Era primavera, eppure il sole abbagliava come se fosse piena estate. Ginny, distesa sul prato, respirava l'odore dell'erba intensmanente, riempendosi i polmoni di quel fresco profumo.

Stringeva forte la sua mano, come se farlo volesse dire non lasciarselo scappare mai più.

La sua mano era calda. Sentiva la sua spalla accanto alla sua, le loro gambe vicine.

''Cos'è successo ieri notte?'' chiese.

''Ho dato una mano a Potter.'' rispose lui duramente, come a voler dire che non voleva parlarne oltre.

''Cosa significa, gli hai dato una mano?''

''Che... beh, ho distratto il Signore Oscuro. E lui, Harry, l'ha attaccato alle spalle''

''Come hai fatto a distrarlo?''

''Mi sono rivelato, gli ho fatto capire da che parte stavo davvero, lui ha avuto un impeto di rabbia... e ha iniziato a... beh, mi ha lanciato delle maledizioni. E Harry l'ha colpito con la spada alla schiena. Poi gli ha tagliato la testa''

Ginny ebbe un sussulto.

''No... cosa dici!''

''E' così. Poi abbiamo gettato il suo corpo nel fuoco. Era l'unico modo per eliminarlo.''

Ginny gli strinse la mano più forte.

''Ma non dovevo raccontarlo. L'importante è che tu ti sia salvata. Che stai bene''

''Si tò bene. Ma perchè stiamo qui distesi e non ci guardiamo in viso?''

''Tu eri distesa''

''...e tu mi sei apparso al fianco e mi hai detto di non muovermi.''

''Voglio che sia così... voglio solo sentire la tua voce... e starti accanto.''

Ginny non riuscì a trattenere le lacrime.

''Non piangere. In fondo, ci siamo ritrovati, siamo vicini. E' questo l'importante.''

''S-si... m-ma... io so perchè tu non vuoi farti vedere, Severus''

''Lo sai?''

''Il tuo viso... non è più come quello di prima...''

''Chi te lo ha detto?''

''Harry. Credeva che fosse una buona scusa per dimenticarti''

''Appena lo vedo lo uccido'' disse Piton senza fare una piega.

''Non voglio che lo uccidi. Ma dimmi... ora cosa farai?''

''Aspetterò''

''Cosa?''

''Di vederti sposare con Harry, poi... me ne andrò''

''Allora lo sai! Che Harry mi ha chiesto di sposarlo!''

''Si, e voglio che tu lo faccia. Fu così anche con Lily Evans. Sposò James Potter, ma non perchè glielo chiesi io... ma ora ho capito che è la cosa più giusta da fare.''

''Ma io non voglio...!''

''Sarai felice con lui. Io... ti penserò, se sarò ancora in grado di farlo...''

Ginny serrò le labbra. Prese a giocherellare con la sua mano, seguendo le vene con le dita, carezzandogli il polso. Poi ebbe un singhiozzo.

''Severus... è... è vero quello che mi ha detto Harry? Che ti restano solo... due giorni di vita? Che quelle cicatrici che... hai in volto... sono maledette? Ti faranno vivere solo per altre quarantotto... ore...''

Le lacrime bagnarono i fili d'erba, risplendendo al sole.

''Sei bene informata'' disse Piton con amarezza.

''NO!'' urlò Ginny ''Non può essere! Poi Potter mi ha detto, giurato che stava scherzando!''

Piton non rispose.

''Severus! No, dimmi che stai scherzando... non puoi... morire...!''

Ginny si alzò e si gettò a dosso a Piton, scuotendolo per la veste.

Lo vide finalmente in viso: era bello come il sole, nonostante fosse stato sfigurato: tagli neri come la notte gli solcavano il viso: uno attraversava il sopracciglio sinistro, dividendolo in due, una parte bruciato; altri le guanice, il mento, un pezzetto di labbra.

Gli occhi di Piton, luccicanti al sole, la stavano guardando.

''Dammi un ultimo bacio'' sussurrò.

''Severus... no! Prima dimmi se c'è rimedio, voglio aiutarti! Non puoi morire!''

L'urlo della ragazza era rauco e soffocato, quasi isterico.

''Solo un ultimo bacio... ti chiedo solo questo...''

Gli occhi di Severus si erano chiusi.

Ginny guardò i bei tratti, il colorito roseo della pelle. Poi abbassò il volto e poggiò le sue labbra su quelle di Piton... erano morbide, troppo morbide...

Vide una sua lacrima cadere sulla pelle di Severus, scendere per il mento e cadere nel colletto della veste.

Troppo morbide quelle labbra...

''Severus! No!'' Ginny si staccò e mise le sue mani in quelle dell'uomo.

''Severus, apri gli occhi!!!''

Ma rimase immobile. Sembrava quasi che stesse dormendo. Aveva un espressione felice, come se fosse contento che fosse morto così.