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Autore: _LuNaE_    07/12/2011    0 recensioni
Ogni erba diventa paglia. Ogni cosa passa, tranne la vera amicizia, ma quella che non finisce neanche se milioni di chilometri stanno in mezzo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò all’aeroporto, prese i bagagli e Tequila, che sembrava entusiasta di vederla,  si diressero all’uscita dove a pochi metri c’era un noleggiatore di macchine. Ne prese una. Poi si diresse a Iowa, al solito bar, dove c’era Abbie, seduta a un tavolo con addosso agli occhiali da sole. Si avvicinò al tavolo << Ciao, come stai? >> << Ciao, non lo so nemmeno io! >> e ricominciò a piangere. Poi continuò << Sai questa mattina avrei dovuto dirgli che lo lasciavo... >>, si tolse gli occhiali e a quel punto l’amica spalancò lo sguardo incredula al vedere la faccia dell’amica piena di lividi, che risalivano forse a qualche giorno fa, alle guance rosse e al labbro rotto la mattina stessa.
Poi continuò << Sai io lo amavo tanto, non capisco perché sia dovuta finire così! >> << ... Io ero sdraiata nel letto a pensare a come dirglielo, ma lui mi ha preceduto e mi ha iniziato a picchiare, come accadeva già da mesi >> << poi corsi in bagno, mi chiusi dentro e poi lui iniziò a dare delle spallate alla porta finché non la buttò giù, io ero terrorizzata e ho preso la prima cosa che ho trovato, gli sono andata addosso, ma lui mi ha bloccato! >> e iniziò a tramare e Alex le afferrò le mani << Stai tranquilla, adesso è tutto finito >> allora Abbie continuò << e mi ha iniziato a picchiare come non ha mai fatto, io a quel punto pensai di morire, ma all’improvviso mi ricordai che avevo la pistola e allora la presi e...e... >> << Va bene ho capito! >> Allora Abbie alzò lo sguardo e rivide l'amica che c'era sempre, anche quando le succedeva tutto questo con i genitori.
<< Adesso che facciamo? >>, chiese Abbie disperata << Adesso torniamo a casa tua, prendiamo il necessario e ce ne andiamo! >> << Come ce ne andiamo? Non andiamo alla polizia? >> << No niente polizia! Non è detto che non ti sbattano dentro, anche se è legittima difesa! >> << Ah...Okay! >>
Andarono in macchina e poi Abbie le diede le indicazioni per andare a casa. Perché, anche se Abbie e Alex si vedevano spesso, non si sono mai incontrate a casa di Abbie, perché Mark non voleva nessuno in casa.
<< Sai mi dispiace che tu non fossi mai venuta a casa ma, Mark non voleva nessuno tranne i suoi amici.>> <> << Si! >>. Si guardarono un attimo e risero, come per cacciare la paura e lo stress.
Fecero varie svolte, superarono alcuni semafori e proseguirono per vari minuti, su una strada completamente circondata dalla campagna, finché Alex parcheggiò in una viuzza che si addentrava in mezzo a degli alberi, così che nessuno potesse vedere l’auto, scesero, attraversarono il prato dietro la casa, fino a quando si ritrovarono davanti alla casa, dove vicino al campanello c’era scritto “Mark McFills”.
Aprirono la porta ed entrarono, la casa era molto bella. Si entrava e si arrivava subito al salotto, poi c’era un grande arco, dove vi era la cucina, una sala da pranzo che dava sul salotto. Si sedettero sul divano, sembrava come se non fosse mai successo niente, Alex era entusiasmata dalla casa e Abbie le descriveva ogni particolare, poi arrivarono in cucina a quella vista Alex spalancò la bocca, non credeva ai suoi occhi, era la cucina che aveva sempre desiderato. Alex amava la cucina, sapeva cucinare qualsiasi cosa.
In una frazione di secondo tornò tutto come era prima, quando si ritrovarono sulle scale, Abbie era terrorizzata. Salirono, Alex aprii la porta della camera matrimoniale, dove c’era un orribile scena, una pozza di sangue. In quel momento stava per vomitare alla vista di tutto quel sangue poi si fece una domanda: “Ma ha spostato il corpo”, che fece anche all’amica << Abbie, ma non mi hai detto di aver spostato il corpo >> e Abbie che era passata prima dalla cabina armadio prendere le sue cose. Andò in camera e arrivando dal letto non trovò il cadavere, a quel punto si bloccò, non disse e non fece nulla. << Allora Abbie lo hai spostato?Abbie? Che hai? >> fino a che non stette per vomitare a quel punto Alex la portò in bagno, dove vomitò, poi si riprese un attimo, si girò verso l’amica e le disse << Non l’ho spostato >> e iniziò a piangere, << Questo vuol dire che non è morto, che se ne andato e dobbiamo trovarlo! >> << Non l’ho ucciso, mi troverà e mi ucciderà, lo farà >> iniziò a urlare e a piangere terrorizzata finché Alex non l’abbracciò forte e la tranquillizzò.
<< Adesso prendiamo tutto il necessario e ce ne andiamo, non lo cerchiamo. Noi ce ne andiamo e basta! >> << Va bene! >>.
Andarono di nuovo in camera quando Alex iniziò a portare in macchina le valigie di Abbie, scese le scale e, arrivata fuori dalla porta si accorse che c’erano due impronte di piedi, una di lui che però erano trascinate e un altro un po’ più piccola assomigliava a una scarpa da donna. Poi chiamò alla finestra, che dava su quella parte della casa, Abbie, che si affacciò e vide l’amica che la guardava da fuori << Che ci fai li? Perché non porti le valigie in macchina? >> Alex rispose impaurita dalla reazione che potesse avere l’amica alla domanda che le stava per porgere << Lo hanno aiutato a salvarsi, tu sai se aveva un’altra donna? >> Abbie la guardò sconvolta e poi rispose << Forse, stava sempre via di giorno, ma io ho sempre voluto pensare che fosse per il lavoro. Perché da cosa lo capisci che una donna? >>, Alex la fissò sorpresa dalla sua lucentezza del suo sguardo, quasi non più impaurito da lui << Ci sono impronte di una donna, fai in fretta a prendere tutto il necessario, che ce ne andiamo, prima che magari tornino indietro >> a quella risposta Abbie si rabbrividì e tornò quella di prima.
Mentre Alex portò le valigie alla sua macchina lasciata in strada, Tequila abbaiò e Abbie si spaventò, perché sapeva benissimo, che se fa così, è perché sente qualcuno, allora si sbrigò a ultimare le sue valigie e in un momento sentì aprire la porta e si terrorizzò e allora si nascose sotto il letto dove sentì delle voci provenire dal salotto.
Alex in quel momento stava tornando in casa, quando vide una macchina parcheggiata vicino al garage. Non sapeva cosa fare ma capiva che non poteva lasciare Abbie da sola, allora tornò in dietro e in quel momento il cellulare squillò << Alex aspettami alla macchina che arrivo! >>  << Okay! >> parlarono a bassa voce, poi finita la chiamata Alex aspetto Abbie in macchina con il motore acceso.
Abbie in tanto, quando sentì che le persone stavano salendo le scale, lei uscì da sotto il letto e scese le scale, che portava in cucina, senza farsi vedere, ne sentire, col cane appresso, che per fortuna sapeva quando non abbaiare. Così facendo riuscì a uscire da casa e correndo più veloce che poteva arrivò all’auto, dove c’era Alex che era già quasi partita << Veloce, Veloce carica su tutto e sali, Veloce! >> Abbie annuì con la testa caricò tutto dietro a poi mise Tequila in mezzo e salì molto velocemente in macchina, Alex poi sfrecciò più veloce che poteva con l’auto, tanto che la macchina che poi uscì dal vialetto e che li stava per raggiungere, fu seminata in quattro e quattrotto.
Alex era bravissima con le auto perché da ragazza dopo che si fu trasferita con i suoi genitori, lontano dall’amica aveva iniziato ad avere la passione per i Relly, dopo di che suo padre le insegnò a guidare e poco tempo dopo fece tantissime gare le quali la metà vinte.
 Nel momento in cui videro la macchina seminata si guardarono negli occhi come per dire “scampato pericolo”, poi sorrisero felici di avercela fatta. Dopo vari chilometri fatti a vuoto non sapendo ancora cosa fare si fermarono in un’area servizio, dove fece benzina finché << Abbie, io devo tornare a casa mia, a prendere la mia roba perché non ne ho, poi devo dire addio a tutti e chiudere il mio conto e prendere tutti i soldi che ci serviranno >> << Okay, ma adesso non ci possiamo tornare! Perché se l’aspetteranno che andiamo a casa tua >> << Già hai ragione, ma tu gli hai sparato come ha fatto a essere ancora vivo! Perché tu l’hai visto vero in casa? >> si guardarono e poi... << A dire la verità io mi ero nascosta sotto il letto e quindi non gli ho visti! >> << Cazzo, quindi non sai se erano loro oppure la polizia! Va bene, fa niente >>
<< Tu sai se c’è un motel nei paraggi?? >> << Si a qualche chilometro di distanza da qui >> << okay, andiamoci >>
Arrivarono dopo dieci minuti, era uno di quei motel squallidi, dove i mariti frustrati portano la loro donna, non la moglie logicamente. Arrivarono allo sportello dove vi era una ragazza con i codini capelli neri, tinti probabilmente, occhi neri profondi come il mare << Buona sera, che posso fare per voi?? >> lo disse con modo scocciato, << Vogliamo una stanza! >> << ok c’è le venti, ma è un matrimoniale, va bene lo stesso? >> << Sì, va bene! Quanto costa a notte? >> << Sono cinquanta dollari a notte! Va bene lo stesso? >> << Sì, ok tenga quelli per stanotte >> << Tenga le chiavi. Arrivederci >>. Poi si giro e continuò a fare quello che stava facendo.
Le due si diressero alla venti, passando per delle scale esterne che davano su un balcone lungo tutta la facciata dove vi erano tante altre porte con vari numeri. Mentre passavano davanti alle porte sentivano di tutto: gente che urlava per disperazione, gente che urlava per piacere, gente che piangeva o che urlava per un goal.
 Arrivarono al venti, aprirono la porta e davanti a loro c’era il letto matrimoniale con due comodini ai lati, un bagno sulla sinistra e un armadio sulla destra. Appoggiarono le valigie a terra guardarono in giro e poi si sistemarono le cose.
<< Fa veramente schifo, per fortuna che ho portato le mie lenzuola. >> disse Abbie, << Che hai fatto?? Ma sei micidiale, però brava!! >> << Lo so, ma sai nel caso servissero, secondo te da quanto tempo non puliscono qui dentro?? >> << Non lo so. E non lo voglio sapere! >> Fece un sorriso.
Erano le nove di sera e tutte e due erano sdraiate a pancia in su a guardare il soffitto, fiche Abbie chiese << Tu non hai fame, io si sto morendo di fame! E penso anche Tequila >> Il cane era sdraiata sul pavimento che le fissava, << Sì anch’io ti va se andiamo a mangiare da qualche parte?? E a te Tequila?? >> Il cane si alzò di scatto e abbaiò, come per confermare << Okay andiamo allora!! >> disse Abbie.
Spensero le luci, chiusero a chiave la porta e poi si diressero allo sportello << Tu sai dove possiamo trovare un bar dove mangiare?? >> chiese Alex, la ragazza le guardò per un secondo poi rispose << Si a cinque chilometri da qui c’è un altro paese, ecco appena arrivate troverete un bar >> << ok grazie! >>.
Uscirono andarono in macchina seguirono quelle poche indicazioni, dopo una mezz’ora circa trovarono il paese e subito arrivati trovarono il bar, entrarono e per fortuna erano ammessi anche i cani. Si sedettero e ordinarono << Tu ricordi l’ultima volta che abbiamo mangiato in luogo del genere?? >> chiese Abbie, quasi certa che Alex la stesse per chiedere qualcosa che non riguardava assolutamente la sua domanda, << Si lo abbiamo fatto prima che io partissi per trasferirmi con i miei! >>, chiacchierarono così tutto il tempo della cena, Tequila era riuscita a mangiare salsicce.
Dopo di che uscirono e si misero a guidare per tornare al motel, arrivate nella stanza si lavarono e si misero in pigiama e s’infilarono sotto le coperte, cambiate prima di uscire. Appena erano tutte e due sdraiate nel letto iniziarono a chiacchierare... << Ma tu non ti ricordi se è mai venuta una donna a casa vostra!E’ importante! >>  disse Alex, << Ma dobbiamo per forza parlare di questo?? >> << Certo che sì, tu è tutta sera che eviti il discorso, ti ho capita sai! Però dobbiamo parlarne! >> << Okay >>  disse scocciata e con la testa girata dall’altra parte, Alex si tirò su e accese la luce così fece anche Abbie che la guardava incuriosita, << Adesso parliamo un po’! Okay?! >> disse Alex << allora ti ricordi qualcuno? >> << A dire la verità sì. Una ragazza avrà avuto ventisei anni, penso, veniva spesso, ogni volta che Mark faceva una festa o invitava gli amici a casa, lei c’era sempre! >> << Potrebbe aver avuto una relazione con lui? >> << Non lo so! Forse, me lo era chiesta anch’io, perché lei era l’unica ragazza che c’era nel gruppo! >>.
Chiacchierarono di come Abbie lo avesse conosciuto, del loro primo appuntamento, del loro primo bacio, della richiesta di convivere e degli inizi delle violenze. Finché si addormentarono parlandone con le luci accese e Tequila sul pavimento che le fissava.
  
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