Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: Snafu    02/01/2012    1 recensioni
You can have anything you want,
but you better not take it from me.
Amicizia, Amore, Sesso, Droga... want more?
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Appetite for Destruction

Capitolo III – Nightrain.



I smoke my cigarette with style.
And I can tell you, honey,
You can make my money tonight.
(One more time tonight.)


Sentiva il ricordo delle sue labbra bruciare dappertutto, il tocco delle sue mani accarezzare ancora ogni parte del suo corpo con dolcezza e decisione, le sue parole confuse confondersi con la confusione che aveva in testa. Il sonno era irrequieto, il ricordo vivido tanto quanto reale, il piacere ancora vicino, il trasporto emotivo invece troppo lontano. Ogni volta Audrey si ritrovava a ricordare il sesso che faceva come un’allucinazione.
Era una cosa terribile.


I’m on the nightrain
and I’m looking for some...
I’m on the nightrain
So I can leave this slum
I’m on the nightrain
and I’m ready to crash and burn.


Kensy era pronta per uscire, stava solo aspettando Duff che aveva deciso di fare il gentiluomo e di andarla a prendere. Ovviamente era in ritardo. Di dieci minuti… per il momento.
Con circa mezz’ora di ritardo il suo cavaliere suonò alla porta:
«Scusami dolcezza. Suonavamo.» E per non perdere tempo le diede un bacio.
Il bassista la portò in una specie di ristorante. In realtà sembrava più una tavola calda.
«Come mai hai cambiato idea? Sembrava non ti interessassi...»
«Le cose cambiano… Ti ho guardato meglio» disse Kensy con un sorriso, sapendo benissimo che non c’era bisogno di guardare Duff due volte per capire come fosse.
«Sei sparita alla festa…»
«Sì, ho fatto due passi con Steven, poi ho assistito a uno spettacolo agghiacciante e me ne sono tornata a casa. Te cos’hai fatto di bello? Te la sei spassata con quelle due ragazze che non sapevano distinguere un bicchiere da un piatto?» Kensy stava facendo di tutto per infastidirlo, senza riuscirci.
«No. Ovvio. Ti ho cercata. Ma eri sparita. Così io e Slash abbiamo occupato il tempo giocando al piccolo chimico. Con ottimi risultati direi.»
«Sei ancora vivo, quindi direi che almeno un obiettivo lo hai raggiunto.»


I’ll be loaded like a freight train,
flying like an aeroplane,
feeling like a space brain...


Duff riaccompagnò Kensy a casa. Lei lo fece entrare per bere qualcosa. L’alcol in quella casa non mancava quasi mai. Preparò due bicchieri di Jack e si girò per darne uno al suo accompagnatore che era sparito.
«Duff? Dove sei?»
«In camera tua!»
La mora si avviò alla sua camera.
«Perché?»
«Così. Te eri impegnata, io ho fatto un giro...»
«Il salotto come tutte le persone normali ti faceva schifo?»
«Possibile... e poi se fossi una persona normale usciresti con me?»
Detto questo si avvicinò, prese i due bicchieri, li posò e la baciò spingendola pian piano verso il muro. Era impossibile resistere a Duff McKagan, così Kensy si lasciò andare.


Wake up late, honey, put on your clothes,
take your credit card to the liquor store:
that’s one for you and two for me by tonight.


Kensy si svegliò abbracciata a Duff con uno strano mal di testa. In genere lei non beveva molto, ma la sera prima aveva un po’ esagerato. Cercò di ricordarsi precisamente cosa fosse successo, anche se era facilmente immaginabile, visto che sotto le coperte era nuda.
Alla memoria le tornarono immagini e sensazioni: Duff che la baciava dolcemente e con desiderio, lei che lo tirava a sé, lui che la sollevava per poi sdraiarla sul letto…
Il bassista sembrò accorgersi che Kensy era sveglia, così la strinse ancora di più a sé. Poi la mora si ricordò che giorno fosse e si alzò di scatto:
«Che ore sono!»
«Non è una domanda. Comunque sono le dieci e mezzo, perché?»
«Merda! Le dieci e mezzo!!! Dovevo essere a lavoro mezz’ora fa! Perché non mi hai svegliata?»
«Avrei dovuto?»
«Lascia perdere! Alzati!»
«Devi andare a lavoro te, mica io!»
«Non per essere scortese, ma questa fino a prova contraria è casa mia. E poi scusa, ma secondo te come ci arrivo a lavoro?» intanto Kensy si stava rendendo presentabile nel minor tempo possibile.
«Non hai una macchina?»
«Ce l’avevo. Ma a una festa due tizi con il cervello in orbita me l’hanno bruciata. Ti alzi o do fuoco anche a te, così poi ho una macchina a disposizione?»

Audrey aprì gli occhi chiari, rendendosi conto delle pessime condizioni in cui si era ridotta ancora una volta. Li avrebbe richiusi nell’arco di un nanosecondo se le pupille non avessero incrociato il quadrante della sveglia di Izzy. La sua mente si sorprese solo successivamente del fatto che il chitarrista ne possedesse una e si domandò se l’orario fosse quello corretto.
-Merda!- sembrava la parola adatta al testo della colonna sonora della sua vita, ultimamente.
«Izzy» chiamò il suo, per così dire, fidanzato, scuotendolo leggermente, poi si alzò per recuperare i suoi indumenti e oggetti sparsi per la stanza. Avevano passato la sera a festeggiare il loro primo mese di fidanzamento, anche se il programma non era stato molto diverso dal solito. Il moro sembrava non dare l’idea di svegliarsi così la ragazza si chinò al suo fianco e le diede un bacio sulla fronte «Honey, io devo andare, è tardissimo, ho le prove per un servizio di domani, il fotografo mi ammazzerà e a questo giro non credo che avrò Kensy a difendermi, quindi...»
Audrey ripensò all’amica che non rispondeva al telefono da qualche tempo e si grattò la testa.
«Ma perché... che ore sono?» mugugnò il moretto con una voce talmente cavernosa che sembrava fosse uscito direttamente dall’inferno.
«Sono le otto passate.»
«Ma è stra presto...»
«Le otto di sera.»
«Cazzo, le otto di sera passate?» gridò il chitarrista, quasi spettinando la ragazza. «Dio, Axl mi ucciderà stavolta...»
«Ma Axl non è quello coi capelli rossi che sta con la sorella di non ricordo quale bassista famoso e che ha l’abitudine di presentarsi con tre ore di ritardo?» Audrey si fermò al centro della stanza con la borsa in mano per guardarlo.
«Sì, lui.»
«E allora ha poco da incazzarsi...»
Izzy intanto era rotolato giù dal letto e stava prendendo i suoi fogli e tutte le sue cose. Si mise il cappello e gli occhialini.
«Faresti meglio a vestirti...» suggerì la fidanzata, mentre infilava rapidamente le scarpe senza curarsi dei collant «Non possiamo andare avanti così, prima dobbiamo farlo e poi dobbiamo farci, altrimenti non ne usciamo, da questa situazione...»
«Niente di più vero, honey.»


I’m on the nightrain,
ready to crash and burn...
I never learn.
I’m on the nightrain!

I love that stuff!
I’m on the nightrain!
I can never get enough!
I’m on the nightrain.
Never to return – no!


Audrey inchiodò di fronte allo studio di registrazione, dove gli altri quattro membri della band stavano aspettando con fare piuttosto scoglionato.
«Beh?» domandò Izzy dal finestrino.
«Che cazzo ne so» blaterò Axl «ci sarà uno sciopero di quelli che aprono lo studio proprio oggi» terminò la frase con una bestemmia.
«Io devo andare» gli mise fretta la ragazza.
«No, no, no, no!» strillò Duff, precipitandosi al finestrino. «Senti, hai un bel po’ di ricrescita non credi?» domandò alla quasi-bionda, che lo guardò con gli occhi del demonio.
Steven allora si fece strada, tirando una fiancata al bassista e parlò per lui:
«Quello che il mio collega vuole dire è se domani mattina ti andrebbe di andare a farti la tinta con lui visto che siete tutti e due ossigenati» tradusse. Izzy aprì la portiera violentemente, quasi smusando il bassista e spostando il batterista.
«Pezzo di merda di un bassista, lei è la MIA donna, hai capito? Porca, devo vergarti a sangue? Tagliartelo? Non lo so. Sembra sempre che tu non riesca a...» Il chitarrista, che normalmente era una persona fin troppo tranquilla, perdeva la testa quando aveva un grammo in circolazione in più.
Steven intervenne di nuovo.
«No, quello che il mio stolto e ossigenato amico voleva dire... ti sto salvando il culo per la terza volta in una settimana, ricordatelo» disse per inciso, lanciando un’occhiata all’amico «è se durante l’ossigenazione puoi dargli qualche consiglio perché la sua dama è piuttosto strana negli ultimi giorni e si chiedeva se tu non sapessi qualcosa...»
«Axl, cazzo, mi vieti di farmi prima delle sessioni di studio e invece Popcorn può? Perché? Non sono forse biondo abbastanza?» si lamentò Slash e il rosso gli lanciò uno sguardo disperato.
La conversazione stava prendendo una piega inaspettata e Audrey si ritrovò piuttosto confusa.
«Sentite, domani potrebbe non esistere un’Audrey con cui andare a ossigenarsi i capelli tutti insieme allegramente se faccio altri cinque minuti di ritardo a lavoro, capite? Quindi domattina verso le nove troviamoci tutti da Taylor’s e che siano le nove perché dopo ho un servizio» detto questo diede gas e fece una decina di metri in avanti, poi ancora a retromarcia inchiodò di fronte allo studio.
«Tu non stare neanche a venire» disse, indicando Slash «il biondo ti starebbe davvero malissimo. Ah, e... Izzy, chiamami dopo le 5» e detto questo sparì.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: Snafu