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Autore: SeleneLightwood    01/01/2012    2 recensioni
Non riesco a ricordare un momento, in tutta la mia vita, in cui io non sia stato di corsa.
Da quando ho incontrato Andromeda non ho fatto altro che correre: i ricordi che ho sono sfocati non perché io sia miope – ci vedo perfettamente – ma perché per me l’amore era sinonimo di “Corri, Ted!”.
Che fosse perché Lucius Malfoy aveva programmato di mettermi in punizione per dispetto e quindi mi conveniva correre a nascondermi in sala comune, o che fosse perché Bellatrix stava cercando di buttare giù la porta del nostro appartamento per farci secchi, non aveva importanza. Vedevo Andromeda arrivare di gran carriera alzando la gonna con le mani e sapevo che era ora di darsela a gambe.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Runnin’

 

 

Non riesco a ricordare un momento, in tutta la mia vita, in cui io non sia stato di corsa.

Da quando ho incontrato Andromeda non ho fatto altro che correre: i ricordi che ho sono sfocati non perché io sia miope – ci vedo perfettamente – ma perché per me l’amore era sinonimo di “Corri, Ted!”.

Che fosse perché Lucius Malfoy aveva programmato di mettermi in punizione per dispetto e quindi mi conveniva correre a nascondermi in sala comune, o che fosse perché Bellatrix stava cercando di buttare giù la porta del nostro appartamento per farci secchi, non aveva importanza. Vedevo Andromeda arrivare di gran carriera alzando la gonna con le mani e sapevo che era ora di darsela a gambe.

Credo di averci fatto l’abitudine, alla fine, tante sono state le volte in cui è stato necessario afferrarla per un braccio e iniziare a scappare.

La prima volta che le ho rivolto la parola, ad esempio. Ricordo che eravamo ad Hogwarts e lei era splendida. Le correvo dietro già da un po’ – tanto per rimanere in tema – ma non avrei mai osato rivolgere la parola ad una Black. Lei mi avrebbe ignorato, per carità: sembrava troppo buona persino per scacciare un insetto.

Sua sorella Bellatrix, invece, mi avrebbe sicuramente bollito nell’acido.

Quel giorno, però, le cose non andarono come avrebbero dovuto. Tanto per ribadire all’universo che Ted Tonks non ha un equilibrio e non è in grado di camminare in linea retta, prima le sono andato a sbattere contro, facendola ruzzolare a terra – con grazia, ovvio – e poi, giusto perché Merlino ci odia, è scoppiato l’acquazzone più bagnato degli ultimi cento anni.

Così l’ho afferrata per un braccio, ridendo, e ho iniziato a correre.

Riparati sotto un albero, lei mi ha sorriso e ha ridacchiato, dicendo: «Sei carino quando sei bagnato come un pulcino».

Cosa potevo fare, se non agire d’impulso, afferrarla per le spalle e baciarla? Sempre di corsa, io e Andromeda.

Da quel giorno in poi correre mi è sembrato il gesto più bello del mondo.

Abbiamo iniziato a frequentarci, talmente tanto di nascosto che in meno di una settimana Narcissa mi ha teso un agguato mentre andavo in bagno – quella donna è una terrorista nata – e per poco non ci ho rimesso la pelle. Mi sono salvato solo perché, correndo via, sono andato a sbattere in Albus Silente, incontrato per caso mentre era in cerca di Api Frizzole in giro per la scuola.

Fortuna sfacciata, direte voi. Vero.

Il nostro matrimonio segreto non poteva essere da meno, ovviamente.

Bellatrix in persona si presentò alla cerimonia e, anziché urlare “io mi oppongo!” – non che me lo aspettassi da lei: era una cosa più da Lucius, quella primadonna – si mise a scagliare maledizioni a destra e a manca, così che sia lo sposo che la sposa fuggirono dall’altare, lasciando il pastore a fronteggiare una delle donne più temibili della storia.

Un'altra corsa che ricordo a meraviglia è quella fino al San Mungo, il giorno in cui è nata Ninfadora. Tralasciando il fatto che ovviamente le acque si sono rotte con un mese di anticipo, era scontato che io non potessi avere una moglie incinta come tutte le altre. No, la mia era preda degli ormoni impazzitipersino sotto Pozione Sedante. Ero stato quindi mandato, di corsa, a prendere la vecchia mappa delle costellazioni di Dromeda, perché voleva seguire le tradizioni Black e dare a sua figlia il nome di una stella. Ovviamente, quando ero arrivato – indovinate?, di corsa! – aveva già mandato al diavolo tutta la famiglia e aveva cambiato idea, scegliendo il nome più assurdo e vergognoso sulla faccia della terra.

Alla fine avevo scoperto di non essere in grado di fare tre cose: camminare dritto senza inciampare, tenere qualcosa segreto e stare fermo. Amavo correre perché amavo Andromeda.

Quel semplice movimento racchiudeva in sé l’intero sentimento che portava avanti la mia vita. Muovere le gambe significava amare, a modo mio, solo lei.

Quel “Corri, Ted!” che soleva gridare, che fosse spaventata, divertita, urlante o preda delle contrazioni, per me equivaleva al più dolce dei “Ti amo.”

La sua voce così dolce era in grado di arrivare più a fondo di nessun altro, cento volte più forte.

Era una forza della natura, Dromeda, per puro istinto di sopravvivenza.

Eppure Andomeda odiava correre.

Detestava l’idea di dover fuggire continuamente da Bellatrix, dalla guerra, dalla morte. Aveva fatto la sua scelta, sposando me, e non si era mai pentita – e io lo sapevo – ma averla costretta ad una vita di fuga continua è stata e rimane la cosa più egoista che io abbia mai fatto.

Andromeda mi ama e, ancora adesso, corre. Ora che c’è la guerra ed è stato necessario separarsi le cose sono sembrate improvvisamente troppo sbagliate e troppo giuste al tempo stesso.

Correvo via ancora una volta, come avevo fatto in tutta la mia vita. Correvo lontano per salvare – per quanto possibile – la mia famiglia. Ero un pericolo inutile per tutti.

Non so chi Bellatrix avrebbe ucciso per primo, se ci avesse trovati. Forse me, che ero il cognato Sanguesporco, forse Remus, il lupo mannaro che aveva sposato la nipote mezzosangue figlia della sorella ribelle. Forse Teddy, il bambino che non c’entra niente – assolutamente niente – e non è ancora nato.

Andromeda non sta correndo con me come al solito. Quando me ne sono andato di casa è stata una pugnalata al cuore non vederla sfrecciare al mio fianco, ma era per la sua sicurezza.

Ora che Bellatrix sta per raggiungermi, mi insegue tra gli alberi e le maledizioni mi sfrecciano intorno, sono grato di non averla al mio fianco.

Andromeda continuerà a correre da dove io mi sono fermato.

«Corri, Ted!» grida Bellatrix ridendo. La sua voce è così simile a quella di sua sorella, il tono così basso, che improvvisamente capisco. Di nuovo, tutta la forza dell’amore che provo per Andromeda si riversa sulle mie gambe e subito dopo so cosa devo fare, so cosa avrei dovuto fare durante tutta la vita passata a correre.

Così, semplicemente, mi fermo.

 

 

 


Note dell'Autrice


Chi pubblica il 1° gennaio 2012? Ma Selene, ovviamente U_U

Scusate per l'orario improponibile, ma la storia partecipa ad un Contest (Case contro Case Contest di Herms) e domani usciranno i risultati, ma visto che potevo pubblicare, mi sono detta, perchè no?

Dovevo scrivere una storia su Ted Tonks e all'inizio non sapevo davvero come "rigirarmi la frittata", come si dice dalle mie parti, ma poi l'ispirazione è venuta fuori ed eccoci qui...

Devo ammettere che questa storia mi sta particolarmente a cuore, quindi a prescindere dal risultato, ci tengo davvero molto....

Se vi capita di farci un salto, battete un colpo e fatemi sapere cosa ne pensate!

Baci,

Selene


Ah, e buon anno a tutti!!  

 

   
 
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