Ecco l'ultimo capitolo, forse. Magari un terzo ci può stare, ci penserò su e vi saprò dire^^
Ringrazio che ha recensito e seguito la storia, sperando che possiae apprezzare anche questo capitolo.
Capitolo
secondo: Mi hai salvato due
volte
Non
ricordavo più
quanto fosse fredda e umida l’aria di Forks, ormai abituato a
climi più caldi e
generosi. Nonostante fossimo nella macchina di Charlie sentivo
parecchio il
cambiamento, più che altro perché non sudavo
più e non sentivo l’afa o forse
perché, ormai, mi pareva strano stare in forma umana, senza
tutto quel pelo, come
mi era accaduto un anno prima, quand’ero fuggito dalla
riserva.
<<
Nessi hai
caldo? >>, Chiese Charlie a Renesmee seduta dietro, in un
seggiolino per
bambini, quella cosa le dava parecchio fastidio, si era prodigata a
dirmelo
nella mente non appena l’aveva visto, ma l’avevo
convinta ricordandole che il
nonno aveva bisogno di noi e che aveva sofferto molto anche a causa
della
nostra prolungata assenza, e che quel seggiolino era solo un gesto di
amore per
la sua salute e per il codice della strada, infondo era pur sempre un
poliziotto.
Charlie
non si aspettava
una risposta a voce - Nessi appariva ancora troppo piccola per gli
umani - ma un cenno
con la testa, perché lui sapeva
che lei capiva, ma Nessì non si mosse, e continuò
a fissare fuori dal
finestrino come se nulla fosse. Probabilmente non sentiva neanche il
caldo, le
temperature di Forks erano molto più basse in confronto a
quelle del Brasile o
delle foreste o comunque di tutto il Sud America che avevamo
attraversato. Ci
rimase male, un altro colpo al cuore per il povero nonno probabilmente.
Sapevo
che Charlie era
uno di quelli che aveva avuto la sorte peggiore, Alice e Jasper gli
avevano
detto immediatamente della morte di Bella ed Edward e il resto dei
Cullen,
Alice mi disse che non aveva mai visto qualcuno così
turbato, profondamente
disperato, incredulo. Per rispetto i due vampiri dopo se ne erano
andati ed
erano venuti da noi, spiegandoci una storia che aveva
dell’incredibile,
comunque mi ero apprestato immediatamente a mandargli una lettera, dove
gli
comunicavo che io e Renesmee stavamo bene, e che saremmo andati a
trovarlo,
prima o poi, e che non ci mandasse lettere perché non
avevamo un indirizzo
fisso. Ma lui ci voleva accanto, ed aveva insistito finché
quella mattina non
eravamo arrivati in aereo. Credo si aspettasse di ritrovare la Nessi
allegra,
sorridente e paffuta, non lo spettro di quella bimba, magra, pallida
dall’
espressione vuota e tetra. Probabilmente, per lui il peggio erano
quegli occhi
– Gli stessi di Bella – turbati e saturi di
malinconia.
<<
Dopo Jake
dobbiamo parlare .. >>.
<<
Certo Charlie,
ti devo un mucchio di spiegazioni per … la fuga ..
>>, Mi bloccai vedendo
le sue mani stringersi più forte al volante, tanto che le
sue vene verdognole
saltavano all’occhio sulla pelle rossastra.
Annuì
e basta, capii
che ne voleva parlare a casa, senza Renesmee.
Durante
il viaggio
sentii molta tensione nell’aria, Charlie non parlò
più, si limitava a fissare
concentrato la strada praticamente deserta, probabilmente erano tutti
alla
spiaggia, ricordai che anche per me un tempo le giornate miti come
quella
sembravano afose, e che quindi la piscina o il mare erano
d’obbligo.
Quando
parcheggiò
davanti a casa di Bella mi sentii male, troppi ricordi mi venivano in
mente,
qualcuno anche incomprensibile per il nuovo me, che ricordava a stento
i
sentimenti che aveva provato per Bella, quella passione non corrisposta
che lo
aveva tanto fatto soffrire.
Accanto
alla porta
c’era Sue ad aspettarci sorridente, coi lunghi capelli neri
legati in una coda
e vestita con una semplice gonna azzurra ed una camicetta bianca che
contrastava con la sua pelle scura. Era cambiata in quei sei mesi, era
più magra,
le rughe sull’suo volto tirato erano aumentate e pensai che
la colpa fosse
della scomparsa di Seth e Leath, un'altra vittima di cui Renesmee si
sarebbe
sentita colpevole.
<<
Bentornato
Jacob .. >>, Mi abbracciò forte, nonostante le
sue braccia non
riuscissero a circondarmi del tutto, tanto erano larghe le mie spalle e
piccola
e minuta lei. Poi si sporse verso Charlie che teneva in braccio Nessi,
e salutò
anche lei, << Ciao piccola .. >>, E
mimò il saluto con la mano,
Nessi la fissò negli occhi, così profondamente da
turbare Sue, che distolse lo
sguardo ad un certo punto.
<<
Vi trovo bene
… >>, Era sul orlo della commozione, i suoi
occhi cominciavano a
bagnarsi.
<<
Anch’io vi
trovo bene .. >>, Risposi.
Ci
accomodammo in
salotto e appoggiai lo zainetto di Renesmee e la nostra valigia sulla
soglia e
mentre Sue portava Nessi in cucina per preparare un the Charlie mi
parlò
subito, senza dami il tempo di orientami dentro quella casa, che un
tempo avevo
frequentato così spesso.
<<
Voglio sapere
tutto, Jacob, non voglio tentennamenti, non voglio bugie, voglio la
cruda e
nuda verità .. >>.
Io
spalancai gi occhi e
mi strinsi le spalle, rimanendo zitto. << Parla Jake,
parla! Io non ne
posso più! Mi sono fidato di voi, mi avevate detto che
sarebbe andato tutto
bene, bastava solo che io non facessi domande e saremmo stati tutti
felici e io
avrei potuto continuare a vedere Nessi e invece?
Cos’è andato storto? ..
dimmelo perché non riesco più a dormire la notte,
continuo a sognarla Jake!
Sogno Bella felice, assieme ad Edward e Nessi, a poi qualcuno arriva e
la
uccide, facendo sparire il suo bellissimo sorriso e spegnendo per
sempre i suoi
occhi – non quelli del .. Dopo ..
I suoi occhi .. – e .. e …Non
sai quante volte ho desiderato morire anch’io,
se sono ancora vivo e
solo per Sue e .. Renée, che mi chiama tutti i giorni per
cercare consolazione
.. >>.
Non
avrei mai pensato
di vedere Charlie piangere, e la scena che mi si presentava davanti
aveva
dell’incredibile. Charlie era crollato, completamente, non
era più l’uomo di
prima, era fragile, terribilmente fragile, o forse lo era sempre stato,
come
Bella.
Cercai
le parole
migliori, quelle che sarebbero servite a consolarlo, ma non le trovai,
perché
semplicemente non esistevano, non per un padre che aveva perso la
figlia e non
sapeva neanche il perché. Mi
chiesi
come avevano fatto Alice e Jasper a dargli la peggiore notizia della
sua vita.
<<
Cercherò di
spiegarti tutto, in modo che tu capisca, ma senza dirti fino in fondo
la verità
.. >>.
<<
Credi che la
mia vita abbia un qualche valore ora Jacob? Anche se dopo mi dovessero
uccidere, non mi importerebbe, anzi, forse sarebbe un sollievo ..
>>,
Quelle ultime parole le pronunciò senza fissarmi ma con una
strana luce negli
occhi.
Mi
assicurai che Sue e
Nessi fossero troppo impegnate per sentirci, e inizia il mio racconto,
con
tutti i particolari, proprio come mi aveva chiesto Charlie.
<<
I Cullen,
erano Vampiri .. >>, Ignorai l’espressione
sconvolta di Charlie e
proseguii, << e Bella l’aveva sempre saputo, e
voleva diventare come
loro, per restare accanto ad Edward per sempre .. >>,
Come suonava
doloroso quel .. Per sempre.
Gli
raccontai dei
Volturi, di Nessi che era una creatura semplicemente rara e speciale, e
di
tutto quello che era successo quella maledetta mattinata
d’inverno, del perché
era morta sua figlia e del perché eravamo fuggiti io e
Nessi, gli dissi anche
che subito dopo aver parlato con lui Alice e Jasper ci avevano
raggiunto e
spiegato che loro non erano mai fuggiti, ma volevano trovare le prove
per
scagionarci dalle accuse dei Volturi, trovando addirittura un ibrido,
Nahuel,
che poteva testimoniare che Renesmee non era pericolosa, ma che una
pecca aveva
fatto saltare tutto, il tempo- anche se alla fine, si era chiarito
tutto, nonostante
ormai fossero tutti morti, volendo potevamo tornare a Forks ma era
tropo
doloroso. Dopo che
ebbi finito lo fissai
dritto negli occhi, per cercare una qualsiasi traccia di odio nei
confronti di
Renesmee, ma c’era solo stupore e orrore, speravo tanto che
l’orrore non fosse
per la piccola.
Quasi
come in un
copione teatrale, entrarono subito dopo, erano passati circa venti
minuti, Sue
e Nessi, con the, biscotti e brioche calde che erano andate a comprare
nel bar
più vicino, ecco perché erano state via tanto.
L’unica
a mantenere
l’atmosfera viva era Sue, che ci chiedeva dei posti dove
eravamo stati, e
cercava di distrarci tutti, mi chiesi come faceva a essere
così forte, poi vidi
come stringeva la mano a Charlie e capii che non aveva scelta, se fosse
crollata
anche lei non avrebbero avuto scampo, come me e Nessi, lei per Charlie
era la
sua roccia, come io per Nessi.
Renesmee
non toccò
cibo, e a forza perché incoraggiata da suo nonno bevette
mezza tazza di the,
non aveva cambiato espressione per tutto il tempo e vedevo Charlie
evidentemente preoccupato, ma io sinceramente, non sapevo
più che farci. Da
quando, quella mattina nel albergo di Rio disperata mi si era buttata
addosso
non ci eravamo più separati, dove io andavo lei mi seguiva,
aveva il bisogno costante
di toccarmi, di sentire se c’ero, e io di rimando le
sorridevo e la ricoprivo
di attenzioni. Vivevamo come nomadi da sei mesi, due settimane e tre
giorni,
avvolte da soli, altre volte con Alice
e
Jasper oppure con Nahuel e le sue sorelle, tutte gentili ed innamorate
di
Renesmee, a loro piaceva mostrarci la foresta e illustrarci i posti
più isolati
dove cacciare senza paura che qualche umano rimanga coinvolto.
Ci
avevo pensato su ed
ero arrivato alla conclusione che magari era tempo di tornare a vivere
n una
casa, ma io avrei dovuto finire la scuola se volevo trovare un buon
lavoro, e
anche se fosse stato, quale lavoro avrei potuto trovare senza aver
frequentato
il college? Credo che queste fossero le stesse preoccupazioni di
Charlie e Sue,
avevo già perso più di un anno e scolastico.
Quando
Nessi rivide la
camera che un tempo era stata di sua madre reagì, in modo
negativo, piangendo,
ma fui felice di vedere che almeno era ancora capace di provare
emozioni. Mi
ricordai di ciò che una volta mi aveva detto Edward, nella
tenda, mentre
scaldavo Bella dal freddo, che i vampiri conducono una vita piatta,
priva di
emozioni, e che per lui Bella era stata uno scossone, qualcosa che
aveva
cambiato per sempre la sua vita; Forse Renesmee aveva perso la sua
parte umana,
l’orrore e la sofferenza che aveva provato erano stati tali
da fargli perdere
la sua parte umana, e quella che era da mesi non era altro che la
vampira,
fredda e distaccata da tutto.
Charlie
aveva lasciato
tutto com’era in quella camera, dalle lenzuola hai libri che
Bella aveva
lasciato lì, a prendere polvere. Pure il Computer, ormai
superato da parecchi
modelli, che occupava notevole spazio nella scrivania era ancora
là.
Nessi
osservò, studiò
tutto, e quando si stese sul letto inspirò il profumo delle
coperte,
sussurrando , << L’odore della mamma, qui tutto
ha il suo odore ..
>>.
Restammo
a Forks per
sette giorni, più di quello che pensavo, ma Charlie ci
chiedeva costantemente
di restare e io non me la sentivo mai di rifiutarglielo, visto che non
sapevo
quanto sarebbe passato prima di tornare. In quei giorni rividi anche
mio padre,
mi sentii in colpa perché quasi non mi ero ricordato di lui
tanto ero preso da
Renesmee e altri problemi, ben più grossi di me. Mi disse
che ero più alto e
che ero dimagrito, gli risposi che era normale, poche volte facevamo
pasti
completi umani, per di più mangiavo carne cruda o gli scarti
di Nessi, mi adattavo
alla sua necessità di bere sangue perciò di
vivere lontano dalla civiltà.
Lei
non era cambiata.
Non l’avevo detto a voce alta per paura che non si avverasse
ma avevo
desiderato, con tutto me stesso, che questo viaggio
l’aiutasse in qualche modo,
che magari, un ritorno ai luoghi in cui era stata tanto felice in
passato le
ridesse forza, ma credo che ebbe l’effetto contrario, invece
di migliorare come
avevo sperato il primo giorno quando la vidi piangere
peggiorò, se prima
qualche modesto entusiasmo lo aveva almeno durante la caccia
svanì anche
quello, e mi spaventai quando una volta, mentre dormiva accanto a me
nei suoi
sogni disse qualcosa come potrei morire
di fame; Da quella notte la obbligai a cacciare e bere
davanti a me.
Charlie
tentava di
coinvolgerla in giochi, le comprava bambole e anche se non vedeva
reazioni non
si perdeva d’animo, era convinto che fosse solo scioccata e
che sentisse la
mancanza dei genitori e che con un po’ di pazienza e costanza
sarebbe tornata
in lei. In realtà penso che Nessi avesse permesso alla parte
più forte di lei
di prevalere sul suo lato umano, credo che il suo fragile cuore non
avrebbe
sopportato altro dolore, perciò aveva preferito perdere le
emozioni piuttosto
che viverle e soffrire, un po’ come stavo facendo io per
supportarla, solo che
lei era una bambina troppo piccola per capire tutto ciò che
provava, anche
essendo speciale, intelligente e più matura, anzi, forse
tutta questa sua
maturità peggiorava la situazione.
<<
Arrivederci
Jake, Nessi .. >>.
<<
Arrivederci
Charlie, Sue, vi faremo avere nostre notizie al più presto,
ve lo prometto ..
>>, Assicurai.
<<
Ci contiamo
Jacob, hai caricato tutto? >>.
<<
Si tranquillo,
vi telefono appena arriviamo ... >>, Promisi mentre
salivo nel Pick-up che
mi aveva regalato mio padre e accendevo il motore, Renesmee li
salutò con un
ciao mimato con la mano dal finestrino.
Non
sapevo se stavo
facendo la scelta giusta andando verso la vecchia casa dei Cullen, ma
non mi
importava, dovevo farlo, era l’ultima cosa che potevo
provare, se anche quel
tentativo di far star meglio Nessi sarebbe fallito allora questo
significava
che Bella aveva affidato sua figlia alla persona sbagliata, nonostante
io avrei
dato la mia vita per lei.
Nessi
non si accorse
subito di dove stavamo andando, perché fissava a terra un
punto indefinito,
almeno così vedevo dallo specchietto retrovisore. Quando
diede un’occhiata
veloce al finestrino vidi i suoi occhi sgranarsi, spaventarsi.
<<
Dove stiamo
andando Jake? >>.
Parlò,
finalmente, dopo
mesi aveva parlato ad alta voce. Forse era troppo presto per cantar
vittoria,
magari aveva parlato ad alta voce solo per necessità,
perché non mi poteva
toccare, ma per me era già tanto. Nessi non aveva mai amato
parlare, aveva
sempre preferito mostrarle le cose, anche quando i tempi erano sereni.
<<
Alla tua
vecchia casa .. >>, Risposi, neutro, attento ad osservare
più le sue
reazioni che la strada, infondo anche se ci fossimo schiantati non
saremmo
morti ne io ne lei, mi sarebbe solo spiaciuto un po’ per il
pick up.
<<
NO! >>,
Urlò, con una voce particolarmente acuta e stridula, mentre
i suoi occhi si
inumidivano.
Non
l’ascoltai, feci
finta di nulla e proseguii cercando di non sembrare minimamente toccato
dalla
sua reazione. Era in preda alla disperazione, piangeva e si mordeva il
labbro
che ormai era rossissimo e continuava ad urlare. Non nego che mi
spaventai nel
vederla così, ma pensai che almeno l’umana dalle
emozioni incontrollabili era
ancora dentro di lei e desiderava solo uscire e poter tornare a vivere.
Quando
arrivammo
davanti a casa Cullen era tutto esattamente come l’avevamo
lasciato, anche le
decorazioni di Natale e le luci fuori dalla casa erano ancora accese.
Nessi si
calmò d’un tratto e scese dalla macchina quando
gli aprii la portiera senza
fare storie, ma cercò immediatamente la mia mano. Senza di te io non esisto, forse stavo
cominciando a capire cosa
intendesse con quella frase, credeva che se non ci fossi stato io, che
conoscevo il suo passato, che le volevo un bene nell’anima
lei non sarebbe
esistita, perché se nessuno ti conosce o ti vuole bene, come
si fa a dire di
esistere davvero? Se passi inosservato agli occhi della gente e nessuno
si
preoccupa di te si è sicuri di vivere nello stesso pianeta
degli altri?
Ma
lei aveva anche
Charlie, Alice, Jasper e perché no, anche Sue, che sembrava
aver superato ogni
rancore e risentimento nei confronti di Nessi e dei vampiri.
Pensai
che era meglio
lasciare la casetta di Bella, Edward e Nessi per dopo, ed entrare prima
in
quella dei Cullen, così forse sarebbe stata più
preparata.
Era
ancora Ariosa e
luminosa come prima, impeccabile e pulitissima, proprio come me la ricordavo. Renesmee mi
strinse la mano con
forza e proseguimmo.
Sentivo
ancora il loro
odore, e probabilmente anche Nessi, si riuscivano anche a distinguere,
e
diventavano più forti quando si ci avvicinava nelle loro
stanze da letto. Mi
scappò anche un sorriso, quando rividi i cappelli dei
diplomi appesi al muro.
Giunti
alla vecchia
stanza di Edward Nessi trattenne il respiro, ma la folata del suo odore
– per
me disgustoso – credo che le arrivò comunque.
<< Lilla, miele e sole ..
>>, Mormorò, con nostalgia, <<
L’odore di Papà, era così buono ..
>>.
Insieme
a quello di
Edward c’era anche quello più debole e fioco di
Bella, apparteneva alla Bella
ancora umana, perciò era normale che fosse molto meno
percepibile, ma Renesmee
si commosse comunque.
Le
feci fare un giro
dell’intera casa prima di uscire, anche della cucina,
nonostante fosse la zona
meno usata della casa, durante il giro le dissi anche piccole cose,
magari
insignificanti ma che ero convinto l’avrebbero aiutata. Le
indicai dove sua
madre era stata stesa quando era in cinta di lei e di dove io ed Edward
la
scaldavano o raffreddavamo, dove Rosalie in posizione strategica si
metteva per
difenderla, tutte queste cose fecero si che lei smettesse di piangere e
che mi
ascoltasse con attenzione, facendomi anche delle domande,
improvvisamente
insaziabile dalla curiosità di sapere tutto quello che era
successo prima della
sua nascita; Le feci vedere anche la stanza dov’era nata e
dove Bella si era
poco a poco trasformata in vampira, e dove io avevo avuto il mio
Imprinting con
lei. In quel momento sorrise, dopo mesi, e mi chiese di prenderla in
braccio.
Quando tornammo in giardino le feci ricordare il divertente aneddoto do
sua
madre aveva cercato di uccidermi perché l’avevo
chiamata Nessi, ed in quel
momento rise di gusto e alle mie parole si aggiunsero le sue, che mi
aiutava a
ricordare la moltitudine di ricordi felici che avevamo vissuto tutti
assieme.
All’arrivo
della sua
casetta mi chiese di lasciarla a terra e si avviò correndo
verso la porta
d’ingresso, entrando con entusiasmo, dire che mi commossi
è poco.
<<
Mamma e papà
dicevano che questa casa ricordava molto l’atmosfera
dell’isola Esme .. dove
avevano trascorso la luna di miele .. >>.
<<
Ah si?
>>.
<<
Si, sai Jake,
vorrei tanto andarci in quell’isola, un giorno ..
>>.
<<
Ci andremo
Nessi … >>, Le promisi abbassandomi verso di
lei, lasciandomi
abbracciare. Lei mi sfiorò la fronte con la mano, Grazie.
<<
Di cosa?
>>, Le chiesi fissandola negli occhi color cioccolato,
intensi proprio
come quelli di sua madre.
Per
avermi salvato la vita, due volte e per esistere.
<<
Due? >>,
Chiesi di nuovo, arrossendo per l’imbarazzo.
Quando i Volturi volevano uccidermi, ed ora, facendomi ricordare che ho passato anche tanti momenti felici insieme alla mia famiglia, che nella vita non è tutto brutto e malvagio, anche se a volte può sembrare.
Fatemi sapere, Baci.
Ellenweiss.