Fandom: Axis Powers Hetalia
Rating: verde
Personaggi: Elizaveta Héderváry (young!Ungheria), Gilbert Weillschmidt (young!Prussia), citata: Bella (young!Belgio)
Pairing: Prussia/Ungheria
Riassunto: Ai tempi della scuola Elizaveta era un maschiaccio e Gilbert il ragazzo più ammirato. Ma basta poco perchè il Magnifico si renda conto che un suo "territorio" sta per essere invaso.
Disclaimer: Hetalia e tutti i personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya.
Il titolo e l'intera struttura della fic devono la loro ispirazione alla canzone One of the boys di Katy Perry.
Note: Uno dei tanti prequel dell'Hetalia F.R.I.E.N.D.S project. La frase finale è un'autocitazione del capitolo Marry you.
In realtà non è niente di che, l'ho scritta solo perchè avevo voglia di riprendere in mano questa parte della storia. Il linguaggio colloquiale è usato volutamente anche nelle parti discorsive.
di
Yuki Delleran
Era frustrante vivere nella consapevolezza che lui la considerasse ancora alla stregua dell’amico con cui giocare in cortile. L’amico maschio. Non che Elizaveta avesse mai assunto atteggiamenti particolarmente femminili: non strillava quando vedeva un insetto, non prendeva lezioni di danza come la maggior parte delle coetanee, si divertiva a giocare a calcio e non si vergognava minimamente ad avere a che fare con i ragazzi, anzi, se l’avessero infastidita oltremisura, non si sarebbe fatta scrupoli a picchiarli. Portava i capelli lunghi, ma costantemente legati in una coda, e prediligeva l’abbigliamento comodo con jeans e maglioncini morbidi piuttosto che abitini decorati con nastri e pizzi. Si rendeva conto che questo non contribuiva affatto ad accomunarla alle ragazze carine che bazzicavano i corridoi, ma non ci teneva nemmeno a rientrare nel gruppo di quelle galline tutte uguali che sembravano fatte con lo stampino.
L’unica a conoscenza di questi sentimenti contraddittori era l’amica Bella, una belga rotondetta e con gli occhiali che Gilbert chiamava “il brutto anatroccolo” e che nemmeno considerava, eccezion fatta per quando doveva rubarle i compiti di matematica. Forse non era un tipo appariscente, ma la sapeva lunga ed era la migliore spalla che Elizaveta potesse desiderare quando si trattava a fare comunella contro il crucco. Inoltre conosceva le sue frustrazioni e si era posta come obiettivo quello di far cadere Gilbert ai piedi della bella (a suo parere) ungherese. Già una volta, durante le vacanze estive, si era impegnata a tirare fuori da quel maschiaccio la fanciulla che si nascondeva sotto strati di felpe e ironia pungente, ma la vera svolta era giunta con l’iscrizione a scuola di un nuovo ragazzo.
«Che cosa?! » esclamò Bella strabuzzando gli occhi. «Quello nuovo ti ha chiesto di uscire? »
«Beh, che c’è di strano? Non ho nessuna malattia infettiva che tenga la gente lontana da me. » rispose Elizaveta con aria perplessa.
«E… E Gilbert? »
Questa volta la ragazza s’incupì e distolse lo sguardo dal volto dell’amica.
«Fatti suoi. »
Elizaveta però non uscì mai con quell’affascinante e molto promettente ragazzo. Il giorno dopo, infatti, si presentò da lei con un vistoso occhio nero e la scusa di un “impegno improvviso” che spostava a data da destinarsi un loro ipotetico appuntamento. La ragazza andò su tutte le furie, a maggior ragione quando si diffuse la voce che Gilbert aveva picchiato quello nuovo.
«Legittima difesa. » si giustificava l’albino con aria strafottente, pavoneggiandosi davanti alle sue ammiratrici adoranti. «Nessuno deve osare invadere il territorio del Magnifico. »
Elizaveta, giunta sul posto per protestare di quella violenza gratuita, ricevette la consueta pacca sulla spalla e un sorrisetto complice.
«Una seccatura in meno, dico bene, Héd? A proposito, nel pomeriggio abbiamo organizzato una partita di basket ma ci manca un giocatore. Conto su di te! »
E così, quello che avrebbe dovuto essere un pomeriggio romantico in cui dimostrava al mondo quanto anche lei sapesse essere carina e femminile, si trasformò in uno scapestrato gioco in compagnia del suo “peggior nemico”. Di nuovo.
Ma, ne era certa, prima o poi sarebbe riuscita a mostrare a quell’idiota che era una donna, non uno dei suoi stupidi amici ma una fanciulla da lusingare e corteggiare. Prima o poi.
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