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Autore: BellaSghi    22/01/2012    0 recensioni
Eccomi qua, dopo mesi di assenza, ci sono di nuovo!
Quindiiii, Bella si ritrova a vivere in una casa con dei genitori che si odiano, solitaria nella sua cameretta, percepisce qualcosa allo stomaco, una sensazione... un segno... Di cosa si tratterà? Benee, questa fanfiction qualcuno l'ha già letta altri no; avevo postato i primi capitoli in precedenza ma per motivi personali ho dovuto rimuoverli.
Ora sono qui, ho modificato qualcosa ma il contenuto è sempre lo stesso!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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3.Tutto non è come sembra.

POV BELLA
  
 Camminavo nella foresta, nella fredda aria di Forks, l’atmosfera era oscura, ma per chissà quale arcana ragione mi sentivo protetta.
Uno splendido essere dai capelli ramati e gli occhi color dello smeraldo mi camminava accanto.
Di tanto in tanto mi arrivavano ventate del suo profumo ed il mio cuore ogni volta perdeva un battito.
Mi sentivo come una bolla di sapone che fluttuava leggera nell’aria. Sì, mi sentivo proprio così, una semplice ragazza, rinchiusa nella sua bolla di sapone. Non poteva far parola con nessuna di quello che stava accadendo al mio corpo con nessuno e non sapevo dare spiegazioni  a me stessa. E così ero costretta a rimanere qui, nella mia bolla di sapone, in attesa che qualcuno si avvicinasse con un ago e la facesse scoppiare.
Mentre tenevo occupata la mia mente con questi strani pensieri, non mi ero resa conto che lo splendido essere ramato mi stava fissando.
“A cosa pensi?” Mi chiese con voce soave.
“Io? A niente, cioè a tutto.” Non sapevo cosa stavo dicendo.
Ogni volta che si trattava di aprire bocca in sua presenza, la mia mente era incapace di concepire una frase di senso compiuto.
Lo vidi sorridere. “Bè, dovrei dedurre che sei ancora molto confusa.”
“Emh.. sì, esatto. Sarà per quello.” Lo vidi ridacchiare un’altra volta.
Aveva un sorriso stupendo. Era così naturale  che rendeva il resto insignificante.
“Sei stanca?” Mi sorprese quella domanda, stavamo camminando sì e no da soli dieci minuti.
“Emh, sinceramente, è poco che stiamo camminando, quindi deduco di non essere stanca.”
“Da poco? Saranno almeno due ore!” lo guardai con faccia incredula.
“Davvero? Emh.. scusa è che oggi devo aver perso il senso del tempo.”
“Non fa niente.” E mi sorrise di nuovo con quel suo sorriso sghembo.
Sembravo così sciocca in sua presenza, ogni cosa che dicevo risultava insignificante e priva di alcuna logica!
A un certo punto una fitta alla testa mi fece sbandare.
“Tutto a posto?” mi chiese con aria realmente preoccupata.
“Mi fa male la testa. Ho una fitta forte che non accenna a voler smettere.”
“tranquilla siamo quasi arrivati! Nel frattempo appoggiati a me.”
Mi prese per i fianchi, mi strinse forte a sé e mi aiutò a camminare.
Le fitte non volevano fermarsi ed io cominciavo pian piano a perdere le  forze… non capivo più niente, sentivo le gambe diventare deboli, il respiro rallentare  e gli occhi chiudersi pian piano. E poi… Il vuoto.
“Bella? Bella stai bene?”
I miei occhi si stavano riaprendo. Sentivo le palpebre ricadere pesanti. Non avevo la forza di agire.
Ma quella voce! Quella voce riuscì a ridestarmi da ogni pensiero e paura.
Mi sollevai di scatto!
Lui mi prese per mano. “Ehi, Bella, calmati. Piano, sei ancora molto debole.”
“Emh, no, io credo di sentirmi bene.”
Ed in quel momento realizzai una cosa.
“Ma come fai a sapere come mi chiamo?”
Vidi il suo volto sbiancare di punto in bianco.
“Emh.. Emh..” ora era lui a balbettare. “Io….”
Una voce che proveniva da dietro il divano sul quale ero appoggiata, ci ridestò dalla conversazione.
“Bene, bene…cosa abbiamo qui? Oh, ma bene  nipotino caro. Finalmente ti riconosco. Stai cominciando ad assomigliarmi sempre di più.”
Quella voce! Quella voce terrificante dalla quale ero scappata!
Mi girai di scatto sentendo la testa rimbombare più volte. Lo guardai spaventata, sentivo il cuore correre su e giù dalla mia gola. Non capivo cosa stesse accadendo. Non riuscivo a mettere bene a fuoco le immagini. Apparivano sfuocate nella mia mente. Ma quella voce inconfondibile non poteva non appartenere a quella bestia che mi aveva spaventata a colazione!
“Umh… visto? Ti avevo promesso che saresti tornata da me.. Ebbene sì. Sei stata ingannata! Mio nipote qui presente sa fare bene il suo lavoro. Scommetto che ti ha conquistata, non è forse vero?” continuava a rivolgermi domande alle quali non ero in grado di rispondere…“scommetto che lo hai guardato negli occhi e subito hai sentito una scossa profonda…” era stramaledettamente vero. “e scommetto anche che la sua voce era come una melodia soave per te…” aveva azzeccato anche questa.!
“eh sì, signorina Bella. Noi sappiamo fare il nostro lavoro. Complimenti Ed!”
“Grazie zio, l’ho fatto con piacere!”
?!?!
Zio? Grazie? Piacere?
Cosa stava accadendo?
Non riuscivo a capire. Non poteva essere!
Lui mi aveva giurato che si sarebbe preso cura di me!
Me l’aveva promesso.
E in quel momento, una domanda mi affliggeva la mente.
“Ma… Edward Cullen che COSA era?”
Ad un tratto venni travolta da una verità raccapricciante.
Non conoscevo quel ragazzo. Non sapevo niente di lui e della sua famiglia.
E sempre in quel momento mi sentivo come se qualcuno fosse riuscito a scoppiare la mia bolla di sapone!
 
   
  
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