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Autore: Sabriel    11/01/2012    2 recensioni
Sirius propone una sfida a Remus per rompere la noia. Chi perde sconterà una penitenza dettata dall'altro. Aggiungete due ragazzi innamorati e James che arbitrerà... ecco un nuovo delirio, vero che mi lasciate un commentino? ;)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lo scherzo.


Arrivammo nei sotterranei ed entrammo nella loro sala comune senza problemi.
Sirius aveva scoperto la parola d’ordine da suo fratello, senza che se ne accorgesse.
Mi guardai intorno, spaesato, e Felpato uscì allo scoperto, imboccando le scale del dormitorio maschile, sicuro.
Remus, al mio fianco, era silenzioso come una tomba. Mi voltai, guardandolo. I suoi occhi color miele scuro mi fissarono, imperscrutabili.
“Non essere così arrabbiato, ammettilo che infondo l’idea di fare un dispetto ai Serpeverde ti diverte” sussurrai, tentatore.
Il suo viso rimase duro, ma i suoi occhi si addolcirono appena. “Non voglio beccarmi una punizione per le vostre stupidaggini” rispose, senza darmi la soddisfazione di ammetterlo.
“Prendi la mappa, e controlla i movimenti dei Serpeverde, così saprò da che parte andare.” spiegai, passandogliela. Improvvisamente sentimmo delle urla, e sobbalzammo.
Vidi Sirius zampettare verso di noi, rapido, e lo avvolsi nel mantello. Lo guardai con aria di rimprovero. Non doveva ancora farsi vedere! Lui mi fissò con un espressione strana, e mi maledissi per non poter comunicare con lui in quella forma.
Dei rumori di passi mi indussero ad alzare lo sguardo e vidi Lestrange puntare la bacchetta davanti a sé, facendosi luce.
“Che accidenti era?” chiese Mcnair, e la sua voce era acuta per lo spavento.
“Non lo so” rispose. I suoi occhi continuavano a scrutare meticolosamente la sala, probabilmente alla ricerca di Sirius.
“L’altra settimana…” iniziò Walden, titubante, ma Malfoy, appena arrivato, lo zittì con un gesto secco della mano.
“Il Gramo non esiste, idiota! E quella pazza non fa altro che predire la morte a qualcuno.”
“Ma allora cos’era?” insistette, spaventato.
Il biondo non rispose, e anche se sembrava perfettamente impassibile, i suoi occhi tradivano un certo disagio. Poco dopo arrivò Mocciosus, assonnato e decisamente contrariato dal caos dei suoi compagni.
Sirius ringhiò, e tutti e quattro s’irrigidirono, visibilmente scossi.
Sorrisi fra me e me, e mi voltai verso Remus. Aveva gli occhi fissi sui nostri compagni, concentrato.

Erano davvero spaventati.
Mi chiesi cosa avrei fatto io, al loro posto, e non seppi darmi risposta. Non l’avrei mai ammesso ad alta voce, ma la loro espressione tesa mi dava un certo senso di soddisfazione.
Non facevano altro che spaventare ed abusare dei più deboli, una lezione non gli avrebbe certo fatto male. Improvvisamente Sirius balzò fuori con un salto e Mcnair scattò in avanti, sbilanciando Lestrange, che mancò un gradino, rovinando a terra.
Malfoy, abbassò lo sguardo sui suoi compagni, rapido, per poi osservare l’enorme cane di fronte a lui, pietrificato.
Severus sembrava pensieroso e mi irrigidii, senza un particolare motivo.
Lo vidi sgommare e correre verso l’uscita, abbaiando. Lo seguimmo, e poco dopo sentii i passi dei Serpeverde dietro di noi. Guardai la mappa, e vidi che stavano deviando, inspiegabilmente.
“James, non ci stanno seguendo” realizzai ad alta voce, e lui fece scivolare lo sguardo sulla mappa, poi le sue labbra si piegarono in un sorriso tutt’altro che rassicurante e osservò Sirius intensamente, come se potesse comunicare con lui tramite il pensiero.
Mi afferrò, trascinandomi letteralmente, incurante delle mie proteste. Guardai la mappa e mi sentii mancare il respiro.
“James… no” sussurrai terrorizzato, ma lui mi ignorò, e con un gesto rapido si sfilò il mantello, e portandosi le mani alla bocca, fischiò sonoramente.
“Tu e Felpato mi raggiungete tra una decina di minuti, intesi?” sussurrò, così flebilmente che persino io, che gli ero appiccicato, feci fatica a sentirlo.
“Tu sei…”
“Chi va là” ruggì una voce, ed io sobbalzai, sentendo il cuore in gola.
Ramoso ghignò, posandomi il mantello sulla testa, e gridando. “Non sono affari tuoi, vecchio impiccione!”
Si sentì un grugnito, e James iniziò a correre un secondo prima che Gazza sbucasse da dietro l’angolo, con in mano una scopa, con aria minacciosa.
“Fermati, piccolo teppista! Sei in guai davvero seri” urlò, sorpassandoci con noncuranza. Osservai la mappa. L’adrenalina mi sfrecciava indemoniata per le vene.
Era una sensazione meravigliosa e fastidiosa nello stesso tempo. James voleva che Gazza trovasse gli altri fuori di notte, di modo che si beccassero una punizione.
Se avesse impiegato la metà di tutta quella inventiva nei compiti…
Mi riscossi, perché il muso freddo e leggermente umido di Felpato mi distrasse.
Lo guardai. Era molto più semplice non pensare a quello che era successo tra noi, adesso che era peloso e scodinzolante. Senza potermi trattenere gli posai una mano sulla testa, e mi sorpresi della morbidezza del suo manto.
“Siete due pazzi irresponsabili, dico davvero. Non sperare mai più di trascinarmi in un casino simile”
Lui avvicinò ulteriormente il muso, ed emise un mezzo abbaio, come di conferma, e dopo esserci scambiati uno sguardo a cui non seppi dare significato, decisi che era ora di raggiungere James.
Arrivati il nostro amico non c’era. Probabilmente aveva usato il passaggio segreto, ed era nascosto dietro il quadro, a godersi la scena.
“Le dico, che c’era un grosso cane, che ci ha aggrediti nei dormitori!” ringhiò Lestrange, di pessimo umore.
“Cosa credi ragazzo, forse che sia stupido?!”
La faccia di Malfoy fu eloquente al riguardo, ma nessuno dei quattro osò palesare quello che tutta la scuola pensava fermamente, ossia che Gazza fosse un bigotto senza cervello.
“Signore, invece di perdere tempo a rimproverarci, dovrebbe cercare quella pericolosa bestia, e fare in modo di renderla innocua, se le riesce” calcò le ultime parole di voluto scetticismo, guardando il custode come se fosse un disgustoso insetto, o giù di li.
Malfoy guardava quasi tutti in quel modo, esclusa la sua patetica combriccola.
“Se ci fosse una simile creatura nel castello, io lo saprei di certo! Siete solo dei bugiardi, e dei teppisti! Aspettate che Silente…”
Si bloccò, perché Sirius atterrò fra loro in un balzo, ringhiando.
Si scatenò l’inferno: Gazza tentò di colpirlo con la scopa, ma lui si spostò, e l’attrezzo rovinò sulla faccia di Mcnair, che in un gesto di stizza l’afferrò, strattonandolo, facendo cadere il custode, che iniziò a lanciare epiteti poco carini nei confronti del Serpeverde.
Mcnair, in panico totale, cercò la propria bacchetta, ma era troppo tremante per riuscire a prenderla, e il suo sguardo saettava apprensivo da Felpato alla sua tasca, frenetico.
Malfoy invece era già sparito oltre l’angolo, rapido. Piton era impassibile. Mi chiesi se non sospettasse di James… ma sicuramente non era sorpreso. Sirius scappò su per il corridoio e decisi di seguirlo, anche se sarei rimasto volentieri a godermi la scena.
Lo seguii fino alla sala comune, e James sbucò dal nulla, piegato in due dal ridere. Mi sfilai il mantello, e lasciai che dalle mie labbra scappasse un sorriso.
Gazza gli avrebbe fatto avere una punizione esemplare, credendolo tutto uno scherzo di pessimo gusto.
L’adrenalina scese di botto, lasciandomi completamente rilassato, tranquillo, e Ramoso dopo alcuni minuti si placò. Notai che Sirius era sparito. Probabilmente era salito per vestirsi, e ringraziai silenziosamente la mia buona stella.

Corsi di sotto, trafelato.
Dovevo assolutamente raccontare a James quello che avevo visto. Li trovai ancora dove li avevo lasciati e il mio migliore amico mi guardò, pensieroso.
“Felpato, dovevi aspettarci! Non era questo il piano. Perché accidenti li hai svegliati prima che entrassimo?!”
“Non gli ho svegliati” mi giustificai e senza volerlo le mie labbra si piegarono in un sorrisetto puerile. “sono salito, e non puoi nemmeno immaginare cosa ho visto” sentenziai, attirando tutta la sua attenzione.
“Cosa?” sbottò, sedendosi scompostamente su un divanetto.
“Mcnair… se la stava facendo con Lestrange!!”
Spalancò poco elegantemente la bocca, fissandomi scioccato. “COSA?!”
Gli feci cenno di non urlare, e mi sedetti al suo fianco, con fare cospiratorio. “Ti giuro, erano avvinghiati che si baciavano, e appena Mcnair mi ha visto ha dato di matto. Ha tirato un urlo da completa femminuccia” ridacchiai, ancora incredulo, per poi alzare lo sguardo su Remus.
Il ricordo della sua mano che mi accarezzava si impossessò di me, facendomi rabbrividire. Lui non incrociò il mio sguardo ma si sedette nella poltrona vicina, dicendo. “Accidenti, non credevo che uno come Lestrange… non le piace tua cugina?”
“Sono promessi. Sai come funziona tra i purosangue, ma questo non significa che si piacciano. O magari si, le piace, e se la stava solo spassando” convenni, pensieroso.
In effetti, chi avrebbe potuto sopportare una come mia cugina Bellatrix? Grazie al cielo era capitata a Lestrange, e non a me. Il solo pensiero mi faceva rabbrividire di disgusto. Uno dei lati positivi del mio ammutinamento, era il non avere stupidi fidanzamenti tra i piedi.
Remus si alzò, e si passò una mano fra i capelli, stancamente, in un gesto inconsapevolmente sexy. “Me ne vado a dormire” dichiarò.
“Moony, dovresti partecipare più spesso. E’ divertente, vero?” domandò Ramoso concitato, e lui lo guardò con un cipiglio severo e vagamente contrariato.
“Questa è la prima e l’ultima volta, sia chiaro. Siete due pazzi irresponsabili. Potevamo essere espulsi” a quel pensiero i suoi occhi si aprirono appena un po’ di più, donandogli un espressione adorabilmente preoccupata.
Adesso che era tutto finito, probabilmente stava metabolizzando la cosa.
James assunse un aria da cucciolo bastonato. “Accidenti, per un momento ho quasi pensato fossi finalmente riuscito a farti diventare un malandrino a tutti gli effetti”
“Nemmeno Lily ne sarebbe contenta, se lo sapesse”
A quelle parole il mio amico sbiancò. “Non glielo dirai, vero?”
E in quel momento accadde una cosa che mi lasciò letteralmente senza parole.
Remus, il dolce, ingenuo e completamente onesto Remus piegò le labbra in un ghigno decisamente… dispettoso.
“Può darsi di no. Tutto dipende da come andranno le vacanze. Tu fa qualcosa che mi infastidisce, ed io corro a dirle che mi hai obbligato a partecipare ad uno scherzo stupido e pericoloso”
Il volto di James rispecchiava perfettamente la mia espressione interiore. Lui gli lanciò un ultimo intenso sguardo, poi sorrise con il solito candore. “Buonanotte ragazzi, a domani” augurò dolcemente, per poi avvicinarsi placidamente alle scale, salendo senza alcuna fretta.

Guardai il mio migliore amico, scioccato e terrorizzato all’idea che Remus potesse dire a Lily quello che avevo fatto.
“Ma chi è quello?! Che cosa ne ha fatto del nostro Moony?” domandai, smarrito.
Sirius volse lo sguardo alle scale, come se potesse vederlo attraverso il muro. “James…” disse, senza aggiungere altro, come se si aspettasse che cogliessi, nel timbro della sua voce, i suoi sentimenti.
Lo capivo, ma non potevo farci niente. Ancora una volta mi chiesi se dirgli o meno di Lily, ma poi mi ricordai della reazione di Remus, e mi schiarii la gola, dicendo. “Cosa è successo in camera, mentre non c’ero?”
Lui sembrò in difficoltà. “Ecco… credo… credo di piacergli, tutto sommato”
“Beh, meglio tardi che mai. Io te lo dico da giorni! E?...” “E?” fece eco, assumendo un espressione davvero idiota.
Inarcai un sopracciglio. “Remus si comporta in modo davvero strano, ultimamente. E non credo sia per via della luna, anche perché la luna piena è passata da appena una settimana”
“Ci siamo solo baciati, poi lui ha detto che vuole che le cose tornino come prima”
Sorrisi. Remus era così prevedibile… “Mente spudoratamente, Felpato. Sai, tra lui e Lily ci sono analogie davvero sconcertanti”
“Noto con piacere che è rimasta Lily”
Lo guardai, e mi resi conto di non potermi più trattenere. “E’ molto di più, da circa un paio d’ore”
Lui spalancò i suoi occhi blu notte, e mi fissò sbigottito. “Vuoi dire… che ce l’hai fatta?” domandò incredulo, e le sue labbra si incurvarono in un sorriso sinceramente contento.
“Già, ce l’ho fatta. Te l’avevo detto no? Nessuna, nessuna resiste a James Potter” dichiarai, passandomi una mano fra i capelli.
“Sei sempre il solito arrogante, James”
“Da adesso non più, non con lei. E nemmeno tu dovresti. Pare che siano allergici alla nostra personalità… “ cercai un termine che potesse definirci, anche solo lontanamente. “pittoresca” sentenziai infine, e sentii la sua famigliare risata riempirmi le orecchie.
“Pittoresca?”
“Avresti un termine migliore, per definirci?”
Sembrò rifletterci su un momento. “No, non direi. E’ solo che non so in che altro modo comportarmi, con Remus. Il mio modo di fare mi da sicurezza”
“Potevi evitare di fare lo striptease, per esempio. Non credo abbia gradito. Beh, probabilmente solo perché non ha guardato ma… il punto, è che Remus ha solo paura Sirius. Paura che tu lo faccia soffrire. Infondo, è stato al tuo fianco abbastanza allungo da sapere che sei insofferente alle relazioni stabili”
“Ma è diverso” replicò, imbronciandosi. “cosa c’entrano le mie avventure, con lui?”
“Beh, non può saperlo, se tu non glielo dici”

“Gliel’ho detto” protestai.
“No, che non l’hai fatto” ribatté, innervosendomi. Beh, non proprio, ma uno come Remus lo aveva certamente capito.
“Gli ho detto che quando mi è vicino sento il bisogno di baciarlo” dissi, come se quello bastasse a chiudere la faccenda.
Lui mi fissò in un modo totalmente atipico, quasi ammonitore. “Oh, capisco. Allora a posto. Sicuramente adesso sarà rassicurato”
Si mise in piedi, dondolando sulle gambe, come per sgranchirsi. “Volevo dirglielo, davvero, ma non ce l’ho fatta” confessai, posando lo sguardo sul camino scoppiettante, per non dover incrociare il suo.
“So che non è facile. Ma hai tutte le vacanze, per farlo. E a proposito…” iniziò, e il suo tono cambiò totalmente, tornando il solito “sei pregato di non farlo alterare, o si vendicherà su di me. Per cui scordati di fargli fare da schiavetto”
Sorrisi, senza poterlo evitare. “Peccato, l’idea mi piaceva…”
Decidemmo di tornare in camera. Remus stava già dormendo.
Guardai il suo viso addormentato, i capelli tutti scompigliati e la sua mano pallida ed affusolata adagiata delicatamente al cuscino.
Remus era una persona fantastica. Una di quelle persone che la vita ti donava quando voleva farti un regalo, ed io non avrei mai permesso a niente e nessuno di dividerci, per niente al mondo.

La mattina aprii gli occhi, leggermente intontito.
Erano successe un sacco di cose, solo nelle precedenti ventiquattro ore. La sfida, i baci, le parole di Sirius, e Lily e James insieme.
Sorrisi a quella consapevolezza, ricordandomi che finalmente il mio migliore amico era riuscito a conquistare il suo amore.
Non l’aveva mai ammesso, forse nemmeno a se stesso, ma Lily era la ragazza della sua vita. Bastava che lei entrasse nella stanza, e James perdeva il controllo.
Mi misi a sedere, e guardai di sotto. I miei amici dormivano ancora. Istintivamente posai lo sguardo su Sirius, e un sorriso affiorò prepotentemente sulle mie labbra.
Era completamente spaparanzato. Il cuscino gli era caduto per terra, e le lenzuola erano appallottolate intorno alla sua gamba sinistra, malamente.
Un braccio era disteso per tutta la lunghezza del letto, mentre l’altro era piegato verso l’alto, la mano nascosta dalle ciocche corvine. Una remota parte del mio cervello, si chiese come sarebbe stato cedere, dirgli di sì, anche solo per una volta.
Ricordavo nitidamente le sensazioni che avevo provato nell’essere stretto a lui, nell’avere le sue labbra setose sulle mie… il mio cervello non faceva altro che far scorrere quelle immagini, sadicamente.
Ma non valevano il dolore che avrei provato nel ricevere quelle attenzioni, per poi vederle riservate ad un altro. Il solo pensiero mi faceva accelerare il cuore, e mancare il respiro. Soffrivo già abbastanza senza pretendere niente, senza aspettarmi niente. Aveva detto che sapeva cosa voleva. Beh, lo sapevo anche io.
Volevo che il mio cuore restasse esattamente dove era, blindato e al sicuro. Mi sdraiai nuovamente, cercando di placare quel senso di panico, e il battito incontrollato del mio cuore.
Chiusi gli occhi e avvertii dei movimenti sotto di me. James si era svegliato. Afferrai il legno levigato del sostegno e mi sporsi di sotto, sorridendo.
“Buongiorno Ramoso”
Lui ricambiò il sorriso. “Buongiorno Moony, vieni con me a fare colazione?”
Annuii, e scesi in un balzo, senza usare la scaletta. Lo precedetti in bagno e mi preparai in un lampo. Volevo restare un po’ solo con lui, anche perché se Sirius fosse venuto con noi, probabilmente la colazione mi sarebbe rimasta sullo stomaco.

Avevo un sonno tremendo.
Ero così agitato per lo scherzo e per Lily, che non avevo quasi chiuso occhio. Guardai Remus di soppiatto.
Sembrava tranquillo, di nuovo in sé, e per nulla turbato. Lo avevo visto, mentre fissava Sirius, ma sarei morto, piuttosto che dirlo.
Invece mi limitai a sfilargli di mano il libro che stava leggendo, senza nemmeno curarsi di guardare la strada, e lo chiusi in un gesto secco, beccandomi un occhiataccia.
“Prima regola delle vacanze natalizie: non si studia fino a fine anno.” cantilenai, facendolo evanescere.
“Ti ricordi cosa ti ho detto ieri, vero?” minacciò, pacatamente.
Sorrisi, sornione. “Certo che lo ricordo. Ma non credo che rovineresti la mia storia con Lily solo per un libro. Infondo, sono pur sempre il tuo migliore amico”
Sospirò, rassegnato. Uno a zero per me.
“James, ieri sera, prima che arrivassi…” si scostò i capelli dal viso, come sempre quando era nervoso. Rimasi in silenzio, in attesa che continuasse. Sapevo che me l’avrebbe detto, Moony mi diceva sempre tutto. “beh, ecco, è successo un casino” concluse, e sembrò soddisfatto della sua affermazione, come se non ci fosse altro modo per definirla.
“Che intendi per casino?” chiesi. Sapevo di metterlo in difficoltà, ma dovevo sapere assolutamente cosa ne pensasse.
Lui si sedette al tavolo, afferrando i cereali al cioccolato e dopo averli messi nella tazza, ci versò sopra una valangata di latte freddo.
“Ecco… non lo so. E’ solo che sappiamo entrambi come è fatto Sirius. Io non sono… adatto a lui”
Cercai qualcosa di intelligente e rassicurante da dire, ma mi limitai a fissare il suo latte, ormai pregno di cacao.
“Io credo…” presi tempo, cercando delle parole adatte, che non smascherassero i sentimenti di Sirius, ma nemmeno che avvalorassero la sua affermazione. “credo che Sirius potrebbe cambiare, se incontrasse la persona giusta. Io ci tengo davvero a Lily, non credo che sentirò più il bisogno di cercare la compagnia di qualcun altro”
Lui alzò lo sguardo su di me, e sorrise in quel suo modo bellissimo. “Tu sei diverso da Sirius, lui… lui è complicato. E poi, lo sai, come la penso…”
Sospirai. “Ancora con questa storia, Moony? Ne abbiamo parlato lo scorso plenilunio” sussurrai, perché non ci fosse il rischio che qualcuno sentisse. “tu sei perfetto, e credo lo sia anche per Sirius, soprattutto per Sirius”
Lui mi fissò stupito e lo vidi arrossire appena. “E se poi scoprisse di aver avuto solo una sbandata? Come…”
“Tu pensi troppo, Remus. L’amore non è una cosa che si può comprendere, ne tanto meno analizzare. E comunque, se non rischi, non puoi saperlo. Sai che ti adoro, e spero che nessuno ti ferisca mai, ma l’amore spesso si rivela doloroso, e ingannevole. Non puoi saperlo per certo, devi fidarti di lui. E non so se ti sia d’aiuto saperlo, ma chiunque provi a farti soffrire, poi dovrà vedersela con me, Sirius compreso”
Per Merlino, stavo da un paio d’ore con Lily e già parlavo come Silente!
Era bello vederlo sorridere, sorridere davvero. Le sue labbra lo facevano sempre, quasi come un tic, ma con me lo facevano anche i suoi occhi.
E se i suoi occhi erano profondi ed espressivi, quando sorridevano erano un qualcosa di indefinibile. Ti riempivano il cuore, e capivo il perché Sirius se ne fosse innamorato.
Non erano semplicemente i miei migliori amici, erano miei fratelli, e la sola cosa che volevo era che fossero felici, davvero.
Con Sirius non dicevo mai certe cose, avevamo un rapporto diverso, seppur estremamente profondo, ma con Remus potevo concedermi certe parole, e certi gesti.
E quando mi sorrideva in quel modo, venivo ripagato di tutti gli sforzi che facevo. Avevo giurato di proteggerlo, il giorno in cui scoprii la sua natura, e stavo facendo del mio meglio.

Lo guardai. James riusciva sempre a calmarmi, a rendere le cose semplici, anche se non lo erano affatto.
Probabilmente sarei finito per impazzire, senza di lui. Era la mia ancora, il mio punto di riferimento quando mi sentivo confuso, quando mi sentivo solo. Mi proteggeva sempre, e mi ascoltava.
Persino adesso, che c’era di mezzo Sirius. Sapevo che lui non avrebbe mai avvantaggiato uno dei due, sarebbe rimasto neutrale. Non mi avrebbe mai detto i veri sentimenti di Sirius, in ogni caso, come ero certo che non gli dicesse le mie confidenze.
Superficialmente, era l’idiota più grande del mondo, ma in realtà era la persona migliore che qualcuno potesse sperare di avere come amico. Avrei voluto abbracciarlo, ma non lo feci.
Mi limitai a sorridere con tutto me stesso, e dissi “Forse è vero che penso troppo. Cercherò di rilassarmi ok?”
“Si, direi che sarebbe l’ideale. Sai, stai iniziando a soffrire di disturbi della personalità”
Assunsi un cipiglio sorpreso e lui sghignazzò. Saremmo partiti dopo pranzo, quindi avevamo tempo. Iniziai a mangiare i miei cereali, decisamente più rincuorato e tranquillo.
“Buongiorno!”
Alzai lo sguardo e sorrisi a Lily, che si sedette al mio fianco, senza degnare James di uno sguardo. Si voltò di lato, fissandomi. Battei le palpebre, più volte, ed iniziai a sentirmi a disagio.
“Buongiorno..” risposi, intimidito. Lei intensificò lo sguardo, senza accennare a muoversi.
Mi voltai verso James, che era diventato improvvisamente concentrato, come se nel suo bacon ci fosse scritto il futuro, o qualcosa di molto interessante sul Quidditch, ma il suo sorrisetto appena accennato, mi fece intuire che si stava divertendo un mondo.
“Lily, mi stai mettendo a disagio” confessai, arrossendo.
“Allora?”
“Allora cosa?”
Sbuffò. “Fammi capire bene… preferisci James a me?”
Sgranai gli occhi, sinceramente confuso. “No, certo che no”
“Ehi!” sbottò James, improvvisamente resuscitato. Gli lanciai un occhiataccia e lui imbrigliò la lingua, fermandosi con la bocca semiaperta.
“Allora dimmi che accidenti è successo ieri sera”
“Ah, volevi sapere quello” esclamai, pentendomene all’istante.
Lei fece dardeggiare il suo sguardo smeraldino su di me. “Si, precisamente”
“Ecco niente di che, mi ha baciato, e gli ho detto che voglio che restiamo amici, poi è arrivato James”
Lei, automaticamente fece scivolare lo sguardo su di lui, irritata.
Lui alzò entrambe le mani, come a volersi proteggere. “Ma piccola io non pensavo stessero ancora discutendo” si giustificò, conciliante.
“E’ stato un bene che sia arrivato” lo difesi, ed entrambi posarono lo sguardo su di me.
“Perché?” chiesero all’unisono, dimentichi della rivalità. Passavano dalla modalità lite a complicità in meno di un secondo.
“Ecco… perché… perché si” tagliai corto, e mi alzai, lasciando la colazione, e prima che potessero braccarmi o continuare quello scomodo interrogatorio me la filai, letteralmente.

Sospirai.
Accidenti, perché io dovevo essere felice e Remus soffrire tanto? Si piacevano, cosa c’era di complicato?!
“Buongiorno anche a te, splendore”
Mi voltai verso il mio ragazzo, arrossendo appena. Ero così ansiosa per Remus che non l’avevo nemmeno salutato. La sua voce era divertita, e vagamente ammonitrice.
“Buongiorno, scusami ma…”
“Eri preoccupata per Remus” finì per me, alzandosi. Mi portai una ciocca dietro l’orecchio, nervosa, e sentii la sua mano afferrare la mia. Se la portò alle labbra, baciandola. “Va bene, purché non succeda più” asserì, attirandomi a sé.
Respirai il suo odore buono, sentendo il cuore accelerare preoccupantemente. Chiusi un momento gli occhi, assaporando quel momento, e poi lo scostai, con forza.
“James, ti ho detto esplicitamente che non voglio che tu…”
Un bacio m’impedì di continuare, e la mia mente si svuotò completamente, come per magia.

La mia splendida, agoniata ragazza. Ancora non potevo crederci di esserci riuscito, di averla finalmente conquistata. Certo era ancora dannatamente scostante alle volte, e… selvaggia.
Lily era selvaggia. Ed era per questo che ero certo che fosse lei, la donna per me.
Con lei niente era scontato, con lei tutto doveva essere guadagnato. Avevo avuto un infinità di ragazze, ma già dopo poche ore… mi sentivo annoiato. Tutte mi annoiavano.
Erano tutte uguali, svenevoli e accondiscendenti…
Lily invece mi dava del filo da torcere, mi teneva testa. Ed era per questo, che ero pazzo di lei.
Sorrisi, perché sapevo che si sarebbe arrabbiata per il bacio. Infatti tornò a spintonarmi e mi diede un ceffone.
“Se lo rifai, in pubblico, ti uccido”
Nascosi il sorrisetto che tentò di sbucare dalle mie labbra. “Scusa, è che sei così bella.. non ho saputo resistere”
Lei assottigliò gli occhi smeraldo, e le sue guance si spolverarono appena di rosso. “Vado… a fare le valige” sbottò, e prima che potessi anche solo pensare di rispondere, si allontanò.



Ecco un nuovo capitolo.
Sono felice che la storia continui a piacervi, e che molti la seguano ancora.
Ringrazio tutti coloro che l’hanno aggiunta ai preferiti, e alle storie seguite.
Un bacio,
Sabriel
  
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