Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Anna_Asia    07/12/2011    2 recensioni
Prima storia della serie " It seems it was detiny!"
Prima parte:
Una bellissima storia d’amore in una terra di grandi tradizioni dove due strade s‘incontrano. Sono divisi da tutto: dalla cultura, dalle leggi, dalle tradizioni eppure qualcosa di molto più importante li lega, qualcosa che porta una donna a cambiare il cuore di un principe e segnare per sempre il destino non soltanto suo ma di un’intera nazione.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'It Seeems It Was Destiny'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Perla Dell'Oriente


 

Capitolo 4:
 
Stavo scendendo le scale di corsa, dovevo assolutamente parlare con Thai prima di colazione. Arrivai comunque in ritardo. Erano tutti a tavola, compresi i miei fratelli.
“ Thai, ho preso la mia decisione, sarò io tua moglie!”
“ Assolutamente no!” rispose secco Giò.
“ Invece sì! Lui ha bisogno di una donna, e io sono disponibile, tanto a Berlino non ci posso tornare.”
“ E’ fuori discussione, Perla.” Aggiunse Mars. Quando ci si mettevano i miei tre fratelli, Alex, Giò e Mars, sapevano essere davvero fastidiosi.
“ Sono maggiorenne e vaccinata, decido da sola del mio destino.”
“ Ma sei nostra sorella, e non vogliamo vederti coinvolta in questa pazzia.” Finì Alex. Io non lo ascoltai per niente e mi voltai verso Thai.
“ Quale sarà la mia missione?”
“ Non credo che sarà una buona idea Perla, hai sentito i tuoi fratelli, no?!”
“ Decido io della mia vita Thai, dunque?”
“ Mi servi solo come copertura. Prendiamo l’aereo da qui e scendiamo a
Nonthaburi, una delle città vicino a Bangkok e da lì proseguiamo in macchina, per non dare troppo nell’occhio fino al traghetto che porta nel mio regno. Arrivati là ti rispedisco a casa con un jet privato.” Espose il piano il principe.
“ Mi pare semplice, no? Mamma, papà che ne pensate?” chiesi speranzosa.
“ Non saprei Perla, non ti vogliamo in pericolo. Questa è roba seria figlia mia.”
“ Ma avete sentito, no? Una cosa facile. Vi prego.”
“ E va bene.” Acconsentì in fine papà.
“ Stai scherzando spero!” urlò Mars.
“ Siete impazziti entrambi?” continuò Alex.
“ Ora basta! È grande e decide da sola.” Aggiunse Aaron in tono autoritario. Lui era l’unico che riusciva a calmare la troppa gelosia e possessività dei mie fratelli maggiori.
“Starà bene, sa badare a se stessa!” proseguì poi.
 
L’indomani mattina era tutto sistemato. I passaporti falsi ce l’aveva Thai. Io mi vestì con una completo, vestito e giacca bianco e nero. Mi disse che dovevo sembrare una donna sposata, matura. M’infilai le decolté tacco 12, presi la borsetta e uscì. La valigia era già stata caricata in macchina. Salutai tutti tranne Alex che ci doveva accompagnare all’aeroporto. Dentro la macchina Thai mi diede i miei documenti, mi chiamavo Nahlla, e lui Tam.
“ Cosa vuol dire Nahlla?” chiesi io.
“ Vuol dire mia diletta, o amore, è usato molto tra la gente sia come nome che come aggettivo.” Nahlla come suonava bello. Mi piaceva proprio. Arrivati all’aeroporto, Fai ritornò direttamente nel Ko Samui, mentre noi con i nostri documenti falsi prendemmo l’aereo per
Nonthaburi. Il viaggio fu lungo, ma piacevole. Thai, mascherato con baffi e barba finta era davvero buffo. Chiacchierammo a lungo. Lui mi parlò del suo popolo, della sua vita. Mi ricordò alcune parole thailandesi più in uso. Io gli spiegai altre tedesche. Parlava abbastanza bene il tedesco ma usava parole molto semplici e frasi corte. Invece l’inglese e il thailandese le padroneggiava benissimo. Il mio inglese era buono ma il thailandese era al quanto scarso. Lo parlavo persino peggio di come lui parlava il tedesco. E mi dispiaceva non aver insistito di più con mia madre nell’insegnarmelo. Era tarda sera quando arrivammo a Nonthaburi
. Una macchina ci portò ad un piccolo hotel. Erano tutti collaboratori di Thai, soldati rimasti fedeli alla corona. Era la terza volta che venivo in Thailandia, per la precisione era la prima volta in Thailandia, contando che le altre due volte fui nel Ko Samui.
“ Ok. È tutto sistemato. Domani mattina partiamo, solo noi due. Ora mangiamo e andiamo subito a riposare.” Mi disse stendendosi sul letto matrimoniale. La camera era graziosa e molto orientale. Conteneva un piccolo ingresso, un'unica camera con letto matrimoniale e il bagno. Sarei dovuta dormire insieme a lui. Non era mai successo, neppure a Berlino. Aveva sempre dormito sul divano, ora dovevo dividere il letto. Ma prendere due stanze sarebbe stato troppo pericoloso. Eravamo una coppia sposata, e le coppie dormono insieme.
“ Vado a farmi una doccia, tu mangia intanto Perla.” E lo vidi entrare in bagno. Mi levai la giacca e l’appoggiai sulla sedia davanti la specchiera. Mi tolsi i miei orecchini a perlina e sciolsi i capelli. Iniziai da poco a mangiare quando la porta del bagno si aprì e Thai si presentò con un asciugamano in vita e con uno si asciugava la testa.
“ Il bagno è libero. Ma non hai mangiato quasi nulla.” Osservò.
“ Vado a farmi la doccia anche io.” Passandogli accanto non potei non notare il suo fisico. Altre volte lo avevo visto nudo all’ospedale, e altre volte lo avevo pensato, ma ora era diverso, non era più un mio paziente. Lasciai che l’acqua mi scivolasse addosso. Avevo mille pensieri per la testa. Il suo piano sembrava così facile eppure avevo uno strano presentimento. Indossai un pigiama corto ed uscì dal bagno. Thai era immerso nella lettura di qualcosa in thailandese in mutande.
“ Dio mio sei in mutande.” Alzò gli occhi da quello che leggeva per guardarmi.
“ E tu sei in un ridicolo pigiama con Topolina.” E sorrise.
“ Meglio un ridicolo pigiama con Topolina che nudo.”
“ Tecnicamente non sono nudo.” E mi mostrò i boxer aderenti.
“ Non hai nient’altro da metterti addosso?”
“ Magari un pigiamino con Topolino?? Non credo proprio. Io dormo sempre così” e ridendo tornò alla sua lettura.
“ A casa mia non dormi così!” gli ricordai.
“ A casa tua dormivo così, se te non l’hai visto è parte seconda. Ora vieni a letto Topolina che domani abbiamo da fare.” Mi coricai senza aggiungere altro. Spensi la luce nella mia parte e mi sistemai il più vicino al margine. Già il stare con lui mi metteva agitazione, ma doverlo sfiorare in un momento così era troppo. Non sono mai stata una ragazza impulsiva sotto nessun punto di vista, basta pensare alla mia unica volta, eppure dovevo ammetterlo, gli sarei saltata volentieri addosso. Ero diventata una specie di drogata di sesso che attraversava la fase dell’astinenza? Era assurdo, però lo volevo, lo desideravo più di qualunque cosa.
 
Di buon’ora uscimmo dall’albergo. Il fuoristrada grigio era pronto per noi. Senza una spiegazione mi prese prima di salire dentro e mi baciò. Fu un bacio alla sprovvista, veloce ma intenso. Mi ritrovai con la sua lingua in bocca senza poter replicare o dire qualcosa. Però mi era mancato. Chiusi gli occhi e risposi al bacio. Si staccò subito e senza degnarmi di uno sguardo salì al lato del guidatore lasciandomi come una stupida. Salì anch’io e Thai partì.
“ Sei pazzo? Che ti prende???”
“ Ci stavano guardando, siamo sposati no?” replicò con un sorriso beffardo.
Questo era tutto quello che aveva da dirmi? Per un bacio di apparenza non serviva la lingua. Lo guardai furiosa ma poi decisi di concentrarmi sulla strada.
 
Per arrivare a Wang, piccolo porto per prendere il traghetto dovevamo fare 605 km. La bellezza di 9 ore salvo distrazioni. La strada era una strada statale a doppia corsia per ogni lato. Una cosa strana qui era che il volante era a destra. Sapevo di altri paesi che avevano quest’abitudine come il Regno Unito, l’Australia o il Giappone, ma non avevo mai visto da vicino un’auto del genere. La strada non era troppo trafficata. Avevo lasciato sciolti i capelli e ora si muovevano liberi. Indossavo un abitino beige corto ma allo stesso tempo comodo con una gonnellina ampia e maniche scivolate. Ai piedi portavo un paio di decolté dello stesso colore, abbastanza alte. Guardai lo specchietto mio laterale. Alcune macchine nere ci erano dietro. Poi però qualcosa di scintillante si riflesse nel mio specchietto. Guardai meglio: era una pistola.
“ Thai ci vogliono sparare!” gridai. Anche lui si accorse del pericolo e accelerò. Le macchine dietro iniziarono a sparare. Thai seminava i loro colpi facendo parecchi sorpassi azzardati.
“ Cazzo, rallenta, o finiremo schiantati!” gli urlai.
“ Se rallento finiamo comunque male.” Disse facendo l’ennesimo sorpasso.
“ Ma è una strada statale, il limite è di 90.”
“ Per una volta, Perla, lascia perdere la ragione e usa l’istinto.”  Continuò lui.
“ Questa è pazzia non istinto!”
“ Dobbiamo seminarli. Passiamo di qua, possiamo prendere vantaggio. In mezzo a tutto questo verde è facile perdere le tracce.”
“ A me non sembra che funzioni.” Dissi, notando che ci stessero ancora inseguendo. Un proiettile ci ruppe il vetro dietro.
“ THAI!!! QUESTI CI AMMAZZANO. CORRI!”
“Non eri tu quella del limite di velocità?”
“ Accelera e non rompere!”
“ Dobbiamo abbandonare la macchina, sicuramente ci hanno trovato per questo.”
“ COSA??? Sei impazzito??? Dove vuoi andare a piedi???”
“ Te l’ho detto, in mezzo al verde non ci troveranno.” Fermò la macchina con una brusca frenata. E uscimmo veloci dall’auto. Lasciamo tutto là dentro. Le altre macchine si fermarono e alcuni uomini scesero. Ci stavano inseguendo. Arrivammo a una specie di cascata. Eravamo in trappola.
“ Salta!” disse Thai.
“ Sei matto???!!! Dove vuoi saltare, ci ammazziamo, pazzo.” Senza troppe cerimonie mi prese in braccio e mi buttò nella cascata. La nostra caduta fu accompagnata dalle mie urla.
 
Stavo strizzando il mio vestito. Ero salva per miracolo, fradicia, stanca, ma salva. Dio mio, che mi era passato per la testa, quando avevo preso la decisione di aiutarlo? Se qualcuno mi avesse detto che quest’estate avrei avuto un’avventura del genere gli avrei riso in faccia.
“ Porca miseria, non ci posso credere, ho lasciato tutto in Germania per fare questa folle avventura con te. Devo essere pazza. Che ti è passato per la testa buttarmi in acqua così! Sei pazzo o cosa?! Guardami sembro una stracciona…” gli sputai tutto addosso prendendo le scarpe. Lui era di spalle con i soli jeans. La camicia era appiccata su un ramo poco lontano da lui. Io in reggiseno e mutandine posai il vestito su un altro ramo, e guardai le mie scarpe.
“ …E tutto questo per cosa?”
“ Non ti capisco, lo sai che…” cercò di dire lui. Ma non gli diedi tempo. Mi girai ancora così com’ero, con le mie scarpe in mano.
“ E in più mi hai sedotta, te ne rendi conto??” gridai nella sua direzione.
“ Lo sai che non ti capisco quando parli veloce.” Urlò anche lui ancora di schiena cercando di voltarsi.
“ Stai fermo” gli gridai in thailandese cercando le parole adatte per tradurre tutto nella sua lingua natale, mentre m’infilavo la sua camicia con una mano tenendo ancora le scarpe nell’altra.
“ MI HAI BACIATA!” urlai incazzata.
“ Ti è piaciuto, però!” rispose voltandosi. Rimasi con la bocca mezz’aperta e lo guardai scettica. Era inutile discutere con lui.
“ D’accordo, allora guarda le mie scarpe cazzo, mi si è rotto un tacco!” e le mostrai.
“ Chi ti ha detto di mettertele?” domandò divertito lui. Io invece avevo uno strano istinto omicida verso di lui e il suo sorriso.
“ Mi avevi detto di vestirmi sobria, e non pensavo di certo che ci avrebbero dato la caccia. Ora come cazzo dovrei camminare io?” mi prese le scarpe. Tolse il tacco rotto alla sinistra e con un colpo secco lo ruppe anche alla destra. Mi ridiede le scarpe.
“ Ecco, ora starai anche più comoda.” Io le presi e me le infilai.
“ Ora che le scarpe sono sistemate, cosa facciamo? Abbiamo lasciato tutto nella macchina e io ho fame!”
“ Fammi controllare, mmm no! Soldi non ce l’ho quindi niente cibo!” la giornata non poteva andare peggio.
 
L’orologio al mio polso segnava le 3 di pomeriggio.
“ I documenti, i contanti, tutto perso. Come faremo?” Si stava abbottonando la camicia. Mi ero appena rimessa il vestito.
“ Beh non potevamo portare tutta la macchina con noi.”
“ Se solo avessi la mia carta di credito. L’unico modo è la banca.”
“ Sì così ci arrestano sul serio.”
“ Ti ricordo che sono entrata qui con il nome di Nahlla, nessuno sa di Perla.” Lui sembrò illuminarsi.
“ Quanto hai sul conto?”
“ Non molto, solo i soldi per prendere l’aereo da Berlino a casa mia. Circa 500 euro, saranno tipo 20 000 baht!” calcolai.
“ Perfetto, andiamo.

Continua...

--- Angolo Chiacchere---

Scusate questo mio ritardo ma ho tantissimi problemi di connessione -.-'. Purtroppo vado un pò di fretta perciò faccio un ringraziamento veloce alle due ragazze che hanno commentato, 
AngelOfLove e Space Pirate Ryoko , e ringrazio anche tutti coloro che leggono sempre >_<.
Continuo col dir che questa è solo la prima parte della serie e che sarebbe consigliabile leggere prima l’introduzione di
It Seeems It Was Destiny.
 E per finire non può mancare la pubblicità della fanfiction
I Limiti dell'Amore scritta da AngelOfLove. A presto.
Un bacio, Anna
 



  
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Anna_Asia