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Autore: Ofelia20    01/02/2012    1 recensioni
Un' esperta banda di ladre capitanata dalla rossa Roxy, semina il panico nei musei, nelle gallerie e nei più prestigiosi appartamenti dell'elitè di New York. Toccherà a Peter Burke e Neal dar loro la caccia.
DAL SECONDO CAPITOLO
“Ma dai! Una banda di abili ladre … sono l’unico a trovare la cosa stranamente eccitante?” disse Neal spalancando le braccia con uno strano luccichio negli occhi e il suo solito sorriso malandrino stampato sul volto.
“Si, sono proprio le donne dei tuoi sogni eh? Quando le arresteremo sarai libero di provarci con loro” gli rispose Peter con condiscendenza, anche se non voleva ammetterlo, ma trovava anche lui il caso estremamente affascinante. Finalmente il duo Caffrey e Burke si rimetteva all’opera su un vero caso.
Genere: Azione, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina volgeva al termine, il sole si trastullava tra le soffici nubi nivee circondato dal dolce azzurro denso del cielo; un leggero venticello muoveva timidamente le foglie degli alberi che circondavano il parco mentre il cinguettare allegro degli uccellini allietava le orecchie dei passanti. Neal Caffrey camminava lentamente per il sentiero selciato beandosi del fresco profumo della natura, Tra i passi non poteva fare a meno di lasciarsi scappare anche qualche pensiero che avrebbe voluto allontanare:  gli guizzava nella mente quella ragazza, spesso da quando aveva iniziato a lavorare sul caso si ritrovava a pensare a lei. Pensava ancora a quella sera, di come era riuscita a metterlo nel sacco, ma malgrado si sentisse in qualche modo oltraggiato per essere stato imbrogliato con così grande facilità, non riusciva a provare rabbia nei suoi confronti, no, lui provava una forte ammirazione. Anche senza riuscire ad ammetterlo con se stesso, avrebbe voluto incontrarla di nuovo e parlarle, ma non come un consulente dell’F.B.I. che avrebbe voluto solo arrestarla, ma da collega a collega. Dentro di lui, era quasi pentito  per aver fornito l’identikit della ragazza ai federali, e per aver fatto si che fosse divulgato per quasi tutta la nazione, non avrebbe mai voluto che un genio della rapina come quella ragazza, così carismatica e astuta, potesse essere presa, questa per lui era la vera ingiustizia. Poco le importava degli altri membri della banda, lui era concentrato solo su di lei, e sul modo di prenderla, ma non per farla arrestare da Peter, solo per conoscerla. Immerso nei suoi pensieri non si era accorto si essere arrivato nella piccola piazzetta del parco, circondata da panchine occupate da gruppi di ragazze e famiglie e sovrastata da una possente statua posta nel mezzo al centro di una fontana, lì seduto su una panchina gli dava le spalle il suo amico Mozzie che cercava di nascondere la sua faccia dietro le pagine di un quotidiano che teneva aperto su una pagina a caso. Senza parlare andò a sedersi di fianco a quel uomo di bassa statura, dalla testa calva, gli occhiali scuri ed un elegante e singolare abbigliamento.

“La tua Banda ha colpito ancora eh?” esclamò Moz abbassando il giornale e lanciando un’occhiata divertita all’amico.

“Sei già arrivato a quella pagina del giornale eh?” gli fece eco Neal riferendosi alla miriade di articoli sulla “Banda della Rossa” che invadevano ormai tutti i quotidiani.

“Non c’è voluto molto sai? Sono in prima pagina!” lo stuzzicò ancora l’amico divertito, Neal non rispose, rivolse gli occhi al cielo e si sfilò elegantemente il cappello. Poi estrasse un foglio ripiegato dalla tasca della giacca e spiegandolo lo mostrò a Mozzie.

“L’hai mai vista?” sul foglio era ritratta quella che sembrava essere una caricatura della Rossa:i capelli rossi, i grandi occhi che Neal ricordava bene essere di un bellissimo verde, il naso piccolo e le labbra carnose.

“È Carina!” sentenziò Mozzie esaminando il foglio, Neal, malgrado la pensasse allo stesso modo, non rispose e lo fulminò con lo sguardo. “No, non l’ho mai vista in giro. E ho anche chiesto in giro, nessuno sa niente di lei, né di una banda di ladre donne. Ma comunque terrò gli occhi aperti!” riprese l’uomo ripiegando il foglio e porgendolo di nuovo a Neal.

“No tienilo tu. Ho visto talmente tante volte quell’identikit che ormai potrei riconoscere quella ragazza tra mille.” Gli rispose il ragazzo, mentre i suoi grandi occhi blu saettavano lungo il parco. D’improvviso gli parve di scorgere una piccola figura che attraversava velocemente la strada oltre il cancello, pur camminando veloce riusciva sempre a mantenere una certa eleganza, tra le mani teneva un bricco di caffè, e indossava pesanti occhiali da sole neri e un capello che lasciava libero un solo ciuffo che le occupava metà del viso di un eccentrico rosso. Neal la osservò, gli sembrava di riconoscere in quella ragazza la Valerie che gli si era presentata al galà al Met,  ma subito scosse la testa come a voler soffocare quel pensiero: era evidente che ormai cominciava a fissarsi troppo su quel caso. Ma anche contro la suo volontà, gli occhi non si decidevano a smettere di guardare quella donna, che ora si dirigeva verso l’entrata del parco mantenendo sempre la testa e lo sguardo bassi. Lui continuò imperterrito ad osservare ed analizzare ogni movimento della donna; questa alzò gli occhi per qualche secondo incontrando la figura di Neal, e al giovane fu chiaro che la donna lo stava guardando. La ragazza con estrema discrezione girò i tacchi e tornando a camminare velocemente uscì dal parco e si rimise sulla strada.  A quel punto Neal quasi con un balzo si alzò dalla panchina, ormai era certo che quella donna fosse la sua Rossa, e che anche lei l’avesse riconosciuto; con un rapido gioco di mani  si rimise il cappello e deciso a seguirla si mise correre verso di lei. Mozzie ignaro dei pensieri del ragazzo e confuso dal suo strano comportamento gli urlò: “Ehi Neal, ma dove stai andando?” in risposta il ragazzo si limitò a fargli un gesto con la mano ad indicare che dopo gliene avrebbe parlato. Uscito dal parco girò la testa prima a destra e poi a sinistra, cercando di scorgere di nuovo la ragazza. Poi la vide in lontananza e prese a rincorrerla.

 

Roxy aveva appena varcato la soglia dell’entrata del parco quando, vide lui, Neal Caffrey seduto su una panchina proprio di fronte a lei che guardava nella sua direzione. Cercando e sperando di essere invisibile, con estrema indifferenza si girò e prese al via dell’uscita: giacché grazie a lui, per lei uscire diventava sempre più difficile, dato che il suo grottesco ritrattoidentikit della sua faccia compariva su tutti i notiziari, decise che era meglio non rischiare e tagliare la corda. Certo se Caffrey non fosse stato un consulente dell’F.B.I. , ma la versione vecchia che sicuramente le piaceva di più, sarebbe andata da lui come un fan si fionderebbe dal suo cantante preferito se lo incontrasse per strada, ma oramai lei doveva scappare da lui. Si rimise sulla strada intenta a tornare a casa ma ormai era troppo tardi: anche lui l’aveva riconosciuta e la stava seguendo, ovviamente per Roxy non era mai stato un problema far perdere le proprie tracce, ma si rese conto che il suo pedinatore era quasi bravo quanto lei, cercò allora di mischiarsi tra la folla, di perdersi e di fondersi tra gli altri Newyorkesi ma risultò più difficile del previsto, il ragazzo era sempre dietro di lei. Ma camminando e cercando di allontanarsi da Neal si ritrovò in una zona della città che non conosceva, decise di affidarsi al fato ed entrò in un vicolo sperando di nascondersi o almeno perdersi alla vista di Neal, ma purtroppo quel giorno la fortuna non era dalla sua parte: quello era un vicolo cieco. Comuqneu si ostinò a camminare quasi fino alla fine, sperando quasi che una voragine si aprisse nel muro che aveva davanti, e con la coda dell’occhio poté notare Neal fermo dietro di lei che le rivolgeva un sorriso beffardo.

“Sei in trappola!” !” si sentì dire alle spalle da quella voce sensuale che aveva conosciuto due sere prima. Alzando gli occhi al cielo decise di arrendersi e stampandosi a sua volta un sorriso beffardo sul bel viso decise di combattere.

“Neal Caffrey, sei qui per arrestarmi?” gli chiese spavalda,e le sembrò di scorgere quasi uno sguardo di ammirazione negli affascinanti occhi del ragazzo, ma questo non bastò ad intenerirla.

“Tranquilla non ti arresterò, non oggi”  le rispose mantenendo un tono misto tra il calmo e il divertito.

“Allora cosa vuoi Caffrey?” replicò stizzita la rossa.

“Bè innanzitutto sapere il tuo nome. Tu consoci il mio ma io non so il tuo” rispose ancora un volta con semplicità Caffrey abbandonando sul volto sempre il suo sorriso.

“Te l’ho già detto come mi chiamo.” Disse Roxy avanzando di qualche passo verso di lui.

“Ma io non ti credo” ribatté il ragazzo facendo anche esso un passo verso la rossa.

“Che tu ci creda o no, chiamami Valerie!” rispose decisa la ragazza arricciando le morbide labbra rosee.

“D’accordo, Valerie!” si arrese Neal marcando la sua voce sul falso nome della donna, “Sai che è pericoloso andare in giro per la città quando la tua faccia è ricercata in tutto il paese?” aggiunse quasi a volerla ammonire, e quasi deluso dallo sbaglio che aveva commesso la ragazza, anche se ormai aveva imparato che ogni suo errore era calcolato.

“Tu ne sai qualcosa vero? Dimmi cosa vuoi da me e facciamola finita. Si sta facendo tardi ed io ho fame!” disse la ragazza astiosa mentre le labbra le se contraevano sempre di più. Il ragazzo notò quel suo piccolo riflesso involontario e ne rimase piacevolmente colpito, donava al volto già bello della ragazza una nota di infantilità ma allo stesso determinatezza che la rendeva irresistibile. Ma Neal cercò di non perdersi di nuovo nei pensieri, scosse la testa e si affrettò a rispondere: “Innanzitutto sapere perché non hai nemmeno provato a negare di essere tu la Valerie del Galà…

“Bè perché avrei dovuto negarlo? Non ho fatto niente di male…” rispose con tranquillità e con un espressione innocente stampata sul volto, sapeva che l’F.B.I. non aveva niente in mano per incastrarla: eccetto alcune foto poco compromettenti, niente che sarebbe valsa una condanna in tribunale.

“Oh certo sono state le tue amiche ha fare il lavoro per te, questa volta. Ma quando avete preso il diadema di Josè o le statuette etrusche sono sicuro che anche tu hai contribuito.” Continuò Neal, non perché volesse estorcergli una confessione, di sicuro del loro incontro non ne avrebbe fatto parola con Peter, ma voleva sentir ammettere dalla ragazza che lui aveva ragione.

“Non so proprio di cosa tu stia parlando.” Replicò fingendosi tranquilla Roxy mentre le sue labbra continuavano involontariamente a contrarsi. “Hai altro da dirmi o posso andare?”

“In realtà si. Devo dirti un’ultima cosa.” Azzardò il ragazzo fermandosi qualche secondo tra una frase ed l’altra ad osservare la ragazza “Volevo complimentarmi con voi, sarà un bel lavoro prendervi” concluse concedendo alla rossa il suo ammaliante sorriso. La ragazza lusingata dalle parole del giovane decise di non rispondere ma non riuscì a fermare il largo sorriso che le era comparso sulle labbra, riprese a camminare passando alle spalle del giovane che rimaneva fermo a guardarla magari in attesa di una risposta, e riprese la strada senza dire una parola ma con una strana sensazione che le mordeva il cuore.

 

 

 

 

 

 

   
 
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