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Autore: Stay Strong    06/01/2012    0 recensioni
Jeanette, una ragazza che dopo tre anni di vita favolosa a New York, tra celebrità e negozi alla moda, ritorna nel paese in cui è nata, in Texas. Qui fa nuove conoscenze, ma soprattutto dovrà fare i conti con una vecchia storia lasciata in sospeso..
(ff di una mia amica)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivammo a casa e la mamma si mise subito a letto, mentre io andai in camera con Charlotte.

-Cosa ti ha sconvolta così tanto?- mi chiese mentre sistemava i vestiti nell'armadio.

-Cosa?- le chiesi io distratta.

-Sai che non sai mentire? Quando menti, immancabilmente ti si arriccia il naso- rise.

-No, è solo che ho visto un fantasma del passato- sospirai-  forse non sono pronta per uscire di casa- dissi, buttandomi sul letto.

-Ma oggi sei uscita! Sei sopravissuta, no?- prese alcuni vestiti da lavare.

-Appunto! Sono uscita solo oggi e ho già incontrato persone che non dovevo incontrare!- nascosi la faccia sotto il cuscino.

-Fammi indovinare! Hm, Zayn?- si voltò a guardarmi.

La guardai e annuii -Sai, non pensavo mi facesse questo effetto, nel senso vederlo. Pensavo che non l'avrei mai incontrato-

-Pensavi o speravi?- m'interruppe.

-Più la seconda e comunque credevo fosse una storia chiusa da un bel pezzo ormai!- mi misi le mani nei capelli.

-Hm, sai che viene nella stessa scuola dove andrai tu?-

-Bene,  le cose non fanno altro che peggiorare qui!- Disperata uscii sul terrazzo, mi serviva una boccata d'aria per riprendermi. Ormai l'autunno era alle porte e non vedevo l'ora che arrivasse il natale, il che significa che sarei andata a New York per trascorrere le vacanze natalizie. In quel momento bussarono alla porta.

-Si?- ritornai dentro.

-Allora, ti sei ripresa amore del papà?- mi abbracciò.

-Con permesso, signore- Charlotte uscì dalla stanza.

- A dopo, signorina- mi sorrise e io ricambiai.

- Si, papino, mi conosci! Basta che compro qualcosa e mi sento subito meglio-

-Sono felice per te piccola, ma un po' meno per il mio portafoglio- rise.

-Beh, il tuo compito come genitore, insomma oltre ad educarmi e robe varie,è quello di viziarmi, no?-

-Ragioni proprio come tua madre- sbuffò e mi diede un bacio sulla fronte -ci vediamo dopo- uscì dalla stanza e si diresse nella loro camera dove la mamma si stava riposando.
Mi sedetti sul tappeto davanti alla finestra aperta e mi misi le cuffie. Partì la canzone di Miley Cyrus, Wherever I go.


Mio padre aprì la porta della loro camera e vi trovò la mamma sul letto a sonnecchiare; si sedette accanto a lei e le accarezzò la guancia, giocherellando con alcune ciocche dei suoi capelli.
-Ti stai divertendo amore?- ridacchiò lei.
-Ti ammiravo, sei splendida come sempre- le diede un bacio -Allora ti sei stancata oggi al centro commerciale?- le chiese.
-Si un po', ormai mi sento molto pesante e lui continua a darmi i calci-accarezzò la pancia.
-Non vedo l'ora che arrivi quel giorno- appoggiò l'orecchio sulla pancia per sentire il bambino muoversi e sorrise.
-Anche io- disse lei mentre giocava con i riccioli del papà, che ormai si era messo comodo per farsi coccolare -secondo me assomiglierà tanto a te-
-Spero che abbia i miei stessi gusti in fatto di donne- rise -Io ho trovato la moglie perfetta- L'abbracciò e si addormentarono insieme.



Verso le sette di sera uscii di casa e mi feci portare dall'autista al maneggio. Era proprio come l'avevo lasciato. Faceva abbastanza freddo e ormai il sole era sparito oltre l'orizzonte. Entrai nel box di Midnight;  quando mi vide cominciò a nitrire e a sbattere gli zoccoli anteriori sul pavimento semi coperto di paglia. Presi un pezzo di carota e lui mi venne incontro e lo mangiò. Presi la spazzola e gli lisciai la lunga criniera nero pece.

-Mi sei mancato Mid, che ne dici di fare una corsa fino a casa?- mi diede una leggera spinta con il muso sul braccio, come se volesse indicarmi la sella. Sorrisi e presi la sella, gliela appoggiai sul dorso, mi misi l'elmetto e chiusi bene la giacca. Mandai un messaggio al papà  “Pa, vengo a casa fra un'oretta. Gaston va a casa prima”
Uscii dal box con Midnight e vidi Gaston, l'autista seduto sotto un albero a parlare con Edeline, figlia del custode del maneggio.

-Ciao Ed!- urlai salutandola con la mano. Gaston si alzò di scatto e Ed si mise a ridere. Lui mi venne incontro.

-Signorina vuole andare a casa?- mi chiese.

-Si, ma vado con Mid, tu puoi restare qui ancora per un po'. Arriverò a casa per le otto e un quarto- gli sorrisi.

Sapevo che quei due aveva una storia d’amore, perciò feci in modo che passassero un po' di tempo insieme.
-Mi raccomando, ritorna a casa prima che arrivi io. - Mi aiutò a salire in groppa a Mid e annuì.

-Stia attenta, mi raccomando- mi disse mentre mi avviavo verso l'uscita per le praterie
Mid era esaltato, correva come un fulmine e continuava a nitrire. Il vento autunnale mi accarezzava le guance, divenute fredde, e mi scompigliava i capelli; ero felice e mi sentivo libera. -"Quanto mi sono mancati questi momenti"- pensai.
Passai davanti alla villa di Zayn. Le luci del piano terra erano accese e una stanza del secondo piano era illuminata. La sua stanza. Mi fermai a guardare quella finestra per un paio di minuti poi vidi la luce spegnersi. Mi incantai a guardare quella casa mentre Mid strappava le erbacce. Qualcuno uscì dalla porta e lo vidi. Ero dietro ad un albero, quindi speravo che non mi vedesse. Lui andò nel box del suo cavallo e quando uscì lo vidi in groppa a Flame, un cavallo bianco panna con una voglia quasi nera, a forma di fiamma, sulla fronte. Mid fece un rumore e Zayn si voltò verso l'albero dove c'ero io, ma non capì chi ci fosse nascosto. Flame cominciò a nitrire e Mid fece la stessa cosa. Non riuscivo a capire che gli fosse preso, quindi gli diedi un colpo sul fianco per farlo partire. Cominciò a correre e mi avviai verso casa veloce come un fulmine.
Zayn intanto voleva sapere chi si era nascosto a spiarlo. Con un'abile mossa saltò il recinto di un metro e mezzo che separava il suo giardino dal campo dietro casa. Mi seguì ma non me ne accorsi, quindi continuai tranquillamente verso casa e quando arrivai scesi dal cavallo. Uno dei stallieri di papà porto Mid nella stalla.
-Buona sera signorina, i vostri genitori vi aspettano a tavola- disse Alfred aprendo la porta.
Guardai l'orologio. Erano le otto e dieci -"Appena in tempo"- pensai – Si, arrivo Alfred, mi tolgo gli stivali ed entro- dissi cominciando a togliermene uno, mentre Charlotte mi portava le mie pantofole. Mi sistemai ed entrai in casa.
Zayn aveva assistito alla scena e sorrise. -"Sei tornata, eri tu."- pensò scompigliandosi i capelli neri e ribelli. Girò il cavallo e tornò a cavalcare per i campi continuando a pensare a quell’incontro inaspettato.
Mi lavai le mani e mi sedetti a tavola.

-Scusatemi per il ritardo, sono venuta a casa con Mid - dissi sistemandomi il tovagliolo sulle gambe.

-Con questo freddo?- chiese mia mamma preoccupata.

-Mi sono coperta bene, tranquilla.- le sorrisi.

-Allora, è in forma Midnight?- chiese il papà curioso.

-Si, correva come un fulmine oggi- presi una fetta di pane e lo mangiai.

-Pensavo di fargli fare una corsa all'ipodromo- disse lui.

-No!- risposi secca- sai come la penso, non voglia che partecipi alle corse dei cavalli!- mi alzai dal tavolo- Scusatemi, ma penso che mangerò in camera.- dissi dirigendomi verso la cucina.

-Vedi? Sei proprio un testardo- disse la mamma al papà fulminandolo con lo sguardo.

-Ma, volevo solo..- cercò di dire lui.

-Smettila di fare il bambino, mettiti in testa che lei non vuole che fai partecipare Mid alle corse solo per il gusto di vincere i soldi. Lo sai che è contraria a queste cose-

-Ok, ho capito. Le vado a parlare dopo.- sospirò.

-Giosuè, potresti farmi dei tacos e dei nachos? Penso che mangerò in camera stasera.- gli dissi sedendomi sulla sedia.

-Quando ti ingozzi con del cibo messicano vuol dire che sei arrabbiata.- rise lui.

-Già. Me li potresti far mandare da Charlotte?  Grazie.- dissi salendo le scale. Lui sorrise.

Entrai in camera e accesi il computer. Mi sedetti sul tappeto con la schiena appoggiata al letto, misi il pc sulle mie gambe ed entrai su facebook. Ottantanove notifiche.
In quel momento qualcuno busso alla porta.

-Entra- urlai.

-Buonasera signorina, che le prende stasera?- Charlotte con il mio vassoio pieno di cibo messicano.

-Papà, cavallo, corsa, Zayn - dissi per sintetizzare.

-Capisco, la ascolto- si sedette accanto a me e mangiammo il cibo insieme. Le raccontai tutto e lei mi ascoltò interessata, mentre ogni tanto mi interrompeva per darmi dei consigli o per esprimere la sua opinione. Passammo un'ora a chiacchierare e a ridere, prendendo in giro gli stallieri che volevano uscire con lei. Charlotte mi faceva sfogare e si comportava come una sorella maggiore. Proprio quello di cui avevo bisogno. Avevo bisogno di lei.

-Giosuè ha le mani d'oro!- dissi dopo avere finito l'ultima porzione di nachos al formaggio.

-Adesso vada a lavarsi e vada a dormire presto, domani c'è scuola.- disse.
Uscì dalla porta, portandosi dietro il vassoio quasi vuoto.
Mi sdraiai sul letto con la pancia piena e persi il cellulare “Mon Amour, sei impegnato?” inviai un messaggio a Darren. Dopo 5 secondi mi arrivò la risposta  “Mi sto preparando per uscire con Chris e con Lea, andiamo a Central Park dove hanno allestito una sfilata, victoria secret. :)Non vedo l'ora di abbracciarti.”  “Call me” gli risposi.
Dopo 5 minuti mi suonò il cellulare.

-Magandang gabi (buona sera in filippino)- rise.

-Magandang gabi anche a te- risposi - mi manchi- sospirai.

-Anche tu mia adorata, te l'ho già detto che vengo a trovarti sabato?-

-Cosa? Allora non avevo sentito male! Verrai qui? Oddio, ma è fra tre giorni!- saltai esaltata sul letto.

- Sono riuscito a liberarmi di qualche festa mondana.- si fermò di colpo.

-Ehi Dar, ci sei ancora?- mi sedetti sui cuscini.

-Si, è solo che mi mancava la tua voce, non vedo l'ora che passino questi tre giorni. Chris non lo sa che vengo lì, perchè sennò sarebbe venuto anche lui.- ridacchiò.

-E perchè?- chiesi.

-Vorrei passare un po' di tempo solo con te, da soli- Quelle parole mi invasero l'anima, mi sentì bruciare dentro, sentì lo stomaco capovolgersi.

-Darr, Darren.. io.. io..- non riuscì a finire la frase.

-Dai allora ti chiamo dopo per sapere com'è andata la scuola, adesso ti lascio che Chris ha appena suonato il campanello. Ti mando un messaggio della buona notte dopo, un bacio, ti voglio bene- riattaccò.
-"Ok, questa era uno tsunami!"- pensai sbattendo la testa sul materasso.
Meglio andare a dormire, era stata una giornata davvero piena di emozioni. Mi alzai, presi il pigiama dall'armadio e andai in bagno. Appena mi misi a letto caddi in un sonno profondo, dormii come un sasso e non sognai niente. 

  
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