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Autore: Snafu    02/01/2012    1 recensioni
Autori: la Cath feat. B.
Desclaimers: I Guns 'n Roses ed i Mötley Crüe non ci appartengono. Eventuali canzoni citate non ci appartengono (il titolo è dei Nirvana, si sa del non proprio roseo rapporto tra Axl e Kurt). Roxy e Grace sono personaggi nostri, quindi vantiamo su essi tutti i copyright. No infringement of copyright intended.
Note: Eventuali sbalzi temporali. Uso della tecnica del flashback. What if? Crossover.
Ai lettori: Non abbiamo avuto occasione di visitare le sezioni dei Guns 'n Roses o dei Mötley Crüe prima. Speriamo di riuscire a farlo presto e soprattutto che il prodotto della nostra collaborazione rientri nei generi di vostro gradimento.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Spaghetti Incident'
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12 ottobre 1988



Erano le quattro quando i dolori svegliarono Roxy.
«Nikki, svegliati.»
«Roxy, sono le quattro, è presto...»
«Nikki! Dobbiamo andare in ospedale!»
«Perché?»
«Sai, mi piace passeggiare per i corridoi! Ma che domanda è perché?! Vuoi che partorisca in casa?»
A quel punto il marito si svegliò di colpo e la guardò.
«Ora?» domandò allarmato.
«No, voglio arrivare con un po’ d’anticipo, sai, tante alle volte non trovassi un posto libero in ospedale… Sì Nikki, ora!»
Il marito si precipitò a vestirsi, aiutò Roxy a fare altrettanto e in un tempo brevissimo erano in macchina. Il miracolo più grande fu arrivare incolumi all’ospedale, il bassista guidò come un pazzo per arrivare prima possibile.
Non appena giunti, la donna fu visitata:
«È tutto ok. Avete fatto bene a venire. È ancora un po’ presto, ma entro oggi dovrebbe nascere. Torno tra poco a vedere come procede.»
Una volta rimasti soli, Nikki, che nel frattempo aveva riacquistato un po’ di calma, disse:
«Chiamo Tommy per dirglielo.»
«No. Chiami i miei genitori per dirglielo e poi chiami tua sorella e dopo semmai se ti avanza tempo chiami Tommy.»

I primi ad arrivare furono gli altri membri dei Mötley Crüe, capeggiati dall’anima gemella di Nikki, Tommy.
«Il vostro bambino ha già rotto prima di venire al mondo, ve lo dico. Vorrei capire perché tutte le notizie che lo riguardano mi arrivano quando sono impegnato in camera da letto!»
«Tommy, tu sei sempre impegnato in camera da letto» replicò semiseria la donna.
«Roxy, non sono Vince! Ogni tanto mi fermo.»
«Sì, ma solo perché ogni tanto hai bisogno di dormire...»
«Dettagli. Insomma, il nome?»
Nikki rispose:
«Steel se è maschio.»
Grace scoppiò a ridere e si nascose dietro a una tenda per non attirare ulteriormente l'attenzione. Roxy fulminò il marito con lo sguardo:
«Vuoi ricominciare con i nomi assurdi? Proponimi Sun se è femmina un’altra volta e trovo il modo di farti tanto male! I migliori nomi che hai proposto sono stati Diamond per il maschio e Arya per la femmina...»
«Tutti quelli che ti ho detto sono dei bei nomi!» si giustificò il bassista.
«Ma non è vero! Comunque io sono arrivata alla conclusione che se fosse maschio sarebbe Logan e se fosse femmina sarebbe Arya.»
«Mah.»
«Secondo me comunque è maschio.»


11 aprile 1991



Era passata una settimana da quando Grace se n'era andata.
Se Roxy chiedeva di lei al telefono, Axl rispondeva che era in bagno, che stava dormendo, o si inventava una qualsiasi altra scusa. Provava vergogna per averla lasciata scappare, ed era preoccupato, cosa di cui si vergognava ancora di più.
Ogni volta che si ficcava in testa che doveva uscire e cercarla, l'orgoglio lo faceva mettere di nuovo a sedere.
Ma non poteva andare avanti così.
Stava male: lui sentiva di aver bisogno di lei.
Così si decise.
Roxy era nella hall insieme al decoratore di interni quando il cantante scese. Si stupì nel vederlo, da solo.
«Axl?» domandò, e lui si voltò come se nulla fosse «Grace?»
«È scappata» rispose, tutto d'un pezzo. La donna sbiancò.
«Come? Dove? Quando? Perché?»
Per la legge delle probabilità era matematicamente impossibile che fosse scappata senza dirle niente. Inoltre, l'unico posto dove avrebbe potuto andare era dal nonno, e Nikki lo sentiva un giorno sì e uno no, quindi dedusse che o entrambi stavano tenendo il segreto, cosa assai improbabile (il bassista avrebbe approfittato dell'assenza della sorella per andare a vergare di santa ragione il suo ragazzo, e poi perché non avrebbe potuto stare zitto con sua moglie) oppure qualcosa in Grace era cambiato.
Per il peggio.
«Come: è uscita dalla porta ma non è più rientrata. Dove: non ne ho la più pallida idea. Quando: martedì scorso. Perché: … è una lunga storia.»
«E me lo dici così? Potrebbero averla rapita, potrebbe essere morta...!!!» Roxy cercò di non farsi prendere dal panico, ma non ci riuscì. Era cosciente che un comportamento del genere non era dal lei. Axl cercò di non pensarci. Non rispose. «Hai idea di dove cercarla?»
«No.»
«E dove stai andando allora?»
«Non lo so, ma da qualche parte dovrò pur cominciare.»


So nice to see your face again...
Tell me how long has it been,
since you’ve been here?

Maybe it’s the bitter wind
a chill from the Pacific rim
that brought you this way.
(brought you my way)



La ragazza asciugava i piatti che le passava suo nonno.
«Grace, sai, volevo dirti una cosa» disse l'anziano signore.
La nipote lo guardò, sistemando un'altra scodella nella pila a fianco a lei:
«Dimmi...»
«C'è un ragazzo là fuori» indicò con un'occhiata la figura all'esterno, appoggiata alla staccionata. Dava le spalle alla casa, ma era inconfondibile. I lunghi capelli rossi, l'abbigliamento un po' appariscente, la postura strafottente. «È un po' che se ne sta lì da solo, non l'ho preso molto in simpatia, non vorrei dover imbracciare il mio buon vecchio fucile» ovviamente stava scherzando «mi chiedevo se non avesse a che fare con la tua presenza qui.»
Grace storse il naso. Non aveva notato la presenza di Axl, probabilmente non l'avrebbe mai visto se suo nonno non gliel'avesse indicato. Si era barricata tra quelle che considerava le mura materne, ripromettendosi di non cacciare gli occhi, tanto meno il naso, fuori da quella sfera di protezione che la faceva stare meglio.
Quella volta era davvero pronta a troncare... ma lui era andato a cercarla, lui si era mosso per lei. Lui aveva complicato tutto ancora una volta.
Così, dopo aver finito con i piatti, prese coraggio e uscì.


You look so different than before,
but still the person I adore:
frozen with fear.



Axl sentì cigolare la porta della casa di campagna. Si era fatto buio ormai, l'ora di cena era passata da un pezzo e aveva visto le sagome delle persone all'interno mangiare, sentito i rumori delle stoviglie. Probabilmente qualcuno sarebbe uscito per chiedergli se gli servisse qualcosa, visto che aveva passato il pomeriggio seduto sulla staccionata a guardare nel vuoto, oppure semplicemente per cacciarlo via.
La minuta sagoma di Grace, stretta in un vecchio cappotto sdrucito, largo perlomeno due taglie in più della sua, fece capolino, aprendo il cancelletto a pochi passi da lui.
Il cantante la guardò richiudere il piccolo sportello in legno e fermarsi davanti a lui senza avere il coraggio di sollevare gli occhi dalle punte dei piedi.
Sembrava diversa: aveva le due piccole biglie spente, il viso struccato, più aspro, spigoloso. Eppure non era cambiato niente: era sempre la solita bambina spaventata, chiusa nel guscio delle sue paure, arrendevolmente debole.
«Ciao» quasi sussurrò.
«Ciao» ripeté lui, senza smettere di guardarla, rendendosi conto che da quella che per lui era stata una prova, l'amore era solo cresciuto. Rinforzato. Visto che la morettina pareva non aver molto altro da aggiungere, fu il rosso a proseguire «Quindi eri qui...»
«Già...» asserì, senza mostrare troppo entusiasmo o dispiacere «Come lo sapevi?»
«Non lo sapevo affatto...»
«E allora perché sei stato qua fuori tutto il pomeriggio?»
«Semplicemente... aspettavo.»
Grace non si sforzò di entrare di nuovo nella testa di Axl. Era felice che lui fosse lì, che avesse dimostrato amore per una volta.
«Perché?» chiese, ma il cantante non rispose «Voglio dire, ne vale davvero la pena? Aspettare?»


And I’ve been saving
these last words
for one last miracle,
but now I’m not sure.



«Affatto. Ho passato una settimana ad aspettarti. Ero preoccupato, sì, dall'idea di dove tu ti potessi trovare, di cosa tu stessi facendo, spaventato sapendo che tu stessi di nuovo soffrendo per colpa mia. Ero incazzato con me stesso per quello che ti avevo fatto. Eppure... non stavo muovendo un ciglio. Rimanevo fermo a fissare l'esterno da quella maledetta finestra senza fare niente. Mi sono chiesto se fosse normale. Non lo era. Se ti avessi davvero amata, ti avrei seguita, quel giorno. La ferma convinzione nella mia testa, che l'amore fosse l'unico sentimento che mi lega a te, la voglia di non deludere quella convinzione, e di non deludere né te né me, per una volta... mi ha spinto a essere qui adesso.»
«Sono felice che tu sia qui.»
«Non dovresti, Grace, davvero, non dovresti...»
«E come dovrei sentirmi?» domandò, con ironia.
«Dovresti avere paura che io sia qui per farti del male di nuovo, dovresti andartene prima che io lo faccia davvero, o perlomeno dovresti provare a difenderti» si rammaricò il rosso.
Grace sospirò, cercando di radunare tutta la pazienza che aveva in corpo.
«Vuoi che mi difenda, vuoi che ti gridi addosso? Ti conosco, se lo farò inizierai a essere freddo, a parlare male di me con gli altri, a comportarti in modo strano, e poi mi lascerai, come hai fatto con tutte le altre prima di me. Tu ti sei innamorato di me perché io sono l'unica che non ti ha dato contro neanche una volta: avevi bisogno di qualcuno che scegliesse di annullare la sua personalità per te, e l'hai trovato. E poi d'improvviso, nonostante lo sforzo massacrante che ho fatto per cambiare, per te, perché per amore si cambia, Axl... non ti va più bene. Perché ti sei reso conto che senza una personalità a ostacolarti, non puoi difendere chi ami da te stesso.»
«Non posso salvarti, se non mi lasci.
«Se ti importa di me, trova il coraggio di cambiare, cazzo, Axl! Perché so che lo vuoi!» la ragazza scoppiò in lacrime.
«Mi dispiace,» disse «davvero, non avrei mai voluto farti del male, fisicamente, e internamente... e se l'ho fatto, ti scongiuro di perdonarmi, e se vuoi lasciarmi... ti capisco e...»
«Non troverai un'altra come me, non cercare di scaricarmi dicendo che sono io a volerlo. Se c'è una cosa di cui sono sicura è che io e te siamo fatti per stare insieme.»


You just get me
like I never been gotten before.



«Lo so. Forse non dovrei essere così spaventato dall'idea di amare, di cambiare...»
«No, non dovresti.»
«Torniamo a casa...»
«Torniamo a casa.»


So nice to see your face again
But tell me will this ever end?
Don’t disappear.





12 ottobre 1988



Alle 8.08 di mattina nacque il primogenito di Nikki e sua moglie Roxy.
«È un maschio. Come lo chiamate?»
Roxy, nonostante la stanchezza, fu velocissima a rispondere, prima che il bassista la fregasse:
«Logan Diamond Sixx.»

Quando i ragazzi poterono vedere Roxy, Tommy fece la sua proposta:
«Possiamo dare una festa in ospedale? Dobbiamo festeggiare! È il primo bambino!»
«Non si può, però se vuoi puoi organizzare una piccola festa a casa nostra tra un paio di giorni. Tommy! Mi raccomando… p-i-c-c-o-l-a! Non so se mi spiego.»
«Quindi un centinaio di persone?»
«Il tuo concetto di piccolo è veramente strano. Al massimo 25 persone. Regolati con il casino, visto che c’è un neonato...»
«Giocheremo tranquillamente al gioco della bottiglia o a strip poker!»
«No, Tommy, vediamo di stare tutti più o meno vestiti e di tenere ognuno la lingua nella propria bocca!»
Grace stava per dire qualcosa, si sarebbe di certo unita volentieri al club in compagnia del suo caro fidanzatino. Roxy la fulminò, poi guardò il marito:
«Pensaci te. Ma non farmi trovare musica a palla, ragazze mezze nude, Tommy in mutande e soprattutto tutta Los Angeles a casa con alcol e droga, perché prendo il fucile di tuo nonno e vi ammazzo a tutti! Anche tu Grace!»
«Soprattutto Los Angeles… quindi Tommy in mutande va bene?»
«Tommy è quasi sempre mezzo nudo, probabilmente noterei di più la differenza se venisse con una maglietta a maniche lunghe.»


* I can't save you, if you don't let me.
   
 
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