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Autore: 365feelings    21/12/2011    1 recensioni
Nel Giardino del Tempo sui loro troni le figlie di Ananke, le Moire,
cantano e tessono il Passato, il Presente e il Futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: KumaCla
Titolo: Across the time
Warnings: FlashFic
Note: cribbio, che ritardo. A mia discolpa mando avanti la scuola u___u In ogni caso eccomi qui con il terzo capitolo.
The One Hundred Prompt Project/
 


Magda aprì gli occhi su un cielo rosso, puntellato di detriti. La luce del sole filtrava a mala pena attraverso dense nubi di polvere e gas e rendeva ancora più spettrale il paesaggio circostante: scheletri neri di alberi protesi verso un cielo di sangue si stagliavano davanti a lei.
Cubo le ronzò attorno, distogliendola da quella cupa visione.
«Ci troviamo nel 7023» annunciò con voce metallica «A 450 metri dai resti di Villa le Temps» precisò dopo un'analisi del territorio circostante.
«Questa è davvero la Terra nel futuro?» chiese, senza rivolgersi a un preciso interlocutore, riportando lo sguardo su quella sconvolgente volta scarlatta: cosa diamine era successo? Il terriccio grigiastro e granuloso sotto i suoi stivali schricchiolò come ghiaia laddove avrebbe dovuto esserci una foresta. Che fine avevano fatto gli alberi? Delle vecchie querce non restava che carbone e qualche tronco annerito.
Un brivido — di paura? — la attraversò.
Il ronzio di Cubo riempì il silenzio attorno a lei, finché non scomparve nel cappuccio della sua vecchia tuta: si voltò e dopo un flop e una distorsione spazio-tempo Keats apparve dietro di lei, seguito da altri due Agenti: una bella ragazza bionda dai lineamenti aristocratici e un ragazzo dalla carnagione olivastra e i riflessi pronti.
«Che è successo qui?!» chiese Leon, guardandosi attorno: aveva una voce calda e musicale come una carezza.
«E' quello che dobbiamo scoprire» rispose Keats, azionando il controllo topografico del suo dispositivo di rilevazione dati.
«E dobbiamo farlo con quella lì?» domandò, chiaramente contrariata, Madeline, senza preoccuparsi di abbasare il tono di voce.
«Gelosa di non essere più l'unica pollastra del gruppo?» rispose Leon, ammiccando verso Madga e le sue curve che la vecchia tuta non celeva.
Sia Keats che lei ignorarono gli altri due Agenti e si avviarono verso nord, chiusi in un silenzio che preannunciava la tempesta. Madeline e Leon non poterono far altro che seguirli, perplessi: da che erano in squadra insieme, non lo avevano mai sentito parlare di Magda e più in generale del suo passato. Sapevano ben poco di lui prima che fossero assegnati allo stesso Maestro, si lasciava sfuggire poche e ben calcolate informazioni: era riservato e lo rispettavano. Meglio ancora, si fidavano; li avrebbe aggiornati a tempo debito e fino ad allora lo avrebbero seguito in silenzio.
«Sei pregata di condividere i tuoi dati» disse all'improvviso Keats.
«Dati?» chiese Magda.
«Sì, dati. Non fingere di non sapere qualcosa. Sono anni che vai su e giù nel tempo. Non mi bevo la storia del lavoro. Sei sulle sue tracce. E hai scoperto qualcosa».
«Ti sbagli di grosso» negò Magda, fedele al suo principio "nega sempre finché puoi e sii più convincente possibile".
«Perché credi di essere qui?»
«Dimmelo tu». Ma in fondo lo sospettava. Erano anni, dalla sua scomparsa, che la cercava: e di lei neanche una traccia, nemmeno un'anomalia. Solo un grande vuoto, tante domande e dei calcoli che non quadravano. Dov'era finita sua sorella?
Keats sbuffò, visibilmente seccato, e poi sganciò lo disse.
«Ravenna».
Magda non si arrabbiò, non fece scenate, rimase impassibile.
«Credete che c'entri in tutto ciò».
«Sì».
La ragazza non replicò. All'improvviso non era più così tanto sicura di voler andare a fondo della faccenda: la ghiaia continuava a scricchiolare sotto i suoi piedi e risuonava come un monito, un avvertimento.
Il futuro era futuro, no? Non avrebbe dovuto conoscerlo prima del tempo, anzi, non sarebbe nemmeno dovuta essere lì.
Ma le sue gambe continuavano a condurla dritta verso nord, dritta verso le risposte che cercava da una vita.
Ravenna, che hai combinato?


   
 
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