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Autore: marrymezayn    25/12/2011    58 recensioni
Tratto dal secondo capitolo:
«l’hai visto?» Chiese la sua migliore amica, nel panico più totale. Forse era più in ansia lei che Keyra. Si girò a guardare la sua amica, pensando seriamente che Keyra fosse entrata in uno stato di shock totale. «L'hai visto Kè?» domandò anche se le bastò vedere la sua faccia per capire che l'aveva visto. La scosse per un braccio e Keyra tornò nel mondo dei vivi dal suo momento di panico più totale. Oh no! Oh no! «dimmi che sto avendo un bruttissimo sogno!» pregò che fosse così, ma quando si girò si vide rispecchiata negli occhi di Mary. No, non stava avendo un brutto sogno.
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Questa è la prima storia che ho pubblicato. Spero che vi piaccia.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se non ti perdi, non trovi strade nuove.'
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Era lì.. Piccola e infelice..

Gli innamoramenti lampo. Curiosa come cosa, non trovate?
Tu sei seduto dentro un autobus, a pensare agli affari tuoi e poi ti giri, per non si sa quale oscuro motivo. I tuoi occhi si fermano su una persona, e ti accorgi che quella persona è proprio carina. La guardi, la fissi, magari ti ci scambi sguardi maliziosi, ma tutto si ferma lì. Uno dei due scende, e tu ti giri a guardare l’altro, fermo sul marciapiede, che segue con lo sguardo l’autobus che si allontana. Un ultimo sguardo, un’ultima occhiata maliziosa, e poi via.. Come era arrivato se ne andava. Ma tu, stai pur certa che per tutta la giornata riuscirai a pensare solamente a quel paio di occhi azzurri, castani o neri quale siano. Hai un pensiero fisso, e quel pensiero sono quel paio di occhi, che ti hanno guardato per un nano secondo della tua giornata. Non lo incontrerai più, ma è curioso come ogni tanto ti torna in mente di pensare agli innamoramenti lampo che hai avuto nella tua vita. Ma perché si chiamano innamoramenti lampo? Perché lampo? Perché ti dimenticherai presto di quella persona? Oppure perché è una cosa veloce, indolore? Non sapeva bene il perché di quel modo di dire, ma veniva fin troppo usato. Allora anche la sua “storia” doveva essere calcolata come innamoramento lampo. Era passeggero, no? Non era indolore, perché quello proprio no! Ma in fondo avevano passato insieme meno di due mesi. Quindi.. si, era calcolato come innamoramento lampo. Se non dalla gente comune, da lei stessa!
Non era riuscita a dormire. Aveva sonno, ovvio, ma aveva preferito rimanere sveglia anche dopo che avevano finito di fare.. quello, e Zayn si era addormentato. Come si poteva perdere quattro ore, le ultime quattro, a dormire quando vicino a te era addormentato un angelo travestito da diavolo? Come si poteva perdere tanto tempo a sognare quando al fianco c’era già un sogno? Uno spettacolo migliore di un sogno. Era reale, quello spettacolo. Non qualcosa che desiderava il suo inconscio, ma semplicemente lei. Lo desiderava, lo pretendeva. Ma non poteva, non poteva averlo. Il destino era stato proprio uno stronzo, a donargli quel ragazzo e poi così, quando lei finalmente aveva stretto le mani su di lui sicura che fosse suo per sempre, il destino glielo strappava dalle mani, portandolo lontano. Perché era quello.
Con un sospiro si abbassò di nuovo a sfiorare, per la centesima volta le sue labbra. Lo faceva da quando si era addormentato, e lui senza accorgersene ricambiava, spingendo le labbra sulle sue.
Guardò l’orologio al suo polso. Ormai erano le sette. Doveva muoversi. Si mise seduta sul divano, si rivestì e dopo essersi alzata controllò che Zayn fosse coperto bene. Prima di svegliarlo, decise di fargli una foto. Una foto che sarebbe rimasta solamente sua, ed era sicura, sarebbe rimasta nascosta nel profondo delle sue foto. E come una ladra sarebbe andata a guardarla di tanto in tanto, di nascosto. Prese il cellulare e gli scattò una foto, rimanendo a guardarla per alcuni secondi.
C’era la perfezione in quella foto. Dannato lui! Come diavolo faceva ad essere così dannatamente bello anche mentre dormiva?
Si diresse in cucina, per preparare il caffè a tutti. Il primo che svegliò fu Zayn, anche perché non le sembrava il caso di andare a svegliare gli altri quando di sotto c’era uno Zayn totalmente nudo, coperto solo con una coperta. Non voleva far sapere a nessuno che si erano amati fino all’ultimo. Voleva che rimaneva solamente una cosa sua e di Zayn.
Lo scosse.
«Zayn..» Sussurrò e lui mugugnò qualcosa, girandosi e tornando a dormire. «Zayn, svegliati!» lo scosse ancora, dandogli un bacio e lui tornò ad avere il viso verso di lei. Aprì gli occhioni castani più belli del mondo, e le sorrise.
Sarebbe morta di quel sorriso, ne era certa. Si poteva morire per un semplice sorriso?
«Non hai dormito, vero?» Chiese scrutandola attentamente, mentre lei gli porgeva la tazza e scuoteva la testa.
«E come facevo? Tu russi la notte!» Disse seria guardandolo, per poi sorridere. Non era vero, non russava. Semplicemente era troppo bello per essere vero, e non era riuscita a chiudere gli occhi. Zayn si appoggiò sul gomito, per poi prendere la sua tazza di caffè.
«Un vampiro è più carino di te di prima mattina!» Sentendo quelle parole, Keyra lo guardò male.
«Grazie tesoro, ti voglio bene anche io nel profondo!» Ridacchiarono, scuotendo la testa.
Zayn portò una mano dietro la sua testa, e la spinse sulle sue labbra.
«Tu la devi smettere di svegliarmi in modo così dolce!» Si persero uno negli occhi dell’altro per qualche secondo. Il cuore perse un battito vedendo quello sguardo.
Perché era consapevole di quale giorno fosse, di cosa avessero fatto la notte prima. E ancora riusciva a guardarla con quello sguardo pieno d’amore. E a lei le uscì un sospiro.
«Giuro che non lo farò più..» Sorrisero amari entrambi, poi Zayn le diede un altro bacio.
«L’hai promesso, eh!» Annuì, guardando quegli occhioni. Si stava facendo il pieno dei suoi sguardi, volendo fare la scorta per i prossimi cento anni. «Mi mancheranno i tuoi risvegli.» Ammise il moro e lei alzò gli occhi al cielo.
«Forza vestiti che devo andare a svegliare anche gli altri. Il coglione del tuo compagno però lo svegli te, chiaro?»
Zayn sorrise, per poi affondare la faccia nella sua tazza di caffè. Lo stupiva sempre. In un modo o nell’altro, non si aspettava mai la vera risposta di Keyra. Tornò in cucina, per prendere le altre tazze di caffè e poi si diresse in camera. Quando entrò trovò il panico. Li guardò ad occhi sbarrati. Louis era scivolato per verticale quando si era reso conto che Keyra e Zayn non c’erano. Liam era per terra a dormire. Harry si era appisolato su una sedia. Ridacchiò e scuotendo la testa entrò, ringraziando il cielo che Harry era in mutande. Almeno quelle.
«Ragazzi?» Posò il vassoio sul comodino e scosse tutti. «Giorno!» Sussurrò appena vide Niall aprire i suoi grandi e stupendi occhioni azzurri.
«Ciao scricciolo! Già sveglia?» Ridacchiò.
«Io non mi sono proprio addormentata!» Ammise, affondando la mano nei capelli di Niall, con dolcezza. Il biondino la guardò tristemente.
«Potevi chiamarmi!» Disse, con il viso triste.
«Si.. Svegliare te alle due di notte è come cercare di far mettere le mutande ad Harry! Una cosa impossibile.»
Louis, che ancora dormicchiava, scoppiò in una delle sue migliori risate sentendola parlare. Si guardarono, sorridendo e Louis vedendola sorridere, scoppiò a ridere di nuovo sicuramente ripensando alla frase.
«Forza, vestitevi! Che bisogna andare!» Esclamò, con tono da mamma apprensiva. Lei si diresse al bagno, per vestirsi e bussò sapendo che c’era Zayn. «Muoviti, cazzo!» Sbottò e tornò giù per farsi un’altra tazza di caffè.
Anche i maschi avevano bisogno del loro tempo in bagno, ma decisamente Zayn ci stava mettendo troppo. Poteva essere vanitoso quanto voleva, ma da troppo li dentro.
Quando tornò su, bussò di nuovo. «Ti muovi? Ci sono altre sei persone che devono lavarsi. Ah no..» Si girò quando vide Harry passare. «Scusami, cinque.. Harry non lo calcolo neanche!»
Lo sentì ridere da dentro il bagno mentre lei si guardava male con Harry, in mutande che le passava vicino.
Lottò di fronte alla porta del bagno per tipo mezz’ora e quando le aprì, lo trovò già vestito e seduto sul wc. «Ma porca troia! Da quanto sei vestito?» Chiese, stranita.
«Da dieci minuti buoni, ma volevo sentirti impazzire per l’ultima volta!»
La palpebra sotto dell’occhio destro di Keyra cominciò a vibrare pericolosamente.
«Esci subito da questo bagno, coglione patentato!» E dopo tanti calci al culo riuscì a farlo uscire, e si preparò. Non si truccò neanche, perché tanto sapeva che sull’aereo avrebbe pianto. Che si truccava a fare?
Dopo essersi preparati, aver preso ognuno il proprio compagno a casa – almeno a farsi vedere dalla professoressa tutti uniti e coccolosi – si diressero all’aeroporto tra le chiacchiere varie nel bus preso per portarli all’aeroporto. Lei era seduta al fianco di Niall, e dalla parte opposta c’era Sophie – che poi aveva scoperto era stata felicemente sospesa per vandalismo (quanto aveva goduto, nel saperlo) la guardava male, ma con un sorrisetto felice come per dirle “tanto appena parti lui torna da me!”. Peccato che, senza ascoltare i richiami dei professori Zayn si alzava, le andava vicino e come sempre rompendo il cazzo le faceva qualche coccola. Quando erano in attesa di scendere, tutti in piedi si era messa dietro a Sophie.
«Speraci, ma ci scommetto cento sterline che non rivedrai il suo affare neanche con il binocolo da lontano!! L’ho fatto mio, Sophie. Zayn è innamorato di me!»
Non sapeva se era davvero così, non voleva crederci. Ma vantarsi un pochino prima di partire, per far crollare tutti i castelli in aria che si era fatta, era sempre una goduria.
**
«Niall vieni un secondo?» Il biondino scosse la testa, attaccato tipo cozza allo scoglio a Keyra, che lo abbracciava dolcemente. Era seduta tra Niall e Zayn, in silenzio, mentre gli altri – con una faccia da morti – cercavano di fare altro. Louis lo guardò male.
«Vieni un secondo?» Esclamò Liam a denti stretti, guardandolo male. Niall si girò a guardarla, e lei sorrise.
«Non scappo. Quando torni sarò qui, promesso!» Disse, con dolcezza e lui l’abbracciò, come se dovesse dirle addio.
Lo guardò andare via, poi finalmente si lasciò scivolare il sorriso tranquillo per lasciarsi andare ad un’espressione disperata. Zayn fissava il pavimento, torturandosi le mani. Le uscì un sospiro, guardandosi intorno. Guardò la gente che camminava frenetica nel piccolo aeroporto, pur di non guardare Zayn. Si sentì tirata e finì tra le braccia di Zayn. Quando si girò a guardarlo, vide che aveva quello sguardo da cane bastonato, che in realtà le faceva capire quanto stava male. No, Zayn. Non abbandonare anche tu il sorriso, crollerò così.
«Vedrò un tuo sorriso prima di partire?» Chiese lei, e Zayn si girò a guardarla.
«Non ho voglia di sorridere.» Ammise, depresso.
«Non era una richiesta, era un ordine Malik!» Ed eccolo lì il suo bellissimo sorriso.
Ricambiò, perdendosi dentro a quegli occhioni castani che pian piano aveva imparato ad amare, conoscere e leggerci dentro. Non c’era niente da fare. Solo lei riusciva a farlo tornare a sorridere quando dentro si sentiva a pezzi. E non sapeva come ci riusciva, ma bastava un suo sorriso, una sua frase, che il sorriso tornava sempre sulle sue labbra. Si accoccolò meglio tra le sue braccia. Prese a torturarsi la pellicina sul labbro, come quando era nervosa. Era nervosa, niente di più. Non voleva lasciarlo, non voleva lasciare tutti quanti. Sentiva il solito magone alla gola che preannunciava che stava per piangere.
«Mi serve il tuo sorriso per almeno un’altra ora. Sennò crollo, Zayn! Non ce la posso fare se vedo anche te in questo stato.» Ammise, lanciandogli una richiesta di aiuto. Lui la guardò.
«Non credo di riuscirci!» Ammise il moro, guardandola.
Era lui che doveva stare male, non gli altri. Era lui che da due giorni – quando si era reso conto che stava per partire – continuava a vedere tutto quello che era successo con Keyra nel suo cervello. Era lui quello che voleva piangere, era lui quello che voleva dirle di rimanere, e di non andarsene. Di rimanere al suo fianco, per renderlo felice. Di farlo continuare a ridere come solo lei ci riusciva, a farlo esasperare, a farlo divertire. Di rimanere per farlo sentire come un ragazzo normale, innamorato di una ragazza normale.
«Potrò chiamarti?» Chiese lui ad un tratto e Keyra si girò a guardarlo.
«Non mi chiamerai Zayn!» Gli fece notare, con un sorriso amaro.
«Si, ma se mi passa per l’anticamera del cervello, posso chiamarti?» Le chiese con tono incazzato, e annuì, guardandolo con dispiacere.
Aveva annuito solo per rispondere, ma Zayn non si sarebbe fatto sentire. Lo sapeva, e lo sapeva anche lui. Niall tornò, attaccandosi di nuovo a lei come una cozza.
«Posso venirti a trovare quando voglio?» Si girò a guardare Niall.
«Tu puoi fare tutto quello che vuoi.» Disse, e lui sorrise ma tornò subito lo sguardo triste.
«Come farò quando pioverà e tu non sarai lì pronta ad aprirmi le coperte e farmi dormire con te?» Sorrise dolcemente.
«Ce la farai!» Esclamò, con un sorriso. Tornarono anche gli altri.
«Ce la fate coccolare un po’ anche a noi?» Chiese Liam, con la faccia dispiaciuta. I due scossero la testa.
«E’ mia!» Risposero insieme, e poi presero a guardarsi male.
«No, Malik è mia! Tu sei arrivato dopo!» Il moro scosse la testa, dando una spinta a Niall, giocosa.
«Io ci andavo a letto insieme..» Disse, e Niall rispose alla spinta.
«Io sono il suo migliore amico.»
«E io il suo trombamico.»
Keyra scosse la testa.
«La finite, cazzo?» Sbraitò la mora, guardando prima uno e poi l’altro. «Merda, riuscite a farmi venire il mal di testa pure l’ultimo giorno.»
La guardarono tutti con quello sguardo da cane bastonati che, lo doveva ammettere, le faceva male più di qualsiasi altra cosa.
«Oddio ragazzi per favore.. Non fate quelle facce, lo sapete che ci rivedremo!» Tutti annuirono, mentre lei mentiva.
Si, stava mentendo perché non avrebbe rivisto nessuno di quei cinque ragazzi.
«E allora su, smettetela di guardarmi come se sto andando a morire. Fatemi sorridere!» Harry si buttò su di lei, piangendo. Rimase incredula per alcuni minuti, poi l’abbraccio.
«Sta piangendo?» Chiese lei incredula, indicando la sua schiena. Louis annuì.
«Guarda che stiamo tutti giù di morale. Lui è quello, dopo Niall che fa vedere meglio cosa prova. Se vuole piangere, lo fa!» Lo guardò, poi strinse ancora di più l’abbraccio con Harry, con dolcezza.
«Dai cucciolo di foca. Ci rivediamo presto!» Disse con dolcezza. Lui singhiozzava sulla sua spalla.
«Chi mi farà sentire una merda? Solo tu ci riesci!» Rise di cuore, sentendo la gola ardere per il pianto che si sarebbe voluta fare.
«Louis ha imparato bene, è stato il mio alunno modello! Lui basterà e avanzerà, ne sono sicura!» Louis le sfiorò il volto con una carezza.
«Keyra..» Si girò quando vide Lucas. «Dobbiamo andare!» Annuì, e tutti si misero in piedi.
«Ok, mi raccomando, non fate bordello. Cercate di non rimorchiarvi delle galline, e comportatevi sempre bene, ok?» Tutti annuirono.
«Si, mamma!» Ridacchiò, abbracciando Harry. «Tu lavati qualche volta.. Sennò la tua puzza arriverà fino a Londra.» Rise e lo vide annuire.
Abbracciò anche Louis, che si commosse, ma si tirò subito dietro, per farle abbracciare Liam.
«Tu dovevi darmi il tuo numero, però alla fine mica me l’hai dato!» Disse, triste facendolo ridere. «Il tuo sedere è rimasto impresso nel mio cuore!» Liam si fece un’altra risata vedendola portarsi una mano al cuore in un gesto teatrale.
«Stacci bene, ok?» Annuì. Liam la trattava da bambina piccola, la faceva sentire una neonata con tanto di ciuccio. Le parlava come un papà parlava al suo bambino. Non le dava fastidio. Di solito quando le davano della bambina si innervosiva, ma con Liam era tutto ok! Si sentiva protetta. Lo abbracciò, poi guardò Niall, nascosto con mezzo volto nel maglioncino.
«Oh ti prego Niall!» E appena parlò lui le si buttò addosso. Accarezzò i suoi capelli, con dolcezza. Quanto male le faceva vederlo così. Se lo sarebbe davvero riportato a Londra, sapendolo così dispiaciuto della sua partenza.
«Mi mancherai!» sussurrò al suo orecchio, dandogli dei piccoli bacini sulla guancia paffutella e rossa e lui rispose con un singhiozzo. «Ma vorrei vedere il tuo sorriso e sentire la tua risata prima di partire. E poi perché piangi? Ci vedremo presto, dai!»
Si, brava, continua a mentire. Sentì una mano accarezzarle la schiena. Era sicura che fosse Zayn. Lui sapeva che non l’avrebbe rivisto Niall. Affondò la faccia nella sua spalla, stringendolo forte.
«Niall.. Ti prego!» Lo pregò, sentendo il magone alla gola farsi sempre più grosso.
«Scusa, ma non ci riesco..» Esclamò, tra il pianto. Mio dio! Con un po’ di forza Niall si staccò e le sorrise.
«Ecco il sorriso più bello del mondo!» E lui ridacchiò. «Ci sentiamo appena scendo dall’aereo, ok?» il biondino annuì.
Si girò verso Zayn, e le si mozzò il fiato in gola. Lo abbracciò, senza guardarlo negli occhi.
«E tu per favore non tornare con quella gallina!» Tutti si girarono per lasciargli un momento tutto loro. L’ultimo momento. «Promesso!» Sussurrò, affondando di nuovo la faccia tra i suoi capelli, per sentire per l’ultima volta il suo profumo. Si riempì i polmoni di quel profumo, maledicendo i suoi polmoni per essere così piccoli e non potersi riempire di altro profumo.
Si staccò e gli sorrise, ricevendo uno di quei sorrisi stupendi che tanto le piacevano.
«Ciao Zayn!» Un po’ straniti gli altri si guardarono, cercando di capire come mai non si stavano piangendo addosso, oppure non si erano dati neanche uno di quei baci che si vedono in televisione.
Prese la sua valigia a mano e Lucas le fu affianco.
«La strada la so anche da sola. Non mi serve l’appoggio morale, sai?» Sbottò, guardandolo male e sentendo la risata di Louis dietro di lei.
Si girò a sorridere a tutti, poi prese a camminare. Un passo, due passi, tre passi.. Lo vedeva il metal detector che l’avrebbe divisa da tutti. Da Niall, da Lui.
«Puoi farcela. Non è difficile. Un passo dopo l’altro.»
Parlava da sola, solamente come una pazza può fare. Si mise in fila, per arrivare al metal detector. Quasi quando si trovò di fronte al tizio che controllava il biglietto, sentì un casino intorno a lei. Si girò a guardare che cosa succedeva.
«Signora non sto superando. Devo solo dire una cosa ad una persona. Guardi, non ho neanche il biglietto.» Sbottò Zayn.
«Zayn!» urlò stranita e facendolo così girare verso di lei. «Che cosa cazzo stai facendo?!» Pure la signora con cui si stava facendo una litigata si girò, per poi lasciare perdere la signora e si fece spazio tra la gente, finendo di fronte a lei.
«Tu sei sicura, vero? Tu sei sicura di prendere quel cazzo di aereo e chiudere i ponti con me, con Niall?»
Le voleva male. Molto male. Lo guardò dal basso. Non gli rispose neanche, sapendo che si sarebbe messa a piangere.
«Sei ancora in tempo!» Lo guardò ancora seria da sotto le ciglia. Lui ricambiò lo sguardo e quando capì che non avrebbe risposto, sospirò depresso. «Forte fino alla fine! E’ questo che mi piace di te!» Lo vide sorridere in modo amaro, poi le passò una mano dietro la testa e la baciò.
Non l’aveva mai baciata così, ma sentì benissimo che in quel bacio c’era un addio lungo una vita. Era un addio, che non riusciva a dirle a voce. Strinse la mascella quando lo guardò andare via, a spalle basse.
«Ma tu sei sicura di voler lasciare qui quel ragazzo?» Da dove cazzo era spuntata la signora di poco prima?
«Signora, ci si mette anche lei? E che cazzo!» Sbottò già con i nervi a fior di pelle, tornando a camminare anche lei.
«Pensaci ragazza.. Quel ragazzo è cotto di te!» Al diavolo la signora impicciona.
Ma porca miseria, non bastava la sua coscienza a farla sentire una merda. No! Serviva pure la nonnina impicciona. Porse il biglietto, socchiudendo gli occhi. Aveva così tanta voglia di tornare indietro, di prenderlo e baciarlo come mai aveva fatto in vita sua. Ma sentì il tipo schiarirsi la voce, segno che aveva controllato il biglietto. Lo guardò, guardò il biglietto e sospirò.
“Puoi farcela, dai! Sei al traguardo. Quel metal detector è la tua salvezza.” Pensò e annuì, riprendendo il suo biglietto. Posò la valigia, si tolse il giacchetto e tolse tutti i metalli. Prima di passare si girò a guardare il punto dove aveva lasciato i cinque.
Deglutì quando vide Niall appoggiato a Liam, piangendo e Zayn a testa bassa che si guardava i piedi, muovendosi avanti e indietro sui talloni. Alzò lo sguardo nello stesso momento che lei si girava, riprendendo a camminare. Non le era mai sembrato così difficile camminare. Sembrava peggio di un film. Lei indecisa se tornare indietro o no, lui che addirittura si faceva tutta la fila di persone che aspettavano per passare il metal detector solo per fermarla. Peccato che non era un film, che non ci sarebbe stato nessun “e vissero felici e contenti”, non ci sarebbe stato nessun lieto fine con un matrimonio. No, non era una favola, era la realtà. La realtà che sapeva poteva sembrare perfetta in quel momento, ma con il passare del tempo sarebbe andata a sfociare. Nell’odio. Invece in quel modo era tutto più semplice. Avevano solo bei ricordi, e non litigate, gelosie o cose del genere che ti facevano pensare “Ho sbagliato a mettermi con lui”. Avevano bei ricordi, solo quelli che in futuro le avrebbero fatto pensare “cazzo ho fatto bene a godermi il momento!”.
Si, quanto era bello crederci. Peccato che lo sapeva, lo sapeva nel profondo, che appena scesa da quell’aereo si sarebbe fatta un pianto infinito.
Passò il metal detector, senza che quello suonasse. Aveva sempre suonato, prima di quella volta. Magari per un bottone, per la cinta, per qualsiasi cosa. Quella volta sembrava volerla aiutare, pur di non farla tornare indietro, dalla parte dove poteva scappare di nuovo tra le braccia di quel ragazzo che l’aveva rapita. Un altro sospiro, e prese la valigia, indossando di nuovo tutti i metalli e attendendo insieme alla sua classe che tutti passarono.
Solo quando si ritrovò seduta sull’aereo, pronta a partire si rese conto – cercando l’ipod nella tasca – che c’era una sorpresina. Una lettera. Sbarrò gli occhi, incredula per poi guardare il portellone dell’aereo chiudersi.
Sbam! Entrambi chiusi. Era chiusa ermeticamente dentro a quell’aereo.
Aprì il tavolino, posando su di esso la lettera e guardando la scrittura tremolante di Zayn.
Che stronzo. Che stronzo! Doveva menarla mentalmente fino all’ultimo.
Si decise ad aprire quella lettera solamente quando furono in quota. Aveva pensato seriamente di non aprirla.
Mai.
Ma la curiosità è una brutta bestia. E quando ti ritrovi a piangere lacrime amare su una lettera, come nei migliori film, pensò di essersi fottuta per sempre la vita. Perché si, era rimasta fottuta grazie a quelle parole. E aggiungendole alle sensazioni che provava insieme a Zayn, si era ritrovata stesa metaforicamente parlando su un pavimento. E strisciava invece di camminare. Strisciava con i gomiti, andando avanti solo per abitudine.
Stronzo, fino alla fine. La voleva far sentire una merda, e ci stava anche riuscendo. Ma forse aveva ragione lui. Non si sarebbe fermata neanche se quelle parole gliel’avesse dette in faccia, e avrebbe sicuramente risposto con il sarcasmo.
Quando arrivò a Londra, ad attenderla c’era Mary. La vide saltare felice per farsi vedere ma vedendo gli occhi di Keyra gonfiarsi di lacrime, capì che non era il caso di essere felice. E, da brava migliore amica, prese il malumore di Keyra con se, sentendosi una merda anche lei. In macchina pianse con lei, vedendola così disperata. Capì che Keyra aveva appena lasciato metà del suo cuore in mano a quei ragazzi, che non si sa per quale oscuro motivo erano riusciti a farsela amica. Non pianse mai così tanto, come in quella settimana. Pianse fino a sentirsi male, liberandosi di tutta la frustrazione che tratteneva da mesi. Quella notte Mary la fece dormire da lei, e la sentì piangere anche durante la notte. Solo in quel momento Mary capì una cosa. Keyra si era innamorata, per la prima volta in vita sua. Non l’aveva mai vista così male neanche per Lucas. Finalmente aveva capito cosa si provava ad amare, ad essere amati con tutto se stesso. E per un nano secondo pregò di non innamorarsi mai, vedendo in che stato stava la sua migliore amica.

Il “cara Keyra” è antico, non trovi?
Comincio la mia lettera così senza il “cara Keyra” ne niente. Sai cos’ho pensato quando ti ho visto la prima volta? Me lo ricordo bene, eravamo all’aeroporto, e ad un tratto mi sono sentito osservato. Ho alzato lo sguardo, ho cercato di capire chi mi guardava e alla fine mi sono ritrovato te, con una di quelle espressioni incredule disegnate sul volto. Mi sono domandato “Che cosa cazzo si guarda questa?” o come dici tu “Ma ho i pupazzetti in faccia?”
Mi hai dato un fastidio quando, rendendoti conto che ti stavo guardando, hai cambiato espressione e mi hai guardato malissimo. Mentalmente ti ho odiato. Poi, ti ho conosciuto. Ho scoperto che dietro a quei sguardi cattivi c’era una simpaticissima ragazza. Il London Eye. Non credo di aver riso così tanto in tutta la mia vita, la nostra prima chiacchierata. Si, me la ricordo bene. Poi ho deciso di giocare con te, vedendo che ti eri innervosita a sapere che eravamo rimasti in camera da soli e tu ubriaca. Sapevo che assomigliavo a quel tuo ex, quindi ho deciso di giocare. E tu ci sei caduta. Non è successo nulla. Certo, mi sei praticamente saltata addosso, ma.. (e sono serio) non sono quel tipo di ragazzo che usa una donna ubriaca. Mi sono rimesso la maglietta, ti ho bloccato a letto, tu hai piagnucolato perché pensavi che non ti volevo neanche io. Stavi associando Lucas a me. E mi hai fatto rodere il culo! Perché se dovevi venire a letto con me dovevi pensare a me, non a quel cesso. L’idea che se mi lasciavo andare tu mi avresti usato, mi ha fatto incazzare così ho deciso di farti pensare che eravamo finiti a letto insieme. Saggia decisione. I migliori 2 mesi della mia vita. Grazie a te, sono rinato. Ho capito che non ho bisogno di una deficiente vicino per essere un fico. Lo sono di mio! Starai ridendo, forse per queste parole, ma è vero, sai?
Grazie, davvero. Tu non sai quante cose mi hai fatto capire, in questi due mesi. Non mi metto qui a scrivere, perché so che spenderei troppo tempo e tu sei fuori dalla porta a sbraitare come un ossessa che devo lasciare il bagno. Mi devo muovere. Insomma, alla fine ci siamo finiti davvero a letto insieme. Ho fatto tante cazzate nella mia vita, ma credo che l’unica che non ho fatto è quella di starti dietro. Di giocare con te, e di imparare a conoscerti giorno per giorno. E mi ritrovo adesso, oggi che è l’ultimo giorno, a pensare che io, vaffanculo, non so stare senza di te. Ieri abbiamo fatto l’amore. Si! Mi hai concesso di amarti, di farti amare come - sono sicuro - nessuno ti ha amata. E’ stato qualcosa che non so spiegarti, e spero che lo è stato anche per te, ma se stai leggendo questa lettera significa che tu sei sempre più forte di me. Che avrò fatto pur di bloccarti? Ti ho rincorso, sicuro. Perché se tu sei forte, e hai la forza di andare avanti, io mi fermo nel benessere. Con te stavo bene, e sono sicuro che avrò fatto di tutto per bloccarti. Ma tu sei una donna con i contro coglioni, lasciamelo dire, e te ne sarai andata. Puoi pensare quello che vuoi, che sono un coglione e pure troppo smielato. Ma mi mancherai, non ti dimenticherò e potrebbe anche essere che ti chiamerò. Sono certo che non ce la farò a non chiamarti. Non credo che riuscirò a trovare nessuna come te.
Ancora non ho finito di conoscerti. So che dietro a quella corazza c’è tanto altro da conoscere. Perché non mi hai permesso di conoscerti, di amarti come sai, che sono capace di fare? Perché? Perché mi hai lasciato, Ké? La paura di diventare una coppia smielata come il resto del mondo? La paura di litigare ogni santo giorno? Cosa, cosa ti passa per quel cervello bacato? Diamine Keyra. Voglio dirti una cosa. Possiamo sembrare “normali” da soli, ma insieme siamo tutto tranne che normali. Siamo noi. Sono sicuro che anche tu lo pensi. Sono sicuro che anche tu, trovi che siamo perfetti per stare insieme, ma testarda come solo tu sai essere, non ci hai dato questa possibilità.
E so cosa starai pensando adesso “si, guarda lo stronzo mi da tutte le colpe a me.. Mi dice queste cose per lettera, e non di persona!” è vero. Sono uno stronzo. Ma spero sempre che tu leggerai questa lettera quando ancora sei in aeroporto, e non in aereo. Che lasci tutti e corri di nuovo da me, ma.. si, mi sto lasciando andare ai film mentali. Bello sognare. Ho cominciato a sognare da quando ti conosco, sai? Si, ti sto dicendo queste cose tramite lettera perché quando mi guardi, non ho il coraggio di lasciarmi andare. Perché so, che tu mi risponderai con il sarcasmo pur di non scoppiare a piangere. Sempre più forte di me. Quando ti guardo, mi blocco. Mi fai sentire un perfetto imbecille con tutte queste cose smielate. Da una parte vorrei dirti tutto quello che mi passa per il cervello, dall’altra no. Perché so che tu mi smerderesti fino alla fine. Solo tu non ti emozioni sentendoti dire “mi piaci”. No, sei fuori dagli schemi. E forse era per questo che ti ho cominciato a girare intorno, desideroso delle tue attenzioni. Eri una sfida all’inizio, poi sei diventata il centro del mio mondo. Volevo che tu mi dessi le tue stupidissime attenzioni, che mi guardavi diversamente da come guardi tutti gli altri. Credo di esserci riuscito, no? E se sei salita su quell’aereo, beh.. sono sicuro che un pezzetto del tuo cuore è rimasto con me. Puoi fare sarcasmo quanto vuoi, ma io so. So quello che ti passa per il cervello. Tu non sei rimasta con me, solamente per paura. La paura di diventare come tutte le altre, di innamorarti, di sentirti dire che sei il mio centro del mondo. Il perfetto punto per l’equilibrio. Eri il mio equilibrio Keyra! Quindi ecco tutto quello che volevo dirti. Nessuno mi ha mai preso come te. Non ho mai trovato nessuno che mi facesse ridere come te. Sei l'unica persona con cui posso vedermi felice. La definizione dell'amore per me sei tu.
Devo andare anche perché penso che se resto altri due minuti in questo bagno tu sfondi la porta e mi massacri di botte.
Ti voglio bene, ok?
Tuo, Zayn.
 
Note dell'autrice: Ci siamo ragazze. Ecco l'ultimo capitolo! Ho gli occhi lucidi, devo ammetterlo. (: Volevo ringraziare tutte quelle persone che hanno seguito la storia, messo tra i preferiti la storia, quelle che l'hanno commentata, facendomi sapere tutto quello che hanno provato o no capitolo per capitolo. Chi, come me si è innamorato di Keyra con il passare del tempo. E' stata un'esperienza wowww.. non credevo di avere un successo così grandioso, con questa storia. Ma non è finita, state tranquille. Posterò a breve la nuova storia, che come ho già anticipato è il futuro di questa. Non vi lascio tranquille, vi amo troppo!! E questo non è un vero addio, state tranquille. Keyra e Zayn torneranno? Ah, questo non ve lo so dire, sapete? :DDD ♥ spero di non aver deluso nessuna di voi. O forse si.. tutte speravate in un lieto fine. Ma a me i lieto fine poco mi piacciono!! ♥ Ieri mi avete mandato tante recensioni. Chi su twitter (@_marrymezayn per chi vuole cercarmi o aggiungermi) chi qui su efp. Vi amo tutte, posso dirvelo? vi adoro, vi adoro vi adoro.. Grazie mille per avermi seguito.

 

INOLTRE: Questo è il link della SECONDA storia, seguito di questa.  

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=902892&i=1


 
 Ringraziamenti:
 
Tutti i miei ringraziamenti vanno alle ragazze che hanno letto questa fan fiction, fidandosi di me e permettendo così l’andare avanti della storia. Senza di loro non avrei scritto, non avrei continuato. Quindi grazie.
E anche a Ludovico Einaudi. Che mi ha accompagnato nello scrivere questa storia, forse senza neanche saperlo.
E’ grazie a lui se io ho potuto spegnere il cervello e aver potuto scrivere questa storia.
 
 
© Keyra è un personaggio originale e come tale ne detengo i diritti. 
   
 
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