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Autore: DumbledoreFan    20/12/2011    16 recensioni
Blaine è giovane, troppo giovane per fare il supplente nel temibile liceo pubblico di Lima, ma da qualche parte deve pur iniziare, e così si imbarca in questa sua nuova impresa...nel suo primo lavoro. Kurt è all'ultimo anno e i suoi occhi sono ogni giorno più spenti, più stanchi, i suoi vestiti sempre più macchiati, e le cose che lo rendono felice non sono mai abbastanza. Sarà un giovane supplente a riportare il sorriso sul suo volto, mentre lui, senza neanche accorgersene, insegnerà al nuovo professore la lezione più difficile della vita: gli insegnerà ad amare.
{Teacher!BlainexStudent!Kurt}
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio miei cari lettori ^^ Tornata da una noiosissima giornata a scuola in cui avrò quasi sicuramente recuperato un altro 3 e mezzo a matematica (non è proprio la mia materia .-.), ho deciso di non farvi aspettare fino a stasera per aggiornare, dato che questo e il prossimo capitolo li avevo già scritti e sono dunque ready to go ^^ Perciò vi lascio alla lettura e ci risentiamo con le note in fondo al capitolo!
Enjoy!
















Kurt uscì dal retro della scuola per dirigersi verso la sua macchina, parcheggiata accuratamente lontano da cassonetti e distributori di granita, e non riuscì proprio a trattenere un sospiro intriso di tristezza e rassegnazione.
 
Era stanco degli insulti, era stanco di essere gettato fra l’immondizia, era stanco che i suoi raffinati vestiti firmati venissero macchiati sempre più spesso, e molte volte irrimediabilmente, ma era deciso a non deprimersi...o almeno, a provarci.
 
Era deciso a non farsi scoraggiare, perché farsi vedere ferito sarebbe stata una vittoria per i bulli, e lui doveva dimostrare di essere più forte.
 
Non potevano scalfirlo, non potevano toccarlo, e presto, molto presto, lui sarebbe diventato una persona che valeva, e loro sarebbero rimasti a marcire a Lima.
 
Si sarebbero visti presto i veri perdenti, e lui cercava di convincersene ogni giorno più intensamente, colpo dopo colpo, insulto dopo insulto.

Appena arrivò nel parcheggio però l’attenzione di Kurt venne catturata da qualcosa in particolare, e la sua mente venne distolta da quei tristi pensieri.
 
Si guardò intorno spaesato, alzandosi in punta di piedi per sovrastare le curve delle auto e scovare da dove provenisse quella voce soave e un po’ sommessa che si stava diffondendo nell’aria.
 
Qualcuno stava cantando.
 
All’inizio, un po’ per la lontananza e un po’ per la voce calda e baritonale che modificava inevitabilmente le note, non riuscì a riconoscere la canzone, ma poi il ragazzo che stava cantando alzò la voce, smettendo di canticchiare propria mente fra sé e sé, e intonando in modo più chiaro le parole, così Kurt la riconobbe all'istante.
 
You make me
Feel like I’m leaving a
Teenage dream, the way you turn me on,
I can’t sleep, let’s run away and
Don’t ever look back, don't ever look back.
 
Il soprano sorrise leggermente e socchiuse per un attimo gli occhi, beandosi di quella voce avvolgente e vellutata che stava rendendo paurosamente la canzone di Katy Perry su ormoni impazziti come quelli adolescensiali.
 
Quando riaprì gli occhi, cercò di avvicinarsi alla fonte di quella melodia, e finalmente, dopo aver oltrepassato una fila di macchine, lo vide.
 
Era il giovane professore che faceva da supplente alla sua professoressa di inglese.

Stava sistemando delle cose nella sua auto cantando appassionatamente, e Kurt rimase davvero impressionato dalla bravura dell’insegnante, e soprattutto, da quanto coinvolgente fosse il suo modo di cantare.
 
Nonostante non ci fosse base, nonostante stesse cantando sovrapensiero, nonostante non si fosse preparato e riscaldato, Kurt sarebbe rimasto ad ascoltarlo volentieri per delle intere ore.
 
“Wow, questa è decisamente meglio dell’originale” commentò il soprano ad alta voce, facendo trasalire per lo spavento il professore, che non si era accorto di avere del pubblico.
 
“Scusi, non volevo spaventarla” fece educato Kurt con le labbra stirate in un sorriso cortese.
 
Blaine lo ricambiò immediatamente e fece un cenno leggero con la mano.
 
“Figurati, ero io che mi ero perso nel mio mondo” rispose il professore chiudendo lo sportello della macchina.
 
Kurt lo guardò inclinando un attimo il capo.
 
“Con un voce del genere, come è finito a fare il supplente a Lima?” chiese il ragazzo curioso, incapace di trattenere quella domanda che gli sorse spontanea, forse un po' velata di paura.
 
Blaine sorrise lusingato, voltando appena il capo.
 
“Mi guadagno da vivere…i sogni non pagano” rispose con un pizzico di amarezza nella voce.
 
Incrociò le iridi azzurre dello studente e vide il suo sguardo spegnersi leggermente e appannarsi da un sottile alone di delusione, così spalancò di scatto gli occhi e alzò subito le mani.
 
“No, non intendevo quello! Non intendevo che i sogni non si realizzano, ma che IO non ce l’ho fatta, perché in realtà non ho nemmeno provato” si affrettò a dire Blaine cercando di rimediare a quello che aveva affermato poco prima.
 
Dio, il primo studente che gli rivolgeva la parola civilmente, e lui infrangeva le sue speranze e i suoi sogni di una vita?! Era proprio pessimo.
 
Kurt però non sembrò rattristarsi, anzi, scoppiò in una risata cristallina e scosse il capo.
 
“Non si preoccupi professore, so anche io che il mondo lì fuori è duro e ingiusto, e che ci sono altre migliaia e migliaia di ragazzi come me, anzi meglio di me, e che quindi probabilmente non ce la farò…” ribattè il ragazzo con tono tranquillo.
 
“Ma visto che da qui devo andarmene comunque, tanto vale provarci, no?” concluse mentre sulle sue labbra si faceva strada un sorriso lievemente amaro. Blaine annuì con vigore.
 
“Oh certo! Certo, devi provarci con tutta la determinazione di cui disponi! E poi il professor Schuester mi ha detto che sei molto bravo, come tutti i ragazzi del Glee…” rispose Blaine cercando di usare il tono più convincente e incoraggiante a cui poteva ricorrere.
 
Kurt fece spallucce con modestia, un po' falsata dal sorrisino che gli proruppe sulle labbra.
 
“Ce la caviamo” disse lo studente abbassando appena lo sguardo.
 
Poi tornò a posare le sue grandi pozze azzurre sul professore di fronte a lui.
 
“Lei è bravo sul serio. Peccato che non abbia fatto un tentativo” commentò Kurt, per poi rivolgergli un sorriso educato e avviarsi verso la sua macchina.
 
Blaine osservò il ragazzo allontanarsi in silenzio, per poi sorridere fra sé e sé.
 
Eccome se era stato un peccato.
 
Non c’era niente al mondo che amava e che lo divertiva di più della musica, ma suo padre aveva crudelmente riso davanti al suo progetto di voler sfondare a Broadway, nonostante tutti gli avessero ripetuto che il figlio aveva davvero le carte in regola per riuscirci.
 
Ma lui non aveva voluto sentir ragioni, e l’aveva spedito senza diritto di replica a studiare al college per poter esercitare poi una “vera professione”, come la definiva lui. Perchè fare il musicista non era un vero lavoro, poteva essere un hobby, al massimo, anche se era la cosa che amavi fare di più al mondo.
 
E così Blaine era sempre lì, intrappolato in Ohio, a rischiare di essere mangiato vivo da un gruppo di adolescenti appena sei anni più giovani di lui.
 
Il giovane professore sospirò rumorosamente e salì in macchina, accendendo subito lo stereo.
 
Gli bastarono pochi minuti, cullato dalle note di una melodiosa canzone di Britney Spears, per tornare con la mente ai ricordi felici degli ultimi anni di liceo, quando era la punta di diamante del suo Glee Club e faceva tremare le ginocchia a tutti semplicemente cantando.
 
Blaine non potè trattenersi dal sospirare di nuovo, nostalgico, immergendosi a pieno in quei ricordi e riuscendo quasi a sentire l’odore della felicità che aveva provato, tanto erano nitidi.
 
Poi d’un tratto spalancò gli occhi in un’espressione improvvisamente illumitata.
 
Forse aveva trovato l’idea che gli serviva per sopravvivere il giorno dopo.
 
*
 
La mattina seguente, Kurt aveva Inglese all’ultima ora, e si trascinò verso l’aula dopo essersi cambiato, per la seconda volta quella mattina, la camicia, le due precedenti macchiate di granita alla ciliegia e all’uva.
 
Fortunatamente quel pomeriggio aveva le prove con il Glee Club a tirarlo su di morale, anche se ormai era abituato a non farsi infastidire dalle docce gelate che i bulli gli facevano fare regolarmente.
 
Se fossero state solo quelle l'unico umiliante screzio che gli facevano subire, avrebbe preso una granita in faccia anche ogni cinque minuti.
 
Entrò nell’aula prendendo posto accanto a Mercedes, che lo stava già aspettando e che si  assicurò subito che stesse bene.
 
Kurt le rivolse un sorriso stanco e annuì lievemente, sistemandosi una ciocca di capelli che a causa della granita e dell’acqua per pulirsi era andata per i fatti suoi, ignorando gli ordini dell’acconciatura perfetta per cui Kurt aveva impiegato mezz’ora quella mattina.
 
Dopo appena qualche minuto la porta della classe venne chiusa con un singolo colpo e Kurt alzò subito gli occhi verso il professore che era appena entrato.
 
Questo non salutò gli studenti con il solito tono allegro che aveva usato il giorno prima, anzi non salutò affatto.
 
Poggiò con un piccolo tonfo lo stereo blu che aveva in mano sulla cattedra, dando le spalle agli alunnii incuriositi, che lo stavano osservando straniti, chiedendosi cosa avesse in mente, e perché stesse indossando una giacca di pelle arancione.
 
Ma prima che chiunque potesse fare anche una sola domanda, dallo stereo cominciò ad uscire una melodia ritmata e conosciuta.
 
Blaine iniziò a muovere le spalle a tempo e subito dopo prese a cantare.
 
"They told him don't you ever come around here
Don't wanna see your face, you better disappear
The fire's in their eyes and their words are really clear"
 
Si girò di colpo con un movimento fluido e si strattonò appena la giacca.
 
"So beat it, just beat it!"
 
Gli studenti lo osservarono inizialmente attoniti mentre il professore muoveva degli accurati passi di danza senza smettere di cantare con enfasi la famosa hit di Micheal Jackson, atteggiandosi perfettamente, proprio come se fosse stato su un vero palco scenico.
 
Si sedette sulla cattedra e fece una giravolta, per poi scendere ed iniziare a ballare fra i banchi seguendo il ritmo della musica, specialmente con le gambe e il bacino.
 
I ragazzi, realizzata la situazione e sorpassata l’iniziale sorpresa, cominciarono a lanciare delle grida di approvazione e a battere le mani a tempo, mentre sul volto di Blaine si faceva strada un lieve sorriso compiaciuto.
 
Dalle labbra di Kurt uscì una risata soave e anche lui iniziò a tenere il tempo con le mani, osservando divertito e ammirato il professore tornare verso la cattedra eseguendo una perfetta moonwalk.
 
"Just beat it, beat it, beat it, beat it
No one wants to be defeated
Showin' how funky and strong is your fight
It doesn't matter who's wrong or right"
 
Blaine salì in piedi sulla cattedra con un solo salto, senza nemmeno aver bisogno di appoggiarsi sulle mani, e si levò velocemente la giacca, rimanendo solo con una T-shirt colorata.
 
Continuò a cantare e ballare imitando il più possibile la coreografia del video originale, mentre fra gli studenti si levavano gridolini eccitati e fischi d’approvazione.
 
Kurt in quel momento capì che la performance a cui aveva assistito il pomeriggio precedente era solo la punta dell’iceberg, perché sotto i capelli ingellati e l’aria allegra, il professor Anderson nascondeva un vero talento.
 
Non si vergognò affatto a pensare che era anche molto, molto più bravo del professor Schuester.
 
Quando la musica terminò, Blaine reclinò la testa in avanti e rimase per qualche momento immobile, mentre tutti i ragazzi si alzavano in piedi entusiasti e applaudivano forte, senza trattenere una serie di eccitati “wow” e “oh mio dio”.
 
Kurt batteva le mani forte e aveva un sorriso raggiante stampato in volto che non faceva capolino tra le sue labbra da molto tempo.
 
Era felice che la performance del professor Anderson gli avesse fatto dimenticare per un po’ i bulli, i suoi vestiti sciupati, il bruciore agli occhi e la ghiacciata umiliazione che tutte le volte gli colava addosso.
 
Blaine, sempre in piedi sulla cattedra, cominciò a ridere allegro e fece qualche inchino, per poi mettersi a sedere sulla cattedra con le gambe penzoloni e le mani che si tenevano al bordo del tavolo.
 
Gli studenti seguirono il suo esempio e tornarono a sedere, senza distogliere lo sguardo dal professore.
 
“Allora…chi mi trova le figure retoriche in questa canzone?” domandò allegramente Blaine facendo scorrere lo sguardo verso i suoi alunni, i quali aggrottarono la fronte confusi.
 
“Ci sono delle figure retoriche nelle canzoni di Micheal Jackson?” si lasciò scappare un ragazzo in fondo all’aula con tono decisamente confuso.
 
Blaine annuì vigorosamente.
 
“Ovvio che ci sono figure retoriche nelle canzoni di Micheal Jackson, in tutte le canzoni ci sono le figure retoriche” replicò il giovane professore.
 
“Ragazzi, la musica non è altro che poesia, solo più semplice da ricordare e più divertente da ascoltare…ma per il resto, è proprio come la poesia che si studia sui libri, e si può trattare come tale” spiegò con un gran sorriso, per poi battere le mani entusiasta.
 
“Andiamo, chi mi trova così al volo un paio di figure retoriche?”
 
La classe calò un attimo nel silenzio (cosa che Blaine non si sarebbe mai nemmeno preso il lusso di immaginare!), ma dopo qualche istante una mano schizzò veloce in aria.
 
Blaine si voltò verso lo studente con cui aveva parlato il giorno prima nel parcheggio (Kurt, si ricordò dalla visita che aveva fatto a Will in sala professori) e gli rivolse un sorriso incoraggiante.
 
“Sì Kurt?” fece indicandolo con una mano.
 
Il ragazzo rimase un attimo stupito dal fatto che sapesse il suo nome, ma poi fece spallucce e rispose al professore.
 
“L’allitterazione della t nel ritornello”
 
Il sorriso di Blaine si allargò a dismisura e scese al volo dalla cattedra.
 
“Esatto!” esclamò per poi cominciare a cercare nella sua tracolla.
 
Da lì tirò fuori una pila di fotocopie e le passò ad una ragazza al primo banco per farle distribuire.
 
“Questo è il testo della canzone, per casa voglio che la analizziate, e per la prossima settimana, voglio che ognuno di voi mi porti la sua canzone preferita, anche quella analizzata e anche confrontata con questa…” disse Blaine scrivendo alla lavagna i punti dell’analisi.
 
“Potete cominciare ora” concluse con un permissivo gesto della mano, e tutti gli studenti si misero a lavoro, parlottando e ridendo fra di loro, alcuni anche canticchiando.
 
Blaine si sedette alla cattedra soddisfatto.
 
Ecco come avrebbe voluto le sue lezioni.  









Spazio dell'Autrice.




 

Ed ecco anche il secondo capitolo!

Secondo capitolo dove abbiamo la prima vera interazione fra Kurt e Blaine, e su questo e su come si svolgeranno le cose ho una spiegazione da darvi.

Per motivi puramente tecnici e legati al regolamento di EFP, ho dovuto mettere Kurt all'ultimo anno, così che in tempo per le scene lemon possa essere maggiorenne, come sarà, perciò questo comporterà una sorta di mix tra la trama della seconda stagione e la trama della terza.

Diciamo che per quanto riguarda la linea Klaine, cercherò di rimanere, per quanto mi è possibile chiaramente, fedele allo sviluppo della seconda serie, mentre per il resto mescolerò un po' della terza serie attutale e un po' di quella che mi ero immaginata quest'estate, quando ho cominciato a scrivere (per esempio, nell'altro capitolo è citata Lauren, che per me c'è sempre, come Sam, del resto, che non se n'è mai andato...non metterò la cosa della Troubletones, però credo di inserire Sugar e Rory perchè li adoro troppo ** Insomma, vedrete)

La cosa a cui voglio rimanere più fedele sono le canzoni, e loro ordine, di Kurt e Blaine, infatti, come avete letto, la prima canzone che Kurt sente cantare a Blaine è Teenage Dream, esattamente come nel telefilm, e così via...

In questo capitolo però mi sono permessa di aggiungere una canzone che non rientra nel repertorio di Blaine, perchè "Hey Soul Sister" mi serve in un altro capitolo, e poi per questo suo numero in classe volevo qualcosa di più incisivo e più...epico, diciamo xD

E chi meglio di Micheal Jackson?

Che poi Blaine con la giacca di pelle arancione ce lo vedo troppo, scusate xD

Ero indecisa se fargli cantare questa o Bad (che la cantano nella puntata tributo, altro segno delle mie capacità di oracolo xD), però boh, alla fine ho scelto questa **

Una piccola curiosità: il compito che Blaine assegna ai suoi studenti, quello di analizzare una canzone come una poesia, è stato dato a me personalmente, l'anno scorso, dalla mia professoressa di Latino che ci voleva appunto dimostrare che la poesia è in realtà una cosa che ci circonda nella vita di tutti i giorni. Io, che sono una grande fan dei Tokio Hotel, portai la mia canzone preferita, e fu un confronto davvero costruttivo ^^

Ok, ora, per chi non seguisse le mie CrissColfer e non fosse fan della mia pagina Facebook (che potete trovare qui ) vi rimetto le comunicazioni di servizio riguardo i giorni in cui settimanalmente pubblico i vari capitoli, e sulla pagina FB scriverò gli eventuali cambiamenti ^^

"COMUNICAZIONI DI SERVIZIO:

Gli aggiornamenti settimanali delle FF che sto portando avanti in questo momento si svolgeranno, eccetto varie ed eventuali, nel seguente ordine:

Martedì, aggiornamento di When a student taught me how to love.

Sabato, aggiornamento di CrissColfer Live! Tour 2011.

Domenica, aggiornamento di Forced Cohabitation.

Nymphomaniac purtroppo slitta a questo punto a quando riesco ad incastrarmi tra tutto il resto, lo so che vi piaceva ma non sarebbe umano aggiornare 4 FF a settimana e provare anche ad avere una vita e dei bei voti a scuola xD"

Bene, a questo punto mi restano soltanto i ringraziamenti! (ultimi, ma decisamente i più importanti!)

Ringrazio con tutta me stessa le ben 28 persone (WOAH. Sul serio wow! Grazie, grazie mille!) che hanno recensito lo scorso capitolo, e tutti quelli che hanno letto!! Siete incredibili! Vi amo <3

Un bacione!

   
 
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