Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: StarfireE    04/12/2011    23 recensioni
Charlie, diciasettenne britannica, costretta a muoversi e a viaggiare sempre a causa del lavoro della madre.
Un maschiaccio nel vestiario, nessuno ha mai notato che dietro quella stoffa, si nasconde una ragazza con una grande passione e un gran talento per la danza.
Arrivata nel nuovo paese, avrà dei problemi con i bulli della scuola.
***
Charlie raccolse una matita che era finita sul pavimento, ma quando si rialzò si trovò davanti Liam che l’osservava a braccia incrociate.
Solo allora notò che indossavano la stessa giacca.
La ragazza lo guardò spaventata, e il biondo l’afferrò alzandola da terra.
-Ci vediamo fuori.- sussurrò, facendola poi cadere e allontanandosi con il resto del gruppo.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Dopo 17 anni, passati a viaggiare da una parte all’altra del mondo, Charlie era arrivata ad un’unica conclusione: era una sfigata.
Restava sempre sulle sue, era intelligente e diceva la propria ogni volta che poteva, ma nessuno l’aveva mai notata davvero.
Forse perché spesso, veniva scambiata per ciò che non era a causa del suo abbigliamento.
Charlie aveva uno stile piuttosto particolare.
Indossava sempre magliette molto più grandi della sua taglia e i pantaloni non erano da meno. Non lo faceva perché era con qualche chilo di troppo, anzi, forse era perfino troppo magra per la sua età.
Semplicemente non gli importava di ciò che potesse pensare di lei la gente quando passava per strada, il suo aspetto fisico non rispecchiava in realtà ciò che era.
Gli occhi erano azzurro scuro e aveva i capelli lunghi e castani, perché sua mamma le aveva severamente proibito di tagliarli, ma li odiava con tutta se stessa, per questo li raccoglieva sempre dentro a una berretta, o un cappello, oppure le bastava anche solo il cappuccio della felpa.
Suo padre le aveva abbandonate quando lei aveva solo tre anni, e da quando l’aveva visto uscire di casa con le valige aveva capito che sarebbe mai più tornato.
E così fu.
Non si fece mai più sentire o rintracciare, lasciò lei e sua madre inondate di debiti, talmente tanto che dovettero chiedere un prestito per riuscire ad arrivare alla fine del mese.
Fortunatamente la fortuna era girata, e sua mamma aveva trovato lavoro come avvocato.
Questo però provocò un continuo trasferimento da un posto all’altro, senza mai fermarsi un attimo.
Non era riuscita a farsi degli amici, ma non le importava molto.
Si sentiva spesso sola doveva ammetterlo, dato che aveva anche un pessimo rapporto con la madre, ma con il passare degli anni era riuscita a sopportarlo.
Charlie si sfogava con un’unica cosa: la danza.
Era la sua passione, fin da quando aveva mosso i suoi primi passi, li aveva trasformati in coreografie.
Ogni volta che arrivava in un posto nuovo, cercava sempre una scuola di danza.
Veniva subito accettata senza problemi, perché aveva un grande talento.
Questo sarebbe stato l’ultimo anno, poi sarebbe andata al college e sua mamma le aveva promesso che sarebbero restate lì, fino a che non si sarebbe diplomata.
Ormai, erano in quella cittadinella del sud dell’Inghilterra da tre settimane.
Wolverhampton.
Ventuno giorni, e già la odiava.
Odiava le persone, odiava le strade, perfino i piccioni per strada le provocavano fastidio.
Ma più di tutto, odiava la scuola.
Le materie, gli insegnanti, gli alunni.
Non salvava nessuno, e pregava che l’anno finisse il più presto possibile per andarsene per sempre da tutto quello schifo.
Quella mattina di ottobre era iniziata come tutte le altre.
Charlie era seduta in metropolitana, aspettando paziente la sua fermata.
Si sistemò l’ipod nelle orecchie, e accese la musica al massimo fino a non sentire più niente.
Quando finalmente arrivò a destinazione, si incamminò lenta fino all’entrata dell’edificio, dove si diresse immediatamente per appoggiare i libri.
La sua attenzione venne subito catturata da un gruppetto di ragazze vicino a lei che commentavano civettuole.
-Oh mio Dio, eccoli, quanto sono fighi.-
-Cazzo, cosa darei per stare con loro.-
La ragazza sospirò, ma non ci fece caso tornando al suo armadietto.
Stavano passando i “famosi cinque”.
Erano i classici bulli che girano in tutte le scuole.
Tutti figli di papà, tutti di bell’aspetto, tutti bastardi.
Trattavano male chiunque avessero voglia, pestavano senza problemi chi gli dava fastidio.
Ovvio, questa regola non valeva per le ragazze, erano dei vermi, ma non fino a questo punto.
Le donne erano degli oggetti per loro, ne avevano quante volevano solo schioccando le dita.
E tutte avrebbero voluto perdere la verginità, andare a letto, o perfino essere violentante da almeno uno di quel gruppo, se non da tutti.
Il più gettonato tra le alunne, sicuramente era Harry Styles.
Un riccio dagli occhi verde chiaro, il più piccolo dei cinque.
Il più vecchio invece era un certo Louis Tomlinson.
Aveva due o tre anni in più, infatti era stato bocciato più volte, ma ciò non gli impediva di non sentirsi superiore agli altri.
Poi c’era Zayn Malik.
Moro, occhi scuri, il più vanitoso e sicuro di sé.
Non aveva problemi ad avvicinare qualcuna, non aveva mai ricevuto un no in tutta la sua vita e questa cosa gli aveva donato grande sicurezza.
Il nuovo arrivato era Niall Horan.
Un biondino d’origini irlandesi, trasferitosi lì da qualche mese, grazie al padre che era un famoso produttore discografico, i quattro l’avevano subito accettato.
Infine c’era il capo del gruppo.
Il più stronzo tra gli stronzi, Liam Payne.
Incredibilmente forte, si notava che passava spesso il suo tempo libero in palestra, dopo uscire con le ragazze, ovvio.
Passavano sicuri tra i corridoi, quando il capo bloccò gli altri indicando Charlie.
Quel ragazzino gli stava cominciando a dare fastidio fin dal primo giorno, e oggi era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
 
 
Charlie raccolse una matita che era finita sul pavimento, ma quando si rialzò si trovò davanti Liam che l’osservava a braccia incrociate.
Solo allora notò che indossavano la stessa giacca.
La ragazza lo guardò spaventata, e il biondo l’afferrò alzandola da terra.
-Ci vediamo fuori.- sussurrò, facendola poi cadere e allontanandosi con il resto del gruppo.
Si alzò, mentre tutti ancora la stavano fissando a causa della scena appena avvenuta.
Si pulì i pantaloni e si avviò velocemente in classe.
Quello era un pazzo, ne era sicura.
Ma infondo non era preoccupata per quello che le aveva detto, conosceva i tipi come lui, erano tutto fumo e niente arrosto.
Si sedette al banco, e aprì il libro di fisica, cercando di cancellare quella brutta scena appena avvenuta.
Nessuno si avvicinò a chiederle come stava, a nessuno importava, e probabilmente anche i suoi compagni di classe l’avevano scambiata per un ragazzo.
Wolverhampton gli stava causando solo problemi.
 
Quando suonò la campanella dell’ultima ora, Charlie si affrettò ad uscire dalla scuola.
La strada era ancora deserta, e la ragazza cominciò ad avviarsi verso la metropolitana tranquilla.
Qualcuno l’afferrò per il braccio, bloccandola.
-Dove credi di andare bello? Hai sentito il mio amico, voleva vederti.-
Zayn la costrinse a guardarlo in faccia.
-Lasciami andare.- mormorò cercandosi di liberarsi dalla presa.
-Sì Zayn, lascialo andare. Ora ci penso io.-
Il moro la fece cadere sull’asfalto duro e freddo.
Liam si avvicinò a lei, e la tirò su per la felpa per poi sbatterla contro il muro.
Harry e Louis afferrarono ognuno un braccio, impedendole di scappare.
-Cosa vuoi?- chiese piano la ragazza, digrignando i denti.
-Solamente che tu non mi stia più tra i piedi amico.-
-Io non ti ho fatto niente.-
-Questo lo chiami niente?-
Chiese sarcastico il biondo indicando il giaccone.
La ragazza non fece in tempo a controbattere, che Liam le tirò un pugno dritto allo stomaco.
I due la mollarono e la ragazza si accasciò a terra urlando di dolore.
Il biondo si chinò di fianco a lei, per poi sputarle dritto in faccia.
-Forse così la smetterai di darmi fastidio, sfigato.- sussurrò piano.
Poi s’alzò, allontanandosi con gli altri mentre si accendeva una sigaretta.
Charlie era ancora accasciata a terra, la milza le faceva male e anche la spalla aveva iniziato a pulsarle.
Con fatica riuscì a sollevarsi per poi afferrare lo zaino e dirigersi verso casa.
Quello doveva essere uno psicopatico.
L’aveva aggredita per uno stupido giaccone! Ma chi cazzo si credeva di essere?!
Poi si ricordò di una cosa: probabilmente l’avevano scambiata per un maschio.
Si gettò violentemente a pancia giù nel letto, non appena varcò la soglia.
Pessima idea, visto che si piegò in due dal male.
In quel momento si chiese cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto questo.
E pianse, pianse quelle lacrime che aveva trattenuto per ben diciassette anni.

 
   
 
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: StarfireE