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Autore: Norberta_    14/01/2012    2 recensioni
Sappiamo che Allock ha mentito per anni a tutto il Mondo Magico, ma non sappiamo come e perché iniziò tutto questo. Ritorniamo indietro nel tempo e guardiamo come il piccolo Gilderoy è cresciuto e infine è diventato uomo.
QUESTA STORIA SI è CLASSIFICATA PRIMA al Vite Colorate - Contest indetto da So_ sul Forum di EFP.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ricordi d’infanzia

-Trasparente.

La stanza era asettica e completamente bianca. Una tenue luce filtrava attraverso la finestra con le tende tirate. Piccole particelle di polvere volteggiavano in controluce verso il soffitto. L’uomo che aveva appena parlato giaceva su un letto candido. Indossava una vestaglia lilla, aveva la schiena appoggiata al cuscino e fissavano il vuoto davanti a sé. I suoi occhi, una volta di un azzurro intenso, erano opachi, come se fossero nascosti dietro un velo.

- Come ti senti, Gilderoy? – chiese per la seconda volta l’infermiera. La donna non ottenne risposta e nella stanza calò il silenzio, interrotto solo dal leggero russare di un vecchio signore che dormiva nel letto di fronte: il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente e sulla sua fronte spuntava un secondo naso (probabilmente frutto di un incantesimo mal riuscito).

Dopo qualche minuto, l’uomo in vestaglia sbatté un paio di volte gli occhi e aprì di nuovo la bocca.

- Tra-spa-ren-te. – scandì, temendo che l’infermiera non avesse capito la sua prima risposta.

La donna scosse la testa, sconsolata. Si alzò e scostò le tende per permettere alla luce di irrompere all’interno. Il vecchio signore emise una specie di grugnito e si voltò dall’altra parte, continuando a dormire.

Gilderoy sedeva ancora come pietrificato sul suo letto. L’infermiera lo guardò, comprensiva, e pensò al motivo che aveva condotto Gilderoy Allock lì, dove si trovava in quel momento. Ormai era solo un’ombra di ciò che era stato, o, perlomeno, di ciò che aveva fatto credere di essere. La sua storia e i suoi inganni erano finiti sulla Gazzetta del Profeta ancor prima che fosse condotto al San Mungo. Da quel giorno, il mago cinque volte vincitore del premio Sorriso più Seducente del Settimanale delle Streghe non faceva altro che rimanere immobile e ripetere in continuazione quella parola: trasparente. Nessun Medimago era ancora riuscito a trovare una spiegazione di quel comportamento piuttosto bizzarro, anche per qualcuno su cui era stato inferto un Incantesimo di Memoria mal riuscito.

L’infermiera gli sistemò meglio il cuscino e lo avvertì che sarebbe ritornata con la colazione. Poi uscì dalla stanza, dove calò nuovamente il silenzio. Allock si alzò all’improvviso e puntò dritto alla finestra. La spalancò: la leggera brezza mattutina gli spettinò i capelli. L’uomo respirò a pieni polmoni e di nuovo le sue labbra si mossero e da esse scaturì: - Trasparente -. Il mago si lasciò trasportare dai ricordi, tutto ciò che gli era rimasto in quella mente tanto confusa.


Un bambino dai capelli dorati piangeva nell’angolo di un’enorme sala da pranzo. Era seduto sul pavimento e stringeva a sé le ginocchia. Era il giorno del suo compleanno, ma tutti in quella casa se n’erano dimenticati, come ogni anno.
Il silenzio lo avvolgeva e lo soffocava; i suoi singhiozzi perforavano l’aria. Dopo qualche minuto il bambino si asciugò gli occhi e si alzò, risoluto. Le cose sarebbero cambiate; era stufo di vivere in quella casa come se fosse…trasparente.

 


_______________________________________________
Grammatica: 9.5/10
Stile: 10/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Utilizzo del colore: 5/5
Punto bonus: sì

Totale: 45.5/46

Ragazza mia, complimenti vivissimi. Questa storia bella, scritta bene, originale, la trasparenza c’è. Ho visto solo qualche lieve errore negli ultimi due capitoli, in cui a volte dimentichi la virgola prima del nome: “Oh, sei solo tu Severus.” “Come ti senti Gilderoy?”. C’è una frase in cui ripeti la parola “prima” per tre volte: “La sua storia e i suoi inganni erano finiti sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta ancor prima che fosse condotto al San Mungo, due settimane prima.” Questo è tutto, non ho scorto altri errori, sono… sconvolta.  Non è semplice scrivere delle oneshot così vicine alla perfezione. Complimenti! 
  
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