Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: TrollFace    04/01/2012    10 recensioni
Salve a tutti, siamo Kappinias e Ari_92 :D
In un momento di sclero totale abbiamo iniziato a scrivere questa long a quattro mani e ora, con questo account che dice tutto, abbiamo avuto il coraggio di pubblicare questa cosa...
E se Kurt e Blaine vivessero entrambi a New York ma non si fossero mai incontrati?
Uno scontro accidentale a Central Park potrebbe cambiare le loro vite, ma sanno davvero tutto l'uno dell'altro?
--------
"Gli dico il mio nome, e lo invito a prendere un caffè.
Prima che possa fermarlo mi dice come si chiama: Kurt.
Non voglio saperlo. Non voglio dare un nome ai ragazzi con cui vado a letto: in un certo senso sarebbe come se mi rimanessero addosso, e io non li voglio ricordare."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno ^^
Siamo Kappinias e Ari_92, qualche precisazione prima di iniziare il capitolo ;) 
Abbiamo intenzione di aggiornare una volta a settimana e faremo un capitolo a testa: 
Kappinias= Kurt
Ari_92= Blaine
Fateci sapere cosa ne pensate, buona lettura :)










Mi sveglio e mi assale quella strana sensazione.
 
Ormai succede tutte le mattine. È qualcosa che non posso controllare, viene prima dei miei primi pensieri, anche prima di realizzare dove sono.
È un istinto: il mio corpo sa che manca una parte di me, e dopo qualche istante tutta la consapevolezza della mia situazione mi crolla addosso come un macigno.
 
E pensare che ha avuto tutto inizio in modo assolutamente casuale. Del resto tutto avviene per caso, no? Le più piccole decisioni possono cambiare intere vite.
Cosa ne sarebbe stato di me se quel pomeriggio avessi deciso di tornare a casa, invece di girovagare per i prati di Central Park? O se, più semplicemente, non avessi girato quell’angolo, decidendo di tirare dritto per la strada più breve?
 
Posso ancora ricordare l’intera scena: a volte la ripercorro a rallentatore, un fotogramma alla volta.
Sto camminando, e intanto leggo una copia del New York Times fresca di edicola. Mentre svolto non mi accorgo dell’uomo che viene dalla parte opposta.
Poi c’è lo scontro.
Mi ritrovo per terra, gambe all’aria, una faccia amichevole mi guarda preoccupata e una mano si tende verso di me per aiutarmi ad alzare.
Ora lo vedo veramente per la prima volta: è giovane, potrà avere dai venti ai trent’anni. Non sono mai stato bravo a definire l’età delle persone.
Ha un’aria simpatica, i riccioli neri gli cadono sul viso e lui li lascia lì, non curandosene.
 
Ride della mia goffaggine mentre cerco di rialzarmi, ma non mi offendo, anzi vengo coinvolto anche io rendendomi conto di come deve essere buffa la scena.
 
Fotogramma successivo: siamo in piedi, ci fissiamo e il ragazzo bofonchia delle scuse.
Mi dice il suo nome: Blaine. Mi ricordo di aver pensato a quanto fosse insolito, quel nome.
Piacere Blaine, sei davvero sexy.
Anche questo ovviamente non lo dico, ma di certo lo penso.
Poi siamo in un caffè, e lui mi offre una bevanda calda per farsi perdonare. Veramente sono stato io a piombargli addosso, ma non glielo dico.
Non sono il tipo che si fa offrire il caffè dagli sconosciuti, ma questo giovane uomo che mi guarda con malizia ha qualcosa di speciale.
Si avvicina e mi sussurra qualcosa in un orecchio.
Molte immagini dopo siamo nel mio letto, avvinghiati l’uno all’altro, e io ripenso alla notte appena passata e al sesso fantastico che ho fatto con quel perfetto estraneo.
Me ne rendo conto fin da subito: non è stato solo sesso.
Abbiamo fatto l’amore, in un modo che non avevo mai sperimentato prima.
I nostri corpi combaciano alla perfezione come due pezzi di un unico puzzle. E’ bellissimo stare immobile stretto a lui.
Potrei restare così per sempre.
 
Quando riapro gli occhi non c’è più. Mi guardo intorno: ogni sua traccia è sparita, mi resta solo quel bellissimo nome.
 
Blaine.
 
È passata quasi una settimana da quella mattina, ma a me sembrano mesi.
Niente può colmare il vuoto che ha lasciato, solo lui potrebbe.
Anche oggi mi alzo dal letto di malavoglia, a consolarmi solo il pensiero che ripercorrerò quel tratto di parco, e andrò in quella caffetteria. Lo faccio tutti i giorni nella speranza di incontrarlo.
Devo rivederlo, ne ho bisogno per poter ricominciare a vivere.
Cosa mi hai fatto Blaine? Non ti conosco neanche, perché hai questo potere su di me? Chi sei in realtà e perché sei scappato? Vorrei porgli tutte queste domande, ma so che se mai lo rivedrò m’importerà solo di poter bagnare di nuovo le sue labbra carnose.
Ti voglio Blaine, voglio fare l’amore con te.
Cazzo, avevo una vita quasi normale prima di incontrarti e ora t’infili in ogni mio pensiero, monopolizzando la mia mente.
 
 
 
 
Sono all’università e teoricamente avrei il corso di arti drammatiche da seguire; però la mente è altrove: neanche a dirlo è da una settimana a questa parte che non riesco a concentrarmi.
Rachel mi da’ un colpetto sulla spalla.
“Kurt, non puoi continuare così per sempre! Cerca di stare attento, gli esami sono vicini..” Mi sussurra mentre Mr. Tanner continua a parlare di come sia fondamentale la mimica facciale.
E’ preoccupata per me, e anche io lo sono. Dovrei forse buttare all’aria la mia carriera universitaria per un uomo che neanche conosco?
Eppure non ci riesco, è più forte di me.
 
Sono uscito finalmente: per oggi niente più corsi da seguire. Mi dirigo senza ulteriori indugi verso la caffetteria, in cui ormai mi conoscono.
 
“Mi dispiace, non è venuto neanche oggi.”
Lei è Cindy, e mi rivolge un dolce sorriso da dietro il bancone. E’ un ragazza davvero simpatica. L’ho conosciuta quando per la prima volta le ho chiesto se avesse visto un ragazzo con riccioli neri e folte sopracciglia, piuttosto basso ma anche molto bello. Le ho raccontato di come lo avessi incontrato il giorno prima e fossi in cerca di lui, e ha subito capito il mio piccolo dramma.
Piccolo poi per il resto del mondo, di certo non per me.
 
“Fa niente, ormai non me lo aspetto neanche più.” Le rivolgo anche io un sorriso, ma molto incerto. Mi siedo su uno degli alti sgabelli che mi piacciono tanto e attendo. Una voce conosciuta proviene alle mie spalle, ma purtroppo non è quella che vorrei.
“Ciao Kurt! Guarda che coincidenza! Che ci fai qui?”.
Già, proprio una coincidenza. O forse ha torturato Rachel per sapere dove mi trovavo?
“Ehi Holly..” le rispondo con voce stanca. Non la sopporto, mi sta appiccicata come una cozza e non mi molla un secondo. Non l’ha ancora capito che sono gay? Avrebbe dovuto sospettare qualcosa quando giravo per la facoltà abbracciato a Matt, o quando lo baciavo furtivo durante le lezioni.
Eppure non sembra demordere.
Forse crede di poter avere delle possibilità ora che non sono più fidanzato. Peccato che sia una donna, e neanche troppo simpatica.
Mi riversa un fiume di parole addosso, raccontandomi la sua vita nei minimi particolari. Ovviamente non la sfiora neanche il sospetto che non me ne possa fregare di meno di tutto ciò che mi sta dicendo.
E adesso come cavolo me ne libero?
Per fortuna vedo Finn che si avvicina verso di noi con la chiara intenzione di salvarmi.
Il mio cavaliere senza macchia.. in questo momento lo sto amando.
“ Kurt! Rachel mi ha detto che potevo trovarti qui, torni a casa con me? ..Oh, ciao Holly!”.
 
Io, Rachel e Finn condividiamo un piccolo appartamento a Manhattan, poco lontano dall’università che tutti e tre frequentiamo.
Beh, diciamo che Finn più che altro l’hanno preso grazie alle sue doti sportive, e non si può dire che frequenti molti corsi. In compenso il suo allenatore è molto fiero di lui: dice che ha talento e che potrebbe fare carriera.
Vivere con quei due non è davvero niente male. Sono molto discreti e anch’io cerco di esserlo, lasciando qualche volta la casa libera. Ma tanto so che non serve a niente: Rachel ha intenzione di mantenersi pura fino ai trent’anni. Povero Finn.
Comunque siamo buoni amici: la cena è il momento in cui stiamo insieme e ci divertiamo davvero tanto.
Ci piace anche andare in giro per locali, ma gli impegni universitari ci tengono davvero troppo impegnati e la maggior parte delle volte stiamo in casa a studiare.
Ormai sono quasi due anni che viviamo a New York, e si potrebbe dire che ci orientiamo abbastanza bene nella metropoli. Io e Rachel abbiamo speso quasi tutti i nostri soldi in biglietti di musicals, e ogni tanto ci piace ancora andare a fare colazione davanti alle vetrine di Tiffany, come avevamo fatto quella prima volta.
“Grazie Finn, ti adoro!” Esclamo una volta lontano da Holly.
“Mmh, adesso mi devi un favore!”
“ Lo puoi ben dire, non la sopporto quella ragazza..”
Sbuffo sonoramente. Non sto scherzando: Holly è proprio quel genere di persone con cui vorrei evitare ogni tipo di rapporto.
E’ un’oca all’ultimo stadio, vuole sempre sapere i fatti di tutti per poi andarli a raccontare al primo che incontra per strada.
A volte può essere utile per conoscere gli ultimi pettegolezzi in facoltà, ma pensare che potrei essere anch’io la vittima delle sue chiacchiere m’inquieta non poco. Ogni volta che sono in sua compagnia ( nelle poche occasioni in cui Rachel mi convince a non scappare quando la vediamo per i corridoi ) sto molto attento a ciò che dico.
Se sapesse della mia avventura di una notte… mi vengono i brividi solo a pensarci: lo racconterebbe a tutta l’università. Per fortuna sembra all’oscuro di tutto, Rachel almeno questa volta ha avuto la decenza di tacere.
 
 
Arriviamo a casa e troviamo Rachel al tavolo del salotto, immersa nello studio.
La saluto sperando di non disturbarla e mi butto sul divano.
Anch’io teoricamente dovrei studiare, e invece tutto ciò che sono capace di fare è osservare la mia amica, odiandomi per non avere neanche la forza di aprire un libro.
Non che non ci abbia provato: ieri mi ci sono messo con tutta la mia buona volontà ma non c’è stato niente da fare.  
I miei pensieri, tutte le mie energie sono per te, Blaine.
Dannazione, mi hai rovinato l’esistenza.
Vorrei non averti mai incontrato, perché davvero, non riesco a stare senza di te. Mi manca l’odore della tua pelle, la tua sonora risata, il calore del tuo corpo stretto al mio…
Credevo di essere felice, poi sei arrivato tu e mi hai mostrato la gioia per la prima volta, e nella sua forma più pura.
Ti odio, eppure sei tutto ciò di cui ho bisogno per ricominciare a vivere.
 
 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: TrollFace