«Ci rivediamo dopo, Angelina»
«Promettimelo, Fred. Promettimi che dopo ci rivedremo»
Avevo veramente creduto che saresti tornato, ci avevo sperato con tutto il cuore.
E invece così non è stato.
Non sei tornato.
Chiudo gli occhi e lascio che i ricordi mi assalgano di nuovo, lasciando che il dolore mi distrugga.
Apro la porta della Sala Grande e sguscio dentro velocemente.
A terra ci sono corpi, tanti corpi di gente che per Hogwarts ha dato la vita.
Mentre avanzo nella desolazioni, riconosco qualcuno, facce amiche, persone con cui avevo parlato qualche volta, persone con  cui invece c’era stata solo un fugace scambio di sguardi.
Eppure, in lontananza, vedo qualcosa che non avrei mai voluto vedere.
Il mio cuore si ferma per un attimo, poi riprende a battere velocemente.
Sto tremando visibilmente.
Una famigliola, tutta con i capelli rossi, è stretta in un angolo della Sala, intorno a qualcosa che non riesco a vedere.
La paura si impossessa di me, mentre ricomincio a correre verso la famigliola, e intanto prego che non sia come temo.
A pochi centimetri, mi fermo.
Calde lacrime scivolano dalle mie guance verso l’oblio, mentre i miei occhi incrociano gli occhi azzurri, bellissimi, del ragazzo con i capelli rossi a terra.
Il cuore si ferma, sento le gambe cedermi, ma mi sforzo, e lo raggiungo.
Il ragazzo continua a fissarmi, con un sorriso ancora increspato sul volto e gli occhi vitrei aperti verso un mondo che non può più vedere.
«Fred!»
E mentre chiamo quel nome, sento che dentro di me qualcosa si è spezzato.
E so che nulla potrà mai più essere come prima.
Sento gli occhi bruciare, ma li tengo bassi.
Incrocio per un attimo lo sguardo di George, e desidero che fossi tu, e non lui.
Un attimo dopo invece mi detesto per averlo anche solo pensato.
Non posso dare la colpa a George per quello che è successo, lui non c’entra nulla.
È a pezzi più di quanto lo sia io.
È tuo fratello.
Riabbasso lo sguardo, accarezzando delicatamente la coperta del tuo letto.
Se mi avvicinassi di più, so che sentirei ancora il tuo profumo.
Ovunque c’è il tuo profumo, un segno della tua presenza, qualcosa che mi dimostri che sei davvero esistito, e che non sei solo una dolcissima illusione che per anni mi ha accompagnata in ogni istante della tua vita.
Un attimo dopo sento George afferrarmi per le spalle e baciarmi.
Chiudo gli occhi, mentre le mie lacrime si mischiano alle sue.
Siamo solo due povere anime, Fred, rimaste improvvisamente sole.
L’unico conforto che possiamo trovare, è stringerci e cercare inutilmente qualcosa di te presente dentro di noi.
Non possiamo portarti di nuovo qui tra noi, per quanto lo vorremo.
Vorremmo poterti riabbracciare, vorrei poter dire a George che va tutto bene.
E invece, l’unica cosa che posso fare, è impedire alla tua metà di affondare nel baratro della disperazione.