Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Martyx1988    14/12/2011    2 recensioni
La giovane Hanon è tormentata da un ricordo della sua infanzia da ormai molte notti: un bambino con la schiena squarciata, ricoperto di sangue, la guarda con occhi imploranti. Anche Murtagh rivede nei sogni lo stesso episodio, solo dal punto di vista del bambino insanguinato riverso a terra. Il destino li farà incontrare più volte e li metterà di fronte ad un segreto che Selena aveva meticolosamente tenuto nascosto a entrambi...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Twins

CAPITOLO 22

Continuarono a parlare fino a che solo poche luci del castello rimasero accese. Per evitare di dare nell’occhio più del dovuto, Hanon decise allora di tornare nelle sue stanza. Sem si offrì di accompagnarla per il pezzo di strada in comune. Lungo il tragitto non incontrarono nessuno. Sem salutò Hanon in fondo allo scalone che portava ai piani alti, riuscendo a darle un veloce bacio sulla guancia. La ragazza gli sorrise e gli augurò la buonanotte, quindi prese il corridoio verso le stanze della servitù. Dovette fermarsi a metà strada quando una guardia apparve all’incrocio tra il corridoio e quello traverso. Il soldato non parve accorgersi di lei, sembrava anzi piuttosto di fretta e proseguì dritto per la sua strada, ma Hanon si vide costretta a cambiare strada per evitare di essere vista. 
Tornò indietro e imboccò un corridoio alternativo alla sua destra, apparentemente deserto. Notò che la parete alla sua destra era coperta da quadri alti fino al soffitto e raffiguranti i soggetti più disparati, mentre alla sua sinistra di apriva un’unica, grande porta dipinta in oro e magistralmente intagliata. Non si soffermò a guardare oltre e puntò dritta verso l’imbocco di un altro corridoio dallo stesso lato.

Hanon…sussurrò una vocina acuta velocemente, prima di scomparire con una leggera eco. La ragazza si fermò di colpo e si voltò allarmata, convinta di essere stata scoperta, ma non vide nessuno dietro di lei.

Hanon…chiamò di nuovo la voce, come prima leggera ed evanescente. Hanon si voltò dalla parte opposta. Niente. Stava iniziando a preoccuparsi. Mosse i primi passi verso la fine del corridoio e quando la voce la chiamò una terza volta aumentò la velocità dei suoi passi finché non si ritrovò a correre, senza nemmeno pensare a dove stesse andando. Probabilmente fu grazie al suo istinto se, in un batter d’occhio, riuscì a raggiungere l’entrata delle stanze dei servi.

Una volta dentro si concesse qualche momento per tirare il fiato, quindi, cercando di non far rumore, raggiunse la sua stanza e si coricò a letto, vestita e totalmente sfinita. si addormentò quasi subito, ma i suoi sogni divennero presto agitati. Quella voce tornò a chiamarla insistentemente. Iniziò a sognare di percorrere rapidamente i corridoi del palazzo, ma si muoveva talmente veloce che perse l’orientamento dopo il terzo o quarto svincolo. Improvvisamente, poi, tutto attorno a lei prese a rallentare, finché un immenso portone non entrò nella visuale di Hanon. L’aveva visto non più di un’ora prima, quando aveva dovuto deviare la strada di ritorno alle sue stanze. Si avvicinò sempre di più alla porta, tanto che ebbe paura di andare a sbatterci contro. Ci passò invece attraverso, quasi fosse un fantasma, e si trovò davanti ad un’immensa sala del tesoro. Scrigni, statue d’oro, maschere, diamanti e gioielli di ogni tipo erano accatastati in enormi mucchi per tutta la stanza. Hanon pensò che, con una sola manciata di quelle pietre, avrebbe potuto sfamare un intero villaggio. Ma qualcosa le diceva che c’era dell’altro, lì dentro, con un valore di gran lunga superiore a tutto il resto. Avanzò lungo uno stretto corridoio tra le due file principali di tesori,diretta alla parete opposta, su cui si apriva una piccola teca di vetro scavata nel muro. Al suo interno vi erano tre cuscini di velluto e su uno di essi era poggiata una strana pietra verde e liscia. Questa si mosse di scatto e di nuovo la voce tornò a chiamarla insistentemente per nome, penetrandole fastidiosamente in testa e costringendo Hanon a svegliarsi per sfuggire a quel supplizio.

Aveva il fiatone come se avesse effettivamente corso lungo tutti quei corridoi, ma nella sua testa c’era finalmente silenzio. Si ridistese sul giaciglio e in breve si riaddormentò. 
Dopo, secondo Hanon, troppo poco tempo, Olga venne a svegliarla scuotendola in malo modo. 
Il fatto che tu faccia le ore piccole non ti esonera dal lavorare, tesoro” le disse con un leggero tono di rimprovero.

Hanon sbadigliò sonoramente e si mise a sedere sul letto.

Forza e coraggio, cara ragazza!” la esortò la donna “C’è un gran trambusto oggi a palazzo” 
Come mai?” domandò Hanon, anche se la cosa non le interessava più di tanto.

A noi non interessa quello che succede ai piani alti” fu la risposta che ricevette. Troppo assonnata per ribattere, Hanon si rialzò e si risistemò l’abito, leggermente stropicciato dopo che ci aveva dormito sopra, legò i capelli in una treccia, si sciacquò il viso per aiutare il risveglio e raggiunse Olga nella stanza accanto. La donna le porse subito un cesto di vimini vuoto e le ordinò di andare in città a comprare delle erbe medicinali.

Le scorte sono quasi finite e coi tempi che corrono meglio non rischiare di rimanere senza. Inoltre un po’ di aria fresca ti risveglierà”

Hanon grugnì una risata e, dopo essersi coperta con un leggero mantello, uscì dagli alloggi dei servi, diretta all’uscita secondaria che di solito usavano per andare a fare le commissioni in città. Lungo i corridoi incontrò parecchi soldati in notevole fermento, quasi come quello della notte precedente, e che contribuivano a rendere l’atmosfera a palazzo più elettrica di quanto già non fosse quella mattina.

Doveva essere successo qualcosa, pensò la ragazza, e lanciò istintivamente uno sguardo ai piani superiori. Una strana preoccupazione iniziò a impossessarsi di lei e, per distrarsi, proseguì verso l’uscita del palazzo. Ben presto il caos della città le riempì le orecchie e attutì le sensazioni negative nella sua testa.

La zona commerciale si sviluppava attorno ad una grande piazza centrale che ogni giorni si riempiva di banchetti e bancarelle coperti da ogni sorta di merce. Ai bordi della piazza si irradiavano numerose vie traverse fiancheggiate da svariate botteghe, in cui lavoravano dagli artigiani agli erboristi ai sarti. Quando entrò nella grande piazza già gremita di gente, fu come approdare in un altro mondo, lontano da ciò che accadeva fuori dalle mura o anche solo a palazzo. In pochi badavano alla grande bacheca al centro, ricoperta da più strati di ritratti di ricercati, su cui spiccavano quelli di un uomo con una folta barba riccia e quella di un ragazzo più giovane ma molto somigliante al primo ad un occhio più attento. Le taglie sulle loro teste erano esageratamente alte e portarono Hanon a domandarsi cosa mai avessero fatto per meritarsele.

Proseguì verso uno dei vicoli attorno alla piazza, dove si trovava la bottega del fornitore fidato di Olga. Passò a fianco di una bancarella di frutta e non potè fare a meno di notare quanto alto fosse il tono della voce del proprietario, in grado di giungere alle sue orecchie nonostante il chiacchiericcio tutt’attorno.

Se gli elfi sono usciti dalla foresta, allora la faccenda è veramente seria” stava dicendo ad un cliente mentre gli riempiva il cesto di luccicanti mele rosse.

Più che seria” rispose questo “Stamattina ho visto sfilare alcune truppe di stanza qui ad Uru’baen di fronte a casa mia, dirette alle porte della città. Galbatorix non lascia mai sguarnita la capitale senza un valido motivo”

Con gli arruolamenti forzati Uru’baen no sarà mai del tutto sguarnita. Grazie al cielo mi sono nate due figlie, altrimenti solo gli dei sanno quanto sarei stato in ansia…ehi, signorina!” 
Il fruttivendolo, accortosi che Hanon si era avvicinata, inconsciamente, al banco per sentire meglio la conversazione, la chiamò con ampi gesti del braccio.

Avete visto che ben di dio sulla mia bancarella? È la frutta migliore della città, forse anche di tutto il regno. Cosa desiderate? Mele, pere, prugne…abbiamo tutto!”

Hanon si ricosse e fece qualche passo indietro.

No, grazie, io…magari più tardi”

Potrebbe non essercene più, più tardi” la ammonì l’uomo ammiccando.

Nel caso verrò la prossima volta” sorrise lei, quindi si inoltrò nella via.

Gli elfi erano usciti dalla foresta e il re aveva mandato rinforzi chissà dove. Forse era quello il motivo dell’agitazione a palazzo. Gli elfi non sono da sottovalutare, il Maestro glielo aveva detto, e Galbatorix non era certo il tipo da sottovalutare i suoi avversari, specie quelli con esperienza millenaria. Molto probabilmente non aveva mandato solo soldati al fronte, ma anche il suo fiore all’occhiello. Murtagh.

Doveva saperne di più, e conosceva la persona che poteva darle ulteriori informazioni. Sbrigò velocemente la commissione affidatale da Olga, quindi si avviò per le tortuose strade di Uru’baen, finché non ne raggiunse la lugubre e maleodorante periferia. Si coprì il capo col cappuccio del mantello e procedette lungo gli stretti vicoli tra le case ammassate e decadenti. Dopo innumerevoli svincoli raggiunse finalmente il suo obiettivo, il luogo da cui tutto era iniziato. La bettola non era cambiata di un millimetro in quelle settimane. I soliti ubriaconi della sera prima a guardia dell’entrata, il solito aspetto traballante e poco raccomandabile, il solito salone praticamente vuoto e lurido, il solito oste disinteressato, la cui attenzione venne subito catalizzata da Hanon, ferma poco oltre la soglia e col cappuccio abbassato.

Chi non muore si rivede” la salutò Rufus senza smettere di pulire alla bell’e meglio il bancone “Se vuoi tornare ad alloggiare qui, ha ancora qualche giorno pagato dalla tua ultima visita”

Ho ancora il soggiorno pagato?” domandò Hanon, confusa.

Evidentemente il Ramingo pensava che ci avresti messo di più a sistemarti a palazzo”

Rufus smise di pulire e puntò i suoi occhi inquisitori sulla ragazza.

Cosa vuoi sapere?”

Sulle prime Hanon non seppe cosa dire, poi prese un respiro profondo e formulò la sua domanda.

Mi chiedevo se sapevate qualcosa riguardo un attacco degli elfi”

Sul volto dell’uomo comparve un mezzo sorriso. Si avvicinò di più ad Hanon e le fece cenno di fare altrettanto. La ragazza posò il cesto su uno degli sgabelli e si mise in ascolto. 
Il mondo sta cambiando” esordì l’oste con voce roca e solenne “Sono decenni che gli elfi non escono dalla Du Waldenvarden, nessuno con un minimo di senno lo farebbe, la foresta è praticamente inattaccabile. Con l’avvento del nuovo Cavaliere è tornata la speranza anche nel cuore della regina, che ha così deciso di muovere guerra contro Galbatorix da un altro fronte. Con gli elfi sul campo di battaglia tutto cambierà”

E qual è il nuovo fronte?” domandò Hanon a voce bassa e tremante.

Gil’ead, una delle roccaforti più importanti e più protette del regno”

Ma, se è così protetta, perché il re ha mandato altri soldati?”

Perché non è uno stolto e sa che gli elfi nascondono sempre delle sorprese. Nella notte il suo Cavaliere dal drago rosso ha preso il volo verso la città…”

Murtagh!” esclamò Hanon, subito zittita dall’uomo.

Se ha mandato lui vuol dire che gli elfi devono avere qualche asso nella manica che li ha resi più temerari, e Galbatorix ha dovuto schierare il suo anche a costo di perdere Feinster” 
Cosa c’entra Feinster?”

È l’altro fronte a sud, attaccato dai Verden e dal loro Cavaliere”

Quando inizieranno le battaglie?”

Probabilmente sono già iniziate, ma si deciderà tutto dopo il tramonto”

Hanon abbassò lo sguardo, senza più parole per rispondere. Le era ritornata in mente l’ultima volta in cui Murtagh era dovuto partire. L’aveva ritrovato più morto che vivo ed erano occorse tutte le sue energie pdf riportarlo ad una condizione decente. Non sapeva chi fosse stato a ridurlo così, se i suoi avversari o il re in un eccesso di collera, ma per lei erano stati minuti orribili e per nulla al mondo avrebbe voluto riviverli. Non voleva più rischiare di perderlo, non dopo tutto quello che avevano passato assieme.

La mano ruvida di Rufus le afferrò gentilmente il polso per staccare la sua dal manico del cestino, cui si era inconsciamente aggrappata con tutte le sue forze, fino a far sbiancare le nocche. 
Hanon alzò lo sguardo mostrando all’oste gli occhi sull’orlo delle lacrime.

Siediti, ti porto qualcosa di caldo. Non sei in condizioni di tornare a palazzo da sola”

La ragazza si limitò ad annuire e obbedire, quindi prese posto al tavolo più vicino.

Sabina!” chiamò Rufus energico, senza perderla d’occhio “Prepara una zuppa, e che non sia la solita sbobba che rifiliamo ai clienti”

Nel frattempo riempì un bicchiere scheggiato con del vino e lo portò di persona ad Hanon.

Rinfranca lo spirito” le disse nel porglielo, quindi si sedette di fronte a lei. La ragazza si bagnò appena le labbra e posò il bicchiere sul tavolo, poi iniziò a tormentarsi le mani guardando un punto fisso tra le venature del legno.

Dev’essere peggio di quanto pensassi” commentò Rufus.

Ho un brutto presentimento” ribatté lei “E quasi sempre i miei presentimenti sono fondati”

Da quel che so riguardo al Cavaliere, non è tipo da farsi cogliere di sorpresa. Inoltre il re tiene molto a lui, non gli farà correre più rischi del dovuto”

Hanon alzò lo sguardo sull’oste, bonariamente sorridente ma con uno sguardo intenso che la mise in difficoltà, come se le stesse leggendo nell’animo. Non era lo sguardo glaciale e penetrante di Galbatorix, ma aveva lo stesso effetto. Hanon non cedette. L’oste emise una roca risata.

C’è molto più di quanto non sembri in te, giovane allieva del Ramingo”

Hanon…mi chiamo Hanon” azzardò lei, seguendo una vocina nella testa che le aveva suggerito di fidarsi.

Hanon” ripeté lui, stranamente soddisfatto “Sembra vada un po’ meglio, no?”

La ragazza annuì, anche se il brutto presentimento non era del tutto scomparso.

Ad ogni modo, ho fatto preparare a Sabina la sua migliore ricetta e se non la mangi me la rovescia in testa”

Non ho di che pagare” obiettò Hanon, dispiaciuta.

È compresa nel soggiorno pagato”


La partenza delle truppe verso Gil’ead era durata fino al pomeriggio, impedendo a Sem di recarsi in città come al suo solito. Conosceva altri modi per uscire dal palazzo evitando di usare il passaggio segreto dalla stanza di Murtagh, partito di tutta fretta per ordine di Galbatorix nel cuore della notte. Sarebbe bastata solo un po’ più di prudenza, ma l’ingente numero di soldati in giro per Ur’baen, anche se solo di passaggio, lo avevano convinto a desistere. Inoltre non aveva visto Hanon per tutta la mattina e senza di lei non poteva fare nulla. 
Innervosito dall’inattività, prima di cena si recò agli alloggi della servitù per cercare la ragazza. Il suo arrivo destò non poca sorpresa tra servi e camerieri, soprattutto per l’impeto con cui fece irruzione all’interno del locale principale. Alla sorpresa seguirono, dopo poco, inchini e saluti di circostanza.

Sì, sì…va bene così” si affrettò a dire lui mentre squadrava con lo sguardo tutte le donne presenti. 
Che succede? Avete visto un drago, forse?” domandò perentoria Olga, sbucata da uno dei locali limitrofi “Tornate al lavoro!”

Tornarono tutti alle loro faccende come formiche, Olga invece andò incontro al principe e si prostrò in un lieve inchino. 

In cosa posso esservi utile, altezza?” gli domandò una volta rialzatasi. 

Da quando in qua mi chiami altezza?” chiese lui di rimando, divertito. 

Serve ad evitare che circolino voci strane sulle vostre relazioni interpersonali, anche se ultimamente si sono fatte meno assidue, devo ammetterlo”

Probabilmente sai anche di chi è merito”

Con un lieve gesto della mano, Olga gli fece intendere di non andare oltre. Lo condusse nella sua stanzetta privata, lontano da orecchie indiscrete.

Stavo cercando Hanon” riprese Sem a voce bassa, in modo che solo Olga potesse sentirlo. 
Non è qui, al momento. L’ho mandata poco fa ad assistere un parto a casa di un mercante. Dovrebbe far ritorno per cena, se tutto va bene” 

Che vuol dire ‘Se tutto va bene’?” 

Non si può prevedere la durata di un travaglio, caro principe. Potrebbero volerci poche ore come una notte intera” 

Ma non è rischioso farla tornare da sola, nel caso duri fino a notte?” domandò allora Sem, preoccupato “Non consiglierei Uru’baen dopo il tramonto al mio peggior nemico, soprattutto ora che i soldati sono partiti per Gil’ead” 

A sentire parlare di Gil’ead, ad Olga venne in mente l’espressione sul volto du Hanon poche ore prima, quando era tornata, in ritardo mostruoso, dal mercato. Nonostante avesse cercato di nasconderlo, Olga aveva notato perfettamente il suo nervosismo ed era andata a sincerarsi che stesse bene.

Sì, certo” era stata la risposta poco convincente della ragazza “Solo…è normale stare un po’ in ansia, sapendo che ai confini c’è la guerra” 

Dopodiché si era ritirata in quella stessa stanza e non aveva più proferito parola con nessuno, fino a quando Olga non l’aveva mandata ad assistere la partoriente in città. Per la donna quel silenzio era stato subito un segnale d’allarme e aveva bisogno di avere spiegazioni, ma soprattutto era giunto il momento di darne. Reputò Sem la persona migliore a cui confidare il segreto di lady Selena. Era sicura che non l’avrebbe tradita. 
A questo proposito, devo chiederti un favore, Sem” gli disse dopo qualche istante. 

Vuoi che raggiunga Hanon? Non credo ne sarebbe molto contenta, non vuole che ci vedano insieme…” 

No, no, ma ho urgente bisogno di dirti una cosa in privato” 

La richiesta suscitò non poca curiosità nel principe, che si fece tutto orecchie. 

Puoi raggiungermi qui dopo cena? o meglio, quando tutti sono andati a dormire?” 

Certo” 
Mi raccomando, sii discreto e non farti vedere” 

Non preoccuparti” la rassicurò il ragazzo, quindi si congedò e uscì dalla stanza. 

Olga pregò con tutto il cuore di stare facendo la cosa giusta. 


La piccola peste aveva deciso di non dare tregua alla madre e ad Hanon fino a poco prima dell’alba. Quando finalmente alle urla della donna si era sostituito il vagito del neonato, o meglio, della neonata, la ragazza ringraziò il cielo per averle concesso ancora qualche ora di riposo prima dei lavori canonici del mattino seguente.

 Accertatasi che madre e figlia stessero bene, si congedò e uscì dalla casa del mercante per tornare a palazzo. Fortunatamente l’uomo non abitava distante e in breve varcò la porta del castello, contenta di essere sempre più vicina al suo letto. Solo una giovane guardia la bloccò durante il tragitto, ma una volta spiegato il motivo della sua presenza, la lasciò proseguire senza ulteriori domande. 

Quando arrivò davanti all’entrata delle stanze dei servi, la sua stanchezza aveva raggiunto i livelli massimi da lei concepiti, accompagnata da un martellante e sibilante mal di testa. Il buio del corridoio non fece che accentuare il tutto. Il dolore alla testa le diede una fortissima scarica e la costrinse a fermarsi e ad appoggiarsi al muro, in preda al mal di stomaco. Dopo meno di due secondi, però, scomparve come era venuto, tornando ad essere il solito dolore. 

Proseguì allora lungo il cunicolo. A poco più di un metro dalla porta d’uscita sentì qualcuno parlare, seppur a bassa voce, dall’altra parte dell’uscio. Si avvicinò ancora, incuriosita, senza fare rumore, finché non distinse perfettamente le voci di Sem e Olga. 

Che il principe fosse ancora sveglio a quell’ora tarda non la sorprese troppo. Quello che la lasciò perplessa fu il fatto che fosse a quell’ora negli alloggi della servitù a parlare con Olga. 
Hanon era praticamente con la faccia premuta contro la porta, attenta a non perdersi una lettere del discorso. 

Sarà un brutto colpo per Hanon” stava dicendo Sem, con un tono cupo che fece allarmare la ragazza, cui venne subito in mente Murtagh. Era probabile che in quel momento stesse combattendo a Gil’ead. 

Mi aiuterai Sem?” chiese Olga al principe con voce apparentemente spezzata dalle lacrime “Mi aiuterai a dirlo a entrambi?”

Entrambi? si domandò Hanon, ma non ebbe il tempo di porsi altri interrogativi perché un’altra scarica di dolore la colpì alla testa, più forte della prima, e la costrinse a portarsi le mani alle tempie e a serrare gli occhi con tutta la sua forza. A stento trattenne un forte lamento. Poco dopo delle immagini si materializzarono davanti ai suoi occhi, fulmini rossi, neri e dorati si alternavano rapidamente a ritmo di clangori metallici, ruggiti e urla disumane. Poi una voce si levò sopra tutti gli altri rumori, chiara quanto disperata.

 Maledetti per non esservi rivelati prima! Maledetti! Avreste potuto aiutarci! Avreste potuto…* 
Murtagh! Hanon riconobbe la voce dell’amico, nonostante non riuscisse a comprendere a chi fossero rivolte le sue accuse, ma non ebbe il tempo di rallegrarsi per il fatto che fosse ancora in vita, perché un’altra scarica di dolore, ancora più forte, cancellò le immagini da davanti a lei e tutti gli altri suoi pensieri. 

Hanon non riuscì a non urlare, le mani serrate energicamente contro le tempie, il corpo inarcato percorso da continue scosse di dolore. 

E così siete sopravvissuti, Oromis, Glaedr…* iniziò a parlare una voce nella sua testa, diversa da quella di Murtagh, ma troppo echeggiante per poterla distinguere. Per Hanon fu come avere qualcosa nel cranio che spingeva per uscire. La testa le pulsava e ogni battito era sofferenza. Cadde a terra in ginocchio e si chinò in avanti fino a poggiare la fronte contro il pavimento freddo. Delle mani la presero per le spalle e la sollevarono di peso. 

Hanon!” gridò Sem tentando di toglierle le mani dalla testa, ma lei si oppose con forza. 

Vattene!” urlò lei scuotendo il capo“Vattene dalla mia testa!” 

sospettavo che gli elfi potessero tenermi nascosto un drago o un Cavaliere…* 

Hanon, ascoltami!” ritentò il principe, lasciando perdere le mani e prendendole il viso perché lo guardasse “Hanon ,aprì gli occhi! Che succede?” 

Per la ragazza fu come sentire un bisbiglio in mezzo a tutto il chiasso nella sua mente, ma seguì quelle parole e aprì leggermente gli occhi. Vide per pochi secondi quelli azzurri e preoccupati di Sem, sfuocati dal velo di lacrime che copriva i suoi, quindi un’altra scossa di dolore la percorse. 

Vergognati, Oromis-elda. Gli elfi hanno dimenticato la loro leggendaria cortesia?...* 

Fallo uscire! Fallo uscire!” implorò Hanon, premendo la fronte contro il petto di Sem. 

Ecco, prova con questo” disse Olga, arrivata di corsa dalla sala comune con una tazza di infuso in mano. 

Sem la prese e, aiutato da Olga, mise dritta la ragazza perché riuscisse a bere. Il principe le avvicinò la tazza alle labbra e costrinse Hanon a bere qualche sorso della tisana. Mentre beveva, però, tornò a lamentarsi e agitarsi e la tazza cadde sul pavimento rovesciandovi sopra tutto il suo contenuto. 

Tu sei stato il primo a riconoscere la pazzia che divorava la mia anima…* 

Toglimelo dalla testa! Mandalo via!” 

Olga, che le succede?” chiese in apprensione Sem, sempre con Hanon che si dimenava tra le sue braccia. 

Non lo so…” rispose la donna in un fil di voce e sull’orlo delle lacrime. 

unisciti a me a Ilirea. Con te al mio fianco, potremo mettere fine a questo conflitto e inaugurare un’era di pace…* 

Uccidimi! Uccidimi, ti prego!” 

Oh, Hanon” pianse Olga tremante. Uno dei servi, svegliati dalle urla della ragazza, la sorresse mentre si sedeva a terra. 

Sei soltanto un vecchio pazzo…* 

Hanon urlò ancora, sempre più forte. E furono di nuovo lampi di vari colori, rosso, nero, oro, ancora rosso, in un vortice delirante. Rumori metallici, ruggiti, grida. 

Tra le braccia di Sem, il corpo della ragazza si irrigidì come un tronco d’albero mentre dalla sua gola usciva un ultimo, straziante grido accompagnato da un dolore inimmaginabile. Il principe la strinse forte, sperando che fosse la fine di quell’agonia. Lentamente l’urlo si trasformò in pianto e il suo corpo si rilassò. 

Hanon…” la chiamò Sem. 

Olga, vedendo che la crisi era finita, si avvicinò ai due ragazzi. Sentì Hanon che, nel pianto, continuava a bisbigliare qualcosa. 

Sono morti…non c’è più speranza…sono morti…” 

È semi-incosciente” disse Olga esaminandole una pupilla “Tra poco probabilmente si addormenterà. Aiutami a portarla nella sua stanza” 

Sem si alzò e si caricò Hanon in braccio. Sulla soglia della sala comune si erano radunati tutti i servi, che in quel momento guardavano i due ragazzi e Olga con tanto d’occhi. Questa tornò ad avere il suo solito cipiglio e rispedì ognuno di loro a dormire, raccomandandosi di non proferir parola con nessuno riguardo ciò che avevano visto. 



*questi pezzi sono tratti pari pari da “Brisingr”, capitolo “Lo spettro del destino” 



   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Martyx1988