-NON
TUTTO
IL MALE VIENE PER NUOCERE (CAP. 2)-
N.B.:
Ci siamo dimenticate di dire all’inizio dello scorso capitolo
che la storia è
stata ricontrollata e che volevamo cambiare alcuni nomi in primis il
nome della
madre (che poi è rimasto invariato perché ce ne
siamo dimenticate) e che
comunque diventerà, nei prossimi capitoli, Eirene
(pronuncia: Irene). E ora
buona lettura!
TITOLO:
Forse non sei poi così male…
Busso
alla porta di Deidara e non ricevo
risposta, busso ancora
-E' tanto complicato capire che voglio stare da solo!!- urla lui di
rimando, io
abbasso la maniglia ed entro
lo trovo sdraiato sul letto a pancia in su mentre guarda fuori dalla
finestra
-Io...ecco...volevo chiederti scusa...per...per quello che ti ho
detto...ecco...non volevo...scusa- cerco di fingermi mia sorella ma non
riesco
molto bene, lei è più decisa e orgogliosa, spero
che lui non si accorga che
sono la gemella "sbagliata"
-Accetterei le scuse se solo TU mi avessi fatto qualcosa SofiaEleni,
anzi no
non le accetterei lo stesso, non mi servono ne le scuse ne la
compassione di
nessuno, e ora fuori di qui- mi è arrivato davanti, e
nonostante io sia solo
tre centimetri più bassa di lui mi sento molto piccola
-Tu e lei avete lo stesso caratteraccio, e siccome mi hai detto che non
sono
stata IO a sbagliare non capisco perchè te la prendi con me-
l'ho veramente detto?
-Senti Sofia....-
-Eleni- sbuffa
-Ok...Eleni...sei entrata in camera mia, senza permesso, fingendoti tua
sorella. Credi di potermi prendere in giro? Katharina non sarebbe mai
venuta a
chiedere scusa di persona come prima cosa, secondo dubito fortemente
sia il
tipo che chiede scusa, terzo credete che sia stupido? Che non mi sia
accorto
che tu hai la maglietta bianca mentre Katharina aveva addosso una
maglietta
nera? Che tu abbia ancora i jeans e lei i pantaloni di una tuta?-
-Ok, scusa se sono entrata senza permesso, e no non credo tu sia
stupido,
semplicemente non avevo fatto caso che mia sorella si fosse cambiata-
lo guardo
negli occhi
-Mpf- si gira e io faccio per uscire, poi mi fermo
-Ah, un'ultima cosa, le dispiace davvero- gli sorrido e mi chiudo la
porta alle
spalle
Vado in camera di mia sorella per dirle quello che mi ha detto il
biondo e
torno in camera mia. E' la prima volta che ci entro, ieri sera infatti
ho
dormito in camera con Kate. La camera è abbastanza grande,
al centro a destra
c'è il letto ad una piazza e mezza, non il futon ma comunque
un letto basso di
quelli con il vano sotto la rete e la struttura di tessuto color
celeste
pastello. Attaccato alla parete vicino al letto c'è la
specchiera, bianca con
le rifiniture celestine. Davanti al letto c'è l'armadio,
anch’esso bianco con
le rifiniture celestine. Tra il letto e il muro c'è un basso
comodino. I muri
sono giallo chiaro. L'ampia finestra è ancora priva di tende
e la luce
mattutina entra indisturbata. Al centro della stanza c'è un
tappeto, quasi
invisibile sotto gli scatoloni. Decido di iniziare a sistemare la mia
roba
nella nuova stanza. Mi siedo per terra e inizio ad aprire lo scatolone
con le
lenzuola, cerco di alzare il letto ma è molto pesante. Poi
una mano mi aiuta a
tirarlo su.
-Grazie. Deidara- lui non risponde e si guarda intorno - Cosa vuoi?-
domando
iniziando a sistemare le lenzuola e i piumoni nel vano. Lascio fuori
solo delle
lenzuola per poi iniziare a rifare il letto, e quando ho finito di
rifarlo lui
si siede infondo vicino al bordo
-Solo parlare-
-Bè scusa ma come vedi al momento ho leggermente da fare-
gli volto le spalle.
Apro tutte le ante dell'armadio e inizio a cercare la scatola con gli
asciugamani.
-Ok io parlo e tu ascolti. Così va meglio?-
-Deidara senti...-
-Hai da fare si lo so. Grazie mille- se ne va incavolato
-Deidara! Ora che ti prende?- lo fermo in mezzo al corridoio tirandolo
per il
braccio
-Non hai tempo. Lasciami- si libera dalla mia presa
-Deidara!- la voce del signor Iwa mi fa sobbalzare -Cosa succede?-
-Niente- Deidara entra in camera sua e sbatte la porta. Il padre inizia
a
bussare, poi batte i pugni contro il legno urlando
-Signor Iwa, credo che non ci sia bisogno di fare tutto questo rumore
perchè
Deidara non aprirà-
-Quello di cui ha bisogno Deidara è una dose di schiaffi. Va
in camera tua e
finisci di sistemare le tue cose- poi se ne va
-Deidara- busso delicatamente alla sua porta, poi entro senza aspettare
la sua
risposta. E' sdraiato sul letto e guarda fuori dalla finestra -Vieni di
là e
parliamo?- rimango sulla porta
-Non ne ho più voglia- neanche mi guarda
-Ok, come vuoi, se ti tornasse io sono in camera mia- esco e chiudo la
porta.
Deidara ha la camera tra la mia e quella di Kate. Tornata di
là ricomincio a
sistemare le mie cose. Guardo l'orologio del cellulare, sono le undici
meno
dieci. Tra una quarantina di minuti i neo-sposini hanno il treno che li
porterà
in viaggio di nozze per due settimane.
-Ragazze noi ce ne andiamo, mi raccomando- nostra madre ci scocca un
bacio a
ognuna e il padre di Deidara ci stringe la mano. Il biondo porge la
mano a
nostra madre e poi sparisce per le scale. Mamma e Iwa escono dopo altri
10
minuti di raccomandazioni.
Torno in camera mia e mi distendo sul letto. Mi accorgo che mancano i
miei
libri, così decido di andarli a cercare. Mia sorella non li
ha, nella sala non
ci sono, in camera di mia madre neanche. Dopo aver girato tutta la casa
decido
che forse dovrei controllare nello studio del signor Iwa.
-Cosa stai cercando?-
-Lo scatolone con i miei libri. Ma credo che sia nello studio di tuo
padre-
dico avviandomi verso la stanza. Infatti nello studio in mezzo alla
roba di mia
madre ci sono i miei libri -Deidara? Non è che per favore mi
potresti aiutare?
E' troppo pesante per me- lui si avvicina e prende lo scatolone da una
parte.
Insieme lo portiamo nella mia stanza e lo posiamo sul letto.
-Così è più carina sai?- si siede dove
era seduto prima poi si butta
all'indietro schiacciando il mio pupazzo a cane (Che ha più
o meno la forma di
una pelle d'orso di quelle che si mettono davanti al camino NdE) lo
prende in
mano e lo guarda -Diciannove anni e ancora ti piacciono i pupazzi?-
-Ehi! Quello si chiama Skìlos! Ed è il primo
pupazzo che mi hanno comprato i
miei! Trattalo bene!- lui mi guarda e ride
-Skìlos? Ha un significato in greco?-
-In effetti significa cane- (-.-" Si il mio primo pupazzo a cane si
chiama
Skìlos. Lo so è triste ma a due anni cosa volete
che capivo?! NdE)
-Aspetta, fammi capire il tuo pupazzo a cane si chiama Cane!?-
-Si- smetto per un momento di mettere a posto i libri e lo guardo
-Tu hai dei problemi ragazzina!-
-E sentiamo come si chiamava il tuo pupazzo?- smette di sorridere per
un
momento
-Non ho mai avuto un pupazzo-
-Cosa?-
-Non ho mai avuto un pupazzo. Sono un maschio cosa credi?!- non credo
sia solo
perchè sei maschio...
-Comunque cambiando discorso- ricomincio a sistemare i volumi -Cosa
volevi
dirmi prima?-
-Niente. Senti è manca poco a mezzogiorno. Che si fa per
pranzo?-
-Io so cucinare, ma se non ti fidi puoi fare da te o andare fuori-
-Ok provo a fidarmi. Perchè se siete gemelle siete
così diverse?-
-Non lo so, forse è questione di abitudine-
-Non ci sono-
-Da bambine ci comportavamo nello stesso modo, quello che faceva una
faceva
l'altra, i vestiti uguali e così via, poi a sei anni a
scuola ci siamo rese
conto che nessuno riusciva a riconoscerci, così anche i
nostri genitori, per
non crearci problemi futuri hanno iniziato a farci fare vite diverse.
Mia
sorella per esempio ha iniziato a fare nuoto, io ho iniziato a suonare
il
pianoforte, così abbiamo fatto amicizie in gruppi diversi e
siamo diventate
come siamo ora-
-Suoni il pianoforte?-
-Suonavo ho smesso sette anni fa. Dimmi qualcosa di te ora
però-
-Vediamo...ho vissuto solo per quasi tredici anni dopo che è
morta mia madre, se
non consideriamo i miei amici; mio padre se ne è quasi
sempre fregato di me…Che
altro vuoi sapere?-
-Dai la tua vita non può essere stata completamente nera.
Poi non è possibile
che tu non abbia passioni o cose del genere-
-L'unica cosa che mi interessa è l'arte-
-Arte...troppo generico...scultura...pittura...?-
-Esplosione, l'arte è qualcosa che non dura nemmeno un
secondo. Un istante di
bellezza assoluta-
-Interessante-
-Lo credi davvero?-
-Si, è un concetto originale-
-Cosa mi dici tu? Cosa è l'arte?-
-Sinceramente l'arte è qualcosa che ci permette di
esprimerci senza essere
vincolati da nulla, poi la sua durata non ha importanza, anche se credo
sia più
di un istante e meno dell'eternità-
-Uhm...poetica- mi guarda -Ma comunque ho ragione io: l'arte
è un'esplosione-
-Credo sarebbe inutile contraddirti, e comunque non ho alcun interesse
a
convincere gli altri che ho ragione io. Ognuno la pensi come vuole.
Comunque,
senti io dovrei andare a fare delle compere per la
scuola...ehm...domani...n-non è che ti va...si insomma...di
accompagnarmi...cioè...dal momento che non conosco bene
Tokio...se ti va...se
hai altri impegni...insomma non mi offendo...- ho iniziato a balbettare
come
una cretina e sono diventata rossissima da quando ha iniziato a
guardarmi fisso
negli occhi
-Tua sorella non viene?-
-No, le compere per la scuola di solito le faccio io, e comunque anche
se
venisse nessuna delle due conosce Tokio, sarebbe inutile andare tutte e
due-
-Ah, ok ti accompagno- gli sorrido
-Grazie-
-Adesso andiamo a pranzo? Hai detto che sai cucinare no?-
-Si non ti preoccupare, ci penso io. Andiamo-
Usciamo dalla mia stanza e ci dirigiamo in cucina. "Non sarà
perfetto, ma
mi sembra abbastanza simpatico, o comunque spero non mi
creerà problemi"
SPAZIO
AUTRICE: Questa volta il capitolo
l’ho scritto io: Lena! Grazie di aver letto! Lasciate un
commentino per farci
sapere cosa ne pensate please!! Baci Lena