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Autore: lazybones    24/01/2012    19 recensioni
Frank temeva i discorsi con Gerard. Erano sempre un po’ strani, e ora era troppo assonnato per difendersi brillantemente da ogni possibile attacco che Gerard avrebbe potuto sferrare alla sua autostima.
Quindi decise di chiudere gli occhi, rannicchiarsi di più in modo che il suo piede non sfiorasse minimamente Gerard e impedirgli di ricordargli di essere al suo fianco.
Ma si sentiva tremendamente osservato, quindi aprì di nuovo gli occhi e incrociò inevitabilmente quelli di Gerard.
Bene, si era dato una pedata sui coglioni da solo. Ora erano cazzi suoi.
- Che c’è? – sospirò, guardando Gerard con gli occhi gonfi di sonno e non del tutto aperti.
- Sono sotto stress. – confessò Gerard, esageratamente cupo. Problemi da diva. - Ho bisogno di un modo per scaricare la tensione. – mormorò. A Frank passarono davanti agli occhi l’ultima decina di concerti, spesi a flirtare con Gerard sul palco come se fossero decisamente poco etero. Non se l’era mai domandato, ma forse a Gerard non bastavano gli strusciamenti.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, ULTIMO CAPITOLOOOOOO! *sospiro di sollievo generale* 
Here we are bitches! (?) <3 (sì, sono gasata.)
Volevo ringraziare come prima cosa le dolci donzelle che hanno recensito l'ultimo capitolo con parole dolci e amorevoli, I freakin' love you! 
Ringrazio anche coloro che hanno recensito i capitoli precedenti, coloro che hanno aperto la mia FF anche solo per sbaglio (siete fighi) e coloro a cui ha fatto schifo e non mi hanno insultata nelle recensioni, avete un gran cuore. c':
Non c'è molto da dire su questo capitolo. Ah, sì. E' UN PO' TRISTE. Ma vabbè oh, non sto qua a farvi spoiler sennò mi smerdo da sola. 
Ah, quella qui sotto è la lettera di Gerard a Frank, quella che era allegata (?) al cagnolino e che non voleva che Frank leggesse di fronte a lui PERCHE' SONO DUE CHECCHE. E' piuttosto dolce, quindi chi ha problemi di diabete ci potrebbe rimettere la vita, vi avverto. DA LEGGERE CON CAUTELA. 
Basta, mi levo dai coglioni, una volta per tutte. c':

...
...
...
Balleee! Sto già scrivendo un'altra FF (HA!) dal punto di vista di Gerard, non ha niente a che fare con questa, quindi da questo lato SI', MI LEVO DAI COGLIONI DAVVERO però boh, se vi va di leggere altra roba mia sapete dove trovarmi ;D (in giardino a casa tua) 
Bastaa, mi sto dilungando D: vi lascio a leggere l'ultimo capitolo, come sempre siete pregati di lasciare una recensione dopo il segnale acustico del vostro cervello esploso per la troppa merda appena letta <3
Con ammorre
Kathy G
P.S.: sabrinasabrina sopravvivi! <3








 
Murder Scene

 

Ehi Frankie,
forse una lettera non te l'aspettavi da me. Forse mi facevi meno patetico, e cazzo, sto perdendo punti così, lo so, ma ci sono cose che non riesco e non riuscirò mai a dirti. Sono alle prese con un'altra notte insonne, e non è colpa degli attacchi di panico, è colpa tua che russi come un orso in pensione, stravaccato in laterale sul letto in modo da non lasciarmi nemmeno una piazza intera. Vaffanculo. Ti sveglierei e te lo direi ma devo ammettere che sei piuttosto adorabile, e poi so che cominceresti a starnazzare quindi preferisco lasciarti al tuo ambiguo mondo di sogni dove LO SO CHE CI SONO ANCH'IO, proprio ora stai mormorando il mio nome. Te l'ho mai detto che parli nel sonno? Ora lo sai. Non sotterrarti, in realtà è una cosa carina. Qualsiasi cosa tu faccia è carina, anche quando ti soffi il naso sei arrapante. Non sei mai detestabile, a dire il vero. E non ascoltarmi quando mi incazzo, perchè ogni singola parola che pronuncio quando lo sono non la penso mai davvero. Mi scappano. Le parole mi scappano troppo spesso, forse per questo scrivo così tante canzoni. E ce ne sono centinaia che ho cestinato perchè dico troppo. E quando è il momento di dimostrarti che a te ci tengo non ci riesco mai, perchè ho paura che una tua parola possa uccidermi e squartarmi. Sei uno dei pochi che ci riuscirebbe. E ho perennemente paura che tu non ci tenga a me quanto io ci tengo a te. Quindi te lo scriverò qui, perchè non potrò vedere la tua smorfia di disappunto quando lo leggerai.
Ti voglio bene. Sei una delle poche cose che contano, e non sto parlando del sesso, quella è l'ultima cosa. Ci sono centinaia di motivi per adorarti, ti ammiro in tutto, vorrei avere il tuo carattere, il tuo talento, la tua faccia adorabile. Invece sono in un corpo freddo e inespressivo, deprimente per chi lo guarda, figurati per me che lo vivo. Vorrei essere più limpido, vorrei che non servisse scrivertelo qui su una lettera che ti voglio bene, vorrei che i sentimenti trasparissero dai miei occhi invece ho costruito un cazzo di muro tanto tempo fa e non sono riuscito ancora a demolirlo. Ci sto provando. E nel frattempo devo solo sperare che tu non fraintenda le mie espressioni spente, che tu non ascolta le mie parole quando non vorrei pronunciarle, di averti ancora accanto quando tutto il resto non ci sarà più. 
Ecco, tutto qui. Cazzo, che rottura di palle, vero?
Ah, Buon Natale. Spero che il cane ti piaccia. Se non ti piace... okay, è fuori discussione che non ti piaccia. Lo so che adori i cani, ogni tanto ti ascolto quando blateri le tue stronzate. Lo sto facendo anche adesso, che stai dicendo qualcosa riguardo il mio cazzo. Che mente malata che hai, Frankie. 
Guarda meno porno.
Gee
 
 
Avevano ripreso con il tour, i soldi arrivavano sempre più numerosi, le camere di hotel diventavano sempre più di lusso, e i ragazzi cominciavano a viziarsi non poco.
Specialmente Gerard.
Fra tinte, trucchi e vestiti stava diventando sempre più diva e di conseguenza odioso e irritante.
E Frank era triste, perchè aveva smesso di far parte del suo piccolo universo, ora che si era ampliato e valorizzato. La lettera lo aveva fatto sentire un po' meglio, certo, ma non era abbastanza.
Frank era troppo poco per Gerard, lo sapeva.  
Se ne rendeva conto ogni volta che andava nella sua stanza d'hotel anche solo per parlare e trovava mutandine e reggiseni ovunque. 
La lettera che gli aveva scritto era irrivelante, perchè lo considerava solo un amico, e a Frank andava stretto quel ruolo.
Non andavano più a letto insieme, ma a volte era di gran lunga meglio stare svegli a parlare abbracciati per farsi compagnia a vicenda.
Il problema era che succedeva piuttosto raramente, dato che la maggior parte delle volte Gerard si ritirava subito dopo il concerto nella sua stanza di hotel con una ragazza o due e tutto ciò che si sentiva per i corridoi silenziosi erano le loro urla che lasciavano ben poco all'immaginazione. 
A volte a Frank venivano i complessi di non essere stato abbastanza bravo a letto, di non averlo soddisfato davvero, altrimenti quale altra spiegazione c'era?
Perchè diamine Gerard non lo voleva più?
 
Faceva freddo quella sera. 
Gerard era appoggiato al muro e Frank seduto sui gradini di quel posto abbandonato, entrambi a fumare senza proferire parola.
Frank guardava il fumo delle loro due sigarette mischiarsi, e sperava che fossero le loro labbra, ma andare avanti a seghe mentali non serviva a niente. 
- Sai, Frank. - sbuffò Gerard, soffiando fumo fuori dalle labbra, - Ho conosciuto una ragazza. - 
Una piccola esplosione all'altezza del petto fece sussultare Frank.
- E' bellissima... siamo andati a letto insieme, è uno schianto. Si chiama Eliza. - Eliza. Quella dei messaggi, cazzo, - E' pure parucchiera quindi che vuoi di più? Mi farà la tinta ogni fottutissimo giorno a gratis, questo è il massimo. -
Forse si aspettava una risatina di Frank, ma a dire il vero nemmeno lo stava guardando, faceva vagare gli occhi verdi attraverso la coltre di fumo, osservando il paesaggio lì intorno, che sembrava avvolto a sua volta dal fumo e isolato dal resto del mondo. Una scena ben organizzata per sacrificare il cuore di Frank sull'altare di una parucchiera. 
- Mi piace davvero. - disse infine Gerard, e il suo sorriso si spense, facendo acquisire più autenticità alla frase. Autenticità che non aveva mai dimostrato quando si trattava di Frank, o meglio, che aveva sempre fatto finta di non saper dimostrare quando si trattava di Frank, - Credo di esserne innamorato. - 
Frank si strinse le ginocchia al petto, quasi cercando di tenerne i pezzi tutti assieme, e cominciò a tremare. Non per il freddo. 
Cominciò a tremare perchè il suo cuore, per mano con la sua anima, lo stava facendo, diventando sempre più freddo e agonizzante.
- Quindi credo che non dovremmo più fare sesso o fare altre cose che non siano da amici. - concluse Gerard, gli occhi verdi che guardavano Frank, inespressivi, indifferenti alla sua morte. Stava morendo dissanguato, davvero. L'accoltellata finale era arrivata, dritta al cuore, squarciandogli l'anima che vi si era parata di fronte. 
Non c'erano medicinali per sistemare il tutto, solo una persona, la stessa che ora lo stava assassinando. Come si poteva amare il proprio uccisore? Come si poteva continuare a vivere senza un cuore e senza un'anima?
Gerard aveva strappato i macchinari che lo tenevano in vita, e tutto ciò che restava ora a Frank era la speranza che un giorno arrivasse con una misera flebo a farlo sentire di nuovo vivo, a rivolgergli un minimo sorriso e qualche parola buttata là. Ma forse quando sarebbe arrivato il sangue avrebbe già abbandonato tutto il suo corpo e non sarebbe servito più a niente cercare di aiutarlo. Sarebbe stato troppo tardi e il suo viso non avrebbe più scosso il suo cuore inerme.
- Non mi dici niente? - domandò Gerard, inginocchiandosi di fronte a lui, sullo stesso gradino, e avvicinando il viso al suo per osservarlo. 
Frank si rispecchiò nei suoi occhi verdi, e ci vide i suoi, colmi di terrore. Si chiese se avrebbe mai avuto Gerard così vicino dopo quella conversazione, se ne valeva la pena di dargli un ultimo bacio, demolendo ogni possibile rapporto sopravvissuto alle bombe che aveva sganciato finora.
Amarlo non era bastato.
- Sono felice per te. - sussurrò Frank, sparandosi da solo una pallottola dritta al cervello. 
- Grazie, Frankie. Ti voglio bene, lo sai. - mormorò Gerard, baciandogli la guancia con un bacio morbido prima di alzarsi e andarsene via, trascinandosi dietro tutto ciò che teneva in vita Frank.
Frank rimase a fissare il suo assassino allontanarsi, nella sua pozza di sangue, e aspettò per ore, forse giorni, che il suo cuore smettesse di battere, ma non successe. 
Perchè la speranza che un giorno il suo uccisore potesse tornare in vesti di salvatore lo costringeva a continuare a pulsare sangue finché ne sarebbe valsa la pena di vivere perchè in fondo adorava sentire gli aghi ficcarsi nelle sue vene. Perchè in fondo adorava sentirsi vivo.
  
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