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Autore: Elisir86    04/08/2006    1 recensioni
“I nostri nomi non sono rimasti impressi nella storia. Dimmi, sai magari chi era Harry Potter? E Luna Lovegood? Sono solo due nomi che nessuno considera. Eppure di nomi come questi ce ne sono tanti. Perché sono i nomi di eroi, ma non si può pretendere che i babbani possano ricordarsi di persone morte in un mondo che ora non esiste.”
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Il ragazzo di Villa Rosa

 

Noelene non ci poteva credere.

Villa Rosa non era altro che una splendida casa di legno circondata da capi di grano. La padrona era una simpatica anziana (Enola), che la aveva fatta accomodare in una stanza, che faceva invidia al suo salotto.

In quel momento a Villa Rosa c’erano solo lei e una ragazza.

Ma la ragazza non si fece mai vedere per tutto il giorno.

E così arrivò la notte.

Noelene però non dormiva.

Un ragazzo stava suonando una triste melodia su un pianoforte inconsistente. Aveva corti capelli biondi, quasi bianchi e la schiena rigidamente dritta.

“Perché l’hai fatto?”

Era la voce di donna.

Una voce triste.

“Dovevo...”

La musica continuò e il corpo di una signora bellissima si materializzò vicino alla finestra.

“E ora? Credi di poter sfuggire al Suo castigo?”

“Mamma, dimmi solo che mi vuoi bene.”

La donna singhiozzò, nascondendo il viso tra le mani. La musica cambiò improvvisamente, diventando allegra.

Sembrava che il ragazzo volesse far sorridere sua madre.

“Ti vogl...”

Noelene si spostò nell’enorme letto finendo dall’altra parte. E dove prima c’era lei, la donna bionda stava sdraiata.

Sorrideva allegra e i biondi capelli erano ben pettinati in un elaborata acconciatura.

“Ormai sei grande Draco, non puoi aver paura di rimanere da solo.”

E un bambino di quattro anni dai corti capelli biondi, quasi bianchi le saltò addosso. “Ma, mamma, tu domani te ne vai per tanto, tanto, tanto tempo.”

Sul suo viso pallido si disegnò un tenero broncio.

Noelene scese di scatto dal letto. Gli occhi sgranati che fissavano il corpo inconsistente dei due che piano, piano scomparivano accompagnati dalla dolce risata della donna.

E ancora vide il bambino, più grande di qualche anno che stava seduto sulla sedia imbottita.

Lo sguardo arrabbiato.

“Ma padre! Pansy non mi piace nemmeno! Perché dovrei passare l’estate con lei?”

Noelene corse verso la porta della stanza, proprio quando un uomo dagli occhi glaciali si avvicinava al bambino.

“Perché sarà tua moglie!”

E chiuse la porta dietro le spalle.

Ma Noelene non riuscì a non vedere il ragazzo che prima suonava il piano, camminare con velocità nel corridoio.

“Signorino! Signorino Malfoy!” un tesserino verde che lo seguiva.“Signorino, non può lasciare la maschera su un comò dove tutti possono vederla!” sembrava preoccupato.

Il giovane si era girato furioso verso la piccola creatura, e strappando la maschera argentea la lanciò contro il muro.

Si frantumò.

"Non me ne frega un cazzo!"

E come se niente fosse entrò nella sua stanza passando su Noelene.

  
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