Avete presente la fiaba di Alice nel Paese delle Meraviglie? Penso l'abbiate letta tutti, da piccoli.

Che fa la piccola Alice? Segue il coniglio nella sua tana e si ritrova catapultata nel Paese delle Meraviglie. Allo stesso modo Tsuki aveva seguito Sox, il gatto che dapprima le aveva bussato alla finestra e che poi l'aveva trascinata davanti a quell'uomo.

Non è che lo conoscesse, ma le sembrava, in qualche modo, di averlo già visto. E prima che Tsuki potesse far pe, lui era emerso dall'oscurità che gli bloccava il volto e si era mostrato.

Capelli castano-scuro, lievemente ingrigiti dall'età, alto, con poche rughe in volto e con un sorriso benevolo, si avvicinò e le tese la mano. «Ciao, io sono Ethan. Ethan Kairos. ora, riguardo a quelle due cosette...» Disse spiccio, ritirando la mano non appena Tsuki l'ebbe stretta con fare lievemente nervoso ma ammaliante. «Stamattina ti è arrivato un pacchetto? Conteneva una penna, vero?»

Ottenuta risposta affermativa, e avendo visto la ragazza che tirava fuori la penna dalla tasca, continuò, sorridendo più ampiamente. «Ecco, Tsuki. Quella è una Hollow Pen.» 

«... Una Hollow che?»

«Una Hollow Pen. Serve a modificare il passato.»

«... Cosa?» Chiese Tsuki, ora improvvisamente seria. Ma tremava. Aveva freddo, ed in pantaloni del pigiama com'era non è che fosse tanto facile proteggersi dal vento congelante.

Ed Ethan non mancò di notarlo. «Vieni, parliamo a casa mia.»

''Premuroso, il tipo'', non mancò di notare Tsuki mentre seguiva la schiena avvolta in una giacca grigia lungo il percorso per casa sua. Svoltarono un paio di volte, ma ci misero relativamente poco, rispetto al percorso. Ed una volta dentro Ethan si diresse in cucina, prendendo dal tavolo un enorme cesto d'insalata, e riprendendo a sciacquarla sotto al lavello. «Ecco, stavamo dicendo?»

In quella casa c'era calore, ma era calore estraneo. «... La Hollow Pen. Mi stava spiegando cos'era.»

«Bene. Vedi, Tsuki-chan, la Hollow Pen ha la capacità di modificare gli eventi del passato tramite interventi detti Fori. Basta tracciare un cerchio con la Pen in uno specifico luogo di cui si ha avuto un flashback e di cui si hanno a disposizione tutte le informazioni, come data, ora e luogo. Se si hanno questi due elementi allora si può intervenire e cambiare il passato... ovviamente modificando anche il presente.»

Tsuki, basita, sostava in piedi alla porta della cucina, fissandolo come se avesse visto un fantasma.

«E quel regalo, la Pen, te l'ho inviata io. L'ho avuta, in passato, ed ora io l'ho data a te. Ti ho osservato, Tsuki, sai? Ho visto che sei piuttosto lontana da tuo padre... Che non riesci a trovare il tempo per studiare dai tanti impegni che hai, a volte, e prendi brutti voti. Hai tuo fratello lontano, e lo rivorresti indietro. Quella penna può aiutarti, Tsuki... Può farti stare assieme a tuo papà, può fare in modo di darti più tempo, può far tornare tuo fratello. Fanne buon uso, Tsuki.»

Lei, paralizzata, aveva tirato fuori la Pen e la stava osservando, concentrata. Ethan si voltò lievemente, studiando l'espressione stupefatta sul volto di Tsuki.

«Prima di lasciarti andare voglio dirti ancora un paio di cose, Tsuki-chan. Con quella Pen... Io, molto tempo fa, ho salvato i miei amici.» Un momento di pausa significativo. Poi il discorso riprese, lento e calmo. «Un giorno, il giorno del mio diciassettesimo compleanno, i miei genitori sparirono, ed io mi ritrovai a vivere da solo con zio Derek. Non sapevo cos'era successo loro, ma sapevo che erano spariti da dodici anni. Era stato un pazzo, Irving Onegin, a farli sparire. Voleva vendicarsi. Ho usato molto quella Pen... Ho salvato molte vite, e ne ho rovinate, forse, altrettante. Tu forse saprai usarla meglio di me. Forse farai scelte più intelligenti. Te la dono lo stesso. La Pen dev'essere tramandata da padre a figlio... Ma come vedi io non ne ho. Tienila, te la regalo. E non esitare a venire a chiedermi consigli se non sai come procedere.»

E, con questo, il discorso era chiuso. Ethan aspettava che Tsuki lo ringraziasse e se ne andasse, contenta per il dono. Smise persino di pulire il suo futuro pranzo per lei. Ma non si aspettava, invece, sentirla parlare con voce carica di fredda schiettezza.

«Ethan Kairos? Quindi mi stai dicendo che tu, il signor Kairos, avresti salvato i tuoi cari amici dalla folle vendetta di un vecchio pazzo?

... Sciocchezze. Cose come la ''Hollow Pen'' ed i ''Fori'' non esistono. Tornatene alla realtà, e magari vattene in una casa di cura, già che ci sei. Non propinarmi più storie come questa, se vuoi che abbia un minimo di fiducia in te.»

Un'espressione a metà tra il divertito e l'irritato comparve sul viso solcato da lievi rughe di Ethan, mentre la ragazzina se ne andava sbattendo la porta. L'aria di scetticismo da lei emanata si era sparsa per tutta la casa, ed ancora aleggiava negli angoli della modesta residenza Kairos.

«... Povera sciocca.» Fu tutto ciò che il vecchio riuscì a pronunciare, prima di rimettersi a pulire le foglie d'insalata.