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Autore: Apple90    29/11/2011    9 recensioni
[Questa FF è il Sequel di "Anima Nera"]
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.
Lo sa bene il Comandante del Quartier Generale degli Auror, Hermione Granger, che da cinque lunghi mesi ha intrapreso una spietata caccia all'uomo per catturare il Principe Oscuro.
Ma di Vesper e dei suoi pipistrelli non sembra esservi alcuna traccia; dissolto nel nulla, insieme alla verità.
Solo il ViceComandante sa cosa nasconde.
Ma, mentre cercano entrambi di districarsi tra apparenze ingannevoli e sentimenti confusi, una nuova minaccia compare all'orizzonte: il popolo degli Immortali tenta di attaccare il Mondo Magico dall'interno. Vesper è costretto a farsi avanti, per proteggere il suo Mondo da un pericolo ben peggiore di Voldemort.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Neville Paciock, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Anima Nera_prologo

Dedico questo Capitolo alle ragazze del gruppo Facebook "Cercando chi dà la roba alla Rowling"
A Viki-Chan, che ha accettato di aiutarmi. E alla mia Special One Argentlam. Grazie di tutto.



 

“L’amicizia è un’anima sola che vive in due corpi.”

(Aristotele)

 

 

Il taxista, quando Hermione montò trafelata a bordo, le rivolse un ampio sorriso.

<< Southwark.>>

Pesanti gocce di pioggia battevano ritmicamente sul tettuccio. Il Black Cab s’avviò con un rombo di motore nel traffico cittadino, immettendosi in fila dietro a un enorme autobus a due piani.

<< La sua faccia non mi è nuova.>> disse il taxista, che aveva un marcato accento londinese ed un’insolita voce nasale, come se fosse attanagliato da un forte raffreddore.

Hermione lo osservò attraverso lo specchietto retrovisore, e si accorse che anche l’uomo stava facendo lo stesso. I loro sguardi si incrociarono per un lungo, interminabile istante.

<< Dico sul serio. Devo averla già vista, da qualche parte. Sì. Sì. Abita a Londra?>>

Hermione scosse il capo, nascondendosi dietro una copia del London Times.

Il taxista comprese che non aveva voglia di intavolare una conversazione. Si schiarì la voce e si concentrò sulla guida, facendo scivolare una mano sull’autoradio per alzare il volume. La voce di un deejay strepitò ansante negli altoparlanti delle portiere posteriori.

<<… dicono che il 21 dicembre 2012 finirà il mondo. Cazzate! Stanno solo cercando di rincretinirci il cervelli, di metterci paura. Maghi e Streghe? Alieni? Ma la smettiamo con queste stronzate, ragazzi?>>

Boujour Finesse. Pensò Hermione, accigliata.

<< Vogliamo parlare degli avvistamenti di maghi? In questo periodo, amici ascoltatori, i Network stanno guadagnando montagne di sterline con le stronzate dei maghi e delle streghe. Dicono che esistono veramente, che è spuntato fuori un mago impazzito dalle parti di West Ham che si divertiva a correre per l’autostrada su una Ducati inseguito da un Drago! Un drago, ragazzi, avete presente? Sei metri di bestia sputa fuoco cagata nel centro di Londra…>>

<< Potrebbe abbassare il volume, per favore?>> Hermione faticò a mantenere un tono gentile ed educato. Un tono di voce che richiese parecchio sforzo.

<< Le da fastidio?>>

Certo che no. Lo chiedo così, per sport personale, tanto per fare.

Hermione emerse dal London Times e gli regalò un’occhiataccia torva.

<< Non si tratta di gusti personali. Ma di volume, che trovo eccessivamente alto. Ho un gran mal di testa.>>

Il taxista obbedì e ruotò svogliatamente la manopola del volume.

Hermione accennò a un sorriso di circostanza e si sentì irrimediabilmente sollevata. A quanto pareva i Babbani avevano notato qualcosa. Gli Obliviatori si stavano massacrando di straordinari e probabilmente il loro operato non era bastato per nascondere l’Ungaro Spinato da occhi indiscreti.

<<… è che questi ragazzi mi fanno proprio impazzire.>> disse allegramente lui, le mani premute sul volante. << Voglio dire, c’è poca gente in giro che dice la verità, che non ha paura di niente! Loro dicono le cose come stanno. Non gliene frega niente della politica e dei media. Dicono semplicemente ciò che passa loro per la testa.>>

Hermione rispose con un altro sorriso di circostanza. Il suo viso, in effetti, le parve alquanto familiare. << Mi dispiace, ma non li conosco.>>

<< Come sarebbe?>>

Eccolo che riattacca.

Hermione sospirò, iniziando a spazientirsi. Stava cercando Vesper, disperatamente. C’era una taglia sulla testa di Harry e, in quel momento, la sua posizione al Ministero era traballante quando quella di un piccione in bilico su un filo dell’alta tensione. Rita Skeeter stava compiendo una guerra contro di lei, Ron e Neville. L’avrebbe combattuta finché non fossero stati scoperti.

Era nella… merda. E c’era dentro fino al collo.

 << Mio padre mi faceva sempre sentire Radio Londra 104 fin dai tempi del vecchio Larry Cloverfield e delle sue gag sugli scozzesi. Mi faceva morire. Anche mio padre era taxista, sa? Ottenere la licenza non è facile, io l’ho ereditata quando ha deciso di andare in pensione. Con la crisi che c’è al giorno d’oggi, avere un lavoro è una manna dal cielo.>>

Un fulmine le abbagliò il cervello. Neil Jordan. Ecco chi era quel ragazzo.

Era ingrassato parecchio dall’ultima volta che l’aveva visto, e quella che un tempo era una folta chioma di capelli biondi dava già incipienti segni di calvizia. Neil Jordan, il bambino sognatore, l’amico della porta accanto.

<< La sapete l’ultima, ragazzi?>> fece la voce del deejay, poco udibile. << A proposito di Maghi, Streghe, scope volanti e Draghi… o di altre stronzate varie. Ci ha telefonato un vecchio amico ascoltatore: il nostro Andy Rodwell, che dice di aver incontrato un Vampiro. Un Vampiro! Ci senti, Andy?>>

Una vocina stridula e un po’ titubante emerse dall’altro capo della telefonata. Sembrava fuoriuscire da un timido liceale occhialuto. << Salve, ragazzi.>>

<< Dicci tutto, Andy.>> lo esortò il deejay.

Hermione si morse un labbro. Poi, d’improvviso, sobbalzò sul sedile.

Andy Rodwell.

Quella voce. Era come se il ragazzino avesse intuito che lei fosse all’ascolto di quella maledetta radio. E non sapeva come, né quando, ma associò Andy Rodwell all’omonimo giornalista occhialuto che l’aveva avvicinata durante una Conferenza Stampa del Ministero per riconsegnarle la sua bacchetta. In realtà Andy Rodwell era Vesper sotto l’effetto della pozione Polisucco. Era uno dei suoi personaggi più sfruttati per mescolarsi nella folla.

<< Ho visto un Vampiro.>> disse Andy in radio, e fece una lunga pausa. << Si trovava nei pressi di casa mia, a Harrow on the Hill. Lungo la strada principale numero 36. Era abbastanza spaventoso, in effetti. E aveva tutta l’aria di volermi mangiare.>> Il suo tono era scherzoso, ma senza un motivo apparente aveva rimarcato con precisione l’indirizzo di casa sua. Come se, in segreto, volesse trasmettere qualcosa. Un messaggio. Un indizio.

Hermione fu scossa da un fremito. Estrasse una penna dalla borsetta e scarabocchiò l’indirizzo sulla settima pagina del London Times.

<< Ho cambiato idea.>> proruppe, sentendosi elettrizzata. << Mi porti a Harrow on the Hill, per favore.>>

<< Lei è una cacciatrice di vampiri?>> le chiese il taxista, con tono scherzoso.

<< Una sognatrice che non si è mai arresa.>> la corresse lei, e un sorriso le inondò il volto. << Mi è venuto in mente che lì abita un vecchio amico.>>

Hermione scelse saggiamente di non rivelarsi. Si nascose dietro il quotidiano e attese solerte che il taxi facesse inversione e imboccasse una trafficata asse viaria cittadina che conduceva dritta verso Nord, in direzione dell’altura che sovrastava la città.

Ogni cosa del suo corpo era in subbuglio. Avrebbe voluto urlare, gridare dalla felicità al mondo che l’aveva trovato. Ma si sforzò di rimanere lì, composta sul sedile, immobile.

<< E’ possibile che ci siamo già incontrati, da qualche parte?>>

Ancora con questa storia? Ti prego, ti prego. Cerca di dimenticare, accantona la verità, scambiami per qualcun altro. Per chiunque altro che non avesse a che fare con lei. Aveva ben altre cose a cui pensare e, con tutto il rispetto per l’amico della porta accanto, una Guerra fra Maghi e Vampiri stava per scoppiare da un momento all’altro e non c’erano altre speranze al di fuori di Vesper.

<< Mi perdoni, non volevo essere scortese. E’ solo che… bè. Ha presente quando si è convinti di conoscere da sempre qualcuno?>>

<< Sì. Vagamente.>>

<< Che cosa fa di bello qui a Londra?>> incalzò lui.

Hermione lottò per controllare il suo tono di voce. << Sono una rappresentante.>> buttò lì, inventando la prima professione che le passò per la mente. Se non diceva qualcosa, qualunque cosa, non le avrebbe mai dato tregua fino all’arrivo a destinazione.

<< Oh, forte.>> fece lui. << E di cosa ti occupi?>>

Ora le dava del “tu”? Da dov’era uscita tutta quella confidenza? Sì, okay, era Neil Jordan. Ma lui che cosa diavolo ne sapeva che lei era Hermione, la ragazzina della porta accanto?

<< E’ amica di quell’Andy Rodwell della Radio? E’ proprio un pazzo, sa? Un fuori di testa. Mi sta davvero simpatico. Lo adoro. Chiama ogni giorno Radio Londra 104 e racconta storie folli che accadono attorno a quella strada. E’ un fottuto genio.>>

Bingo. Il cuore di Hermione fece un altro balzo.

Il taxi si fermò a destinazione venti minuti più tardi.

<< Siamo arrivati?>> domandò freddamente Hermione.

<< Sì, è questo l’indirizzo. E’ casa di Andy Rodwell?>>

<< Non lo so.>> sbottò lei, che mise mano al portafoglio e si preparò a liquidarlo il prima possibile dalla sua vita. La piccola Hermione dentro di lei le suggerì che era un modo meschino per trattare un vecchio compagno di scuola. Ma l’Hermione Auror la sovrastò con un urlo stridulo, lontano.

Paga e vattene. Subito.

Pochi istanti dopo, più leggera di trentatré sterline, Hermione si ritrovò in una vecchia via londinese affiancata da strette e minuscole casette in mattoni rossi. La strada principale del quartiere. Doveva solo cercare il numero 36 e sperare che la fortuna giocasse dalla sua parte. Il taxi alle sue spalle era ancora fermo. Si voltò e lo scrutò per qualche istante finché Neil Jordan, colto sul fatto, non partì sgommando con un sorriso ebete dipinto sul volto.

36… 36… 36!

Un colpo di fortuna così non lo ricordava da secoli. Il taxi l’aveva scaricata pressoché dinnanzi alla sua meta: una vecchia palazzina di tre piani, dove al terreno era collocato un vecchio pub dalle imposte di legno verniciate di bianco e la scritta “Oldest Bucanier” sulla porta d’ingresso.

Diede un’occhiata al citofono del numero 36. Nessun nome che le ricordasse in qualche modo Harry comparve nell’elenco della pulsantiera. Rifletté qualche minuto, poi rise. Un certo Dursley compariva all’interno tre. Valeva la pena rischiare. Hermione premette due volte sul citofono. Fu l’attesa più lunga della sua vita.

Le rispose la voce esile di una ragazza. Non doveva avere nemmeno quindici anni.

<< Sto cercando il signor Andy Rodwell.>> mormorò Hermione, che si sentì un’idiota.

Inspiegabilmente ci fu il click della serratura del portone.

<< Piano terra. Cortile sulla sinistra.>> disse lei. E riattaccò.

Hermione si ritrovò a vagare da sola nel cortile dal prato ben potato che seguitava al minuscolo ingresso della palazzina. Era un posto del tutto insolito per un’abitazione nel centro di Londra. Riportò alla mente le parole ascoltate in un programma televisivo, qualche mese prima, secondo cui molti attori e calciatori inglesi usavano quei trucchetti per poter vivere in pace, trincerandosi dietro falsi condomini per non dare nell’occhio. La facciata del palazzo altro non era che una maschera, una vile barriera che impediva ai passanti di individuare le villette nascoste al di là del cortile.

Camminò con passo svelto alla ricerca della sua meta. Notò una palazzina in mattoni rossi dalla porta metallica, poco più in là, con una Audi A1 nero pastello parcheggiata davanti e lo zerbino dall’aria intonsa.

Hermione si sporse per rimirare il resto del giardino. La serranda del garage era semiaperta e il pavimento era cosparso di attrezzi da lavoro. Il muso aggressivo di un’Audi R8 bianca come la neve faceva capolino dal retro, affiancato da un telone antigelo e da una tanica di olio motore Shell W.Power abbandonato sul selciato.

E’ lei. Quella era senz’altro la sua tana.

O quella di un fighetto sciupafemmine londinese con la fissa per le Audi.

Hermione bussò tre volte, trattenendo il fiato.

Con sua immensa sorpresa, ad aprirle la porta fu una ragazzina dal viso d’angelo e i capelli raccolti dietro la nuca in una coda di cavallo. La stessa, probabilmente, che le aveva risposto al citofono. Indossava una felpa Adidas da jogging e una minigonna verde bottiglia. Aveva le gambe lunghe e sinuose. << Ciao.>> disse lei, come se attendesse da giorni il suo arrivo. Le sorrise e si scansò di lato, facendole cenno di entrare. << Accomodati.>>

<< Grazie.>> rispose gelidamente Hermione. Mise piede dentro l’appartamento e un profumo di muschio bianco, il suo profumo, le invase le narici. Non ci stava capendo nulla, ma qualcosa dentro di lei le disse che quello era il posto giusto.

La ragazza con la felpa da jogging le appese la giacca nell’attaccapanni dell’ingresso e le fece cenno di accomodarsi sul divano. << Fa freddo oggi, vero?>>

<< Sì. Direi proprio di sì.>>

<< Vuoi qualcosa da bere? Del caffè, una tazza di tè, un Baileys?>>

<< Una tazza di tè, grazie.>>

La ragazza le sorrise educatamente. Non doveva avere più di quindici anni. Ed il suo viso  aveva un’aria maledettamente familiare, come se l’avesse vista già da qualche parte. Era tutta una strana coincidenza? Chi diavolo era?

<< Vado a chiamare Vesper. Torno subito.>>

Lo disse così, con un’insolita naturalezza, come se abitasse lì da sempre. Hermione la guardò sparire per le scale e il sorriso scomparve immediatamente dal suo volto, sostituito da un’espressione gelida e rabbiosa.

Chi diavolo era quella ragazza? Era decisamente troppo giovane, ma c’era qualcosa in lei che le ricordava le movenze di un adulto.

Rimase sola sul comodo divano color crema.

La casa era meravigliosa, arredata con mobili moderni. Era un loft disposto su tre livelli, con il piano intermedio realizzato interamente in acciaio e cristallo. Pensili dalle linee high-tech, librerie trasparenti dalle forme più strane alle pareti e uno stendardo delle Fenici d’Argento completavano l’opera del maestoso soggiorno. Luci soffuse e faretti direzionali donavano un’atmosfera fredda e asettica all’ambiente.

<< Eccomi qui!>> L’eco dei passi echeggiò lungo i gradini in acciaio incastonati nella parete. La quindicenne con la felpa da jogging ricomparve davanti ai suoi occhi con quell’odioso, stupido sorriso dipinto sul volto lentigginoso. << Arriva subito. Sta chiudendo una telefonata. Tè mi aveva detto, giusto?>>

Una telefonata? Hermione si sforzò di annuire. Odiava le chiacchiere di circostanza e le attese. Per di più quando si trattava della persona che amava.

<< Posso chiederti il tuo nome?>> chiese d’impulso, prima che la ragazzina scomparisse di nuovo. Lei si fermò e voltò rapida sui tacchi, portandosi una mano nei capelli come se quella semplice domanda la imbarazzasse profondamente. Un timido sorriso. I suoi occhi color acquamarina si animarono di un bagliore sorpreso.

<< Il mio nome?>>

Hermione annuì. In che pianeta viveva?

<< Mi chiamo Sophie-Anne. Ma tutti quanti mi chiamano Pye.>>

<< Io sono Hermione Granger. Sono…>>

<< So chi sei.>> disse lei, e si morse un labbro come se si fosse pentita della sua irruenza. Tornò a scompigliarsi i capelli con una mano. << Sei il Comandante del Quartier Generale.>>

Era una Strega. Conosceva il mondo dei maghi. Il suo cuore parve sospirare dal sollievo.

<< Non credo che rimarrò Comandante ancora per molto, Pye.>>

<< Ho sentito quel che dicono i giornali.>> disse la ragazza. << Lo trovo ingiusto. Quella Skeeter dice solo delle stronzate.>> Silenzio. Si portò istintivamente una mano sulla bocca. Poi sparì in cucina a prepararle la tazza di tè. << Vesper, maledizione, vuoi scendere?>> La sentì urlare, sollevandosi sulle punte per sferrare un pugno sul soppalco d’acciaio sopra la sua testa. << C’è Hermione! Hermione, tipo la tua ragazza. Hai presente?>>

Altro silenzio, seguito da un rumore sordo, come se qualcuno avesse preso una sonora testata da qualche parte. Hermione aveva il cuore a mille e tenne gli occhi fissi su ogni spostamento d’aria proveniente dal soppalco d’acciaio. Tutto d’un tratto non le importò nulla di quella ragazzina. Qualcuno si stava muovendo là sopra. Udì il rumore di un televisore e il beep familiare di una Play Station 3 che veniva spenta. Dei passi salterrarono rapidi giù per i gradini.

Un attimo dopo, eccolo lì.

Era… diverso. Qualcosa, nel suo aspetto, le trasmise l’idea di un’altra persona rispetto all’essere tormentato che l’aveva abbandonata al Maniero Malfoy ai piedi del cadavere di Honorius Azazel. I suoi occhi erano di un delicato verde smeraldo, i capelli tagliati e arruffati in una cresta con il gel, il volto pulito, un lieve accenno di barba sul mento. Aveva acquistato peso, il suo fisico appariva tonico e sano. Anche i vestiti erano puliti. Indossava una t-shirt color crema dell’Arsenal e degli shorts dall’aria comoda. Era scalzo.

Per un attimo rimasero immobili, impalati come due idioti, a osservarsi a vicenda senza osare a compiere un solo passo per avvicinarsi.

Era davvero lui? Quello non era Vesper. Era semplicemente un ragazzo normale, con gli occhi normali, con la pelle normale. Poteva quasi sembrare tenero e indifeso, con quella maglietta da calcio. Un ventisettenne come tanti altri. Niente a che fare con un pluriomicida ricercato. Proprio no.

<< Hermione.>> disse lui. La voce gli si congelò in gola.

Lei annuì. Non seppe che altro fare. Aveva le lacrime appese alle ciglia e un profondo vuoto allo stomaco. Fece due passi nella sua direzione, abbandonando la borsa sul parquet laccato del pavimento. I ruoli si erano come invertiti: era lei ad avere un aspetto terribile, i capelli arruffati e le occhiaie profonde.

<< Sei… sei davvero tu, lì dentro?>>

Harry la guardò, come intontito. Poi, con un sorriso, annuì. << In Audi e ossa, Comandante.>>

Bastò quella battuta idiota a farle capire che sì, era davvero lui. Chi altro avrebbe potuto dire una cosa del genere? Un misto di gioia e sorpresa le attanagliò le viscere. Hermione non riuscì a controllarsi e lasciò che le lacrime che sgorgassero libere sulle guancie. Poi, con uno slancio, lo abbracciò. E fu come ritornare a casa dopo un lungo viaggio. Harry la strinse forte e lei inspirò il suo odore di muschio bianco, di nuovo a contatto con la sua pelle. << Cosa… cosa ci fai qui?>> sussurrò debolmente Harry, che le raccolse il volto fra le mani.

<< Potrei chiederti la stessa cosa.>>

<< Io sono Vesper, tesoro. Mi sto nascondendo dai tuoi amici del Ministero. Ho tutto il diritto di starmene qui.>> Le strizzò l’occhio e, senza darle il tempo di replicare, le attirò delicatamente il volto verso di sé e la baciò. Fu un bacio strano, delicato e intenso al tempo stesso, e maledettamente breve. Un attimo dopo riecco i suoi occhi, troppo distanti, a scrutarla divertiti. Attraverso la colorazione verde smeraldo delle sue iridi Hermione intravide delle impercettibili striatura rossastre. Erano lenti a contatto.

<< Non mi guardare come se fossi uno Schiopodo Sparacoda. Ho solo cercato di mangiare, di rimettermi in forze. Di riprendere un po’ di colorito.>> Fece una pausa. Rise di nuovo, con quella solita smorfia ironica e tagliente. << Sto scherzando. E’ solo un trucco per illudere i babbani. Sembro un mostro, come sempre.>>

Hermione sorrise e gli gettò le braccia al collo ed affondò il viso nell’incavo fra il collo e la spalla di Harry. Lo strinse così forte da soffocarlo.

<< Ecco la tazza di tè.>> disse la voce della ragazzina alle loro spalle.

Maledetta. Piccola. Stupida.

<< Grazie, Sophie-Anne.>> disse Harry, ironico. Il loro abbraccio si sciolse e Harry raccolse la tazza di tè bollente dal vassoio, che depositò delicatamente fra le mani di Hermione.  << Il tuo tempismo mi commuove.>>

<< Va al diavolo.>> ruggì lei, velenifera. E scomparve per l’ennesima volta in cucina.

<< E’ un’amica.>> si preoccupò di precisare, mentre Hermione soffiava pigramente sulla tazza fumante. << Voglio dire, ha cinquantaquattro anni. Sarebbe un po’ troppo vecchia, no?>>

E scoppiò a ridere.

Fu l’unico a farlo.

<< Cinquantaquattro che cosa?>>

<< Anni.>> asserì Harry, tranquillo, con un’alzata di spalle. << Pye è un vampiro.>>

Oh. Un Vampiro. Ora sì che è tutto chiaro. Perfetto. Cosa c’era di male a convivere in un loft al fianco di una vampira tredicenne che in realtà avrebbe potuto avere l’età dei loro padri? Cinquantaquattro anni. Maledizione.

<< Sophie-Anne è un Vampiro?>> ripeté Hermione, sbigottita.

Harry annuì. << E’ tutto sotto controllo. Devi fidarti di me.>>

<< L’ultima volta che l’ho fatto mi hai abbandonata davanti al cadavere di Azazel, dicendo che un giorno il Mondo Magico avrebbe avuto bisogno di te.>>

<< Forse è arrivato quel giorno.>>

Stop. Aveva bisogno di riflettere. Hermione si portò una mano nei capelli. Sorseggiò il tè e si pentì di non aver chiesto un bicchiere di Baileys forte, che l’avrebbe risvegliata dal coma. << Come puoi fidarti di un Vampiro? Ci hanno quasi ammazzato, ricordi?>>

<< Lo so, piccola. Lo so. Ti hai tutte le ragioni del mondo per non credermi, ma ti assicuro che è tutto sotto controllo. So quello che sto facendo.>>

<< Oh, certo.>> fece lei, velenifera. Bevve un altro sorso. Immaginò che fosse Whisky incendiario. << Giocate a bervi il sangue a vicenda, per caso?>>

<< Hermione, ti prego, smettila.>> Harry, risoluto, la trattenne per le spalle. << Io mi sono infiltrato nel loro mondo. Non puoi estinguere un problema se non lo combatti alla radice. Volevo capire cosa fossero, come si muovessero. E…>>

<< E poi sei finito nella merda.>> concluse la voce di Sophie-Anne, alle loro spalle. Il suo portamento le parve più consono a una cinquantenne, in effetti, ed era buffo che quel tono di voce appartenesse a una ragazzina. Stringeva in mano un vassoio di sandwich e stava rosicchiando con gusto un’oliva. << Senti, mi sono sforzata di recitare la parte della bambina rincoglionita. Ma non fa per me, okay?>>

<< Non ti ho chiesto di recitare nessuna parte.>> sbottò Harry. << Hai fatto tutto da sola, a dire il vero.>>

Lei sembrò incollerirsi. << Cosa diavolo avrei dovuto dirle, allora? Questa lavora al Ministero, crede ancora allo Yeti e a Babbo Natale. E da quel che ho letto sui giornali sta facendo di tutto per farsi ritirare il suo distintivo del cavolo.>>

<< E’ una situazione critica.>>

<< Critica un cazzo.>> sbottò il vampiro, con un riso sprezzante. << Compromessa è il termine più appropriato, Vesper. Diglielo, alla tua Principessa delle Favole, che il lupo cattivo non esiste e non ci sarà nessun Principe eroico che giungerà a salvarli.>>

Harry strinse la labbra in una smorfia e rimase in silenzio.

Come osava parlare di lei come se non fosse presente? Come se fosse… un’umana qualsiasi.

Hermione rimase spiazzata dal comportamento di quella ragazza. Di quella donna. O cosa diavolo fosse. Un attimo prima le era sembrava una timida liceale, ed ora aveva l’aspetto di una sboccata e razionale cinquantenne con problemi di raucedine. La sua voce era cambiata completamente.

Sophie-Anne scoppiò in una risata tetra. << Mi dispiace deluderti, Bella Swan. Hai solo ritrovato il tuo ragazzo. Non certo la speranza di vincere contro la mia Razza. Qualsiasi cosa abbiano in mente, ci riusciranno.>>

<< Che cosa sta dicendo, Harry?>>

Il vampiro sembrò più divertito che mai, e morì dalla voglia di ripeterle all’infinito che il suo tentativo di era rivelato un buco nell’acqua. Hermione desiderò più di ogni altra cosa voltarsi ad assestarle un pugno nello stomaco.

<< Pye sta cercando di dirti che non esiste tutt’oggi nessun modo per uccidere un Vampiro, o quantomeno per eliminarlo. Possiamo solo indebolirli temporaneamente. E ciò significa che un gran numero di Vampiri sarebbe una minaccia incontrollabile, nel caso decidano di ribellarsi.>>

Hermione incassò il colpo in silenzio. Ma fu peggio di ricevere una coltellata nella schiena. Annuì a stento, aggrappandosi al braccio di Harry. Non seppe cosa dire.

<< Sandwich, tesoro?>> le chiese Pye, dolcemente.

Harry le strappò il vassoio di mano. Poi fece scorrere un braccio attorno alle spalle di Hermione. << Vieni. Andiamo di sopra.>> disse. << Ti racconterò tutto con calma.>>

 

*°*°*°*°*

 

Hermione masticò a stento un sandwich, senza preoccuparsi nemmeno di capire che cosa stava mangiando. Si rannicchiò contro il petto di Harry, avvolta fra le coperte calde, e mise a tacere il suo stomaco che emetteva sinistri gorgoglii dal pomeriggio. La luce attraverso le finestre si spense, sostituita dal pallido e gioco chiarore lunare di una notte serena.

Harry dormiva in una stanza spaziosa e asettica, con un grosso monitor al plasma appeso alla parete; circondato da quadri di arte moderna, luci soffuse e penombre.

<< Come stanno gli altri?>> domandò Harry.

<< Ti stanno dando la caccia.>>

<< Forte.>>

<< E’ stato Ryo a contattarmi, al matrimonio di Ginny.>> disse Hermione. E dallo sguardo attonito che lui le riservò, capì che era totalmente all’oscuro del matrimonio. Nell’ora seguente si perse nel racconto della festa, delle lacrime della signora Weasley e dei divertenti tentativi di abbordaggio di George con le cugine Veela francesi. Il ricordo di quella splendida giornata trascorsa lontano dall’ufficio le riscaldò il cuore. Per qualche ora era stata felice.

<<… poi ho visto quella moto, nel cortile. Credevo fossi tu. Lo speravo davvero. Ma poi si è tolto il casco e ho scoperto che era Miyiachi. Voleva parlarci. Ci ha raccontato che eri a Edimburgo e ti eri cacciato nei guai con i Vampiri del posto.>>

<< E tu hai capito che era giunto il momento di cercarmi.>>

<< Sì.>>

Lui rise. Si chinò su di lei e le baciò la fronte. << Neville?>>

<< Ansioso, come al solito. Luna sta per partorire, il che dovrebbe accadere a giorni. Sarà una femmina. Ma non hanno ancora deciso il nome.>>

<< Conoscendo la mamma, sarà un nome insolito.>>

<< Malfoy è sparito. Nessuno ha idea di dove sia cacciato. Stewart dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale ha sentito i colleghi di Las Vegas. Dicono che non è nel giro dei casinò da tempo, ha smesso di rubare e tutto il resto. E’ completamente scomparso nel nulla.>>

<< Tornerà.>> disse Harry, con un pallido sorriso.

<< Noi invece siamo nel caos. Rita Skeeter sospetta qualcosa, pubblica ogni giorno articoli in cui sostiene che faccio il lavoro sporco, che la tua caccia è in realtà una grossa presa in giro per nascondere una nostra collaborazione segreta. Dio. Non sai quanto vorrei ucciderla.>>

<< Se vuoi posso occuparmene io.>>

<< Pensa al tuo sandwich, Vesper. Dico sul serio.>>

Harry rise, masticando il boccone. I suoi lineamenti distesi e puliti avevano spostato l’orologio indietro di qualche anno, facendolo sembrare più giovane. Spensierato. Sereno. Non aveva la benché minima idea dei guai che aveva passato in Scozia, ma nell’arco di un mese si trovava davanti a una persona rinata.

<< Pye, quel vampiro. Come vi siete conosciuti?>>

<< Oh. Lunga storia.>> Harry si servì di un altro sandwich al prosciutto, tirandosi su fra le lenzuola in posizione seduta. La testa di Hermione scivolò delicatamente sulle sue ginocchia, e lui prese meccanicamente ad accarezzarle i capelli, lo sguardo altrove, come se cercasse le parole giuste per farle inghiottire meno amaramente un acido boccone.

<< Lei è… un’amica.>> disse infine, con un sospiro. << E’ il Capo Clan dei Lupi Scozzesi, un gruppo di Vampiri che vive nei dintorni di Edimburgo. Loro non sono come gli altri. Loro… vorrebbero integrarsi con gli umani. Sono considerati dal resto dei loro simili come folli visionari o, nel peggiore dei casi, potenziali nemici. Per questo Pye ha scelto di aiutarmi: lei vede in me uno dei pochi Maghi in grado di opporsi alla Ribellione dei Vampiri.>>

Hermione scosse il capo, frastornata. << Azazel non era il loro capo?>>

<< Lui era una misera pedina che cantava fuori dal coro. Là fuori, Hermione, ci sono creature pronte a rovesciare le sorti del mondo per poter imporre una nuova società immortale. I tempi sono ormai maturi per una loro ribellione. Azazel ha dato il via a un piano ben più esteso di quello che potevamo immaginarci. Sono molti. Troppi. E presto ci attaccheranno.>>

<< Non esiste nessun modo per fermarli?>>

La sua domanda ricadde nel vuoto. Harry si morse un labbro. Le accarezzò piano i capelli e volse lo sguardo fuori dalla finestra, le iridi verdi smeraldo tinteggiate di un bagliore cupo. << Ho parlato con molte persone, con maghi esperti. Il mese scorso sono stato a Hogwarts per approfondire le mie ricerche. Ma non ho trovato niente di utile.>>

<< Hagrid mi ha raccontato tutto quanto.>>

<< Sapevo che prima o poi l’avresti fatto ubriacare.>>

<< Sei così prevedibile, Vesper.>>

<< Volevo che mi trovassi.>>

<< Sì. E io sono Dolores Umbridge.>>

<< Ancora con questa storia?>>

Harry rise e la trascinò giù con sé sul materasso, infilandosi sotto le coperte. Risero e lottarono come due bambini finché Harry non riuscì a immobilizzarla, trattenendola per i polsi. Il suo tocco era leggero e sfuggente, ma non sembrò avere alcuna intenzione di lasciarla andare. I loro sguardi si incrociarono per un lungo istante.

<< Amami.>> gli disse Hermione, sfacciata. E si sorprese delle sue parole, come se le fossero fuoriuscite di getto dalla bocca. Ma lo voleva. Lo voleva maledettamente.

E Vesper, quella notte, la accontentò.

 

*°*°*°*°*


 

`•.¸¸.•´´¯`••._.• THE APPLE'S CORNER `•.¸¸.•´´¯`••._.•

Auror mie adorate, grazie. Grazie immensamente per le emozioni che mi regalate con le vostre recensioni. Non smetterò mai di ripeterlo.
Perdonate gli eventuali errori di battitura. Ho postato un po' troppo di fretta per la gioia dell'esame andato per il verso giusto.

Finalmente ce l'ho fatta. Posso fregiarmi del titolo di "Geometra abilitato alla professione". Dopo una belle selezione, tanto studio (e un po' di fortuna) sono stata promossa.

Grazie a tutti. A tutti coloro che hanno recensito, letto, commentato, e chi più ne ha più ne metta. =)

Non ho davvero idea di quando aggiornerò, ma sarà sicuramente entro la prossima settimana. Quindi fate un salto ogni tanto, se avete piacere.

                                                                        Un abbraccio

                                                                                La vostra Anima Nera, Geometra



AUROR POWER!
   
 
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