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Autore: Edellweiss    31/12/2011    1 recensioni
- I Cullen, erano Vampiri .. -, Ignorai l’espressione sconvolta di Charlie e proseguii, - .. e Bella l’aveva sempre saputo, e voleva diventare come loro, per restare accanto ad Edward per sempre .. -, Come suonava doloroso quel .. Per sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
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Ecco l'ultimo capitolo, forse. Magari un terzo ci può stare, ci penserò su e vi saprò dire^^

Ringrazio che ha recensito e seguito la storia, sperando che possiae apprezzare anche questo capitolo.

Capitolo secondo: Mi hai salvato due volte

 

Non ricordavo più quanto fosse fredda e umida l’aria di Forks, ormai abituato a climi più caldi e generosi. Nonostante fossimo nella macchina di Charlie sentivo parecchio il cambiamento, più che altro perché non sudavo più e non sentivo l’afa o forse perché, ormai, mi pareva strano stare in forma umana, senza tutto quel pelo, come mi era accaduto un anno prima, quand’ero fuggito dalla riserva.

<< Nessi hai caldo? >>, Chiese Charlie a Renesmee seduta dietro, in un seggiolino per bambini, quella cosa le dava parecchio fastidio, si era prodigata a dirmelo nella mente non appena l’aveva visto, ma l’avevo convinta ricordandole che il nonno aveva bisogno di noi e che aveva sofferto molto anche a causa della nostra prolungata assenza, e che quel seggiolino era solo un gesto di amore per la sua salute e per il codice della strada, infondo era pur sempre un poliziotto.

Charlie non si aspettava una risposta a voce - Nessi appariva ancora troppo piccola per gli umani -  ma un cenno con la testa, perché lui sapeva che lei capiva, ma Nessì non si mosse, e continuò a fissare fuori dal finestrino come se nulla fosse. Probabilmente non sentiva neanche il caldo, le temperature di Forks erano molto più basse in confronto a quelle del Brasile o delle foreste o comunque di tutto il Sud America che avevamo attraversato. Ci rimase male, un altro colpo al cuore per il povero nonno probabilmente.

Sapevo che Charlie era uno di quelli che aveva avuto la sorte peggiore, Alice e Jasper gli avevano detto immediatamente della morte di Bella ed Edward e il resto dei Cullen, Alice mi disse che non aveva mai visto qualcuno così turbato, profondamente disperato, incredulo. Per rispetto i due vampiri dopo se ne erano andati ed erano venuti da noi, spiegandoci una storia che aveva dell’incredibile, comunque mi ero apprestato immediatamente a mandargli una lettera, dove gli comunicavo che io e Renesmee stavamo bene, e che saremmo andati a trovarlo, prima o poi, e che non ci mandasse lettere perché non avevamo un indirizzo fisso. Ma lui ci voleva accanto, ed aveva insistito finché quella mattina non eravamo arrivati in aereo. Credo si aspettasse di ritrovare la Nessi allegra, sorridente e paffuta, non lo spettro di quella bimba, magra, pallida dall’ espressione vuota e tetra. Probabilmente, per lui il peggio erano quegli occhi – Gli stessi di Bella – turbati e saturi di malinconia.

<< Dopo Jake dobbiamo parlare .. >>.

<< Certo Charlie, ti devo un mucchio di spiegazioni per … la fuga .. >>, Mi bloccai vedendo le sue mani stringersi più forte al volante, tanto che le sue vene verdognole saltavano all’occhio sulla pelle rossastra.

Annuì e basta, capii che ne voleva parlare a casa, senza Renesmee.

Durante il viaggio sentii molta tensione nell’aria, Charlie non parlò più, si limitava a fissare concentrato la strada praticamente deserta, probabilmente erano tutti alla spiaggia, ricordai che anche per me un tempo le giornate miti come quella sembravano afose, e che quindi la piscina o il mare erano d’obbligo.

Quando parcheggiò davanti a casa di Bella mi sentii male, troppi ricordi mi venivano in mente, qualcuno anche incomprensibile per il nuovo me, che ricordava a stento i sentimenti che aveva provato per Bella, quella passione non corrisposta che lo aveva tanto fatto soffrire.

Accanto alla porta c’era Sue ad aspettarci sorridente, coi lunghi capelli neri legati in una coda e vestita con una semplice gonna azzurra ed una camicetta bianca che contrastava con la sua pelle scura. Era cambiata in quei sei mesi, era più magra, le rughe sull’suo volto tirato erano aumentate e pensai che la colpa fosse della scomparsa di Seth e Leath, un'altra vittima di cui Renesmee si sarebbe sentita colpevole.

<< Bentornato Jacob .. >>, Mi abbracciò forte, nonostante le sue braccia non riuscissero a circondarmi del tutto, tanto erano larghe le mie spalle e piccola e minuta lei. Poi si sporse verso Charlie che teneva in braccio Nessi, e salutò anche lei, << Ciao piccola .. >>, E mimò il saluto con la mano, Nessi la fissò negli occhi, così profondamente da turbare Sue, che distolse lo sguardo ad un certo punto.

<< Vi trovo bene … >>, Era sul orlo della commozione, i suoi occhi cominciavano a bagnarsi.

<< Anch’io vi trovo bene .. >>, Risposi.

Ci accomodammo in salotto e appoggiai lo zainetto di Renesmee e la nostra valigia sulla soglia e mentre Sue portava Nessi in cucina per preparare un the Charlie mi parlò subito, senza dami il tempo di orientami dentro quella casa, che un tempo avevo frequentato così spesso.

<< Voglio sapere tutto, Jacob, non voglio tentennamenti, non voglio bugie, voglio la cruda e nuda verità .. >>.

Io spalancai gi occhi e mi strinsi le spalle, rimanendo zitto. << Parla Jake, parla! Io non ne posso più! Mi sono fidato di voi, mi avevate detto che sarebbe andato tutto bene, bastava solo che io non facessi domande e saremmo stati tutti felici e io avrei potuto continuare a vedere Nessi e invece? Cos’è andato storto? .. dimmelo perché non riesco più a dormire la notte, continuo a sognarla Jake! Sogno Bella felice, assieme ad Edward e Nessi, a poi qualcuno arriva e la uccide, facendo sparire il suo bellissimo sorriso e spegnendo per sempre i suoi occhi – non quelli del .. Dopo .. I suoi occhi .. – e  .. e …Non  sai quante volte ho desiderato morire anch’io, se sono ancora vivo e solo per Sue e .. Renée, che mi chiama tutti i giorni per cercare consolazione .. >>.

Non avrei mai pensato di vedere Charlie piangere, e la scena che mi si presentava davanti aveva dell’incredibile. Charlie era crollato, completamente, non era più l’uomo di prima, era fragile, terribilmente fragile, o forse lo era sempre stato, come Bella.

Cercai le parole migliori, quelle che sarebbero servite a consolarlo, ma non le trovai, perché semplicemente non esistevano, non per un padre che aveva perso la figlia e non sapeva neanche il perché. Mi chiesi come avevano fatto Alice e Jasper a dargli la peggiore notizia della sua vita.

<< Cercherò di spiegarti tutto, in modo che tu capisca, ma senza dirti fino in fondo la verità .. >>.

<< Credi che la mia vita abbia un qualche valore ora Jacob? Anche se dopo mi dovessero uccidere, non mi importerebbe, anzi, forse sarebbe un sollievo .. >>, Quelle ultime parole le pronunciò senza fissarmi ma con una strana luce negli occhi.

Mi assicurai che Sue e Nessi fossero troppo impegnate per sentirci, e inizia il mio racconto, con tutti i particolari, proprio come mi aveva chiesto Charlie.

<< I Cullen, erano Vampiri .. >>, Ignorai l’espressione sconvolta di Charlie e proseguii, << e Bella l’aveva sempre saputo, e voleva diventare come loro, per restare accanto ad Edward per sempre .. >>, Come suonava doloroso quel .. Per sempre.

Gli raccontai dei Volturi, di Nessi che era una creatura semplicemente rara e speciale, e di tutto quello che era successo quella maledetta mattinata d’inverno, del perché era morta sua figlia e del perché eravamo fuggiti io e Nessi, gli dissi anche che subito dopo aver parlato con lui Alice e Jasper ci avevano raggiunto e spiegato che loro non erano mai fuggiti, ma volevano trovare le prove per scagionarci dalle accuse dei Volturi, trovando addirittura un ibrido, Nahuel, che poteva testimoniare che Renesmee non era pericolosa, ma che una pecca aveva fatto saltare tutto, il tempo- anche se alla fine, si era chiarito tutto, nonostante ormai fossero tutti morti, volendo potevamo tornare a Forks ma era tropo doloroso.  Dopo che ebbi finito lo fissai dritto negli occhi, per cercare una qualsiasi traccia di odio nei confronti di Renesmee, ma c’era solo stupore e orrore, speravo tanto che l’orrore non fosse per la piccola.

Quasi come in un copione teatrale, entrarono subito dopo, erano passati circa venti minuti, Sue e Nessi, con the, biscotti e brioche calde che erano andate a comprare nel bar più vicino, ecco perché erano state via tanto.

L’unica a mantenere l’atmosfera viva era Sue, che ci chiedeva dei posti dove eravamo stati, e cercava di distrarci tutti, mi chiesi come faceva a essere così forte, poi vidi come stringeva la mano a Charlie e capii che non aveva scelta, se fosse crollata anche lei non avrebbero avuto scampo, come me e Nessi, lei per Charlie era la sua roccia, come io per Nessi.

Renesmee non toccò cibo, e a forza perché incoraggiata da suo nonno bevette mezza tazza di the, non aveva cambiato espressione per tutto il tempo e vedevo Charlie evidentemente preoccupato, ma io sinceramente, non sapevo più che farci. Da quando, quella mattina nel albergo di Rio disperata mi si era buttata addosso non ci eravamo più separati, dove io andavo lei mi seguiva, aveva il bisogno costante di toccarmi, di sentire se c’ero, e io di rimando le sorridevo e la ricoprivo di attenzioni. Vivevamo come nomadi da sei mesi, due settimane e tre giorni, avvolte da soli, altre volte con Alice  e Jasper oppure con Nahuel e le sue sorelle, tutte gentili ed innamorate di Renesmee, a loro piaceva mostrarci la foresta e illustrarci i posti più isolati dove cacciare senza paura che qualche umano rimanga coinvolto.

Ci avevo pensato su ed ero arrivato alla conclusione che magari era tempo di tornare a vivere n una casa, ma io avrei dovuto finire la scuola se volevo trovare un buon lavoro, e anche se fosse stato, quale lavoro avrei potuto trovare senza aver frequentato il college? Credo che queste fossero le stesse preoccupazioni di Charlie e Sue, avevo già perso più di un anno e scolastico.

Quando Nessi rivide la camera che un tempo era stata di sua madre reagì, in modo negativo, piangendo, ma fui felice di vedere che almeno era ancora capace di provare emozioni. Mi ricordai di ciò che una volta mi aveva detto Edward, nella tenda, mentre scaldavo Bella dal freddo, che i vampiri conducono una vita piatta, priva di emozioni, e che per lui Bella era stata uno scossone, qualcosa che aveva cambiato per sempre la sua vita; Forse Renesmee aveva perso la sua parte umana, l’orrore e la sofferenza che aveva provato erano stati tali da fargli perdere la sua parte umana, e quella che era da mesi non era altro che la vampira, fredda e distaccata da tutto.

Charlie aveva lasciato tutto com’era in quella camera, dalle lenzuola hai libri che Bella aveva lasciato lì, a prendere polvere. Pure il Computer, ormai superato da parecchi modelli, che occupava notevole spazio nella scrivania era ancora là.

Nessi osservò, studiò tutto, e quando si stese sul letto inspirò il profumo delle coperte, sussurrando , << L’odore della mamma, qui tutto ha il suo odore .. >>.

 

Restammo a Forks per sette giorni, più di quello che pensavo, ma Charlie ci chiedeva costantemente di restare e io non me la sentivo mai di rifiutarglielo, visto che non sapevo quanto sarebbe passato prima di tornare. In quei giorni rividi anche mio padre, mi sentii in colpa perché quasi non mi ero ricordato di lui tanto ero preso da Renesmee e altri problemi, ben più grossi di me. Mi disse che ero più alto e che ero dimagrito, gli risposi che era normale, poche volte facevamo pasti completi umani, per di più mangiavo carne cruda o gli scarti di Nessi, mi adattavo alla sua necessità di bere sangue perciò di vivere lontano dalla civiltà.

Lei non era cambiata. Non l’avevo detto a voce alta per paura che non si avverasse ma avevo desiderato, con tutto me stesso, che questo viaggio l’aiutasse in qualche modo, che magari, un ritorno ai luoghi in cui era stata tanto felice in passato le ridesse forza, ma credo che ebbe l’effetto contrario, invece di migliorare come avevo sperato il primo giorno quando la vidi piangere peggiorò, se prima qualche modesto entusiasmo lo aveva almeno durante la caccia svanì anche quello, e mi spaventai quando una volta, mentre dormiva accanto a me nei suoi sogni disse qualcosa come potrei morire di fame; Da quella notte la obbligai a cacciare e bere davanti a me.

Charlie tentava di coinvolgerla in giochi, le comprava bambole e anche se non vedeva reazioni non si perdeva d’animo, era convinto che fosse solo scioccata e che sentisse la mancanza dei genitori e che con un po’ di pazienza e costanza sarebbe tornata in lei. In realtà penso che Nessi avesse permesso alla parte più forte di lei di prevalere sul suo lato umano, credo che il suo fragile cuore non avrebbe sopportato altro dolore, perciò aveva preferito perdere le emozioni piuttosto che viverle e soffrire, un po’ come stavo facendo io per supportarla, solo che lei era una bambina troppo piccola per capire tutto ciò che provava, anche essendo speciale, intelligente e più matura, anzi, forse tutta questa sua maturità peggiorava la situazione.

<< Arrivederci Jake, Nessi .. >>.

<< Arrivederci Charlie, Sue, vi faremo avere nostre notizie al più presto, ve lo prometto .. >>, Assicurai.

<< Ci contiamo Jacob, hai caricato tutto? >>.

<< Si tranquillo, vi telefono appena arriviamo ... >>, Promisi mentre salivo nel Pick-up che mi aveva regalato mio padre e accendevo il motore, Renesmee li salutò con un ciao mimato con la mano dal finestrino.

Non sapevo se stavo facendo la scelta giusta andando verso la vecchia casa dei Cullen, ma non mi importava, dovevo farlo, era l’ultima cosa che potevo provare, se anche quel tentativo di far star meglio Nessi sarebbe fallito allora questo significava che Bella aveva affidato sua figlia alla persona sbagliata, nonostante io avrei dato la mia vita per lei.

Nessi non si accorse subito di dove stavamo andando, perché fissava a terra un punto indefinito, almeno così vedevo dallo specchietto retrovisore. Quando diede un’occhiata veloce al finestrino vidi i suoi occhi sgranarsi, spaventarsi.

<< Dove stiamo andando Jake? >>.

Parlò, finalmente, dopo mesi aveva parlato ad alta voce. Forse era troppo presto per cantar vittoria, magari aveva parlato ad alta voce solo per necessità, perché non mi poteva toccare, ma per me era già tanto. Nessi non aveva mai amato parlare, aveva sempre preferito mostrarle le cose, anche quando i tempi erano sereni.

<< Alla tua vecchia casa .. >>, Risposi, neutro, attento ad osservare più le sue reazioni che la strada, infondo anche se ci fossimo schiantati non saremmo morti ne io ne lei, mi sarebbe solo spiaciuto un po’ per il pick up.

<< NO! >>, Urlò, con una voce particolarmente acuta e stridula, mentre i suoi occhi si inumidivano.

Non l’ascoltai, feci finta di nulla e proseguii cercando di non sembrare minimamente toccato dalla sua reazione. Era in preda alla disperazione, piangeva e si mordeva il labbro che ormai era rossissimo e continuava ad urlare. Non nego che mi spaventai nel vederla così, ma pensai che almeno l’umana dalle emozioni incontrollabili era ancora dentro di lei e desiderava solo uscire e poter tornare a vivere.

Quando arrivammo davanti a casa Cullen era tutto esattamente come l’avevamo lasciato, anche le decorazioni di Natale e le luci fuori dalla casa erano ancora accese. Nessi si calmò d’un tratto e scese dalla macchina quando gli aprii la portiera senza fare storie, ma cercò immediatamente la mia mano. Senza di te io non esisto, forse stavo cominciando a capire cosa intendesse con quella frase, credeva che se non ci fossi stato io, che conoscevo il suo passato, che le volevo un bene nell’anima lei non sarebbe esistita, perché se nessuno ti conosce o ti vuole bene, come si fa a dire di esistere davvero? Se passi inosservato agli occhi della gente e nessuno si preoccupa di te si è sicuri di vivere nello stesso pianeta degli altri?

Ma lei aveva anche Charlie, Alice, Jasper e perché no, anche Sue, che sembrava aver superato ogni rancore e risentimento nei confronti di Nessi e dei vampiri.

Pensai che era meglio lasciare la casetta di Bella, Edward e Nessi per dopo, ed entrare prima in quella dei Cullen, così forse sarebbe stata più preparata.

Era ancora Ariosa e luminosa come prima, impeccabile e pulitissima, proprio come me la  ricordavo. Renesmee mi strinse la mano con forza e proseguimmo.

Sentivo ancora il loro odore, e probabilmente anche Nessi, si riuscivano anche a distinguere, e diventavano più forti quando si ci avvicinava nelle loro stanze da letto. Mi scappò anche un sorriso, quando rividi i cappelli dei diplomi appesi al muro.

Giunti alla vecchia stanza di Edward Nessi trattenne il respiro, ma la folata del suo odore – per me disgustoso – credo che le arrivò comunque. << Lilla, miele e sole .. >>, Mormorò, con nostalgia, << L’odore di Papà, era così buono .. >>.

Insieme a quello di Edward c’era anche quello più debole e fioco di Bella, apparteneva alla Bella ancora umana, perciò era normale che fosse molto meno percepibile, ma Renesmee si commosse comunque.

Le feci fare un giro dell’intera casa prima di uscire, anche della cucina, nonostante fosse la zona meno usata della casa, durante il giro le dissi anche piccole cose, magari insignificanti ma che ero convinto l’avrebbero aiutata. Le indicai dove sua madre era stata stesa quando era in cinta di lei e di dove io ed Edward la scaldavano o raffreddavamo, dove Rosalie in posizione strategica si metteva per difenderla, tutte queste cose fecero si che lei smettesse di piangere e che mi ascoltasse con attenzione, facendomi anche delle domande, improvvisamente insaziabile dalla curiosità di sapere tutto quello che era successo prima della sua nascita; Le feci vedere anche la stanza dov’era nata e dove Bella si era poco a poco trasformata in vampira, e dove io avevo avuto il mio Imprinting con lei. In quel momento sorrise, dopo mesi, e mi chiese di prenderla in braccio. Quando tornammo in giardino le feci ricordare il divertente aneddoto do sua madre aveva cercato di uccidermi perché l’avevo chiamata Nessi, ed in quel momento rise di gusto e alle mie parole si aggiunsero le sue, che mi aiutava a ricordare la moltitudine di ricordi felici che avevamo vissuto tutti assieme.

All’arrivo della sua casetta mi chiese di lasciarla a terra e si avviò correndo verso la porta d’ingresso, entrando con entusiasmo, dire che mi commossi è poco.

<< Mamma e papà dicevano che questa casa ricordava molto l’atmosfera dell’isola Esme .. dove avevano trascorso la luna di miele .. >>.

<< Ah si? >>.

<< Si, sai Jake, vorrei tanto andarci in quell’isola, un giorno .. >>.

<< Ci andremo Nessi … >>, Le promisi abbassandomi verso di lei, lasciandomi abbracciare. Lei mi sfiorò la fronte con la mano, Grazie.

<< Di cosa? >>, Le chiesi fissandola negli occhi color cioccolato, intensi proprio come quelli di sua madre.

Per avermi salvato la vita, due volte e per esistere.

<< Due? >>, Chiesi di nuovo, arrossendo per l’imbarazzo.

Quando i Volturi volevano uccidermi, ed ora, facendomi ricordare che ho passato anche tanti momenti felici insieme alla mia famiglia, che nella vita non è tutto brutto e malvagio, anche se a volte può sembrare.

Fatemi sapere, Baci.

Ellenweiss.

   
 
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