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Autore: kasumi    22/01/2012    1 recensioni
Questa storia inizia con la puntata “Il controllo” della quinta stagione, quando il Consiglio Degli Osservatori manda una squadra a Sunnydale per verificare se Buffy è in grado di sconfiggere Glory e per fornirle informazioni importanti riguardo la sua nuova nemica.
La fiction è una “What if”. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se Buffy si fosse alleata con i Cavalieri di Bisanzio e avesse distrutto la Chiave, invece che morire per proteggere Dawn.
Inoltre, nonostante la fic sia incentrata sulla coppia Spike/Buffy, mi piace immaginare che Spike possa aver avuto altre ragazze.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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--- Sayonara ---

 

Capitolo 11

 

 

«Come hai potuto tradire il Consiglio! Come hai potuto rendere vano il sacrificio di mia sorella?» Urlava Buffy, avanzando minacciosamente verso l’osservatrice. «Se per colpa tua Glory riuscirà ad aprire il portale e farà entrare nella nostra dimensione ogni genere di demone infernale, non te lo perdonerò mai!!»

Lydia arretrò spaventata con una mano davanti alla bocca e finì presto con le spalle al muro. La Cacciatrice la afferrò per le spalle e la scosse energicamente.

«Cosa state architettando tu e quella sgualdrina riccioluta? Parla!»

Lydia non poteva competere con la sua forza, perciò si difese come meglio poteva, dimenandosi e tirandole i capelli. Buffy urlò e la liberò dalla stretta ferrea.

«Non andarci giù troppo pesante. E' un'umana, ricordi?» disse Spike.

«Non ci credo. Non starai prendendo le sue difese?» Chiese una Buffy incredula.

«Voglio dire che sei abituata ad affrontare i demoni e forse non ti ricordi più come si affronta un essere umano. Una piccola donna fragile, per di più.»

«Ma sentilo! Vieni a darmi una mano, piuttosto!» Ribattè, girandosi verso di lui.

«Oh no! Non mi metterei mai in mezzo a voi due! E poi è troppo divertente starvi a guardare!»

Lydia approfittò del momento di distrazione e le si gettò contro, spingendola e facendo finire entrambe sul pavimento.

«Decisamente divertente!» Commentò il vampiro, godendosi lo spettacolo.

L’osservatrice graffiò l’altra ragazza sul viso. Questa rotolò e si posizionò sopra di lei, cercando di tenerle i polsi. Lydia le morse le mani.

«Argh! Maledetta!»

Buffy le diede uno schiaffo e Lydia le afferrò il viso tra le mani, spingendo per allontanarlo. Buffy si girò di lato cercando di sfuggirle e tentò nuovamente di afferrarle le braccia.

Fu allora che Lydia vide i segni del morso sul collo.

Si bloccò per qualche istante, sconvolta, e la spinse lontano da sé con tutta la forza che aveva in corpo.

«Ti ha morso!» Gridò verso di lei e rivolse a Spike uno sguardo terribilmente ferito.

Buffy si rialzò e si toccò la ferita sul collo, istintivamente. Non sapeva cosa dire a riguardo ed era inutile negare l’evidenza.

«Sei un illuso! Lei non ti amerà mai!» Gridò al vampiro.

Buffy era sconcertata dalla reazione della ragazza. Non aveva mai visto nessuno agitarsi tanto per lui. Capì che ne doveva essere veramente innamorata e provò pena per lei.

«Non ti conosce nemmeno!» Continuò.

«Certo che lo conosco!» La corresse Buffy «E’ un vampiro maledettamente cattivo, testardo, orgoglioso e rompiballe. Non può far del male perché ha un chip in testa che glielo impedisce e nel tempo libero guarda alla televisione “Passioni” e vecchi film horror.»

Non sapeva perché stava sostenendo quella strana discussione. Litigare con un’altra donna per Spike non aveva senso. Si voltò verso di lui e si stupì nel vederlo improvvisamente attento.

«Tutto qui?» Chiese Lydia.

«Beh. E’ stato fidanzato a lungo con una vampira schizzata ed ha ucciso due Cacciatrici. Ma cosa significa questo interrogatorio? A che gioco stai giocando?»

La ragazza ritrovò la calma e sorrise, improvvisamente sicura di sé. Buffy l’aveva descritto superficialmente, non come avrebbe fatto una persona innamorata, e quindi era una rivale meno pericolosa di quanto temeva. Pensava che sarebbe bastato renderglielo evidente e lui avrebbe desistito presto. Era pronta a scommettere che prima o poi si sarebbe stufato di correrle dietro come un cagnolino.

«Non hai colto nemmeno una briciola di quello che è.» Iniziò a spiegare Lydia. «Io so tante cose di lui perché ho fatto tante ricerche. Lo sapevi che ama la letteratura e la poesia? E che da umano passava il tempo a comporre poesie d'amore?»

Buffy guardò Spike con uno sguardo tra l’interrogativo e lo sconvolto.

«Ma non avevi detto che eri sempre stato cattivo?!»

«Oh, lui è diventato un mostro per colpa di Drusilla e Angelus.» Continuò l’osservatrice. «Tutto quello che voleva era solamente essere accettato e amato dalla sua nuova famiglia. E l'unico modo per essere amato da Drusilla era essere cattivo al pari di Angelus. Bastava mostrare un po’ di pietà e umanità, e lei delusa correva a tradirlo tra le braccia di un altro demone. Mi sbaglio?»

Buffy guardò il vampiro e, leggendo il dolore negli occhi chiari, provò delle fitte al cuore. Era tutto vero. Lydia sarà anche stata una sciocca ragazzina ossessionata dalle storie sui vampiri, ma aveva un animo molto sensibile e aveva visto delle cose in Spike che lei non aveva mai nemmeno immaginato, che non si era mai posta il problema di capire.

«Lui è unico, perché nonostante sia un vampiro senz'anima, è pieno di sentimenti ed è una persona molto sensibile. Così umano e così pieno di ardore in tutto quello che fa. La sua insolenza è solo un modo di difesa che usa per nascondere quella che lui crede sia la sua debolezza. Tutti lo vedono come un mostro, ma lui è solo un povero vampiro sentimentale. E quello che cerca in una donna, in fondo, è l’affetto che gli è mancato da quando ha perso la madre. Ma quell’amore e quella comprensione non lo troverà mai in te!»

Spike aveva gli occhi lucidi.

«Sono molto felice che qualcuno mi veda in questo modo. Per quello che c’è di buono in me e che ho tenuto sepolto per troppo tempo. Ma non starò dalla tua parte, Lydia. Io amo Buffy

Riuscì a dire con la voce tremante, visibilmente commosso.

«Lei metterà sempre la missione al primo posto!» Disse l’osservatrice, rivolta a lui questa volta. «Stai facendo di tutto per lei, per diventare migliore, per essere l'uomo che lei possa amare. La aiuti, le stai vicino, la appoggi e rischieresti la vita mille volte per lei. Ma scommetto che lei ti tratta solamente come la spalla su cui piangere o come il giocattolo sessuale per sfogare lo stress. Non si accorge nemmeno di quello che stai facendo per lei e ti sta soltanto usando. Tu meriti qualcuno che ti ami!»

La ragazza lo implorava, disperata. «Ti farà solamente soffrire!»

«Non ho nient’altro da dire.» Tagliò corto Spike.

«Bene. Nemmeno io ho qualcosa da aggiungere.» Disse Buffy con la solita risolutezza. Raggiunse il telefono dell’abitazione e compose un numero.

«Signor Giles? Abbiamo trovato la spia. Ci raggiunga in auto all’indirizzo che le detto.»

 

***

 

Lydia stava con le braccia conserte sulla sedia che le avevano gentilmente lasciato. L’avevano scortata fino al Magic Box e la tenevano prigioniera nella piccola palestra, con le manette ai polsi.

Nella sala grande, attorno al tavolino rotondo, sedevano come di consueto i membri della gang, discutendo come organizzare il da farsi. Spike gironzolava per gli scaffali, annoiato.

«Dobbiamo assolutamente fermare il rito.» Disse Buffy decisa.

«Eppure tutti i tentativi di interrogarla non sono andati a buon fine.» Disse Giles. «Non posso ancora credere che un’osservatrice abbia potuto tradirci.»

«Che cosa ha detto il consiglio?»

«Oh, Quentin ha detto che ci raggiungerà il prima possibile.»

«Dovrà pur avere un punto debole.» Suggerì Xander.

«Lydia

«Intendevo Glory. Come la criptonite per Superman.»

«Basterebbe conoscerlo.»

«Ho un’idea.» Propose Buffy «Potremmo minacciare Lydia di infierire sulle cose a cui lei tiene di più!»

«Cosa intendi?»

«Sapete, la nostra signorina ha una cotta per un uomo che si trova in questa stanza…»

Rivelò Buffy, con una strana luce negli occhi. Torturare un po’ Spike sarebbe stato divertente.

Questi sbiancò. (nota: lo so che è difficile immaginare Spike più bianco di come è, ma provateci lo stesso, ok?! XD)

«Oh, non sarò mica io? Chi l’avrebbe mai pensato!» Disse Xander, inorgoglito.

«Mi dispiace per te, ma la carta del vampiro dal fascino immortale batte quella del carpentiere dalle camicie stravaganti, idiota!» Corresse Spike.

Xander battè le mani sul tavolo e si alzò in piedi, offeso.

«Anya, dì qualcosa!»

«Spike ha ragione.» Ammise l’ex demone della vendetta.

«Che cosa?! – gridò Xander con voce stridula – Dovevi dire qualcosa per difendermi!»

«Ma tu mi hai chiesto cosa pensavo…»

«Potremmo chiedere aiuto ad un demone telepate.» Propose Spike, pensando a Juno.

«Vorrei evitare quei metodi per estrapolare informazioni, se è possibile. Li considero dei modi per violare la mente di una persona.» Disse Giles. «Il capo del Consiglio sarà qui presto e prenderà i provvedimenti opportuni.»

«In questo caso, visto che non vi sono più utile, me ne torno alla mia umile e polverosa dimora.» Annunciò Spike, infilando una radice di mandragola nella tasca dello spolverino.

 

 

Capitolo 12

 

 

Quando venne aperta la porta della palestrina, Lydia vide il suo mentore venirle incontro a braccia aperte. L’uomo la liberò dalle manette e la abbracciò.

In quei lunghi minuti in cui era stata rinchiusa si era sentita una bambina spaurita. Lasciata sola con il rimorso, con il dubbio di aver rovinato per sempre la sua vita e la sua reputazione. La visione di quell’uomo caro che veniva a liberarla la commosse. Quentin era per lei quello che Giles era per Buffy. Una guida e un padre. Scoppiò in lacrime tra le sue braccia.

«La sua iniziativa è stata grandiosa, signorina Lydia. Non avrei mai immaginato che avrebbe avuto il coraggio di infiltrarsi tra le fila di Glory per aiutarci a scoprire il suo piano.»

La ragazza non credeva alle sue orecchie. Si era aspettata grida di delusione e rimprovero, e invece riceveva elogi e comprensione. La Cacciatrice e Rupert se ne stavano vicino alla porta, confusi e senza parole.

«Sono sicuro che mi racconterà tutto quello che ha scoperto davanti ad una tazza di thè caldo.»

L’uomo aveva toccato il tasto giusto.

 

***

 

«Quindi Ben e la Dea Glorificus sono la stessa persona.» Disse Giles, pulendosi gli occhiali.

«Già. Ma Glorificus è prigioniera del suo corpo.» Precisò l’osservatrice, recuperata la compostezza.

Aveva deciso di esporre al gruppo tutto quello che sapeva. Se fosse tornata da Glory, questa avrebbe letto nella sua mente che il suo doppio gioco era stato scoperto dalla Cacciatrice e non l’avrebbe più voluta con sé. Perché rischiare, quando non aveva più bisogno di lei? La sola cosa che le interessava era il rito e tornare alla sua terra. Dall’altra parte, invece, l’osservatrice aveva l’occasione di essere riaccettata al Consiglio.

«Non si può cercare di far ragionare questo Ben?»

«Se intendete usare i metodi che avete usato con Lydia, siamo a cavallo.» Disse Quentin, seccato.

«Con Ben useremo dei metodi più persuasivi.» Disse Rupert.

«Con le buone maniere si ottiene tutto. Non è vero, signor Quentin?» Disse Buffy, pungente. «Correremo incontro a Glory e la abbracceremo, spiegando che la nostra dimensione non è così male per viverci e che potrebbe succhiare i chupa-chups invece che i cervelli umani.»

«Non tollererò oltre il suo comportamento! Ha usato la violenza contro la mia pupilla e ora osa parlarmi in questo modo! La sua sfacciataggine è pari alla sua stupidità. Si consideri fuori dai giochi, signorina Summers

«Sì, certo. Come pensa di affrontare Glory, senza la Cacciatrice?»

«Buffy, calmati!» Disse Rupert, mentre Willow le metteva una mano sul braccio.

«Io credo che Buffy ultimamente sia molto stressata e si comporti in modo strano. Ti prego di scusarla, Quentin.» Continuò, tra i due fuochi.

Buffy si alzò e si diresse verso l’uscita, senza dire una parola.

Willow si alzò e fece per seguirla, ma Xander la fermò.

«No, Will. Lasciala stare. Per come si sente adesso, credo che aggredirebbe qualsiasi persona che si troverebbe davanti. Lascia che si sfoghi a modo suo.»

 

***

 

Buffy ingurgitò tutto d’un fiato il contenuto del bicchierino e lo posò sulla panca di legno.

«Bleah!!» Disse, con la lingua di fuori.

Spike la guardava assai divertito mentre riempiva di nuovo il bicchierino con la sua bottiglietta di liquore.

«Così ora Lydia è l’innocente e io sono la cattiva, la pazza violenta, la stupida, disprezzata dal Consiglio e magari anche dai suoi amici.»

Bevve il bicchierino e fece seguire la smorfia di disgusto.

«Sono una fallita…» Disse, sconfitta, e si lasciò scivolare in avanti sulla panca, incrociando la braccia dietro alla testa.

«Beh, non puoi negare di esserti lasciata prendere un po’ la mano…»

Buffy si tirò su di colpo, guardandolo con i grandi occhi verdi spalancati.

«Anche tu! No, ti prego...»

«Lydia non è una cattiva ragazza. E’ solo confusa.»

Buffy fissò la panca per qualche istante, poi espresse la domanda che le girava per la testa da quando avevano lasciato la casa dell’osservatrice.

«Perché non hai scelto Lydia

«Come?»

«Ha ragione sul mio conto. Io non sono migliore di lei. Guarda la tua Buffy. E’ stupida ed egoista. E’ una persona incapace e violenta. Tu meriti qualcuno che tenga veramente a te, come lei. Qualcuno che ti ami. Io non sono più capace di amare.»

«Buffy…» Disse lui in un sussurro, toccato da quelle parole. «Lo sai che non è vero. Tu non sei questo. Io ti amo perché ho visto il meglio ed il peggio di te, e so che sei una donna straordinaria.»

«Ti sto solo usando. Mi sono aggrappata a te per non cadere nella depressione. Io… non avevo mai pensato a te per come ti vede lei. Ti ho sempre disprezzato e metterò sempre i doveri di Cacciatrice prima di te.»

«Mi sono mai lamentato?»

«Lei farebbe di tutto per te. Ti ama disperatamente.»

«Cazzo, Buffy! Io amo te! Non lo capisci?! Ogni momento con te è speciale ed equivale, anzi supera, dieci momenti con Lydia! E poi, sinceramente, la trovo noiosa e mi tratta come un oggetto di studio. Mi infastidisce essere trattato come un reperto archeologico vivente.»

«Lei ti conosce e ti capisce meglio di me.»

«Ma dai, perché ha spulciato sui libri il mio passato? Vuoi sapere del mio passato, eh? Vuoi sapere che razza di idiota mezza checca che ero, perché mia madre era iper-protettiva e mi teneva sempre chiuso in casa, credendo che in quel modo sarei stato al sicuro dai pericoli e dalle delusioni della vita? Col solo risultato di avermi cresciuto sotto una campana di vetro, timido ed ingenuo, inesperto per quando mi sono trovato davanti realmente a quei pericoli. Di quanto tenevo a mia madre e di quando l'ho vampirizzata per salvarla dalla malattia e portarla con me mentre mettevo a ferro e fuoco l'Europa? Di quando cinque minuti dopo mi sono accorto di aver creato un mostro e l'ho uccisa, mentre cercava di sedurmi? Oppure vuoi che ti racconti di come volevo essere accettato da quella strana famiglia di vampiri che, seppure “malata”, mi aveva dato uno scopo per cui vivere e mi aveva mostrato il mondo. Vuoi sapere come mi sentivo quando mi stancavo di essere cattivo e volevo solo stare con Drusilla in pace, ma lei appena intravedeva del buono in me, correva tra le braccia di Angelus o mi tradiva con qualche altro demone? Di come dovevo sopportare i suoi deliri tutti i giorni? O di come mi sentivo inferiore rispetto ad Angelus e lo odiavo e ammiravo allo stesso tempo? Di come lui mi umiliava e mi trattava come un ragazzino?»

«Oh, smettila ti prego!» Disse Buffy, mentre lacrime copiose le scendevano sulle guance.

«Mi dispiace per tutto quello che hai passato. Mi dispiace, veramente. Ma non meriti di soffrire per causa mia. Io non ti amo e ti farei solo altro male.»

«Mi fai soffrire quando mi cerchi e poi mi lasci, quando ti allontani da me. Mi fa esasperare questo tira e molla. Non capisco perché ti fai tutti questi problemi, perché non ti lasci andare del tutto. Siamo stati così bene in quei giorni a Roseville

«Oh, in quei giorni non avevamo preoccupazioni. Era una felicità irreale ed effimera. Ecco perché siamo stati bene. Ma non sarà mai più così. Ci saranno sempre problemi da affrontare.»

«E noi li affronteremo assieme.»

«Ti ho detto che non possiamo stare insieme.» Disse Buffy, alzandosi e avviandosi verso la porta.

«Devi pensare che ne valga la pena, altrimenti non guarirai mai dall’apatia sentimentale!»

La ragazza si fermò davanti all’uscio e si girò per guardarlo qualche istante, prima di andarsene.

«Non posso darti l'amore che meriti.»

 

Spike strinse i pugni. Lydia aveva maledettamente ragione. Buffy aveva preso tutto quello che lui poteva darle e poi lo aveva liquidato con un bell’ “arrivederci”. Ma non poteva farci niente. Era completamente perso per lei, assolutamente devoto. Ad un suo gesto, avrebbe camminato sui ceci per chilometri e avrebbe rischiato la vita, come se fossero le cose più naturali del mondo.

Eppure, nonostante quello che faceva per lei e quello che avevano condiviso, lei non lo amava. Provava qualcosa, ma non era quel tipo di sentimento intenso che sentiva per lei, che bruciava dentro di lui in ogni momento. Lo stava usando per svagarsi, e ora come una spalla su cui piangere, ma non si appartenevano.

Le parole di Lydia gli tornarono alla mente: “E non sai quanto questo mi faccia soffrire! Stringerti tra le mie braccia, esserti tanto vicina e non possederti”.

Capiva quanto l’osservatrice soffriva perché non poteva averlo.

Strinse i pugni maggiormente, fino a che gli fecero male.

 

 

  
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