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Autore: Elbeth    14/01/2012    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta chi era Sirius Black e come mai un personaggio così affascinante come lui, non avesse mai avuto nessuna al suo fianco.
Ho liberato la fantasia e questo è il risultato!
Hogwarts, ultimo anno dei Malandrini, nuovi personaggi, nuovi avversari e l'atmosfera cupa dell'inarrestabile ascesa del Signore Oscuro...
Vi giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
***
Dal capitolo XVII:
....
Nessuna anteprima.
Stavolta potete solo leggerlo...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Incipit

 

Primo giorno ad HogwartsSperiamo bene…

Il treno la stava portando nella sua nuova scuola: le immagini, come i suoi pensieri, scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, mentre fissava pigramente il verde dei prati inglesi.

Lizzie - o meglio Elisabeth Marie Delaroche, come recitava il suo nome completo - per la prima volta stava per mettere piede nella famosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Era la prima volta, che viaggiava in quella parte dell’Inghilterra.

Ed era anche la prima volta che…

Sospirò.

Beauxbatons era molto diversa!

Era stata la sua scuola, fino all’anno prima. 

Prima che suo padre venisse trasferito dall’ambasciata inglese.

Prima che non fosse più una persona gradita in Francia. 

Prima dell’ascesa del Signore Oscuro.

Lo sguardo di Lizzie si fece altero. Nessuno le aveva rivolto parola ed aveva scelto uno scompartimento miracolosamente vuoto: non amava mischiarsi con la gente. Ogni tanto qualcuno sbirciava dentro, ma nessuno si era azzardato ad entrare ed a lei stava bene così. Era schiva e timida, nonostante l’apparente alterigia, che fungeva da corazza.

E poi quella cosa ridicola… 

Il viso le si corrucciò, al ricordo dell’ultimo incontro con il suo nuovo preside. Sospirò ancora, pensando all’esame che aveva dovuto sostenere, per poter essere ammessa al settimo anno ad Hogwarts. E poi, un sorriso, all’improvviso, illuminò i suoi occhi scuri, incorniciati da una massa di capelli color mogano.

A Pozioni ho preso il massimo: ovvio!

Ma durò lo spazio di un secondo ed il viso si corrucciò di nuovo.

Ma non in Trasfigurazione: quella McGranitt è proprio odiosa…

Eppure, l’insegnante che l’aveva colpita di più era stato un altro: il nuovo preside. Gli occhi azzurri del professor Silente erano gli unici, che gli erano rimasti impressi, come il suo sorriso dolce.
Non che lei ne avesse bisogno, intendiamoci!

Solo che l’aveva incuriosita: aveva uno strano senso dell’umorismo.

Tipico inglese!

Non era un tratto comune in famiglia: suo padre, inglese ma francese di origine, non ne possedeva molto e sua madre, francese purosangue, non lo possedeva affatto.

Ma quella cosa ridicola… Proprio no! Non le andava giù!

Eppure sarebbe stata costretta a farla, suo malgrado.

Sospirò, alzando gli occhi al cielo. Lo stridore dei freni del treno la riscosse dai suoi pensieri, mentre si accorse di essere ormai arrivata a destinazione.
«Siamo arrivate »la voce delusa e spaventata della sua sorellina la intenerì.

«Su Dulcy! Vedrai che ti troverai bene, anche se fossimo state in Francia, sarebbe stato comunque il tuo primo anno di scuola, no? »

La sorellina accennò di si con il capo, poco convinta, e sospirò vistosamente, abbassando lo sguardo.
«Sono nervosa anche io, sai? »Lizzie si chinò davanti a lei, le sollevò con delicatezza il mento, fino a farle rialzare gli occhi e la fissò con dolcezza.

«Davvero? » le chiese la sorellina sorpresa.

«Certo, ma ricordati che siamo insieme. Io ti proteggerò, se ne avrai bisogno e tu lo farai con me: ci stai?»

Dulcinea fece cenno di si con la testa, questa volta più convinta.

«Non ti preoccupare! E poi Silente ti ha promesso che ti troverai benissimo! »la rassicurò e, porgendole la mano, si avviarono per scendere dal treno.

Il riferimento al nuovo preside rimise Dulcinea di buon umore, che finalmente sorrise.

Lizzie notò che, nello scendere dal treno, la sorella aveva sciolto la mano dalla sua.

«Miaooo» la testa nera di Rasputin, il suo gatto, fece capolino dalla borsa.

«Siamo arrivate! Non sono felice neanche io… » sussurrò tra sè, mentre Dulcinea le camminava davanti «Ma d’altronde non ci possiamo fare nulla!»e si diresse di buon passo verso il castello di Hogwarts.

Bene, andiamo: è ora!


«Allora James, come è andata l’estate? Vi siete divertiti in Grecia, tu e la Evans?»
James, scompostamente seduto sui sedili dell’Hogwarts Express, come i suoi compari, sorrise abbassando lo sguardo.

«Non dirmi che ti imbarazzi con noi, Ramoso!»
Non sfuggirai alle mie domande, fratello! 

L’atteggiamento confuso di James Potter non fece che incuriosirlo maggiormente.

«Non è leale, Felpato… Lo sai. Non ho segreti per voi, ma … Lily, insomma, è…. Beh… Non sono solo io, c’è anche lei… »
Lo fissò, sorridendo ed abbassando a sua volta lo sguardo. La tenerezza di James in quelle poche parole aveva cancellato sia l’ironia, che la curiosità.

«Legittimo, James. Perdonami.»
«Dai, Sirius: quando usi quel tono sembri proprio tuo padre!»

«Grazie James, è proprio un bel complimento: proprio quello che volevo sentirmi dire.»
«Almeno con noi potresti sfogarti, Sirius»questa volta era la voce pacata e saggia di Remus Lupin, che aveva parlato.

 «E’ tutto a posto ragazzi. Tutto ok! I Potter mi hanno ormai adottato. Sono definitivamente felice!» sorrisero tutti e tre  «Ed ora per me è tutto più facile: credetemi…»

Ma tutti e tre sapevano che non era così e, quindi, pensò bene di cambiare argomento.

«Piuttosto, che fine ha fatto Codaliscia? Strano che non si sia ancora appiccicato a noi»
Non aveva voglia di parlare dei Black ora.

«L’ho visto bazzicare nell’altro vagone, mi sembrava cercasse qualcuno… O qualcuna!»
«Ricerca vana… »

«Sirius!» lo richiamò Remus « Dovresti essere un po’ più gentile con lui: ti idolatra!»

«Lunastorta, sei tu il buono, non ricordi? Io, sono solo la pecora nera!»
Remus scosse il capo sorridendo.

«No Sirius, so bene che la realtà è un’altra: sei solo tu che non vuoi arrenderti all’evidenza.»
Lo stridore dei freni interruppe le loro chiacchiere.

Andiamo! L’ultimo anno a Hogwarts e poi…

Quel pensiero aprì un sorriso luminoso sul suo volto, mentre si alzava. Remus e James si scambiarono uno sguardo d’intesa: erano felici di vederlo finalmente sereno.
Lo scorso anno era stato duro per lui. La famiglia Black questa volta non aveva perdonato... Ma ora tutto sembrava prendere una piega migliore.

  
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