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Autore: LadyBones    26/01/2012    2 recensioni
Questa storia parla di Seeley e Temperance; due persone completamente normali intente a vivere vite diverse ma che per un caso fortuito si ritrovano improvvisamente uno di fronte all'altra. Cosa riserverà loro ancora il destino?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È una fresca serata di primavera. Le luci illuminano la città mentre una lieve brezza si alza scuotendo la verde chioma degli alberi.
Seeley cammina lentamente lasciando che il vento gli accarezzi la pelle. Indossa un paio di jeans e una semplice camicia nera. Nulla di particolare, non voleva darle un'impressione sbagliata.
Ed ora eccolo lì davanti alla porta di casa sua. Una leggera ansia inizia ad impadronirsi di lui, ma la scaccia prepotentemente prima di bussare.
Sente dei rumori provenire dall'interno quindi istintivamente fa un passo indietro.
La porta lentamente si apre scoprendo una Temperance più bella del solito. Anche lei ha optato per un abbigliamento semplice. Jeans e una camicetta lilla. I capelli lasciati sciolti sulle spalle.
“Ciao..” le sussurra debolmente.
“Ciao..” ricambia il saluto per poi chiudere velocemente casa e avviarsi lungo il vialetto.
“E' una bella serata non trovi?” Seeley cerca di rompere il ghiaccio.
“Si lo credo anche io. Allora dove andiamo?” gli chiede incuriosita.
“Ho prenotato un tavolo in un ristorante italiano qui vicino..mi hanno detto che è il migliore della zona..” afferma fiero di sé.
“Perfetto..” asserisce Temperance alzando il passo superandolo.
Lui la guarda camminare sicura di sé sorridendo debolmente. No, non sarebbe stata affatto una semplice serata e questo lo incuriosiva parecchio.
“Ehi aspetta! Di questo passo riuscirai a vincere la prossima maratona!” afferma raggiungendola.
“Non capisco che cosa voglia dire!” ribadisce voltandosi a guardarlo ma senza rallentare il passo.
“Vuol dire che possiamo anche camminare lentamente non ci corre dietro nessuno..” la rassicura sorridendole.
“Va bene come vuole..” scrolla le spalle rallentando.
“Grazie gentile da parte tua!” le risponde strappandole per la prima volta un sorriso.
Continuano a camminare in silenzio l'uno accanto all'altra scrutandosi a vicenda alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarli ad inquadrare la persona accanto.



Una volta arrivati a destinazione si fanno strada all'interno del locale. Un ambiente molto colorato, caloroso ma non molto intimo. Il ritrovo perfetto per amici e famiglie.
Una giovane cameriera li accompagna al loro tavolo posizionato in un angolo della sala vicino alla vetrata che si affaccia sul giardino retrostante.
Restano per alcuni minuti in silenzio intenti a contemplare i nomi dei mille piatti scritti sui menù.
“Salve, avete deciso cosa ordinare?” chiede un anziano signore dall'accento improbabile.
“Per me un'insalata verde con pomodorini!” afferma Temperance restituendo il suo menù.
“Per me una bistecca ai ferri con patatine” ribatte Seeley.
“Da bere?” chiede ancora il cameriere.
“Birra..” rispondono all'unisono.
Si guardano negli occhi per poi abbassare lo sguardo impacciati.
“Sicura di volere solo un'insalata?” le chiede perplesso.
“Sicurissima! E lei è sicuro di voler mangiare una bistecca?” sussurra alzando un sopracciglio.
“Certo! Adoro le bistecche!” afferma orgoglioso di sé.
Temperance in tutta risposta storce il naso mordendo un grissino.
“Allora che cosa fai nella vita?” le chiede Seeley cambiando discorso per poi imitarla con un grissino.
“Lavoro all'ospedale della città. Sono un chirurgo ortopedico.” gli risponde fiera di sé.
“Wow..un chirurgo, eh?!? Quindi salvi la gente..” sorride sinceramente interessato.
“Si, ci provo!” gli dice Temperance mentre il cameriere porta le loro ordinazioni.
Iniziano a mangiare lasciando che il silenzio gli faccia compagnia per un po'.
“Lei invece che lavoro fa?” chiede improvvisamente incuriosita.
“Sono un soldato..momentaneamente mi occupo delle scartoffie all'interno della base militare in attesa di una missione..” afferma Seeley addentando un pezzo di carne.
“Sono pericolose queste missioni?” gli chiede sorseggiando la birra ghiacciata.
“Ah..ehm..dipende..non sempre..ma si alcune volte lo sono..” le dice evitando di proposito il suo sguardo.





Dopo cena decidono di camminare ancora un po' prima di rientrare. La notte è tranquilla e il vento è una dolce carezza sulla pelle tiepida.
“Sei molto silenziosa..” le fa notare Seeley a pochi centimetri da lei.
“Io..si..non mi piace parlare molto di me se non dello stretto necessario..soprattutto con persone che sanno cose di me che non dovrebbero..” lo ammonisce con lo sguardo.
“Già..senti perché non incominciamo tutto dall'inizio? Voglio dire facciamo finta che io non abbia mai letto quelle lettere..” le propone Seeley parandosi davanti a lei come a bloccarle la strada in modo che possano guardarsi negli occhi.
“Credo che sia impossibile..” afferma lei imperterrita.
“Potremmo sempre provarci..cosa abbiamo da perdere?” la incoraggia speranzoso.
“E cosa dovremmo fare secondo lei?” gli chiede titubante.
“Cinque domande! Abbiamo cinque domande a testa a cui dovremmo rispondere sinceramente..in questo modo impareremo a conoscerci un po' di più..ovviamente non sei obbligata a dire di si!” Seeley si blocca le mani unite come se stesse pregando.
“Va bene..però inizi lei!” sorride debolmente.
Lui la guarda per un attimo trovando irresistibile la sua ostinazione nel volergli continuare a dare del lei. Si risistema al suo fianco cercando di trovare una domanda adeguata rispolverando tra quelle che aveva sempre desiderato porgli ancora prima di incontrarla.
“Ok..allora..vediamo..perché hai deciso di fare il medico?” le chiede decidendo di restare sul vago.
“Amo la scienza..la mia vita si basa su di essa..ho deciso di fare medicina per questo e poi ho sempre trovato incredibilmente interessante il corpo umano..le ossa in particolare..lo sa che sono 206 le ossa del nostro corpo?” sussurra presa nel suo discorso.
“Interessante, non pensavo ne avessimo così tante!” afferma stupito notando quella nuova luce che le accende gli occhi.
“Oh si..e ognuna ha un suo preciso nome e..ah..ehm..mi scusi la starò annoiando..di solito la gente non è interessata a questo tipo di discorsi..” si blocca improvvisamente rabbuiandosi leggermente.
“No, a me sembra interessante e comunque non devi scusarti..” la rassicura sorridendole.
“Allora adesso tocca a me, no? Lei perché ha deciso di entrare nell'esercito?” gli chiede cercando di riprendere il controllo di sé.
“Suppongo per via della mia famiglia e per il dovere verso la patria..si credo sia per questo. Hai fratelli o sorelle?” le pone la sua domanda guardando fisso davanti a sé.
“Si un fratello..Russ..lui abita a Charlotte..lei?” gli chiede Temperance guardandolo di sottecchi.
“Ehi..guarda che non vale rifare la stessa domanda!” la ammonisce Seeley.
“Bè avrebbe dovuto dirlo prima..” si difende alzando le mani.
“Eh va bene per questa volta passi! Comunque si ho un fratello anche io..è più piccolo di me, si chiama Jared! Ti piacciono i bambini?” infila le mani in tasca sollevando leggermente le spalle.
“Che razza di domanda sarebbe?” chiede perplessa Temperance fermandosi a guardarlo negli occhi.
“Una domanda come un'altra! Cosa avrebbe di sbagliato?” Seeley si blocca a sua volta allargando le braccia per dare più enfasi alle sue parole.
“E' in-insolita..non ci ho mai pensato..non credo che sarei una buona madre..diciamo che non sarei in grado di prendermi cura di un'altra persona..forse mi manca l'esempio dei miei genitori..” abbassa la voce riprendendo a camminare con lo sguardo fisso a terra.
“Forse proprio per questo sarai una madre migliore..” sussurra Seeley restando leggermente dietro di lei.
“Possibile! È legato sentimentalmente con qualcuno?” cambia velocemente discorso ponendogli una nuova domanda.
“Woow..non perdi proprio tempo, eh?” le risponde sarcastico sorridendo divertito.
“E' una domanda come un'altra..” si difende lei scuotendo la testa.
“Si, certo! Comunque no..ho rotto qualche mese fa con la mia fidanzata..bè ex fidanzata ormai..stavamo insieme da due anni circa..eravamo andati a vivere insieme e..eh..ma a quanto pare non era una storia seria..” sussurra debolmente mentre i ricordi iniziano ad investirlo uno dopo l'altro.
“Chi dei due è stato a lasciare l'altro?” chiede Temperance cercando di trovare un contatto con gli occhi nocciola di Seeley.
“Ha importanza?” le risponde lui fermandosi e voltandosi nella sua direzione.
“Si..ne ha!” afferma lei e non mente.
Glielo legge negli occhi. La speranza di sapere che non è la sola ad essere stata abbandonata e ad aver sofferto. Di sapere che non è l'unica a portarsi dietro quelle pesanti cicatrici impossibili da condividere con qualcun altro. Di sapere che forse quell'uomo che le sta davanti non è poi tanto diverso da lei.
“E' stata lei..dopo che io le avevo chiesto di sposarmi..” le risponde sincero.
Vuole che Temperance si fidi di lui e soprattutto vuole dimostrarle che non è da sola nel mondo.
“Mi spiace..” si limita a sussurrare lei presa in contropiede.
Nel sentire quella storia aveva presupposto che fosse stata per colpa di Seeley se la storia era finita e invece si era sbagliata.
Continuano a camminare uno accanto all'altro senza che nessuno proferisca parola lasciando che il silenzio li guidi lungo il marciapiedi.
“Siamo quasi arrivati quindi credo sia meglio passare all'ultima domanda..” afferma Seeley spezzando il silenzio.
Temperance annuisce semplicemente.
“D'accordo..ehm..so che avevo promesso di non parlare delle lettere, ma c'è una cosa che devo chiederti. Mentre leggevo ho avvertito un odore, a dire il vero lo avverto ancora adesso, mi piace molto. È vaniglia?” chiede leggermente imbarazzato.
“Si..è vaniglia!” concorda sorridendogli appena.
Percorrono il vialetto e si fermano davanti la porta di casa. Uno di fronte all'altro.
“L'ultima domanda spetta a te adesso!” le fa notare Seeley piegando leggermente la testa di lato.
“Perché sei venuto a cercarmi?” dice tutto d'un fiato.
Lui resta un attimo a guardarla non lasciandosi sfuggire quel piccolo cambiamento nel sua ultima frase e per un attimo una sensazione di piacere inizia ad invadergli il corpo. Dopo essersi riscosso da quel piacevole torpore le risponde cercando di trovare le parole giuste.
“Sinceramente non lo so..l'unica cosa di cui sono sempre stato certo è che anche tu come me stai soffrendo e forse è stupido ed impossibile ma mi sento legato a te per questo..” abbassa lo sguardo spostandosi da un piede all'altro.
“Mia madre..la vaniglia mi ricorda mia madre..è l'unico ricordo che ho di lei..” sussurra Temperance cercando di sfuggire al suo sguardo.
“E' un buon profumo..mi piace..” le sorride accarezzandola con gli occhi.
Restano ancora un attimo fermi nelle loro posizioni come per paura di fare una mossa sbagliata.
“Ehm..credo che sia ora che vada..è stata una bella serata..grazie per aver accettato il mio invito..” la ringrazia Seeley sincero.
“Anche per me è stata una bella serata..” afferma Temperance.
Lo saluta ancora una volta per poi aprire la porta. Sta per entrare quando viene bloccata.
“Temperance?”
Lei si volta in direzione di Seeley avvertendo una strana sensazione nel sentire il suo nome pronunciato da quell'uomo.
“Spero di essere riuscito a farmi perdonare..” le sorride allungandole una scatola rettangolare.
Senza aggiungere altro la saluta ancora con la mano per poi ripercorrere il vialetto e ritornare in albergo.



Una volta rimasta sola, Temperance si disfa dei suoi indumenti indossando una maglia lunga e larga. Si infila sotto le coperte. Sta per addormentarsi quando il suo pensiero vola a quella scatolina posata sul comodino ancora chiusa.
Ha evitato con tutte le sue forze di aprirla da quando aveva chiuso la porta quasi per paura che il suo contenuto potesse spaventarla. Un pensiero stupido si era detta eppure continuava a tormentarlo.
Accende la piccola abate-jour e la afferra.
È calda e liscia a contatto con le sue mani. Lentamente la apre.
Una penna lucida nera con delle rifiniture dorate e una piccola stella sulla parte superiore.
Temperance la fissa incredula ancora per un po' fino a quando un sorriso le spunta sulle labbra. Delicatamente la richiude mettendola al sicuro sul ripiano in legno.
Si sistema meglio nel letto lasciandosi cullare dal sonno.
Quella notte non ci sarebbe stato spazio per i suoi incubi.
   
 
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