Buona sera!
Oggi ho fatto tutto con calma, ma mi stavo dimenticando di una cosa importante: avevo promesso di postare il capitolo -.- che testa -.-
Vi lascio al capitolo.
Buona lettura ^_^
Oggi ho fatto tutto con calma, ma mi stavo dimenticando di una cosa importante: avevo promesso di postare il capitolo -.- che testa -.-
Vi lascio al capitolo.
Buona lettura ^_^
Capitolo 32
*
* * * *
Edward POV
Mi
stavo per sposare, con Bella, la donna che amavo da quando i miei occhi si
posarono su di lei. Possibile? Non mi sembrava ancora vero.
Con
i ragazzi eravamo andati a fare un giro per il Canada, a cacciare e a fare gare
di corsa. Nulla di strano insomma, ma mi sentivo come se librassi nell’aria.
Finalmente il mio desiderio si sarebbe realizzato.
Avrei
sposato Bella e sarebbe diventata ufficialmente la signora Cullen. Signora
Cullen, solo a pensarlo mi spuntava un sorriso da deficiente. Suonava bene,
aveva qualcosa di melodioso, di strano, o forse mi sembrava solo perché si
trattava di lei.
<<
Guardalo, Jasper, ha la faccia da pesce lesso e per fortuna Bella non è qua.
>>
Era
tutta sera che Emmett mi prendeva in giro, ma non me la prendevo neanche, non
mi interessava. Volevo solo che il tempo andasse più veloce, che le ore
diventassero in pochi minuti secondi. Sì, era una pensiero assurdo, lo sapevo,
ma non mi importava.
Volevo
vedere Bella percorrere la navata nel suo vestito bianco, vederla davanti a me
e guardarla negli occhi, sentire le parole del Padre e imprimerle nella memoria
in modo da ripeterle all’infinito e ricordare l’espressioni di Bella mentre
venivano pronunciate.
Ero
così in fibrillazione per il momento che non riuscivo a stare fermo.
<<
Almeno tu non senti la sua eccessiva felicità. Non che mi dispiaccia, ma è
alquanto fastidioso >> Jasper rise leggermente.
<<
Ti ricordi in che condizioni eri quando ti sei sposato con Alice? >> gli
chiese Emmett.
<<
Oddio, ero in condizioni pietose, non riuscivo a stare fermo e non perché fossi
felice, ma perché me la stavo facendo sotto. Ero convinto di amare Alice, ma
non mi sentivo pronto a stare con lei per il resto della vita, o per il resto
dell’eternità. Insomma, conosci Alice, è una piccola pazza, fuori di testa, mi
avrebbe sconvolto la vita. È completamente l’opposto di me e non sapevo ero
seriamente pronto per tutto quello. >>
<<
Stai scherzando? >> gli chiesi sentendo che non ero così tranquillo come
volevo credere.
<<
No, perché dovrei scherzare? Ero agitato e non puoi nemmeno immaginare quanto.
Molte volte mi sono anche deciso a scappare ed andarmene, a farmi un’altra vita
da un’altra parte, ma poi tornavo sempre sui miei passi. >>
<< Assurdo, non l’avrei mai detto >> Jasper agitato era impossibile da immaginare, ma sembrava che fosse successo davvero.
<< Assurdo, non l’avrei mai detto >> Jasper agitato era impossibile da immaginare, ma sembrava che fosse successo davvero.
<<
Il ragazzo qua sa tenere nascosti bene i suoi sentimenti. Io invece non ne sono
capace >> rise leggermente.
<<
Eri agitato anche tu? >>
<<
Eccome, non puoi immaginare nemmeno quanto. >>
Mentre
Emmett raccontava più o meno le stesse cose di Jasper, mi resi conto di quanto
la mia vita era cambiata. Non mi ero reso conto di come stessero i miei
fratelli in quel periodo perché io non vivevo, avevo deciso di smettere di
farlo e non avevo motivo per farlo. Il mio potere avevo smesso di usarlo,
almeno con i miei famigliari, sentire quanto loro fossero felici, quanto
fossero innamorati, mi faceva star male. Sapere che io non avrei mai raggiunto
la stessa felicità mi faceva sentire in errore e piuttosto di star male,
piuttosto di sentire tutte quelle smancerie avevo smesso di ascoltare
semplicemente i loro pensieri. Era stato abbastanza facile.
Se
entrambi erano stati così agitati prima del matrimonio, perché io non lo ero?
Ero così sicuro di quello che provavo per Bella? Ero così sicuro di voler
passare il resto della mia eternità con lei?
Sì, lo ero, non c’erano dubbi. L’avevo aspettata per anni, avevo aspettato una persona come lei per anni, più di un secolo e volevo lasciarmi scappare l’occasione? Non ci pensavo nemmeno.
Sì, lo ero, non c’erano dubbi. L’avevo aspettata per anni, avevo aspettato una persona come lei per anni, più di un secolo e volevo lasciarmi scappare l’occasione? Non ci pensavo nemmeno.
L’amavo
con tutto il mio povero cuore fermo, come avrei potuto non sposarla?
Sì, sarei diventato il marito di Isabella Swan e lei mia moglie. Ne ero certo.
Sì, sarei diventato il marito di Isabella Swan e lei mia moglie. Ne ero certo.
Bella POV
Tutta
notte a pensare e a ripensare. Sì, no, sì, no, sì, no.
Per dire no ci avresti dovuto pensare
quando ti ha fatto la proposta, non adesso. Adesso sarebbe un po’ tardi per
dirgli di no, non trovi?
Non
solo sarebbe stato tardi, ma lo avrei fatto anche parecchio soffrire, ma non
volevo lasciarlo, perderlo e sposarsi… mi sembrava troppo.
Mi
sentivo una stronza, una grande gigantesca stronza. Avevo sbandierato il mio
amore ai quattro venti, ero anche arrivata a dire che per amore sarei anche
morta –cosa che effettivamente ho fatto-, avevo dato delle conferme ad Edward e
volevo tirarmi indietro? Solo la parola stronza mi si addiceva in quel momento.
Alice
cominciò a prepararmi ancora alla mattina alle sette e il matrimonio era alle
undici. Aveva tutto il tempo per prepararmi come si dice, ma ormai conoscevo
Alice e sapevo che per lei non c’era mai tempo abbastanza per prepararsi e
farsi bella.
Lei
e Rose si occuparono del mio trucco e della mia acconciatura e più passava il
tempo e più non ero sicura del grande passo che stavo per compiere.
Mancavano
pochi minuti all’inizio della cerimonia ed ero da sola nella mia stanza.
Evitavo di guardarmi allo specchio, evitavo di fare qualsiasi
cosa in realtà. Stare ferma immobile a guardare un punto fisso, mi sembrava la cosa più giusta da fare e l’unica cosa che riuscissi a fare.
cosa in realtà. Stare ferma immobile a guardare un punto fisso, mi sembrava la cosa più giusta da fare e l’unica cosa che riuscissi a fare.
<<
Bella? Ti disturbo? >> l’arrivo di mia madre mi prese alquanto di
sorpresa.
Non
l’avevo sentita arrivare, non avevo sentito minimamente niente.
<<
Ciao mamma! Come stai? >> mi girai a guardarla e le sorrisi.
<<
Oddio! Ma sei stupenda! Alice e Rose sono assolutamente delle maghe nel
truccare. Guarda che pelle e che occhio. Nemmeno alla tua età avevo una pelle
del genere. Adesso che ci faccio caso assomiglia tanto alla loro. Devi
spiegarmi che segreto avete, assolutamente, voglio saperlo
>> mi guardava con gli occhi sbarrati.
>> mi guardava con gli occhi sbarrati.
Per
due giorni avevo sperato che quando mia madre mi avesse visto non avrebbe
notato nessunissima differenza, ma purtroppo non era stato così. Il mio
cambiamento era stato notevole ed ero stata una stupida solo a pensare che una
cosa del genere fosse possibile.
Come
potevo spiegarle che il nostro segreto era il fatto che fossimo morte? Che il
nostro cuore non batteva più? Che ci nutrivamo di sangue, anche se animale? Per
quanto avrei voluto dirglielo, non potevo farlo, per lei, non volevo che
venisse uccisa dai Volturi.
<<
Dovresti chiederlo a loro, sai che non mi intendo molto di queste cose.
>>
Mi
alzai e andai verso di lei, mentre camminavo su quelli che una volta sarebbero
stati la mia morte, i tacchi.
<<
Glielo chiederò sicuramente, puoi starne certa. Tesoro, ma sei bellissima.
Fatti vedere >> mi fece girare su me stessa. << E le scarpe?
>>
Le
alzai il vestito e le feci vedere un paio di scarpe bianche tacco a spillo 12
con un’applicazione sul fianco.
<<
Ma tu non odiavi i tacchi? >> mi guardò perplessa.
<<
Alice e Rose mi hanno quasi obbligata a metterle, come se si vedessero sotto il
vestito. >>
Ridacchiò leggermente, ma poi su di noi cadde un silenzio innaturale. Forse era la mia agitazione che mi portava a fare scena muta con mia madre.
Ridacchiò leggermente, ma poi su di noi cadde un silenzio innaturale. Forse era la mia agitazione che mi portava a fare scena muta con mia madre.
<<
Che succede, Bella? Stai bene? >>
<<
Sì, sto bene. Nessun problema >> le sorrisi e mi sedetti sul divano.
<<
Bella, avanti, sai che puoi parlarne con me >> si sedette al mio fianco.
<<
Sto bene, mamma. >>
Sospirò e poi prese le mie mani tra le sue.
Sospirò e poi prese le mie mani tra le sue.
<<
Sai, anch’io ero agitata il giorno del mio matrimonio. Amavo tuo padre,
davvero, pensavo che sarebbe stato l’uomo della mia vita, sentivo che lo
sarebbe stato. Ma per quanto lo amassi, per quanto volessi stare con lui, non
ero molto sicura di volerlo sposare. Il giorno del matrimonio, e anche la notte
se devo essere sincera, non facevo che pensare ad altro “Sposarlo o non
sposarlo?” Era come un mantra per me, continuavo a ripeterlo all’infinito. Una,
due, tre volte e poi ancora e ancora. Ti giuro, stavo diventando pazza.
<<
Ti confesso una cosa: pochi minuti prima di andare in chiesa avevo deciso di
lasciar perdere tutto e di tornarmene a casa mia, alla mia vita, alla mia
famiglia. Non chiedermi come mai sono salita in macchina e mi sono fatta
accompagnare in chiesa. Davvero, non chiedermelo perché non so che cosa mi
spinse a farlo, dato che avevo già deciso di andarmene. Ma quando entrai in
chiesa e vidi tuo padre che mi aspettava all’altare be’, lì capii che avrei
fatto un grosso sbaglio se l’avessi lasciato e me ne fossi andata. Così lo
sposai.
<<
Ok, forse il mio esempio non va tanto bene, guarda come siamo finiti, siamo
entrambi insieme ad altre persone. Ma, Bella, devi capire che io quel giorno
amavo tuo padre, sentivo che fosse quello giusto, lo sentivo. Potrai sempre
trovare abiti migliori, fare scelte migliori, ma quando senti in quel momento
che sono giusti, devi prenderli al volo, lo stesso con gli uomini, con Edward.
>>
Si
asciugò le lacrime che le erano cominciate a scivolare dagli occhi e tirò su
leggermente con il naso.
<<
Non voglio farti pressioni, voglio solo farti capire una cosa. Avere paura è
normale, è un grande passo per ogni persona, per ogni donna, da qui cambierà
tutta la tua vita, ma non fare lo sbaglio di perdere Edward. Ho visto come vi
guardate, come ti guarda, come lo guardi, come vi comportate l’uno con l’altro
e se il vostro non è vero amore, non so cosa lo sia, sinceramente. Ogni giorno
vedo poche persone come voi, che sprizzano amore in ogni loro gesto. Pensaci,
sei disposta a perdere Edward, a lasciarlo andare per sempre? Perché se dovessi
decidere di farlo, è questo quello che otterresti. Vuoi che accada? L’uomo
giusto si incontra una volta nella vita e tu che hai avuto la fortuna di
incontrarlo al primo colpo, non lasciartelo scappare >> mi lasciò un
bacio sulla fronte e se ne uscì dalla stanza, lasciandomi da sola con i miei
pensieri.
Poco
dopo arrivò anche mio padre, che stranamente se ne stava alquanto zitto.
<<
Stai bene? >> mi chiese improvvisamente.
<<
Sì, sto bene. >>
<<
Non mi sembra, Bella, sembri… spaventata >> mi guardò preoccupato
<<
Forse ho solo un po’ di paura, è normale, no? >> gli sorrisi leggermente.
Annuì
con la testa e poi chinò il capo guardando il pavimento.
<<
Tua madre mi ha detto che ti ha parlato e vorrebbe che te lo facessi anch’io.
Devo ammettere che non so che cosa dirti perché io sarei felicissimo se tu
decidessi di non sposarti. Insomma, sei ancora troppo giovane, sei ancora la
mia bambina, ti vedo scorrazzare per casa con un peluche in mano. >>
Sorrisi
delle sue parole. I papà sono sempre così, no? Vorrebbero che la figlia non
crescesse mai, che rimanesse sempre loro e che non avesse nessun ragazzo,ma
purtroppo non succede quasi mai.
Sospirò
pesantemente. << Per quanto non mi piaccia ammetterlo, Edward è un bravo
ragazzo e per quanto ti abbia fatto soffrire, lo è sul serio. Si vede che ci
tiene a te, che ti ama e… tu lo guardi come… come… come se esistesse solo lui,
come se il tuo mondo fosse lui e il resto fosse niente. Non sono molto bravo
con le parole, lo sai, ma di una cosa sono certo. Pensa a quello che vuoi
davvero, a quanto ami quel ragazzo. Non pensare a me, o alla mamma, a quello
che vogliamo noi, pensa a ciò che vuoi tu. Lo ami? Vuoi passare il resto della
tua vita con lui? Sei sicura? Sposalo. E non lasciarti prendere dalla paura,
sei forte, puoi superare qualsiasi cosa. >>
Lo
abbracciai stando attenta a non stringerlo troppo.
Apprezzavo
il fatto che avesse deciso di parlarmi, per lui non era facile, lo sapevo, ma
mi aveva fatto piacere sentire le sue parole.
<<
Tra poco la cerimonia inizia, ti aspetto giù >> mi sorrise e se ne andò.
Rimasi
nuovamente sola con i miei pensieri, con la mia decisione da prendere ed ero
ancora più confusa di prima. Avevo capito tutto di quello che i miei genitori
mi avevano detto, ma non sapevo ancora prendere una decisione. Ero sicura dei
miei sentimenti di Edward, lo ero, ma…
C’era
un ma che non capivo, un qualcosa che mi impediva di dare con sicurezza la mia
risposta e non avere dubbi. Non ne avevo mai avuti, perché dovevo averne
proprio in quel momento?
Scesi
lentamente le scale di casa Cullen e cercai di darmi una calmata. Il cuore non
batteva, il mio corpo era tranquillo, ma io internamente stavo morendo.
Quando
arrivai alla porta sul retro, prontamente chiusa, mi fermai e presi un profondo
respiro.
<<
Sei pronta? >> mio padre si girò a guardarmi anche lui agitato.
Era
come me, non gli piaceva stare al centro dell’attenzione e per un paio di
minuti lo sarebbe stato.
Annuii
e mi appoggiai al suo braccio.
Aprimmo
la porta ed uscimmo sul portico. Scesi i piccoli scalini e mi preparati a
girare l’angolo dove mi sarei trovata la schiera di invitati, amici e parenti,
che erano venuti per assistere al mio matrimonio.
Strinsi
il braccio di mio padre, strinsi senza controllare nemmeno più la mia forza,
tanto che non seppi nemmeno se strinsi troppo. Camminammo piano, lentamente,
mentre sentivo che da un momento all’altro sarei anche potuta svenire, anche se
non sarebbe successo.
Arrivati
all’angolo lo fermai e vidi Alice che guardava nella nostra direzione. Mi
sorrideva felice e sembrava quasi incoraggiarmi, dirmi di non avere paura.
Ricominciammo
a camminare, mentre qualcosa nel mio petto cominciava a battere, o forse stavo
solo impazzendo.
In
sottofondo cominciai a distinguere le note della ninna nanna che Edward aveva
scritto per me. Quel battito nel petto aumentò maggiormente la sua corsa.
Era
impazzito, sembrava quasi voler farsi sentire da tutti, ma fu quando incontrai
lo sguardo di Edward che mi guardava con gli occhi luccicante e il sorriso
smagliante che cominciò a galoppare, libero, nell’aria. Tutti avrebbero potuto
sentirlo, non serviva un udito sopraffino per sentire quel battito impazzito
che non facevo altro che aumentare, aumentare man mano che mi avvicinavo ad
Edward, all’uomo che amavo.
E
improvvisamente non ebbi più dubbi, lo avrei sposato, dovevo sposarlo, perché
non farlo sarebbe stato un crimine. Lo amavo, con tutta me stessa e lui mi
amava, lo sentivo, lo sapevo, ne ero certa.
Ero
ufficialmente la Signora Cullen. Oddio, Signora Cullen, sentirlo dire e dirlo
mi sembrava ancora strano.
Era
da due ore che continuavamo a girare per i tavoli andando a salutare e a
scambiare quattro chiacchiere con tutti gli invitati tra una portata e l’altra.
Be’, portate, la maggior parte degli invitati non mangiavano neanche si
limitavano a bere qualcosa ogni tanto e a fare finta di mangiare, dato che
c’erano pur sempre invitati umani, che non sapevano niente del nostro segreto.
Alla
fine Alice aveva invitato praticamente tutti: i Denali, amici dei Cullen, che
io non ero mai riuscita a conoscere; Jessica, Lauren, Angela, Mike, Ben, Tyler;
Jacob e tutti i Quileute, Sara, Sue., mio padre, mia madre, purtroppo Phil
aveva un impegno sportivo, ma sapevo che c’era col cuore.
Mi
sembrava quasi che ci fosse tutta Forks al mio matrimonio, ma ero felice di
averli tutti lì, le persone che comunque avevano fatto parte della mia vita e
che ne avrebbero fatto parte per sempre.
<<
Jessica si sta chiedendo se sei incinta >> sussurrò al mio orecchio
Edward mentre mi teneva stretta per la vita.
<<
Perché dovrei essere incinta, scusa? >>
<<
Perché non si spiega il motivo di questo matrimonio. Dice che siamo pazzi a
sposarci così giovani. >>
Mi
girai verso di lui e gli portai le mani dietro il collo.
<<
Io sono giovane, tu sei vecchio e decrepito ed era anche ora che ti sposassi.
Comunque sì, siamo dei pazzi. >>
<<
Voglio vedere te quando arriverai alla mia età. Io sono sano come un pesce e
senza acciacchi. Se non lo avessi notato, non ho problemi di nessun genere
>> calcò parecchio su nessun
<<
A cosa ti riferisci, Signor Cullen? >> gli sussurrai suadente
avvicinandomi pericolosamente alle sue labbra.
<<
Non vedo l’ora di stare solo per dimostrartelo. >>
Le
sue labbra erano a pochi millimetri dalle mie e le stavo agognando più di
qualsiasi altra cosa.
<<
Scusate, so che in questo momento mi odierete, ma state dando spettacolo e
vorrei ricordare che la prima notte di nozze si consuma dopo la ricevimento,
non durante >> Jacob arrivò ad interromperci.
E
per quanto gli volessi bene lo avrei ucciso con le mie stesse mani.
Mi
girai a guardarlo malissimo mentre Edward sghignazzò lasciandoci soli.
<<
Guastafeste >> lo rimproverai.
Cominciammo
a ballare.
<<
Guastafeste? Io? Siete voi i pervertiti che stavate amoreggiando in mezzo alla
pista da ballo. E dico amoreggiare per non usare un’altra parola. Capisco la
gioia di essere novelli sposi, ma mettervi quasi a farlo in mezzo alla pista
non mi sembrava davvero il caso. >>
Lo guardai scioccata.
Lo guardai scioccata.
<<
Non fare quella faccia, è vero. Sono un cane, ricordi? Certi odori li
riconosco. >>
Scoppiai
a ridere non riuscendo a trattenermi e contagiando anche lui.
<<
Parliamo di cose serie, per esempio, chi è quella spilungona bionda che ti
guarda come se volesse ucciderti. >>
<<
Guarda che ti sente >> gli feci notare.
<<
Grazie per avermi ricordato l’ovvio, allora, chi è? >>
<<
È Tanya, una cugina di Edward, da quanto ho capito è sempre stata interessata a
lui. >>
<< Ma tu gliel’hai fregato! Così mi piaci! >> rise.
<< Ma tu gliel’hai fregato! Così mi piaci! >> rise.
<<
Jacob! Io non ho fregato proprio niente a nessuno. >>
<<
Dici? Se non glielo avessi fregato, pensi che ti guarderebbe in quel modo?
>>
Mi
girai a guardarla e ci stava guardando come se avesse voluto saltarci addosso e
staccarci la testa.
<<
Ok, forse è leggermente arrabbiata. >>
<<
Leggermente, dici? A me sembra alquanto incazzata, nera anche. >>
Gli
diedi una sberla sul braccio facendolo ridere.
<<
Eri una schiappa da umana e rimani una schiappa come vampira >> rise di
gusto stringendosi lo stomaco con le
braccia.
<<
Jacob, comincia a correre perché se ti prendo sei finito >> gli ringhiai
contro.
<<
Uuuh, sto morendo dalla paura >> se ne andò lasciandomi in mezzo alla
pista.
Mi
girai e mi trovai davanti un uomo che non avevo mai visto, anch’esso vampiro.
Biondo, occhi cremisi, alto, muscoloso. Sicuramente faceva parte del clan dei
Denali, ma non ricordavo esattamente il suo nome.
<<
Posso ballare con la sposa? >> mi chiese molto gentilmente.
Annuii,
ritrovandomi tra le braccia di un uomo che non avevo mai visto e che mi stava
osservando in modo strano.
<<
C’è qualcosa che non va? >> gli chiesi preoccupata.
Scosse
la testa e sorrise.
<<
Mi stavo solo chiedendo se hai idea di quale sia il tuo potere. >>
<<
Il mio… potere? >> lo guardai perplessa.
<<
Sì, il tuo potere. Non hai mai pensato che diventando vampira tu potessi avere
una certa peculiarità? Un potere tipo quello dei Cullen? >>
<<
Non ci ho mai pensato, sinceramente. >>
<<
Eleazar, c’è qualche problema? >> Edward mi fu vicino e mi strinse.
<<
Nessuno, stavamo solo scambiando quattro chiacchiere. >>
<< Di cosa stavate parlando? >>
<< Di cosa stavate parlando? >>
<<
Hai idea di che potere possieda Bella? >>
Lo
guardò perplesso e poi probabilmente Eleazar cominciò a pensare.
<<
Ne parliamo più tardi, dopo il matrimonio, prima che noi partiamo per la luna
di miele. >>
Annuì
e se ne andò.
<<
Che cos’ha detto? >> gli chiesi curiosa.
<<
Lo scoprirai più tardi, ora andiamo a salutare gli altri invitati. >>
Per
un po’ cercai di capire che cosa fosse successo, che cos’avesse detto Eleazar
ad Edward di così importante, ma poi lasciai perdere, era pur sempre il mio
matrimonio e volevo godermelo fino infondo.
Ballai
con Jacob e gli altri, balli di gruppo, balli idioti, cantai a squarciagola
scoprendo che diventando vampira mi fosse venuta anche una bella voce. Balla
con mio padre, mia madre, con Carlisle e con chiunque avesse piacere di ballare
con me. Ballare non era più un problema, non rischiavo di cadere ad ogni passo
e questo mi permetteva di poter fare più di un passo alla volta.
Verso
mezzanotte alcuni cominciarono ad andarsene
e lentamente gli invitati se ne andarono
tutti fino a quando non rimanemmo noi Cullen, i Denali e i Quileute, mia
madre era andata a dormire a casa di Sue, che le aveva gentilmente offerto una
stanza. Eravamo
riuniti tutti in salotto e stavamo parlando tranquillamente, o meglio, i Cullen
e i Quileute parlavano, i Denali, soprattutto le ragazze, sembravano alquanto
reticenti nel parlare con loro.
<<
Questi cani devono proprio rimanere qua? >> chiese con disprezzo Tanya.
Stavo
per alzarmi e dirgliene quattro a quella stronza, come si permetteva di
offendere dei miei amici?
<<
Tanya, sono amici nostri, porta un po’ di rispetto >> le rispose Edward,
sempre con molto garbo.
<<
Amici? Da quando Edward sei amico di quei cani rognosi? Hanno ucciso Laurent,
ricordi? >> gli ringhiò quasi dietro.
<<
Da quando mia moglie è amica loro e sono andato oltre i pregiudizi di anni, li
ho conosciuti e mi stanno simpatici. Stava per uccidere Bella, volevi che la
uccidesse? >>
Sentire
Edward dire mia moglie era qualcosa di assolutamente destabilizzante, non ci
avrei mai fatto l’abitudine.
Tanya
se andò ringhiando, facendo tremare i vetri.
<<
Scusala, è che non siamo abituati ad avere a che fare con loro. L’ultima volta
che siamo venuti qua non potevate nemmeno vederli e adesso state parlando con
loro come se niente fosse successo negli anni >> si era messa di mezzo
Kate, altra cugina di Edward, meno stronza di Tanya.
<<
Il passato è passato, Kate >> si intromise Carlisle, che entrò nella
stanza.
<<
Hai ragione >> gli sorrise.
<<
Allora, ragazzi, che ne dite se concludiamo qua la serata e ce ne andiamo tutti
a letto? >> propose Carlisle facendo ridere Jacob.
<<
Certo, dormire, come se voi dormite >> lo guardai male. << Va bene,
ce ne andiamo. Abbiamo già disturbato abbastanza. >>
Li
salutammo uno per uno e se ne andarono, lasciandoci finalmente soli.
<<
Allora, di cosa ci dovevi parlare Eleazar? >> introdusse il discorso
Carlisle.
<<
Avete idea di quale sia il potere di Bella? >>
<<
Sinceramente ho sempre pensato che consistesse in un autocontrollo smisurato.
Da quando è diventata vampira non avuto nessun tipo di problema, di istinto
strano, sembra che sia anni che caccia animali, nemmeno io ho così tanto
autocontrollo >> gli spiegò Carlisle.
<<
Sì, sarebbe stato un buon potere, anche se abbastanza inutile. Io un’idea ce
l’avrei. >>
Tutta l’attenzione era su di lui, la mia più di tutti.
Tutta l’attenzione era su di lui, la mia più di tutti.
<<
Edward non riesce a leggerle nel pensiero e penso che non sia l’unico che non
riesca ad usare i suoi poteri su di lei. Kate, prova a toccarla >> si
girò a guardare una ragazza dai capelli biondi.
<<
Eleazar, sei forse impazzito? >> gli chiese lei.
<<
Fidati di me, ok? Toccala. >>
La ragazza si girò a guardarmi e si avvicinò. Edward si parò subito davanti a me proteggendomi.
La ragazza si girò a guardarmi e si avvicinò. Edward si parò subito davanti a me proteggendomi.
<<
Edward, lasciala fare, non ti preoccupare. >>
Per
un secondo ci fu un attimo di silenzio, poi Edward si spostò ringhiando,
rimanendomi comunque a pochi metri di distanza.
Non
sapevo che potere avesse questa Kate, ma non volevo nemmeno saperlo o provarlo
sulla mia pelle.
Mi
tocco la mano e rimase a guardarmi. Tutto intorno a me c’era silenzio, un silenzio
d’attesa, carico di aspettativa.
Non
successe assolutamente niente.
<<
Com’è possibile? >> si chiese Kate staccando la mano dalla mia e
riprovando a toccarmi.
<<
Semplice, Bella ha uno scudo mentale, uno scudo che la protegge. Per questo il
tuo potere non funziona, o quello di Edward. >>
Rimasi
in silenzio. Dopo anni a chiedermi se in me ci fosse qualcosa di sbagliato, a
chiedermi per quale motivo Edward non riuscisse a leggermi nel pensiero, ora
riuscivo a capire ogni cosa.
Avevo
un potere, un dono, anche se non riuscivo a definirlo tale. Era uno scudo che
difendeva solo me stessa, ma non gli altri. Che senso aveva possederlo? Era
semplicemente una difesa per me, non per gli altri. Il mio potere era inutile.
<<
Ho semplicemente uno scudo? Be’, bel potere del cavolo >> proferii
improvvisamente facendomi guardare da tutti.
<<
Non è così brutto come possa sembrare, potresti anche espanderlo, con
l’esercizio riuscendo a proteggere anche gli altri. >
Come
se cambiasse qualcosa, erano tutte supposizioni e nient’altro.
Vidi
Eleazar indicare a Kate Edward con il capo. Mi girai a guardare mio marito
cercando di capire che cosa stesse succedendo, ma non si mosse neanche di un
millimetro.
Fu
questione di pochi istanti, istanti in cui non mi resi minimamente conto di
cosa sarebbe successo. Kate toccò Edward come aveva toccato me, ma quella volta
lui rimase tramortito al suolo muovendosi a scossoni.
<<
Edward! >> mi buttai verso di lui mentre gli altri se ne stava immobili.
Poco
dopo si risvegliò e lo aiutai a tirarsi su.
Eleazar
gli fece segno a Kate di farlo ancora, ma questa volta mi preparai e mi misi in
posizione d’attacco con Edward appoggiato a me.
Era
a pochi passi da me e lo avrebbe toccato, non potevo permetterlo, non doveva
toccare Edward di nuovo.
Improvvisamente
mi sentii liberata da un peso, ma gli diedi poco conto.
Giuro che se tocchi mio marito, ti
uccido.
<<
Bella? >> la voce di Edward era flebile, ma non lo ascoltai.
Guardavo
Kate cercando di capire dove volesse arrivare, quando la vidi fermarsi guardò
Eleazar.
<<
Non riesco ad andare avanti. >>
<<
Bella? >>
Qualcosa
mi cadde nuovamente addosso e mi abbassai a guardare Edward.
<<
Stai bene? >> gli chiesi preoccupata.
<<
Ti ho sentita. >>
<< Tu hai… cosa? >> lo guardai sconvolta pensando che stesse vaneggiando .
<< Tu hai… cosa? >> lo guardai sconvolta pensando che stesse vaneggiando .
<<
Ho sentito quello che hai pensato >> si tirò leggermente su.
<<
Com’è possibile? >>
<<
Hai avuto la prova che puoi allargare il tuo scudo anche per proteggere gli
altri, coloro che ami. Quando hai alzato il tuo scudo, hai permesso ad Edward
di leggerti nel pensiero >> per Eleazar sembrava tutto così semplice,
così normale, per me non lo era.
Scoprire
dal giorno alla notte, che avevo un potere non era così semplice, soprattutto
scoprire che era un potere che avrebbe potuto aiutare chiunque.
Feci
altre domande ad Eleazar, ma non mi seppe rispondere. Alla fine Carlisle disse
che dovevamo andare alla nostra luna di miele e che ne avremmo parlato quando
saremmo tornati. Avevamo tutto il tempo per capire bene come funzionava il mio
potere, per capire come allargare quello scudo che mi proteggeva.
Tutti
sembravano così tranquilli mentre io volevo sapere, capire come funzionasse
quel mio potere.
Cercai
di mettere da parte la mia curiosità e andai a prepararmi per andare a fare la
luna di miele. Destinazione? Non lo sapevo, ma mi fidavo di Alice e immaginavo
che sarebbe stato tutto perfetto.
Prima di cominciare a parlare di questo
capitolo, vorrei avvisarvi di una cosa:
questo è stato l’ULTIMO capitolo di questa storia. Lunedì 2 Gennaio, posterò l’epilogo
in conclusione di questa storia.
Cercherò di trattenere ogni parola per
quel giorno.
Detto questo, parliamo di questo
capitolo. Tutti hanno dato una loro testimonianza ai futuri sposini. Avere paura
prima di un grande passo come il matrimonio deve essere normale, pensarci e
ripensarci anche, ma non si può pensare di lasciare la persona che si è amata
fin da subito, la persona per cui hai sacrificato tanto, solo per delle stupide
paure. Alla fine Bella prende una decisione solo quando lo vede e lo dico,
aveva paura solo perché non l’aveva più visto, solo perché le era stato
distante per un po’ di tempo.
Pensavate davvero che non li avrei fatti
sposare? Non lo potrei mai fare, soprattutto perché mancava davvero poco alla
fine e non avrebbe avuto senso farne passare un’altra ai nostri due amati.
Quindi, alla fine, Bella è diventata la
Signora Cullen *-* Ho evitato di descrivere la cerimonia, sinceramente penso
che tutti sappiamo come vada un matrimonio e mi sembrava una scena poco
interessante, anche se in questo momento mi è venuto in mente come avrei potuto
scriverla. Va be’, ormai è fatta.
Il ricevimento va benissimo, a parte per
qualche rara eccezione che rompe la pelle, chiamatasi Tanya, ma non importa.
In questo capitolo, Eleazar cerca di
spiegare a Bella il suo potere e in un modo o nell’altro riescono a capire
quale sia davvero il suo potere. Rileggendo il capitolo per postarlo mi sembra
di aver velocizzato troppo le cose e che probabilmente avrei potuto allungarla
ancora di un capitolo e fare le cose con calma, ma ormai è andata.
Be’, spero che questo ultimo capitolo vi
sia piaciuto.
Lunedì posterò l’epilogo e vi farò i
dovuti saluti.
Ringrazio tutte le persone che hanno
seguito la storia, che continuano a seguirla nonostante i grossi ritardo.
Grazie davvero di tutto *-*
Un bacione ^_^
Un bacione ^_^