Cap.2-Con te sono...
Dall'altra parte della città, Celia guardava le stelle: quella sera sarebbero dovute cadere...
Stava lì, aspettava la prima stellina coraggiosa che si sarebbe buttata.
La ragazza si era promessa di non perderne nemmeno una: doveva vederle tutte, per esprimere, in tutte, lo stesso desiderio.
Passò il tempo e neanche una stella si decideva a cadere.
Celia ci pensò un attimo: forse se sarebbe salita sulla collinetta che si estendeva di fianco alla città le avrebbe viste tutte.
"Tanto lì non ci va nessuno..." pensò, per poi prendere il cappotto e uscire. Ma si sbagliava perchè qualcuno aveva avuto la sua stessa idea ed era già lì, seduto, che aspettava, per esprimere lo stesso desiderio della ragazza.
Celia attraversò di corsa la città immersa nel buio.
Era una notte d'estate, ma anche i grilli non osavano rompere quel magnifico silenzio che si era creato.
Le stelle stavano ancora decidendo i turni per cadere, i gatti dormivano ignari come le altre persone, che ignoravano l'esistenza di una notte così speciale.
Celia si ritrovò davanti al sentiero tortuoso che portava alla cima della collinetta; ma qualcosa era diverso...
La ragazza aveva sempre avuto molta paura di attraversare quella strada da sola, ma spinta forse dalle orme che macchiavano il terreno, oppure dall'odore che ben conosceva disperso nell'aria, raccolse tutto il suo coraggio e si avviò.
Si muoveva furitiva come un gatto, come un ladro che stava per mettere in atto una rapina. Ma c'era quel pensiero che, sempre più forte si faceva strada nella sua mente: se c'erano le orme, voleva dire che qualcun'altro se ne stava tranquillo sopra la collina e lei voleva e, allo stesso tempo, non voleva sapere chi sapeva di quella notte; solo lei e lui conoscevano l'esistenza di quella notte...
Ormai era quasi arrivata in cima e la paura la frenava, la faceva camminare piano, con cautela.
Si fermò. Lo vide. Se ne stava lì, seduto, con gli occhi fissi sul cielo. Alla ragazza si fermò il cuore, come le parole che si incastravano nelle corde vocali, per non riuscire più a uscire.
Da quanto tempo, da quanto tempo non lo vedeva più...
Perchè? Perchè doveva essere proprio lui, lì. Come un tempo, si sentiva veramente vicina a lui, anche se non poteva parlagli.
Cosa le stava succedendo? Perchè aveva paura?
Odiava quella senzazione...
Odiava lui...
Eppure non poteva farci nulla: lei gli voleva bene, come ogni cosa!
Era strano... Celia aveva giurato di essere indifferente davanti a lui, di non averci niente a che fare dopo quel giorno...
- Che ci fai qui?-
La sua voce fredda...
Da quanto, da quanto non l'ascoltava...
Possibile che non avesse dimenticato? Possibile che le volesse ancora bene?
- Jude...-
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Me: Minna!!!
Mark: Pallapallapallapallapalla...
Me: O.O Che ci fa lui qui??
Celia: L'ho chiamato io...! Cerca la palla... *ghigna e mostra la palla*
Me: O.O Non fare quello che vuoi fare...
Celia: Sì sì!! Contaci!!! *ghigna e lancia il pallone nelle mani di Me*
Mark: PALLA!!!!!!! *mark salta sopra Me*
Jude: Batti il cinque sorella!!
Celia: ^///^ *batte il cinque*
Jude: ^///^
Celia: Bene... Facciamo il lavoro dell'autrice...^^"
Jude: Sì... Meglio...^^"
Celia: Bene!! Speriamo vi sia piaciuto il capitolo e spero sopravviviate fino ad arrivare fino al prossimo cappy!! ^.^
Jude: E lasciate una recensione!! ^.^
Celia e Jude: Ciao ciao!!!! ^O^