Capitolo
4
Di nuovo a Hogwarts
Quando
Harry arrivò a scuola decise
che la cosa più logica ed educata da fare era andare per prima cosa dalla
preside. Tuttavia, passando davanti al capanno di Hagrid,
non resistette alla tentazione di andare a bussargli. Sembrava rimasto tutto
congelato nel tempo: notò però con rammarico che non c’era più Thor ad alitargli addosso. Dopo aver bussato alla pesante
porta di legno, gli venne in mente che però il guardiacaccia poteva anche non
esserci: un tramestio all’interno lo rincuorò subito.
Non
vedeva Hagrid da quasi un anno, quando l’aveva
incontrato per caso a Diagon Alley.
Faceva da tenera guida ad un ragazzino magrolino e spaurito dai capelli
spettinati e rossi: era il piccolo Arthur, il figlio
primogenito di Charlie (che come tutti i Weasley era stato molto prolifico). La porta si aprì con un
cigolio asciutto e un po’ sinistro, e il faccione di Hagrid
apparve bonario.
- Harry!- gridò con gioia e lo strinse a sé con un abbraccio brusco, ma affettuosissimo. Harry
pensò che, se non lo avesse lasciato, sarebbe soffocato, ma
Hagrid, per sua fortuna, lo lasciò.
-
Come mai sei qui? Nostalgia della scuola?-
-
Eh sì! Questo è l’unico posto dove mi sento sereno. Avevo voglia di tornarci e
una vacanza inaspettata e la bontà della McGranitt mi
hanno permesso di tornare.- rispose Harry – Anzi, penso che sia il caso che le vada a porgere i miei
i ossequi: non la vedo da un secolo!-
Hagrid
parve un po’ deluso dal fatto che il suo amico se ne stesse già andando, ma
trovò prontamente una soluzione.
-
Ti accompagno!- disse.
Arrivarono
velocemente davanti allo studio della preside. Hagrid
si fermò un attimo davanti al gargoyle e disse: – Giratempo!-.
*
Harry
si ricordò con un tuffo le bizzarre parole d’ordine di Silente: “ape frizzola”, “caccabombe”… di certo c’era stato un cambiamento dalla
nomina della nuova preside.
Ricordava
il giorno in cui il Cappello Parlante aveva vaticinato il nome della nuova
preside. Era uno dei giorni più lugubri della storia della
magia. La gioia per la morte di Voldemort pervadeva
le strade di ogni singola città nella quale fossero
insediati dei maghi, ma la scomparsa di Silente aveva comunque colpito tutti
nel profondo.
Come
stabilito dalla tradizione che a lungo regnava nella scuola, il Cappello
Parlante avrebbe dovuto designarne uno, scegliendolo fra i professori
presidenti delle case. A Silente successe allora ufficialmente
Per
molti dei ragazzi che frequentavano la scuola, quel risultato era sembrato
scontato, ma in realtà non era così. Tutti però accettarono la decisione del
Cappello Parlante, perché sapevano essere insindacabile e perché la sua
saggezza proveniva direttamente, attraverso i secoli, dai fondatori di Hogwarts.
La
cerimonia di insediamento fu solenne e Harry non vide mai più una tale commozione così tangibile.
Quando
cercò di commentare quella meravigliosa cerimonia con gli altri, restò di
sasso: scoprì essere l’unico ad aver udito tutta quell’energia
di stelle e pianeti. Hermione lo guardò sbigottita e
gli disse che nella storia di Hogwarts
si diceva che solo coloro che erano destinati a diventare Presidi o persone di
grande rilevanza e portata morale fossero in grado di sentirla. Harry di fronte a tutto ciò si sentì molto inadeguato, ma
presto se ne scordò. Solo ora gli era tornato in mente
con un sorriso.
*
Il gargoyle si scostò, la parete si spalancò e apparve la
scala mobile in pietra. Per Harry era la prima volta che
la saliva senza avere la tensione che gli correva per lo stomaco. Era ansioso,
questo sì, ma per fortuna non aveva niente di cui preoccuparsi.
Lo
studio era rimasto pressoché lo stesso, carico di gingilli magici di vario
genere (e molti per Harry dall’utilizzo ancora
ignoto). Notò con un piacere che però gli velava gli
occhi, un nuovo quadro tra quelli che decoravano le pareti in onore dei presidi
famosi: Silente, dall’alto della sua imponente cornice argentata, gli elargì un
sorriso dolce e profondo. Era così incantato a guardarlo che si smarrì per un attimo: la voce di Hagrid
lo scosse.
-
Preside, guardi chi le ho portato!-
-
Signor Potter! La aspettavo! Sono stata presa un po’
dall’ansia quando la professoressa Granger
mi ha avvertito della sua indisposizione. Ora sta bene, vedo.-
- Sì, per fortuna sì- rispose laconicamente Harry, non voleva approfondire ulteriormente quell’argomento oscuro. Probabilmente del reso i suoi timori più riposti erano infondati ed Hermione aveva ragione. Sulla questione, comunque,
avrebbe indagato in seguito. – La ringrazio molto per la sua disponibilità,
Preside. Io so che è una cosa inconsueta, ma sono felice di essere di nuovo
ospite qui…-
-
Non è insolito, è al di fuori di ogni regola della
scuola! Nessuno può soggiornare qui!- Hermione era
entrata silenziosamente e con fare cipiglioso aveva
preso a parlare: non aveva un tono di voce particolarmente aspro, ma era molto
dura.
- Oh, ma Harry sarà momentaneamente
un nostro docente supplementare- disse la preside ed ad Harry
spuntò un sorriso incredulo e riconoscente. – Non solo può aiutarci per
l’orientamento del quinto anno (la sua carriera di Auror è un buon esempio per tutti), ma potrebbe aiutarci a
sostituire momentaneamente la nostra nuova docente di volo: una felce maculata,
scappata dalla serra di erbologia, l’ha colpita alla
caviglia. Ci vorrà un po’ prima che torni ad essere perfettamente in grado di
volare.- Spiegò ad Harry.
-
Ma, Minerva,,,-
-
Oh, andiamo Hermione! Metti da parte i tuoi dissapori
personali! Ritengo che Harry sia la persona migliore
per insegnare a volare.-
Harry
strinse grato la mano alla professoressa McGranitt,
ma rimase un po’ interdetto: non si aspettava un impegno così. Non sapeva se
sarebbe stato in grado, e poi non se la sentiva di usare la sua autorità di
professore con dei ragazzini che, di sicuro, erano pronti ad infrangere con
entusiasmo ogni regola. Lo fece sorridere, poi, il fatto che Hermione si rivolgesse con tanta confidenza alla preside:
per lui
Hermione
se ne andò, dopo aver sussurrato le sue scuse. Hagrid, che era stato in disparte sino ad
allora, si scosse e pose la sua mano sulla spalla di Harry.
-
Lo accompagno agli alloggi degli insegnanti-
-
Sì Hagrid, grazie. Ah Harry,
ti voglio a cena con noi puntuale. Ti presenterò agli studenti, anche se sono
sicura che la voce per allora si sarà sparsa con la dovuta velocità.-
Uscendo
Harry percepì lo sguardo di Silente che lo seguiva e
alle sue spalle sentiva ancora sorridergli.
Gli
alloggi dei professori gli si aprirono come un misterioso scrigno segreto.
Qualche visita vietatissima e furtiva l’aveva fatta,
ma ora era tutto diverso. Gli sembrava che tutto luccicasse d’oro: non pensava
che avrebbe avuto quell’opportunità lì.
Quando
ebbe finito di sistemarsi era praticamente già ora di
cena: avrebbe voluto riuscire a palare con Hermione
prima del pasto, ma sembrava essersi eclissata fra i suoi impegni e le sue
lezioni.
Non
aveva mai pensato a come la prospettiva si potesse ribaltare da lì. I ragazzi
erano un unico brulicante chiacchiericcio indistinto.
-
Il signor Potter- lo indicò con un morbido gesto
della mano – è venuto qui a trovarci- si alzò un
brusio – Sarà il vostro professore di volo per un breve periodo.-
L’eccitazione
generale si fece molto forte, ma
DarthSteo:
Grazie mille! Non è una Harry/Hermione, mi spiace…ma forse nel passato… qualcosa…nulla!! Non
voglio rivelare nulla! Andando avanti scoprirai come sono andate
le cose…
Arc: Ti
ringrazio molto! Purtroppo/per fortuna parto per una settimana di vacanza ma prometto posterò il 3 agosto. Ti aspetto
puntuale!
VallyBeffy: Il protagonista di questa ff non è Neville, ma cmq è un personaggio
che apprezzo molto e che secondo me avrà un ruolo importante nell’ultimo libro.
Per ora è solo scomparso momentaneamente di scena…tornerà! In
effetti ho pensato a quegli investigatori privati dei vecchi gialli che
si trovano improvvisamente tra le mani una storia troppo grande per loro e che
vivono ricordando un bel tempo che forse non gli è mai appartenuto veramente…