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Autore: Padfoot_07    07/12/2011    3 recensioni
La storia di un nuovo personaggio, oltre a quelli che conosciamo. Post BD. Il suo nome: EJ Cullen.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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EJ POV

Ero nei guai! Quel ragazzo del cavolo, quel Jacob, mi aveva letteralmente trascinato di peso indietro alla casa. Lui e quegl’altri due spuntati dal nulla.

Non avevo potuto oppormi.

Contro uno, magari anche due, avrei potuto farcela. Ma mi avevano incastrato trovandosi in netta maggioranza.

Probabilmente il destino si era accanito contro di me, e qualunque cosa facessi, sentivo che non ci sarebbe mai stato un limite al peggio. Non bastava lo shock d’essere riuscito a fare quello che aspettavo da anni, non bastava la rabbia che mi era bruciata dentro , inaspattata e rancorosa, quando avevo incrociato i due miei “parenti biologici”, e non bastava nemmeno che mi crogiolassi nei sensi di colpa per quanto stavo facendo preoccupare mia zia; ci mancava anche un tizio mutaforma che pareva incaricato dal mio sadico destino, a rigettarmi nel tormento alla presenza di quelle persone, quei Cullen.

Mi scrollai con vemenza di dosso le braccia dei tre ragazzi. Con mia sopresa non si opposero e mi mollarono.

La rabbia si congelò in me, però, nel momento in cui mi accorsi di una presenza inaspettata, ne sentii l’odore ancora prima di vederla.

Mia zia Tanya mi fissava sconvolta, con gl’occhi spaventati. Era stravolta.

Non potei fare a meno di sentirmi malissimo. Mi resi conto che la colpa era la mia se si trovava in quello stato. Doveva essere un colpo tremendo per lei, non solo la mia fuga da casa, ma anche l’aver scoperto ciò che l’aveva causata. Me ne vergognai enormemente.

Vedermi lì con i Cullen, doveva farla soffrire, e mi sentii un ingrato.

Cosa diamine mi era passato per la mente di andare a cercare le persone che se n’erano fregate di me?

Non ne valeva la pena. Non se il prezzo era fare del male a chi invece mi aveva accolto ed amato.

Abbassai lo sguardo, dimentico della presenza delle altre nove persone stipate sulla veranda della casa, incapace di sostenere lo sguardo di zia Tanya.

“Tesoro, vieni avanti” sentii mia zia rivolgersi a me.

Alzai di scatto lo sguardo. Non erano parole adirate o di rimprovero le sue. La guardai stranito, incredulo.

Avvertii un'altra cosa inaspettata. Un ringhio. Un basso e feroce verso, simile ad un rantolo, per il retrogusto sofferente che ne percepivo.

Proveniva da una donna, la vampira che stava giusto al lato del ragazzo dai capelli di bronzo che mi aveva bloccato sul vialetto di casa. Alta e flessuosa, senza dubbio bellissima anche per gli standard vampirici, con lunghi capelli scuri. Il viso mi colpì però molto più del resto, era la visione più stupefacente e straziante immaginabile.

Per un secondo mi smarrii. Sentii come se il respiro mi fosse tenuto bloccato in un riflesso involontario. Mi resi conto della stretta alla bocca dello stomaco che mi dava il guardarla. Nell’istante in cui avevo incrociato i suoi occhi, l’aria notturna pareva essersi sospesa, un filo diretto univa i nostri sguardi, mentre persino la natura stava muta intorno a noi.

Era una sensazione strana, come tornare a casa. Sentivo qualcosa sciogliersi dentro di me, ed era una sensazione piacevole quanto dolorosa.

Il dolore che pervadeva ogni tratto di quel bel viso, risvegliava lo stesso, come un eco, in me.

“Eddie” la voce di zia Tanya spezzò l’incantesimo. E il mio sguardo scattò nella sua direzione. Aveva notato la direzione che aveva seguito i miei occhi, e ne pareva preoccupata.

Mi sentivo confuso. Dentro di me c’erano troppe nuove sensazioni, nuove o vecchie tornate a galla.

Non ne ero certo.

“Amore andiamo via” mi tese la mano. La mano di mia zia era tesa, un muto invito ad accettarla, un ancora di salvezza per fuggire via da quella confusione.

Mi ero già sporto verso di lei, quando il ragazzo che avevo conosciuto prima, mi sbarrò la strada, lo sguardo rivolto a zia Tanya.

“No, tu non vai da nessuna parte”gridò. Non potevo vederlo, ma la voce era palesemente pregna di rabbia.

Agii d’istinto e con una spallata spostai il ragazzo da mia zia.

“Edward” gemette la donna mora scattando al suo fianco. Edward?

Mi parai davanti a mia zia mostrando i denti. Calcolavo in fretta le nostre possibilità di fuga, ma erano davvero scarse.

“Stò bene Bella, tranquilla” mormorò il ragazzo “Tanya” chiamò controllando la voce, benchè la rabbia ribollisse ancora sotto la superficie “non vogliamo farvi del male, ma non intendo permettere che vi allontaniate senza prima dirci cosa sta succedendo!” sbottò.

Il silenzio seguì quelle parole. Mia zia mi fissava tormentata.

Edward puntò gli occhi nei miei “E’ lui?” la domanda era per mia zia, ma lui fissava me . “Tanya… “ripetè serrando gli occhi, le mascelle contratte “E’ LUI??” e stavolta non si curò di moderare i toni

“E’ IL NOSTRO EJ?”

Allora mi avevano riconosciuto? Ma cosa significava la loro reazione. Cosa ha il diritto di provare una famiglia che ti ha abbandonato?

EJ… era così che mi avevano chiamato? Era una sensazione stranissima, una parte di me riconosceva quel nome come il mio, anche se mi era estraneo.

Sentivo lo sguardo addosso di tutti, mentre guardavano da me a mia zia. Io osservavo lei, in cerca di muto soccorso.

Improvvisamente, mentre mi osservava, qualcosa cambiò in mia zia Tanya, vidi il tormento divenire risoluzione. Che avesse trovato il modo di andare via…?

“Beh, VOSTRO non so dirti, caro Edward” gli rispose piccata “sai meglio di me che la vera famiglia è quella che ti alleva, non per forza quella che ti genera” si voltò verso di me e mi si accostò fino a sfiorarmi la spalla destra con una mano “Eddie…”sottolineò il mio nome, il soprannome che lei mi aveva dato “E’mio figlio. A tutti gli effetti”

Vidi tutti i presenti sbarrare gli occhi, sconcertati.

Bella POV

Colpita e affondata. Sentivo un fischio sordo nelle orecchie. Non potevo svenire, ma ne sentivo lo smarrimento.

Cosa c’entrava Tanya? Cosa significava che era come un figlio per lei?

EJ era vivo, e mi era stato sottratto.

Ed era stata prorpio lei, proprio una di coloro che consideravamo amici. Ci aveva traditi. Mi aveva tolto mio figlio. Parte del mio cuore. Ora il bambino a cui avevo pensato ogni ora, ogni minuto, della sua assenza, era lì, era vivo. Non posso descrivere quella gioia profonda nel sapere che mio figlio non era scomparso, che potevo riabbracciarlo, che potevo toccarlo, guardare avidamente il suo viso. Ma insieme alla gioia più grande, la rabbia più grande. Quel nuovo sentimento mi lambiva ad ondate, accecandomi e focalizzando la mia attenzione solo sulla mia preda: Tanya.

Angolo dell’autrice:

salve!! Scusate il ritardo, ho studiato molto questo finesettimana

In realtà questo capitolo è solo una parte di quello abbozato a mano, ma ho pensato di postarlo per non protrarre l’attesa eccessivamente, nei prossimi giorni aggiungerò il resto. State tranquilli, Bella non sbranerà Tanya, deve ancora dare mooooooooooolte spiegazioni ai nostri Cullen. Vi anticipo solo un pezzettino

POV Renesmee ;) :

[-EJ- pensai intensamente il suo nome, come per riempirmi la mente della consapevoleza della sua reale esistenza. I suoi occhi verdissimi scattarono nei miei. Sobbalzai sotto il suo sguardo allibito.

“Come?” chiese. Mi aveva… aveva… aveva sentito i miei pensieri? Senza che nemmeno lo toccassi…

Stare lì alla sua presenza mi dava una sensazione stranissima. Volevo essere felice di averlo lì, lo volevo con tutta me stessa. Ma non ero capace di rendere le cose facili. Sentivo un rifiuto, la consapevolezza della lontananza che era tra me e lui. Perché ero così dannatamente egoista e capricciosa?

La situazione peggiore non era certo la mia. Avrei perso quell’occasione per un’infantilismo del genere? La mia mente ne era cosciente, ma non riuscivo a superarlo.

Non sapevo accettarlo.]

  
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