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Autore: __MariMalfoy    09/01/2012    16 recensioni
July vive in una dimensione fuori dalla realtà: non è nessuno in quella insignificante scuola superiore e passa il tempo nell'aula di matematica e in biblioteca, a consumare barrette al triplo cioccolato bianco. Non essendo nessuno, vede e ascolta, proprio come una comparsa. Sa segreti che gli altri non immaginano neanche.
Liam è il contrario di July. Con una vita sentimentale intricata e quattro amici squinternati, è il protagonista costante dell'attenzione degli studenti e specialmente delle studentesse.
E se i loro destini si intrecciassero? Non resta che leggere! ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo due like an extra
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Capitolo due.

{I’m tired of trying
Your teasing aint enough
Fed up of biding your time
When I don’t get nothing back.

Tired - Adele
}

 

Appena era suonata la campanella, appena il professore aveva dato i compiti, Niall si era messo lo zaino in spalla – già preparato tre quarti d’ora prima - , mi aveva salutato con la mano e con un sorriso ringraziando la mia buona pazienza per ciò che avrei fatto dopo, e si era dileguato, come un fulmine. Giallo quanto i suoi capelli biondi.
Evidentemente non vedeva l’ora di incontrare Rikki o gli altri ragazzi che solitamente aspettavano tutti di fronte all’armadietto di Liam, per poi uscire e trovare Louis che era venuto a prenderli tutti e quattro con la macchina. Era questo il suo compito: visto che aveva smesso di andare a scuola e non faceva niente dalla mattina alla sera, doveva pagare la benzina per portarli tutti a casa, ma la cosa non sembrava dispiacergli. Si ficcavano insieme, tutti pigiati e quasi senza ossigeno, in quella minuscola auto che aveva e poi partivano, con i finestrini aperti e cantando canzoni ridicole.
L’invidia mi colpì di nuovo, ma facilmente la repressi, perché ormai nella mia totale condizione di comparsa era più semplice dominare quel sentimento di vera e propria gelosia che quasi culminava nell’odio. Non avrei mai detto che odiavo Zayn, Liam, Louis, Harry e Niall, oppure Rikki. La mia era solamente invidia, come quella che provavo nei confronti di Genevieve e Chloe.
Dopo aver riposto i libri nel mio scassato armadietto – talvolta avevo veramente paura che non si aprisse –, aver osservato i ragazzi che se ne andavano tutti contenti, aver visto la scia di morti che causava Chloe e che resuscitavano puntualmente all’arrivo di Genevieve, trascinai i piedi verso la biblioteca.
Per essere una biblioteca appartenente alla scuola era abbastanza completa: includeva libri riguardanti il Medioevo, quelli attuali, a volte c’erano perfino dialoghi della Roma Antica, ovviamente tutti riprodotti. Per colpa di una stupida punizione dovevo stare lì, tutti i pomeriggi, per i futuri due mesi che ancora mi attendevano.
Dopo un iniziale odio per quel posto polveroso, colmo di solitudine, trasandato, cominciai ad apprezzarlo maggiormente a partire dai segreti che nascondevano i vari scaffali, dalla tranquillità che regnava e dalla libertà che avevo di muovermi, correre, gridare, senza che nessuno venisse a rompere le palle. Questo, ovviamente, accadeva prima che Chloe invadesse il territorio e si piazzasse con il suo perfetto nasino e con il libro in mano in fondo alla stanza, a sedere su una delle poltroncine vicine alla finestra.
Non che la sua presenza disturbasse la mia quiete, a volte apprezzavo che ci fosse un’altra persona in quella stanza. Per ammazzare il tempo, comunque, o lo trascorrevo a fare i compiti, o ad ascoltare la musica a volume bassissimo, o a catalogare libri, o a mandare avvisi a quelli che non li restituivano in tempo, o a leggere oppure solamente a sistemare dei volumi di dimensioni enormi, quasi più grandi di me.
Poggiai lo zaino su una sedia vicino al computer e alla postazione, sedetti sull’altra vicina e sospirai, guardando la completa desolazione che mi circondava.
Quel pomeriggio Chloe non c’era, c’era troppo silenzio e non si sentiva il ticchettare ritmico delle sue scarpe sul pavimento. Sembrava che non ci fosse traccia neanche di Rikki e delle sue poesie: per quanto potesse essere tremendamente casinista, aveva un animo sensibilissimo.
Mi passai una mano tra i capelli, prima di scorgere la mia copia di Romeo e Giulietta che sporgeva da una tasca dello zaino. Pareva che quel libro volesse torturarmi o comunque seguirmi finché non sarei caduta in un oblio chiamato pazzia ed avrei cominciato ad avere allucinazioni perenni, fino a vedere il terrazzo di Verona al posto di uno scaffale ricolmo di libri.
Allungai una mano giusto per prenderlo, ma quando lo sfogliai mi parve che le pagine scottassero. Quella rappresentazione teatrale era la più importante, la più meravigliosa che avessero potuto fare a scuola. Eppure la comparsa ero sempre io; questa volta dovevo fingere di essere spaventata dal duello tra Tebaldo e Romeo, finché il primo veniva ucciso e dovevo scappare via.
Molte delle volte mi chiedevo perché non abbandonassi quella finzione, che rispecchiava la mia vita come non mai. Forse perché una profonda passione mi legava al palco indissolubilmente e non potevo tagliare quelle catene che trattenevano lì il mio corpo.
A volte avrei voluto scappare, e non fare mai più ritorno.
“Ciao, July!” trillò una voce.
Riemersi dai miei pensieri per vedere la folta capigliatura castana di Rikki che attraversava la stanza, saltellando aggraziata.
“Ciao, Rikki” salutai, monocorde.
Lei sorrise. “Oggi sei da sola? E Chloe?”
Gli occhi verdi di Rikki si illuminarono, mentre rispondevo che tutti mi avevano abbandonata in quel posto deprimente. Lei increspò le labbra, poi, dopo essersi guardata intorno con vago interesse, trillò:
“Giuro che se Niall ha nascosto anche questa volta il mio libro di poesie, lo castro appena lo vedo”
Dopo un po’ l’interesse per me era andato a benedirsi ed era riapparso quello dei libri: Rikki poteva mostrarsi carina quando voleva, ma per il resto era una grande ipocrita anche lei.
“Niall ha detto che oggi Zayn voleva andare a vedere la partita di non so cosa, e che vi sareste visti più tardi - dissi in un sussurro, scorgendola mentre saltellava di qua e di là per la biblioteca per cercare il suo libro. Annuì distrattamente con la testa e volsi l’attenzione verso quel volumetto – Las Piedras de Chile - che era accanto a me. - Rikki, il libro è qui”
“Oh, Dio, grazie - esalò affannata, afferrandolo dalle mie dita. - Pensavo che Niall me l’avesse nascosto o qualcun altro l’avesse preso: grazie, sia per il libro che per l’informazione”
Sorrise gentile. Quello che affiorò dopo sulle mie labbra non poteva essere chiamato un sorriso sincero: era di cortesia, nient’altro. Dopo attimi di silenzio nei quali avevo finto di giocherellare con la tastiera del computer scassato che avevo davanti, Rikki si strinse nella spalle e fece scivolare la carta magnetica della biblioteca di fronte ai miei occhi.
“Ti spiace se lo prenoto? Oggi non ho tempo per stare qui in biblioteca: lo leggerò a casa… - tentò fiduciosa, sempre il sorriso sulle labbra. - Almeno così non mi prenderà un infarto ogni volta che non lo trovo!”
Accennai un risolino. “Tieni, e sta attenta a Niall” le porsi la carta e lei l’afferrò, per poi correre via salutando.
Sospirai, prima di abbandonarmi sfiancata sulla sedia. Quel pomeriggio sarei stata completamente sola, senza Rikki che mi urlava versi in faccia per trasmettermi la sua passione e senza Chloe che bisbigliava le parole che leggeva.
Pareva che l’unico in quella stanza che potesse solo consolarmi fosse Romeo e Giulietta. Il mio cervello si rifiutava soltanto di prenderlo, di aprirlo alla pagina a cui ero rimasta e di continuare la narrazione, fino a che non l’avrei finito. Forse sarebbe stato meglio se avessi trovato qualcosa da fare, invece che stare a fissare apatica lo schermo illuminato del computer.
L’afferrai, reprimendo il disgusto che provavo quando lo toccavo, e lo aprii alla pagina a cui mi ero fermata tanto tempo prima, prima che ci dicessero che lo spettacolo da inscenare sarebbe stato quello.
 
Oh! se lo sapesse che è l'amor mio! Ella parla, e pure non proferisce accento: come avviene questo? E' l'occhio suo che parla; ed io risponderò a lui. Ma è troppo ardire il mio, essa non parla con me…
 
Prima che potessi finire il passo, lo lanciai con rabbia contro il muro, dove si schiantò e ricadde con un tonfo, più malconcio di prima. Avevo i pugni contratti dall’ira: era un’ingiustizia scegliere sempre chi era raccomandato.
“Scusa?”
Alzai la testa, giusto per incontrare un paio di occhi castani che mi scrutavano, un’ombra di preoccupazione che li invadeva. Era Liam, e il motivo per cui era lì mi era ignoto.
“Oh, ciao. Dimmi”
Lanciai una fugace occhiata alla mia copia di Romeo e Giulietta poco più in là: evidentemente Liam aveva assistito alla scena ed era rimasto spaventato. Forse pensava che fossi totalmente pazza e irragionevole, ma non lo dava a vedere: era un’ipocrita, come tutti gli altri.
“Mi serviva il libro di scienze, il mio l’ho perso - spiegò, scuotendo i capelli ricci. Arricciai le labbra. - Ecco, magari se c’è una copia…”
Ormai mi ero già alzata, senza finire di ascoltare il suo discorso. In quella biblioteca non c’era nessuno che chiedesse libri scolastici – e nemmeno quelli normali –, la sezione era sempre deserta e volumi e volumi di testi di varie materie si accumulavano sugli scaffali, come la polvere sopra di loro. Liam mi seguì un po’ titubante, mentre osservavo infastidita l’ultimo ripiano: la esse di scienze era lassù in cima, troppo in alto per me e troppo in alto anche per Liam.
“Vado a prendere la scala” sospirai, prima di mollarlo lì da solo.
Liam non aveva la minima idea che conoscessi il suo nome, quello dei suoi amici, le ragazze cui andava dietro. La maggior parte delle informazioni me le passava Niall in modo inconsapevole, magari quando era incazzato con uno di loro e si sfogava: da un momento all’altro mi aspettavo che venissi a sapere del colore delle mutande di Zayn o di quelle di Harry, tanto per completare il tutto.
Tornai un attimo dopo con uno scaleo più grande di me, che probabilmente mi copriva totalmente da capo a piedi, in tutta la mia dolcissima nanezza.
“Aspetta, ti aiuto” sentii il peso che si alleggeriva e un attimo dopo poggiammo la scala alla libreria, in bilico.
Ero terrorizzata da quella scala perché era vecchia e ancora peggio perché era in equilibrio instabile e c’era una possibilità su due che potessi cadere e rompermi tre vertebre, per poi stare a casa un anno e mezzo, senza muovermi.
“Potresti tenere la scala ferma? - chiesi di getto a Liam, che mi guardò stupito. - Sono terrorizzata dall’idea di cadere”
Lui annuì immediatamente, senza esitazioni. Cominciai a salire e, dopo essere arrivata in cima sana e salva, presi il libro e scesi giù a velocità supersonica: le vertigini si creavano soltanto a guardare di sotto da una scala, figuriamoci da un aereo.
“Ecco qui” bisbigliai, prima di avvicinarmi al bancone per registrare il prestito.
A volte mi sentivo stupida, ma dopotutto dovevo scontare la mia punizione e non potevo procurarmene altre. Liam mi seguì, come sempre, titubante.
“Liam James Payne - mormorai, appena lessi il suo nome sul computer e la stampante ticchettava rumorosamente durante il processo di stampa della ricevuta. - Quando ti deciderai a scegliere tra Chloe e Genevieve?”
Liam sgranò gli occhi e boccheggiò alla mia domanda. “Si può sapere come lo sai?”
“Un paio di ragazzi fanno scommesse clandestine su di voi e per ora Chloe è la favorita - spiegai, con un sorrisetto. - La quota su di lei è di due sterline, su Genevieve di uno e cinquanta. Se ci pensi sono quasi pari e potrebbero vincere entrambe… anche se lo trovo strano”
“E tu avresti scommesso?”
Scossi la testa, mentre gli porgevo libro, ricevuta e carta. “No, Liam, non ho scommesso, anche se penso che la tua scelta ricadrà su Genevieve”
Liam boccheggiò di nuovo, ma prese il volume di scienze e lo mise nella tracolla, senza esitare. Sembrava allo stesso tempo stranito e incredulo sulla mia strana capacità di conoscere e dall’altra parte era convinto sicuramente di avere una stalker davanti.
“Per quale motivo dici così?” chiese Liam, poggiandosi curioso al bancone.
Inarcai un sopracciglio. “Nei film succede sempre così, Liam. La sfigata vince sempre”
“Ma questa è la vita, non un film - ribatté lui quasi inviperito. Non poteva nascondere il fastidio che sapessi la sua vita privata, ma dopotutto non conoscevo i dettagli, solo i nomi delle persone coinvolte. - Come fai a sapere, ragazza dal nome sconosciuto?”
“Nei film ci sono sempre dei protagonisti. In questo caso tu hai rubato la scena insieme a Chloe e a Genevieve. Io sono una comparsa, e una comparsa guarda, ascolta e commenta - spiegai monocorde, i capelli di fronte al viso mentre ripiegavo un foglietto. - Non ti stupire di questa cosa”
Liam sembrava turbato e non accennò assolutamente a parlare: pareva contemporaneamente sorpreso e infastidito, quasi fossi una maga che conosceva il futuro e lui lo sfortunato che doveva sentire una sentenza negativa.
“La vita è come un film - continuai, con un sospiro. - Le comparse non hanno un ruolo, né lo avranno mai, per questo hanno la capacità di ascoltare e commentare. Nella tua vita, Liam, hai due attrici che si contendono la scena: Chloe e Genevieve, e sta a te, come direttore e regista, scegliere la migliore e andare avanti con la registrazione della tua vita”
Per l’ennesima volta Liam parve turbato dalle mie parole. In quel momento mi sentivo tanto una filosofa ed ero certa che queste frasi me le sarei dovute scrivere, in caso le riutilizzassi in un mio futuro libro o proprio in uno spettacolo teatrale.
“Tu sei strana forte - disse Liam infine, spezzando il silenzio. Un sorriso mi increspò le labbra. - Anche le comparse possono però diventare protagoniste della vita di qualcuno”
“Ma io sono un personaggio fisso e immobile: non cambio - ribattei solenne. Liam prese la via della porta, con un sorriso sincero sulle labbra. - Buona fortuna per il tuo film, Liam”
Dapprima lui mi salutò con la mano, poi l’abbassò e mi scrutò nuovamente con curiosità e sospetto misto insieme.
“Anche a te, ragazza sconosciuta. Vedi di diventare la protagonista della tua vita, invece che stare a riflettere su quella degli altri”

Carrots Corner
Yo, people!
eccomi qui con questo alquanto strano capitolo: onestamente quando l'ho scritto non sapevo che cazzo mi passasse per la testa, ero abbastanza depressa. E si vede, e si legge, e fa anche schifo ma non avevo voglia di cancellarlo e riscriverlo quindi ve lo cuccate tutto quanto nella sua schifezza. Più o meno sono i miei pensieri, quello che mi sta succedendo: per me, gli opportunisti potrebbero andare tutti a farsi fottere. #withlove
Ma poi è possibile che stiate tutti dalla parte di Genevieve? AHAHAHHA odiate Chloe, povera Chloe.
Alcune precisazioni: nelle scuole inglesi non ci sono biblioteche annesse, diciamo che è stata una mia licenza letteraria. (come se fossimo ad Hogwarts, insomma AHAH). Las Piedras de Chile è un libro di poesie di Pablo Neruda - e sapete che Rikki ne è appassionata -, per quanto riguarda il rapporto morboso (?) che July ha con il teatro è lo stesso che ho io con il tennis. Purtroppo ho tagliato i ponti perché non ce la facevo più e dopo che mi sono infortunata, non ho giocato più bene e ci stavo veramente male. E' un atteggiamento che ho preso nei confronti della mia passione, un atteggiamento che culmina molte volte nella frustrazione e nella voglia di distruggere casa. Basta, non vi annoio con 'sti discorsi da psicologa improvvisata (?) Il termine nanezza l'ho inventato io, per parlare della bassa statura di July rispetto a Liam :)
Ah, volevo far notare una cosa: io, quando vedo dei bei plagi che vagano per la sezione, non mi fermo a guardare. Sappiate che prima lascio una recensione per informare, poi segnalo senza pietà. E se solo oso trovare un plagio a giro - che sia mio o di qualcun'altro - giuro che bercio così tanto che mi rinchiudono in un manicomio: non li sopporto, non li posso vedere. E giurate che se vedo questa ff o altre mie o altre degli autori che leggo, mi incazzo seriamente; il 2012 accadrà prima del previsto. C'est la vie.
Per questo valido motivo - ho già scovato qualche plagetto a giro - pubblicizzerò delle ff di qualità (sembra di essere al supermercato (?)) AHAHHA.
Passate da:
- pleasestay
Hi, I'm PrinceCharming93 and you are? - dove rompo i coglioni nella parte di Brittany. Sì, sono io (?) AHHAHHA ora odiatemi.
Undercover - when danger becomes your life.
Unfortunately, you have to share it.
- Demsmuffin
Il mio migliore amico è Harry Styles
What's wrong with us?
- Lady Jonas
It isn't Over
- ladyme
TUTTE LE SUE STORIE. TUTTE SONO MERAVIGLIOSE. #yo.
- jas_
you belong with me - sono presente anche qui con Luna. Sì, SONO OVUNQUE. AHAHAHHAHA
- Egg__s
The Tenant
Per oggi basta. Proseguirò quando posterò con la mia lista lungosa di ff di qualità (?) Ora mettetevi l'animo in pace, yo. AHAHAH e grazie a seguite, preferite e ricordate! ;) Non vi vergognate a lasciare una vostra opinione! :)

A presto spero, a meno che la scuola non mi inghiotta.

Mari xxx
  
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