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Autore: isline    24/07/2006    2 recensioni
Ciao a tutti! Dopo due one-shot, mi cimento in una storia lunga venutami in mente dopo aver riletto l’Ordine della Fenice. Dopo 15 anni tormentati ricordi tornano ad affollare le notti di Harry e persone e luoghi amati ripopolano la sua vita un po’ spenta. Buona lettura a tutti! Se riceverò recensioni (buone o cattive, ma soprattutto costruttive) continuerò a pubblicare e scrivere (per ora sono ferma al capitolo 13). Grazie in anticipo a tutti! N.B. La ff in questione non tiene conto degli avvenimenti del VI libro.
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

Capitolo 4

 

 

 

Di nuovo a Hogwarts

 

 

Quando Harry arrivò a scuola decise che la cosa più logica ed educata da fare era andare per prima cosa dalla preside. Tuttavia, passando davanti al capanno di Hagrid, non resistette alla tentazione di andare a bussargli. Sembrava rimasto tutto congelato nel tempo: notò però con rammarico che non c’era più Thor ad alitargli addosso. Dopo aver bussato alla pesante porta di legno, gli venne in mente che però il guardiacaccia poteva anche non esserci: un tramestio all’interno lo rincuorò subito.

Non vedeva Hagrid da quasi un anno, quando l’aveva incontrato per caso a Diagon Alley. Faceva da tenera guida ad un ragazzino magrolino e spaurito dai capelli spettinati e rossi: era il piccolo Arthur, il figlio primogenito di Charlie (che come tutti i Weasley era stato molto prolifico). La porta si aprì con un cigolio asciutto e un po’ sinistro, e il faccione di Hagrid apparve bonario.

- Harry!- gridò con gioia e lo strinse a sé con un abbraccio brusco, ma affettuosissimo. Harry pensò che, se non lo avesse lasciato, sarebbe soffocato, ma Hagrid, per sua fortuna, lo lasciò.

- Come mai sei qui? Nostalgia della scuola?-

- Eh sì! Questo è l’unico posto dove mi sento sereno. Avevo voglia di tornarci e una vacanza inaspettata e la bontà della McGranitt mi hanno permesso di tornare.- rispose Harry – Anzi, penso che sia il caso che le vada a porgere i miei i ossequi: non la vedo da un secolo!-

Hagrid parve un po’ deluso dal fatto che il suo amico se ne stesse già andando, ma trovò prontamente una soluzione.

- Ti accompagno!- disse.

Arrivarono velocemente davanti allo studio della preside. Hagrid si fermò un attimo davanti al gargoyle e disse: – Giratempo!-.

 

*

 

Harry si ricordò con un tuffo le bizzarre parole d’ordine di Silente: “ape frizzola”, “caccabombe”… di certo c’era stato un cambiamento dalla nomina della nuova preside.

Ricordava il giorno in cui il Cappello Parlante aveva vaticinato il nome della nuova preside. Era uno dei giorni più lugubri della storia della magia. La gioia per la morte di Voldemort pervadeva le strade di ogni singola città nella quale fossero insediati dei maghi, ma la scomparsa di Silente aveva comunque colpito tutti nel profondo. La McGranitt l’aveva sostituito anche nel periodo di malattia poiché era stata designata dal preside stesso come suo sostituto. Ora però che la sua scomparsa dal mondo della magia e purtroppo dalla vita di tutti loro non era più temporanea, andava nominato ad Hogwarts il nuovo e definitivo preside.

Come stabilito dalla tradizione che a lungo regnava nella scuola, il Cappello Parlante avrebbe dovuto designarne uno, scegliendolo fra i professori presidenti delle case. A Silente successe allora ufficialmente la McGranitt.

Per molti dei ragazzi che frequentavano la scuola, quel risultato era sembrato scontato, ma in realtà non era così. Tutti però accettarono la decisione del Cappello Parlante, perché sapevano essere insindacabile e perché la sua saggezza proveniva direttamente, attraverso i secoli, dai fondatori di Hogwarts.

La cerimonia di insediamento fu solenne e Harry non vide mai più una tale commozione così tangibile.

La McGranitt risplendeva di un’autorità forte e consapevole, ma la sua aria severa era stemperata da un’emozione intensa e palpabile. Il cielo stellato della Sala Grande, alla sentenza del Cappello Parlante, iniziò a vorticare: una musica celeste si fece udire, la musica del tempo e della saggezza delle stelle li sommerse. Il turbinio di luce e suoni calò sulla McGranitt inondandola: il nuovo preside era ora investito della magia di tutto il mondo magico. Harry da allora non riuscì più a vederla con gli stessi occhi.

Quando cercò di commentare quella meravigliosa cerimonia con gli altri, restò di sasso: scoprì essere l’unico ad aver udito tutta quell’energia di stelle e pianeti. Hermione lo guardò sbigottita e gli disse che nella storia di Hogwarts si diceva che solo coloro che erano destinati a diventare Presidi o persone di grande rilevanza e portata morale fossero in grado di sentirla. Harry di fronte a tutto ciò si sentì molto inadeguato, ma presto se ne scordò. Solo ora gli era tornato in mente con un sorriso.

 

*

 

Il gargoyle si scostò, la parete si spalancò e apparve la scala mobile in pietra. Per Harry era la prima volta che la saliva senza avere la tensione che gli correva per lo stomaco. Era ansioso, questo sì, ma per fortuna non aveva niente di cui preoccuparsi.

Lo studio era rimasto pressoché lo stesso, carico di gingilli magici di vario genere (e molti per Harry dall’utilizzo ancora ignoto). Notò con un piacere che però gli velava gli occhi, un nuovo quadro tra quelli che decoravano le pareti in onore dei presidi famosi: Silente, dall’alto della sua imponente cornice argentata, gli elargì un sorriso dolce e profondo. Era così incantato a guardarlo che si smarrì per un attimo: la voce di Hagrid lo scosse.

- Preside, guardi chi le ho portato!-

La McGranitt si distese anche lei in un dolce e delicato sorriso.

- Signor Potter! La aspettavo! Sono stata presa un po’ dall’ansia quando la professoressa Granger mi ha avvertito della sua indisposizione. Ora sta bene, vedo.-

- Sì, per fortuna sì- rispose laconicamente Harry, non voleva approfondire ulteriormente quell’argomento oscuro. Probabilmente del reso i suoi timori più riposti erano infondati ed Hermione aveva ragione. Sulla questione, comunque, avrebbe indagato in seguito. – La ringrazio molto per la sua disponibilità, Preside. Io so che è una cosa inconsueta, ma sono felice di essere di nuovo ospite qui…-

- Non è insolito, è al di fuori di ogni regola della scuola! Nessuno può soggiornare qui!- Hermione era entrata silenziosamente e con fare cipiglioso aveva preso a parlare: non aveva un tono di voce particolarmente aspro, ma era molto dura.

- Oh, ma Harry sarà momentaneamente un nostro docente supplementare- disse la preside ed ad Harry spuntò un sorriso incredulo e riconoscente. – Non solo può aiutarci per l’orientamento del quinto anno (la sua carriera di Auror è un buon esempio per tutti), ma potrebbe aiutarci a sostituire momentaneamente la nostra nuova docente di volo: una felce maculata, scappata dalla serra di erbologia, l’ha colpita alla caviglia. Ci vorrà un po’ prima che torni ad essere perfettamente in grado di volare.- Spiegò ad Harry.

- Ma, Minerva,,,-

- Oh, andiamo Hermione! Metti da parte i tuoi dissapori personali! Ritengo che Harry sia la persona migliore per insegnare a volare.-

Harry strinse grato la mano alla professoressa McGranitt, ma rimase un po’ interdetto: non si aspettava un impegno così. Non sapeva se sarebbe stato in grado, e poi non se la sentiva di usare la sua autorità di professore con dei ragazzini che, di sicuro, erano pronti ad infrangere con entusiasmo ogni regola. Lo fece sorridere, poi, il fatto che Hermione si rivolgesse con tanta confidenza alla preside: per lui la McGranitt era sempre e incontestabilmente su di un piedistallo irraggiungibile.

Hermione se ne andò, dopo aver sussurrato le sue scuse. Hagrid, che era stato in disparte sino ad allora, si scosse e pose la sua mano sulla spalla di Harry.

- Lo accompagno agli alloggi degli insegnanti-

- Sì Hagrid, grazie. Ah Harry, ti voglio a cena con noi puntuale. Ti presenterò agli studenti, anche se sono sicura che la voce per allora si sarà sparsa con la dovuta velocità.-

Uscendo Harry percepì lo sguardo di Silente che lo seguiva e alle sue spalle sentiva ancora sorridergli.

Gli alloggi dei professori gli si aprirono come un misterioso scrigno segreto. Qualche visita vietatissima e furtiva l’aveva fatta, ma ora era tutto diverso. Gli sembrava che tutto luccicasse d’oro: non pensava che avrebbe avuto quell’opportunità lì.

Quando ebbe finito di sistemarsi era praticamente già ora di cena: avrebbe voluto riuscire a palare con Hermione prima del pasto, ma sembrava essersi eclissata fra i suoi impegni e le sue lezioni. La Sala Grande mostrava fiera un cielo grumoso e grondante di pioggia. I quattro lunghi tavoli che si estendevano nella sala erano già gremitissimi e tutti gli occhi presenti lì gli erano puntati contro. Fece finta di nulla, abbozzando un sorriso, e raggiunse a passo svelto il tavolo degli insegnanti: da lì tutto sembrava così diverso…Notò con piacere che i Grifondoro avevano vinto la coppa delle case l’anno precedente e gli stendardi color granata decoravano la sala più luminosa che mai.

Non aveva mai pensato a come la prospettiva si potesse ribaltare da lì. I ragazzi erano un unico brulicante chiacchiericcio indistinto.

La McGranitt gli aveva riservato un posto accanto a lei e gli sorrise benevola, mentre si accomodava. Batté le mani e attirò l’attenzione di tutti i presenti, come per incanto. Tutti sapevano perfettamente cosa stava per annunciare loro, e forse per questo la fibrillazione crebbe.

- Il signor Potter- lo indicò con un morbido gesto della mano – è venuto qui a trovarci- si alzò un brusio – Sarà il vostro professore di volo per un breve periodo.-

L’eccitazione generale si fece molto forte, ma la McGranitt la smorzò perentoria con il suo fare severo. La cena ebbe inizio. Anche i professori, molti dei quali erano nuovi, erano molto curiosi e lo investirono, se pur con delicatezza, di mille domande. La compagnia non fu affatto spiacevole e il pasto fu ottimo. Hermione alla fine gli sfuggì di nuovo e Harry si rassegnò a ritirarsi nel suo alloggio per studiare il suo orario di lezione e il programma che avrebbe applicato. Su quest’ultimo infatti era piuttosto incerto…in realtà non sapeva da dove iniziare. La stanchezza ebbe però la meglio su i suoi dubbi: con immenso sollievo scoprì, poi, la mattina dopo, di aver avuto un sonno profondo e ristoratore, senza sogni.

 

 

 

 

DarthSteo: Grazie mille! Non è una Harry/Hermione, mi spiace…ma forse nel passato… qualcosa…nulla!! Non voglio rivelare nulla! Andando avanti scoprirai come sono andate le cose…

 

Arc: Ti ringrazio molto! Purtroppo/per fortuna parto per una settimana di vacanza ma prometto posterò il 3 agosto. Ti aspetto puntuale!

 

VallyBeffy: Il protagonista di questa ff non è Neville, ma cmq è un personaggio che apprezzo molto e che secondo me avrà un ruolo importante nell’ultimo libro. Per ora è solo scomparso momentaneamente di scena…tornerà! In effetti ho pensato a quegli investigatori privati dei vecchi gialli che si trovano improvvisamente tra le mani una storia troppo grande per loro e che vivono ricordando un bel tempo che forse non gli è mai appartenuto veramente…

  
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