere e ridere. L’amore è adolescente e spensierato. L’amore poi matura ed a volte è di nuovo impaurito. L’amore è un percorso. L’amore è cambiamento. L’amore è un raggio di sole che spazza via le nubi della giornata. L’amore è come Jake. L’amore è Jake.
“Bella sei scomparsa.” Il mio cuore perde un battito quando le parole di Alice colpiscono la mia mente. La guardo. Lei incrocia il mio sguardo con i suoi occhi spaventati: occhi velati da una visione che scompare alla sua comprensione.
“ Non capisco, eri qua.”

Sono sparita. veloce e rapita come un pugno la verità di Alice mi colpisce. Sono sparita e io so il perché.
Sollevo i bordi del vestito, maldestra come sono finirò per cadere, ma non mi interessa. Corro giù per le scale.

“Ti prego, ti prego non inciampare.” Ripeto a me stessa. Arrivo all’ ingresso e furiosamente cerco le chiavi della macchina. Vedo mio padre e Alice spiare le mie mosse, ma non me ne curo. Non ora. Non ho tempo, devo andare. Non so neanche dove di preciso, ma devo andare.

Dove sono quelle dannate chiavi? Le mie mani tremano ed eccole lì, finalmente. Le afferro. Esco. Sono dentro la mia macchina e la meta si dispiega nella mia mente: First Beach.
La piccola spiaggia è deserta. Mi fermo e finalmente concedo al mio corpo di rilassarsi, al mio respiro di calmarsi, sono qui e… No ovvio, Bella. Lui non c’è. Come potrebbe essere qui? È il giorno del tuo matrimonio, il giorno che l’ha fatto scappare, il giorno che di dolore lo ha quasi ucciso. Sì ,Bella d’amore si può morire e tu dovresti saperlo bene. Tu che per un amore sbagliato ti sei annientata fino quasi a scomparire. Se non fosse stato per Jake che ne sarebbe stato di te?
Rabbrividisco al ricordo. E ora, proprio io, come ho potuto provocare una medesima sofferenza al mio sole? Come ho potuto dirli che un eclissi l’aveva oscurato?
La testa quasi mi scoppia. Strappo il velo che ancora vi è adagiato sopra e lo scaglio in mare.
Mi lascio andare sulla sabbia cingendomi le ginocchia con le braccia. Il mio sguardo si perde ad osservare quella macchia bianca che viene inghiottita dalle onde del mare. Dovrei alzarmi da qui, dovrei cercarlo, ma la verità è che ho esaurito il coraggio e Dio solo sa, quanto ne ho dovuto avere per vedere la cosa giusta da fare. Per lasciare la mia strada già segnata, per strappare la corda che mi legava ad Edward  alla quale mi ero aggrappata fino quasi a sanguinare. Ero scappata e ora non avevo più la forza per compiere quel ultimo passo verso di lui. Non avevo la forza per bussare alla sua porta. Come una stupida bambina viziata speravo, con tutta me stessa, che lui mi capisse; che ancora una volta sentisse il richiamo della mia anima sofferente e mi venisse a salvare compiendo lui un passo verso di me, l’ennesimo.

 

   
 
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