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Autore: _MoonShine_    29/01/2012    4 recensioni
Occhi Cremisi di una principessa che ha visto la morte dei suoi genitori per mano del loro migliore amico. Bella, dolce, vivace e altruista.
Occhi Cobalto di un principe arrogante e solitario, figlio di un re che uccise i suoi migliori amici.
Cosa succederebbe se questi occhi si incrociassero in uno sguardo intrecciando i loro destini?
[RedMoon]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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GUERRA – UNA PROMESSA DA MANTENERE?
Guerra. Era questo che stava succedendo nel regno di Eldor. Era chiamato anche il regno del Sole, perché un tempo era magnifico pieno di pace e prosperità, ricco di gioia e voglia di vivere.
I sovrani erano persone giuste e altruiste, il popolo numeroso e orgoglioso della famiglia reale che governava il regno.
La regina Elza e il re Toulouse, ben presto diedero alla luce una bellissima bambina dai capelli rosso fuoco come la madre e dagli occhi cremisi, simili a due fiamme ardenti. La principessina venne chiamata Fine. La bambina fin da piccola ebbe un carattere allegro e spensierato ma allo stesso tempo determinato e sicuro. Le piaceva scorrazzare per le vie del regno facendosi tanti amici tra i popolani che apprezzavano la sua spontaneità e la sua idea di uguaglianza tra ricchi e umili.
La pace si preannunciava duratura, ma si sa, in tutto ciò che sembra una favola qualcosa va storto.
Dopo 6 anni dalla nascita della principessa, re Huter del regno di Camelot, nonché amico stretto dei sovrani di Eldor, fece strage del paese degli amici convinto che la magia circolasse tra le strade del regno.
Huter non era un re malvagio, ma in passato ingannato da una maga che gli aveva portato via la vita della moglie poco dopo la nascita del figlio, era accecato dall’odio verso qualunque forma di magia. Elza e Toulouse conoscevano la storia e anche se contrari comprendevano le sue azioni, fino a quando Huter, sentendosi tradito dai suoi migliori amici e sicuro che praticassero anche loro a magia, dichiarò guerra al loro regno.
Nel palazzo reale era in atto un’accesa discussione tra i sovrani e Huter che non voleva accettare di essere stato colpito alle spalle.
-Huter ti prego, ci conosciamo da anni come puoi pensare a una cosa simile?! Qui non c’è traccia di magia!- la regina Elza cercava ormai invano di convincere il re di Camelot a cessare l’attacco ma questo non sembrava volerne sapere.
-Non vi credo! Come posso?! Eravate i miei migliori amici, perché? Sapete cosa significa per me!- Huter era fuori di se.
-Ora basta smettila! È ridicolo. Non c’è magia qui, ti prego ritira i tuoi cavalieri!- anche re Toulouse ce la metteva tutta per mantenere la calma ma la cosa stava diventando davvero pericolosa.
Intanto una bambina di 5 anni dagli occhi color del fuoco scrutava la scena da sotto un tavolo con una tovaglia che toccava quasi terra non permettendo ad altri di accorgersi di lei.
-No! La magia è male, è morte, è…- Huter stava esprimendo tutto il suo risentimento verso la magia ma venne interrotto dal sovrano: -No Huter non è male. Non tutti coloro che praticano la magia sono crudeli. La magia è male solo se le persone che la dominano sono malvagie!-
-Ora basta!- e mentre urlava questa ultima frase impugnò più saldamente la spada e a scagliò contro Toulouse che disarmato ricevette un colpo ben assestato alla spalla, indietreggiando.
Subito Huter tornò all’attacco.
Una lama, sangue, un tonfo, un urlo. –Noooo!-
Elza si buttò a terra a fianco del marito coprendo la ferita al cuore del corpo ormai inerme di Toulouse.
Bastò uno sguardo, un solo e veloce sguardo: gli occhi oceano di lui si spensero davanti a quelli mogano di lei pervasi di lacrime.
Migliori amici. Erano migliori amici. E allora perché? Per l’odio, per la vendetta. No. Paura. La paura acceca, non permette di distinguere la verità dall’illusione.
Elza si scagliò addosso a Huter con tutta la forza e l’odio che si era formato dentro di lei in pochissimi secondi. Huter cercò di scansarsi ma invano la donna dopo il secondo contatto si accasciò a terra anche lei senza vita.
Huter l’aveva trafitta al ventre con la spada senza nemmeno accorgersene mentre cercava di liberarsi dalla presa e dagli attacchi di lei.
Percorse con lo sguardo tutta la stanza e poi tornò a posarsi sui due corpi in cui fino a pochi minuti prima vivevano i suoi migliori amici. Aveva uno sguardo vuoto con gli occhi sgranati.
Cosa aveva fatto? Le uniche persone che si erano fidate di lui, che lo avevano aiutato tante volte erano morte, e per mano sua. No. Non poteva averlo fatto davvero.
Lacrime amare iniziarono a rigargli le guance. Guardò un ultima volta le due figure senza vita sul pavimento per poi uscire da quella stanza e da quel castello.
Richiamò i cavalieri di Camelot e tornarono ne loro regno. Il danno ormai era fatto. Aveva evitato di ridurre tutto in cenere, ma il regno era composto di macerie ormai.
Intanto nella sala reale quella piccola bambina sotto al tavolo guardava i due corpi immersi in una pozza rossa sul pavimento. Era piccola è vero, ma non troppo piccola per non capire cosa era appena successo.
Calde lacrime rigavano il suo piccolo e paffuto visino. Uscito da quello stato di trance uscì con un’incredibile lentezza da sotto il tavolo.
Si avvicinò prima al corpo della madre.
–Mamma?- sussurrò sperando che tutto ciò che era successo fosse solo una messinscena, uno scherzo organizzato per prenderla in giro. Ma non era così, non questa volta.
Iniziò a piangere rumorosamente.
Improvvisamente nella camera fece capolino una donna anziana, da sempre la balia della principessina. Rimase paralizzata alla visione.
Sapeva cosa era successo, o almeno lo poteva immaginare. Era prevedibile che Huter volesse occuparsi personalmente dei sovrani mentre del popolo si occupavano i cavalieri.
D’istinto iniziò a piangere anche lei e corse ad abbracciare la bambina. Dopo alcuni minuti si staccarono. Fine aveva smesso di piangere con grande stupore per la balia.
Aveva assunto un’espressione dura e determinata che tirava fuori ogni volta che voleva qualcosa.
-Lulu- il suo tono era duro ma allo stesso tempo pieno d’odio e di dolore
-Si principessa- alla vecchia balia era uscito un tono sommerso dalle lacrime e dai singhiozzi.
-Li vendicherò. – la balia sgranò gli occhi incredula. –Li vendicherò, fosse l’ultima cosa che faccio.-
  
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