5. Chi non ha mai smesso di ridere
La quinta volta, l’età aveva già smesso di contare – ad Azkaban il tempo si raggruma come a formare dei piccoli chiodi incastonati nell’aria, e la tua vita sta tutta lì: nello spaccarti le unghie per riuscire a scrostarli via.
Sirius urlava più di tutti, quando lo portarono lì: pensava che l’innocenza andasse certificata, e allora gridava e ululava come un Licantropo alla luna piena.
Tu tacevi, silenziosa, perché l’assenza di parole era funzionale a risparmiarne il più possibile per pregare il Suo ritorno. Nella cella di fronte alla tua, lo sguardo di Sirius era catrame.
A volte ridevi di lui, e allora tuo cugino gridava più forte di prima.
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