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Autore: driu    24/01/2012    3 recensioni
-SOSPESA-
A quanto pare, non sono stata un abominio solo per i miei genitori, ma anche per le persone che mi circondavano. Mi guardavano tutti spesso e volentieri con diffidenza e timore, come se al posto delle braccia avessi avuto dei tentacoli. Ma per favore. Ero molto peggio.
Ero diversa.
Diversa da tutte quelle specie di veline con cui mi trovavo ad avere a che fare.
Diversa da tutte quelle persone superficiali e ipocrite che entravano nella mia vita.
Diversa nel sognare.
Diversa nel vedere il mondo.
Diversa, purtroppo, da tutto ciò che la mia generazione richiedeva e richiede tutt’ora per essere accettata nella comunità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov. Axel

La bambina corre. Non c’è una meta, corre e basta, solo per il gusto di sentire il cuore battere più veloce, il sangue scorrere impetuoso nelle vene, la terra che cede sotto i suoi passi, i polmoni colmi di aria fresca.

“Tesoro! Vieni dalla mamma!”

Si gira, ridendo affannosamente. Due profonde fossette le si formano ai lati della bocca. I candidi capelli le sfiorano le guance. Ma non ne vuol sapere di fermarsi, non ancora. Vuole divertirsi un altro po’ a farsi richiamare da quella donna, sua madre. Ma poi… frena, con gli occhi sbarrati. Una ragazza, molto simile a lei, le si para davanti, grondante di sangue.

“No…”

La bambina comincia a tremare, chiama ripetutamente la madre, arretrando.

“Amore, che succ… ODDIO! Vieni! Tesoro allontanati da li!”

La donna fissa terrorizzata la giovane che si trova dirimpetto la figlia, trascinando quest’ultima verso di se.

“Stai tranquilla, bambina mia, andrà tutto bene… la mia piccola Axel.”

La donna si allontana con la piccolina, rassicurandola.

La ragazza allunga un braccio. Emette un urlo muto…

Non riesce a raggiungerla. Poi un suono…

 

Driiin. Driiin.

Mi misi di scatto seduta sul letto, completamente sudata e con le lenzuola arrotolate a formare una palla di tessuto buttata ai miei piedi. Rimproveri interiori, rimorsi, rimpianti e ora anche gli incubi. Quando sarebbe finito quell’inferno? Mi passai stancamente una mano sulla faccia, forse per cercare di svegliarmi oppure, più probabile, con l’intento di scacciare via quei pensieri che mi continuavano ad assillare. Guardai torva la sveglia che non accennava a smettere di strillare come un ossessa e le diedi un colpo con la mano, facendola zittire. 7.00. Era arrivato, in fine, quello stramaledetto giorno. Girai la testa ancora incricchiata verso il comodino e notai la data: 4 novembre. Così tardi? Mio dio, avevo completamente perso la cognizione del tempo. Forse cominciare ad andare a scuola mi avrebbe aiutata a riadattarmi almeno un poco a quella che sarebbe dovuta essere la mia normale vita di adolescente, anche se non ci speravo più di tanto. Mi alzai dal letto stiracchiandomi e raggiunsi il balcone, dove scostai le finestre per sbirciare fuori: il mio disgustoso appartamento si affacciava su una vecchia ferrovia abbandonata; quando vidi l’ambiente per la prima volta, pensai subito che fosse il posto perfetto per un circolo di pericolosissimi spacciatori oppure il covo ideale per una possibile gang del paese, e forse non avevo tutti i torti. Ma nessuno, nessuno mi aveva mai dato fastidio… l’ho già detto che sono diversa dal resto dei miei coetanei, no? In quel momento, divertita, guardando il cielo coperto di nubi scure, feci una constatazione che mi colpì in tutta la sua verità: gli altri si poteva dire che mi temessero, avevano paura di me, dei miei atteggiamenti, del mio modo di rapportarmi al resto del mondo e, sinceramente, a me andava più che bene l’isolamento. Meno persone mi ronzavano attorno dandomi nient’altro che compassione, meglio era. E quel giorno, per la prima volta dopo quasi un anno di difficoltà, ritornavo come strisciando proprio in quel mondo.

 

Una mezz’ora dopo ero fuori di casa, dirigendomi a passo sostenuto verso l’edificio scolastico. Dei tuoni cominciavano a farsi sentire e qualche gocciolina già mi cadeva sui capelli lisci e castani. Quel giorno avevo optato per una maglietta nera piuttosto larga di Bob Marley, delle calze a rete ugualmente nere coperte solo al bacino da un paio di pantaloncini corti di jeans e, in fine, le mie Dr Martens a stivaletto. Si insomma, il mio normale abbigliamento. Sbuffai rumorosamente, provocando una grossa nuvola di nicotina che mi uscì dalla bocca per poi disperdersi nell’aria, quando sentii il vociare dei ragazzi provenire da dietro un’ampia curva a cento metri di distanza, segno che ero quasi arrivata a destinazione.

Axel, mi raccomando! Trillò una voce stridula dentro alla mia testa.

Almeno per oggi, cerca di non uccidere nessuno.

Sorrisi con quel sorriso che solitamente i miei genitori (o come si potevano chiamare quelle persone) temevano da morire, un po’ assassino ecco, e svoltai l’angolo, sicura.

 

Pov. Zayn

“Che cazzo di tempo di merda c’è?!”

“Oè Zayn! ‘ngiorno anche a te!”

Mi avviai sorridendo verso Louis e combriccola, tutti intenti (già alle otto meno dieci del mattino, tanto per puntualizzare) a strusciarsi contro un paio di ragazze particolarmente interessate al nostro giro. Al mio giro. Appoggiati al pick up di qualche sfigato che doveva essere lì intorno e che non aveva il fegato per dirli nulla, erano avvolti completamente da una nube di fumo che usciva dalle sigarette di ognuno di loro. Alla mia vista, si scostarono per lasciarmi lo spazio centrale del cofano su cui mi stravaccai circa 16 secondi dopo essere arrivato, osservando compiaciuto i gruppeti di ragazze che mi mangiavano con gli occhi, i ragazzi che mi guardavano bramando la mia amicizia e pregustandomi lo sguardo rispettoso che i professori mi avrebbero rivolto come sempre quando fossi passato per i corridoi di quella che potevo benissimo e senza alcun dubbio definire la mia scuola.

Merda! Che maleducato! Non mi sono neanche presentato! Io sono Zayn Malik e sono il ragazzo più popolare dell’intera Holmes Chapel. Questa semplice frase secondo il mio punto di vista dovrebbe già rendervi l’idea di come sia la mia vita, ma nel caso in cui a qualcuno di voi servano più approfondimenti, allora vi accontenterò subito: oltre ad essere invidiato dai tre quarti della cittadina, i miei genitori sono degli imprenditori molto ricchi e molto impegnati che mi lasciano casa libera più o meno otto mesi su dodici. Come vi dicevo, molti bramano anche solo il mio saluto e farebbero di tutto per ottenerlo, ma quelli che posso considerare i miei migliori amici sono Harry, Liam e Louis. Il primo l’ho conosciuto ad un merdosissimo corso di teatro al quale i miei genitori mi hanno costretto ad andare circa un anno fa (ovviamente smisi dopo neanche una settimana) e dove stringemmo subito amicizia; l’ultimo era il fratello di una ragazza con cui mi ero messo un migliaio di anni fa e che adesso dovrebbe trovarsi in qualche punto non ben definito dell’Africa (per lavoro) e per quanto riguarda Liam, bhè, semplice: siamo compagni di classe.

“Ehi Zayn, che facciamo questo pomeriggio?” Mi chiese Louis, mentre con una mano reggeva il mozzicone di sigaretta e l’altra era impegnata a massaggiare i glutei di una delle ragazze.

“E io che cazzo ne so! Certo che se per una stramaledettissima volta prendeste voi l’iniziativa non vi farebbe male a quei gabinetti che chiamate cervelli! Dissi pigramente, prendendo nel frattempo una ragazza e facendomela sedere sulle ginocchia.

“Uff e va bene! Pensavamo a qualcosa come andare alla solita discoteca verso… le cinque?” Propose timidamente Harry.

“Si, e magari prima divertirci un po’ a ficcare la testa di quel merdoso biondino nel cassonetto!” Annunciò Liam con gli occhi che brillavano per l’eccitazione.

“Bho… si dai, si può fare.” Acconsentii pensieroso stringendo tra le mani le cosce della ragazza che avevo tra le braccia. Con la coda dell’occhio vidi Harry irrigidirsi e lo sentii farfugliare subito dopo un

“Ah… ehm scusate ma non mi ricordavo che sono in punizione e mia mamma non mi fa uscire.”

“Fanculo Harry! E in punizione per cosa, sentiamo.” Sbuffai cominciando ad irritarmi.

C-cioè io, ecco…” non riuscì a formulare la frase che fu interrotto da un “Guardate! E quella chi cazzo è?!” di Louis.

Ancora più incazzato per l’interruzione mi voltai spingendo via la ragazza che ormai si era installata sulle mie gambe e mi voltai, pronto a prendere a calci Louis per aver parlato a sproposito, come era solito fare. Una ragazza, mai vista prima, marciava a un centinaio di metri di distanza da noi verso l’entrata della scuola. I suoi occhi lampeggiavano e lanciavano saette a chiunque si avvicinasse per salutarla e chiederle chi fosse, facendolo arretrare. Camminava a testa alta, ondeggiando il corpo lungo e le gambe snelle, sbuffando grandi quantità di fumo in aria.

“Ma questa?” Sussurrai, riducendo gli occhi a due fessure per osservarla meglio.

“Qualcuno di voi la conosce?” Chiese titubante una delle ragazze.

“Shh!” Girai la testa di scatto lanciandole un’occhiata omicida, facendola tremare, per poi tornare ad osservare la nuova arrivata, che ormai passeggiava tranquillamente a non più di una decina di metri di distanza.

“EHI! Bel culo!” Urlai con un ghigno, provocando risate di ilarità in più o meno tutto il parcheggio. Incerta, rallentò il passo, forse per assicurarsi del fatto che mi stessi effettivamente rivolgendo a lei. Per toglierle del tutto il dubbio, le dissi ancora

“Si, tu con le gambe da ballerina erotica!”

La ragazza si arrestò del tutto, voltando lentamente la testa verso di me, che rimanevo immobile sogghignando, ancora appoggiato al pick up. Improvvisamente, cambiò rotta e invece che puntare all’ingresso della scuola, si diresse verso di noi. Sentii provenire da Louis un “Oh-oh Malik, questa ti fa male.” e da Harry “Mmm sbattitela per bene amico!”, mentre le ragazze con noi si atteggiavano da troie personali; io intanto mi raddrizzai, con un sorriso arrogante stampato in faccia. La ragazza mi si fermò a pochi millimetri dalle labbra, piantando i suoi occhi marroni nei miei. Mi scrutò un attimo, il che mi fece innervosire, ma non lo diedi a vedere più di tanto. In fine, prendendomi la sigaretta dalle mani e buttando via la propria, mi si avvicinò ancora di più, fino a sfiorarmi con i denti il lobo dell’orecchio destro, e in un soffio mi disse “E tu chi saresti, Topo Gigio?” Mentre ancora spiazzato cercavo di elaborare un insulto degno di quella domanda insolente, lei girò i tacchi ed entrò definitivamente nell’edificio, lasciandomi li fuori come un baccalà, con ancora la bocca dischiusa e gli occhi strabuzzati. Udii un chiaro “Ahia…” provenire da Liam e, guardandolo con odio, mandai la maggior parte delle persone in quell’orrendo parcheggio al diavolo ed in poche falcate entrai a mia volta a scuola.

 

Pov. Axel

Mmm complimenti per l’ottimo sforzo a socializzare!

Ancora quella stupida vocina nella testa. Ma cos’era?! Una sorta di coscienza?

Si ehm ascolta, facciamo che io mando al diavolo chi mi pare e piace e tu non mi rompi le palle, ci stai?

Sbuffando tra me e me entrai in classe, proprio quando la prof stava per chiudere la porta.

“O ciao! Tu devi essere la ragazza nuova, Axel, giusto?”

Mi chiese allegra. Che cazzo hai da essere allegra, strega? Avrei voluto dirle, ma mi trattenni. D'altronde, non era colpa sua se la mia vita faceva schifo.

“In persona.” Le porsi la mano accennando ad un sorriso che probabilmente uscì come una linguaccia.

“Bene! Accomodati pure, io arrivo tra un momento e ti presento alla classe.”

Mi diressi svogliatamente vicino alla cattedra e osservai uno per uno gli occhi stupiti che mi osservavano, fino ad incontrarne un paio famigliari… ottimo, era uno di quelli che facevano da zerbino a Topo Gigio nel parcheggio, uno con i capelli riccioli e la faccia angelica ma, già me lo sentivo, con un animo da stronzo.

“Ehi, ma guarda chi c’è! Senti, una curiosità: quanto vuoi all’ora? No perché immagino che con il corpo da urlo che ti ritrovi non devi essere esattamente economica, dico bene?” La classe scoppiò in una risata fragorosa, mentre il riccetto mi guardava con aria di sfida. Io gli sorrisi amorevolmente.

“Come ti chiami, tesoro?”

“Harry, amore.”

“Harry… capisco. Ascolta Harry, vieni qui un attimo, che ti devo dire una cosa.”

“No dai, vieni tu, che devo risparmiare le forze per utilizzarle dopo con tua madr…”

Mi fiondai verso di lui e, piantando gli occhi nei suoi proprio come avevo fatto con il suo amichetto poco prima, gli sussurrai con un filo di voce ma che avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene anche ad un puma affamato

“Ascoltami molto attentamente: stai attento a quello che dici, stai attento a quello che fai con me. Tu non mi conosci minimamente, e se non vuoi presentarti a scuola domani con gli attributi legati al collo, non rompermi i coglioni, è chiaro? Non hai la più pallida idea di quello che sono capace di fare al genere di persone come te. Potresti non rivedere mai più il tuo fidanzatino, mi sono spiegata?”

Lui deglutì rumorosamente ed io, con uno scatto, ritornai a recuperare la borsa che avevo abbandonato di fianco alla cattedra. Il resto della classe guardava il presunto Harry in attesa di una sua risposta a tono che non arrivò.

“Okay ragazzi, eccomi qua! Avete già fatto conoscenza con Axel?”

“Ma si, diciamo così prof.” Risposi io per loro, che si erano ammutoliti.

“Bene, allora direi di iniziare la lezione, accomodati pure Axel.”

Liquidandomi così la professoressa iniziò la lezione, mentre io mi diressi verso l’ultimo banco in fondo, senza persone a fianco, e mi accomodai, puntando gli occhi sulla nuca di Harry e pronta a torturarlo per il resto dell’ora lanciandogli delle occhiate perforatrici.

 

 

Pov. Harry

“Voi non mi state ascoltando, vero?! Merda Zayn! Almeno tu! Quella ragazza mi ha minacciato!”

“Uuuh paura! Cristo santo Harry Tira fuori le palle! Che ti succede? Ti ha minacciato una ragazza, cazzo! Una fottutissima ragazza! Io le uso di notte e le butto via il giorno dopo, e tu non sei in grado di tirarle un ceffone e zittirla con la tua virilità?!” Mi rispose Zayn alzando di un ottava la voce, facendo voltare tutti nella sala della mensa.

“Tu non sai con che tono mi ha minacciato, Za! Sembrava volesse seriamente uccidermi! Credimi, è una psicopatica!”

“Okay Hazza, se ti fa sentire più tranquillo, finita la scuola usciamo io, te Liam e Louis, ti mettiamo un pannolino e poi andiamo ad affrontare faccia a faccia questo mostro di ragazza, okay? Ora levati dalle palle però, che mi hai seccato più che a sufficienza!”

Così dicendo, mi diede una manata facendomi arretrare e tornò a concentrarsi sulla bocca di una tizia del primo anno.

“Ma vaffanculo.” Mormorai, allontanandomi furente. Perché ogni volta mi trattava così? Dopotutto, rientravo nella cerchia dei suoi migliori amici e anche io lo consideravo tale… forse. No, con Zayn era tutto più complicato: mi sentivo in obbligo a sottostare alle sue regole e non a comportarmi come… Harry. Non riuscivo a dirgli neanche il mio più grande segreto, quello che mi tenevo dentro da così tanto tempo! Con chi mi sarei potuto confidare se non che con il mio migliore amico? No, non andava affatto bene così. Mi fermai di scatto e feci retromarcia tornando da lui. Appena mi vide riavvicinarmi, si alzò, pronto a mandarmi al diavolo con qualche insulto pesante, ma io lo precedetti

“Ascolta Zayn, io non ce la faccio più. Oggi non sarò in vostra compagnia, ma stasera, alle otto, possiamo trovarci almeno per dieci minuti in piazza? Ti devo parlare ed è piuttosto importante.” Dissi tutto ciò con la massima serietà e lui si accorse che doveva trattarsi di qualcosa di fondamentale per me, così si limitò ad annuire e allontanarsi dalla tavola, pronto per andare in classe.

 

Pov. Liam

“Ehi tu! Dove pensi di andare?” Con un ghigno Zayn apparve da un angolo ed affiancò la ragazza (Axel, da come ci aveva detto Harry), fermandola con un braccio.

“Che c’è, Gigio, l’amichetto qui è venuto a nascondersi sotto la tua gonna perché gli ho fatto tanta paura?” Rispose con sguardo di sfida e imitando la voce di un poppante spaventato, scrollandosi Zayn di dosso e voltandosi dall’altra parte, consapevolissima che saremmo spuntati tutti noi. Però, quella ragazza doveva essere stata una macchina nella vita precedente.

“Ah, complimenti, una ragazza contro quattro conigli. Non avete un’opinione molto alta di me, o sbalglio?” Aggiunse, ironica.

“No, bhe, vedi, il fatto che tu venga qui e assumi il ruolo di capobranco sfascia minchia non mi sta affatto bene, quindi vedi di cambiare atteggiamento, o ti convinco io.” Disse minaccioso il mio amico, ignorando il suo secondo commento e riafferrandole il polso per sbattersela violentemente sul petto. Ero piuttosto certo che non le avrebbe fatto del male, ma Zayn era davvero un tipo imprevedibile, così aggiunsi

Ti conviene ascoltarlo, bellezza, non si sa mai!”

Lei non mi considerò neanche e, mentre noi ci avvicinavamo a mò di semicerchio (prima io, poi Louis, in fine Harry ed in mezzo Zayn abbarbicato ad Axel), gli sibilò all’orecchio:

“Lasciami andare.”

“Altrimenti?” Rispose lui, beffardo, stringendo la presa. Lei rimase immobile e lo osservò a lungo, senza dire una parola. Improvvisamente, con un gesto fulmineo si sciolse dalla presa e gli tirò una ginocchiata dritta in pancia. Zayn si piegò in due allontanandosi strizzando gli occhi per riprendersi, ed in quel momento vidi Harry avvicinarsi alla ragazza furibondo, tirandole uno schiaffo che la sbalzò completamente a sinistra. Lentamente, Axel si portò una mano alla guancia e girò la testa verso Harry, che la guardava minaccioso, mentre Zayn si avvicinava a grandi falcate.

“T-tu sei un pazzo.”

“Non azzardarti a dire una parola, chiaro?!” Urlò il riccio. Zayn la afferrò per un braccio e glielo stortò dietro la schiena, facendole strizzare gli occhi per il dolore.

“Zayn…” mi azzardai a dire io, ma Louis mi mise una mano sulla spalla intimandomi al silenzio.

Non fare mai più una cosa del genere, mai. Complimenti, sei arrivata qui da neanche un giorno e ti sei già fatta dei nemici.”

“E che nemici.” Rispose lei arrogante. Quella ragazza mi affascinava. Nessuno aveva mai osato tener testa a Zayn così a lungo. Questo la lasciò andare e, guardandola in cagnesco, ci fece un segno per dirci di seguirlo e ci allontanammo. Prima di svoltare l’angolo, lanciai un’ultima, breve occhiata a quella strana creatura, che ricambiò lo sguardo. La differenza era che il suo era carico di odio e rancore.

 

Pov. Harry

19.45

 

Ciao piccolo, ci vediamo domani, d’accordo?”

“Si… non vedo l’ora. Ah, voglio che tu sappia che apprezzo davvero quello che stai per fare. So che per te è molto difficile affrontare Zayn, ma credimi: è la cosa giusta.”

“Lo so, lo so. Zayn mi accetterà se è davvero mio amico.”

“SI, ma se non lo fa, vuol dire che la tua vita diventerà un inferno per colpa sua!”

Riflettei un attimo sulle parole che mi aveva detto il biondino, il MIO biondino, e in fine risposi, sorridendo

“Per te, correrò il rischio.”

Niall mi guardò con un’espressione impenetrabile e, senza dire una parola, mi afferrò il bavero della camicia facendo scontrare le sue labbra con le mie. Chiusi gli occhi e mi godetti quel dolce contatto, seguendo il profilo della sua mascella con una mano, i contorni delle sue spalle con l’altra, non desiderando niente di meglio dalla vita. Mi staccai leggermente, poggiando i palmi sul suo torace, e sussurrai

“Devo andare…”

“Vai… grazie per oggi… per avermi avvertito dell’ ”agguato” da parte dei tuoi amici.”

“Ma figurati.”

Così dicendo, presi la strada per la piazzetta, alla quale sarei dovuto arrivare nel giro di pochi minuti. Guardai il cielo: le nuvole si stavano diradando per lasciare spazio ad un cielo ormai quasi nero, segno che le giornate si stavano accorciando sempre di più. Puntai gli occhi verso una palazzina con le mura scrostate che si affacciavano su una ferrovia abbandonata. Chi avrebbe potuto mai vivere in un posto così triste? Ripensai ad Axel, quella troia che mi aveva così tanto fatto incazzare. Non sapevo nemmeno io perché l’avevo colpita, forse per vedere negli occhi di Zayn un briciolo di approvazione e orgoglio… no, la verità era che quella ragazza aveva toccato un punto debole della mia personalità dicendo “Potresti non rivedere mai più il tuo fidanzatino, mi sono spiegata?” Come diavolo faceva a saperlo?! Alla fine, comunque, non ero poi così pentito di averle tirato uno schiaffo. Se lo meritava. La odiavo, con tutto me stesso, probabilmente per quel suo coraggio e faccia tosta che anche io avrei ardentemente voluto avere.

L’aria che mi sfiorava la pelle era gelida, istintivamente mi portai una mano sulla faccia per coprirmi da un po’ di sabbiolina che mi entrava negli occhi e con il pollice mi sfiorai le labbra. Chiusi gli occhi e riportai alla memoria tutti i baci rubati, le notti d’amore, il desiderio insaziabile di lui che avevo dovuto contenere per timore del giudizio pubblico. Ma adesso basta. L’unica cosa importante, per me, era il mio Niall.

“Wellà! Frocio! Come te la passi?”

Mi bloccai di colpo, il sangue gelato nelle vene ed un senso di terrore nelle ossa. Come mi aveva chiamato? Perché?

“S-scusa?”

“Non fare lo stronzo! Ti abbiamo visto prima mentre infilavi la lingua nella bocca del biondo!”

“N-non sono affari vostri…” Balbettai (perché balbettavo poi?! Ovvio, perché mi stavo paralizzando dalla paura), cercando di recuperare un po’ di coraggio e dignità di fronte a quei tizi dall’aria molto più che pericolosa.

“Ma certo che sono affari nostri! Perché, vedi, anche noi ogni tanto ci vogliamo divertire un po’, e tu… tu sei così carino…” Disse uno dei tre, sfiorandomi la guancia con la mano.

“Non mi toccare!” Protestai in un sussurro, arretrando per sottrarmi al contatto. Scappa Harry! Cosa fai lì impalato?! Scappa!

Ahh il buon senso. Ma in quel momento, il mio cervello non era propriamente collegato ai muscoli, tanto meno a quelli delle gambe. Così tentai di fare un passo in dietro…

Caddi.

Mi vennero addosso.

Mi trascinarono in un vicolo buio, tappandomi la bocca.

E fu la fine.

-Vi prego, portatemi dal mio Zayn- fu l’ultimo pensiero sensato.

 

 

Ed ecco a voi il nuovo capitolo e primo capitolo!

Prima di tutto, voglio assolutamente ringraziare per recensione/seguimenti(?)/preferiti directioner4life, The white soul, DemzCarrots, ale_sunshine, marthine, sam_91 e un grazie speciale a nevaeh che mi ha scritto una recensione BELLISSIMA, proprio di quelle che piacciono a me hahahah J GRAZIE MILLE a tutte, davvero!

Per quanto riguarda il capitolo, sono abbastanza soddisfatta di questo e soprattutto sono felice di averlo reso così lungo! Lo so, ci ho buttato dentro un po’ di cose ma mi sembrano messe giù in modo abbastanza chiaro!

In fine, oltre ad esortarvi (come sempre d’altronde!) a dirmi cosa ne pensate, spero continuerete a seguirmi! Un bacione a tutte e passate una buona giornata!

Andrea

  
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