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Autore: Roberta e Chery    07/12/2011    1 recensioni
Conoscete i Gemelli Diversi? Bene, questa è la storia di una loro canzone:
Mary.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tonfo e il corpo di mio padre per terra furono le ultime cose che vidi e sentii. E poi i sensi mi abbandonarono.
Quando aprii gli occhi tutto era confuso, nulla era al suo posto.
La testa mi girava vertiginosamente e il corpo mi doleva furente.
Una leggera pressione sulla mia mano mi fece voltare e mi ritrovai con due occhi marroni fissi nei miei. Mi guardava intensamente, con un leggero sorriso sulle labbra.
«Luca» Sussurrai.
«Hei, ti sei svegliata. Come ti senti? Ti fa male la testa? Senti dolore da qualche parte?» Iniziò a farmi un sacco di domande e io cercai di fermarlo, non stavo capendo niente.
«Hei, hei. Shh, calma. Sto bene, non ti preoccupare.» Sorrisi accarezzandogli una guancia. Poi notai l'ambiente: Era tutto bianco e pieno di macchine, tubi... e aghi!
«Dove siamo?» Chiesi confusa.
«In ospedale... Ma non ti preoccupare, guarirai in fretta! Le infermiere hanno già iniziato a curare i lividi e gli ematomi, hai sbattuto la testa procurandoti un leggero trauma cranico ma si sta assorbendo in fretta, non c'è da preoccuparsi.»
«Dov'è?» Chiesi solo. La mia non era preoccupazione che mio padre si fosse fatto male, che gli fosse successo qualcosa. Non riuscivo a provare questo tipo di sensazioni nei suoi confronti.
La mia era ansia che sbucasse da un momento all'altro eche mi facesse del male, solo questo.
«Lui è al secondo piano. Ha una gamba rotta e 4 costole incrinate. Mary... io... Vorrei dire che mi dispiace per quello che gli ho fatto ma mentirei. Io... io... Vederti lì, nelle mani di quel bastardo, torturata fino allo sfinimento, senza nessuna speranza, abbandonata al dolore e qualcosa dentro di me è scattato. L'istinto mi ha portato a proteggerti, il mio cuore volevo solo vedere un sorriso su quel volto straziato dal dolore.» Concluse abbassando gli occhi sulla sua mano appoggiata dolcemente sulla mia. Il mio cuore batteva a mille, un sorriso nacque sul mio volto e una lacrima rigò la mia guancia.
«Grazie» Sussurrai avvolgendo le mie braccia al suo collo e affondando il viso nel suo petto.
Posizionò una mano dietro la mia testa e l'altra sulla mia schiena e mi strinse a sè, rafforzando la presa del nostro abbraccio. Non so per quanto tempo rimanemmo così ma ricordo solo che mi riaddormentai, cullata dalle sue braccia e riscaldato dalla forza di un nuovo sentimento a cui non sapevo ancora dare un nome.


 
  
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