CHAPTER IX_ I-95
A Sara non piacevano i viaggi in macchina. Per quanto non fosse stato lungo,
non le era piaciuto neanche questo. La polizia del posto sembrava essere
arrivata sul posto già da alcune ore. Cosa che, come aveva detto Warrick,
avrebbero fatto pesare.
“Dici che ci porteranno lì tutto quello di cui abbiamo bisogno? Le prove del
caso… i documenti…”
“Io spero di si. Ma non mi fido di questa gente.”
“Ecco, lo sapevo. Sei sempre stato così”
“Così come?”
“Ti senti superiore a loro perché sei uno scienziato, no?”
“E tu Sara? Tu no?” Sara, che era di gran lunga la tizia più snob, per quanto
riguardava il suo lavoro, che Warrick avesse mai incontrato, gli portava un
rimprovero simile. “Stai iniziando a diventare noiosa, sai?”
“Io? Io noiosa? E tu? Tu eri un altro al tempo. Eri uno che usciva con tutte e
se la spassava e s’incazzava al lavoro. Adesso solo un poliziottone sposato”
“No no no, tesoro. Sei tu quella noiosa. Ti ricordi quella volta che ti
fissasti su quel vecchio caso, quello della donna stuprata, e non ci dormivi la
notte, e Gil sen’è accorto e ti ha detto che avresti dovuto essere più
distaccata? Te lo ricordi? Quella sera che ti trovai al pub dietro la centrale
e poi ti portai con me a giocare al BlackJack e ci giocammo tutta la notte?
Quella eri tu.”
“Warrick, andiamo… sono passati cinque anni…”
“Appunto” il moro sorrise e Sara capì che il tono della conversazione non era
mai stato serio.
La scena del crimine non era più la scena del crimine da ormai quattordici
anni. In realtà non lo era mai stata.
“Lei mi sta dicendo che la moglie non ha mai riconosciuto il corpo?” chiese
Warrick, alterato, all’agente Lambert
“Io non le sto dicendo niente! Non ero nemmeno a Carson quando è avvenuto il
fatto! Si tratta di più di dieci anni fa, no?”
“Signore, possono essere dici, venti o cinquanta anni fa. Ma se nessuno ha
riconosciuto per via ufficiale il cadavere, come avete fatto a schedare il
caso?” Sara decise di darsi un tono. Per dimostrare a Warrick che non era il
coniglietto isterico che lui credeva.
“Voglio parlare con l’uomo che ha avuto il caso. Voglio parlarci adesso.”
“Eccomi. Sono arrivato!” l’agente Paxton, di anni 57 era ormai sulla via della
pensione. Lavorala alla stradale e non era il tipo da fare carriera. Ma non
aveva mai avuto richiami ed era sempre stato disponibile per ogni tipo di
lavoro. Aveva una mogliettina e due bambine bionde. Insomma, nulla faceva
pensare che potesse essere uno che avesse qualche interesse nell’occultare un
caso del genere.
“Vi sarò d’aiuto in ogni modo possibile, dico sul serio. Al tempo non sembrava
un caso rilevante e così…”
“Scusi. Se la moglie non ha visto il cadavere, allora come l’avete
riconosciuto?”
“Dall’anello. Vede il cadavere e la macchina erano in delle condizioni davvero
disastrose. In realtà le dirò che del cadavere restava nient’altro che un
carboncino e la macchina era solo un ammasso di lamiere” Mentre Sara si
occupava dell’agente Paxton, Warrick, che già non lo sopportava, decise di
andarsi a fare un giro. La luce intensa del deserto del Nevada illuminava
quella curva che i frequentatori più assidui chiamavano ‘la curva del diavolo’
ovvero una perfetta ‘L’.
Warrick aprì con un taglierino lo scotch marrone che teneva insieme la scatola
del caso. Le prove prese erano davvero poche. Si sentiva già irritato.
Warrick aprì una bottiglietta d’acqua e si sedette a terra, riflettendo sul
contenuto della scatola.
Il primo documento, quello del medico legale.
Causa del decesso: soffocamento da
fumo. Ustioni di terzo grado sul 98% del corpo.
Grazie mille, signor medico legale. Non ci sarei mai arrivato da solo.
Vaffanculo.
L’uomo,35 anni, riconosciuto tre
giorni dopo l’incidente come Mattew Price, al momento del decesso è alto un
metro e ottantasette e pesa settantacinque chili.
“Oh Mio Dio” alla sua migliore espressione stupita, Warrick ne sostituì una di
sdegno per il pessimo lavoro altrui, poi una per l’ovvietà della sua scoperta,
e infine una di orgoglio molesto.
“Sara? Sara, sai quanto era alto il cadavere?” Sara, cento metri a destra di
Warrick lo guardò e fece cenno di no col capo, poi si avvicinò. Appena fu
vicina a sufficienza perché Warrick potesse parlarle senza rendere noto a tutti
l’argomento della loro conversazione.
“Sai quanto era alto?”
“Era più basso? Era più alto del nostro? Andiamo, Warrick”
“Il primo cadavere era un metro e ottantasette”
“E ottantasette? Ma se… mioddio. Mattew Price non arrivava al metro e ottanta.”
“Price era per la precisione uno e settantasei”
Sarà sbattè la mano sulla fronte, sorrise e si sedette accanto a Warrick.
“C’era da aspettarselo” disse “Sai come lo hanno identificato? Dall’anello. Ti
rendi conto?”
“Che altro si deve fare se non ridere?”
“Già. Quindi da qui l’ipotesi è fin troppo facile. Mattew Price vince una somma
altissima al casinò Mirage, a Las Vegas. Tornando a casa incontra un povero
malcapitato e lo uccide. Lo carica sulla sua jeep, e lo fa andare a diritto
sulla curva più spettacolare del Nevada”
Sara, con la sua espressione soddisfatta si alzò e si tolse gli occhiali da
sole
“Senti, io sto morendo di fame. Chiedo qualcosa all’agente?” disse
“D’accordo.”
Per quanto la teoria di Sara fosse più che efficace, Warrick non ne era
convinto.
1- Aveva letto quello che Sara e Catherine avevano trovato nella camera di
Price. Price non sembrava uno da ammazzare qualcuno per poter scappare.
2- Price stava tornando a casa. Perché fare una cosa del genere a cinquanta
silometri da casa, quando avrebbe potuto farla ovunque?
Sara tornò un’oretta dopo (trovare due panini e due coke era stato molto
impegnativo) e trovò il collega, sempre seduto, con un’aria serissima, e un
portatile tra le cosce.
“Tieni” Warrick prese il suo panino, ma lo posò a terra. Bevve un sorso della
sua coka, però.
“Sai” disse “sai che cos’è che non mi piace di voi donne? Siete estremamente
pessimiste. Per qualunque osa, pensate sempre al peggio, per paura di rimanere
deluse”
“Ma di che parli?”
“Ho fatto una simulazione. Le nuove diavolerie tecnologiche. E adesso guarda.
Se la macchina fosse stata lasciata andare in linea retta da qualsiasi punto
della strada, non sarebbe uscita in quel modo. Ergo…”
“Anche il latino adesso, Warrick?”
“Ti secca? Oh piccola Sara…Touchdown!”
Sara scosse il capo. Warrick era dotato di troppa fantasia. Spesso creava prove
quando non ce n’erano.
“Solo sulla base di questo tu riusciresti a provare in tribunale che Mattew
Price era nella macchina, quando ha deragliato? E che non ha messo
intenzionalmente l’anello addosso al povero morto?”
“Quale tribunale?”
“Quello del morto in auto”
“Ma anche l’imputato è morto!”
“E l’accusa cade. Che stupida”