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Autore: Hotaru_Tomoe    02/02/2012    1 recensioni
Raccolta di oneshot dedicata a Severus, al mio OC Oleander e ad altri personaggi della saga. Missing moments, slice of life, di tutto un po': un colorato calderone.
Aggiunta la storia "Risata": Severus non ride quasi mai. Certo, possiede un caustico senso dell'umorismo, ma Oleander non ricorda di averlo mai visto ridere di cuore. "Penso che sarebbe più facile vedere Lucius Malfoy che partecipa ad una festa di paese babbana guidando un coro di ubriachi piuttosto che Severus farsi una grassa risata."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Severus ed Oleander'
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LA POZIONE

Orchis fissò il foglio di pergamena e la fialetta di pozione che l'insegnante le aveva appena consegnato.
Una D.
Aveva preso una D in pozioni.
Non riusciva a crederci.
Mentre leggeva la lunga lista di osservazioni del professore, si andava man mano afflosciando nella sedia.
E non le era di alcuna consolazione che Sean Artichoke, il suo compagno di casa che le sedeva di fianco, avesse preso addirittura una T.
Suo padre era Severus Piton, uno dei migliori pozionisti del Paese e aveva insegnato proprio quella materia fino all'anno prima, suo fratello aveva appena vinto un prestigioso master di studio in quella materia, scelto tra più di trecento aspiranti.
Non si era mai sentita così avvilita in vita sua.
Al termine della lezione si avviò con i compagni a Trasfigurazione, ma quel brutto voto continuava a perseguitarla.
Cosa avrebbero detto i suoi genitori?
Ebbe modo di scoprirlo più in fretta di quel che pensasse, perchè, al termine di Trasfigurazione, si era talmente attardata a mettere le sue cose in borsa che era rimasta sola ed ora correva trafelata verso la Sala Comune per il pranzo.
La voce di sua mamma la raggiunse alle spalle "Tranquilla Orchis, c'è ancora un po' tempo. Anch'io ho fatto tardi a lezione. Mmh? Cos'è quest'aria da cane bastonato, è successo qualcosa?" Oleander si inginocchiò davanti alla figlia.
"Mamma..." mormorò sconsolata la piccola.
"Sì? Dimmi."
"Ho preso una D in Pozioni." sospirò, fissando la punta delle sue scarpe.
"Capisco. Però è solo un compito, no? Impegnati di più ed il prossimo andrà meglio."
Orchis sapeva che sua mamma non sarebbe stata troppo severa con lei e poi le aveva confessato una volta di essere lei stessa una frana in quella materia. Stranamente, però, non riusciva a sentirsi sollevata.
"Orchis, ehi! Coraggio, pare sia arrivata la fine del mondo." Oleander le mise un dito sotto al mento, per indurla ad alzare la testa. La bambina lo fece.
E sgranò gli occhi.
Dietro sua mamma inginocchiata c'era suo papà, avvolto nel consueto mantello nero. "Orchis, sbrigati, o farai tardi per pranzo." le disse con voce incolore.
"Sì." bisbigliò lei e scappò via.
Oleander si tirò in piedi e lo fronteggiò "Grandioso davvero."
Severus inarcò un sopracciglio "Avrei dovuto farle i complimenti per il voto, forse?"
La compagna scrollò la testa "Non dico questo, ma Orchis è piuttosto abbattuta, avresti potuto dirle qualche parola di incoraggiamento."
"Non serve a nulla: se vuole migliorare, deve solo studiare di più."
Oleander alzò gli occhi al cielo "Lo so, ma c'è modo e modo di dirlo!" 

Ma il bello dei bambini è che, a differenza degli adulti, non sprecano troppo tempo a piangersi addosso: avrebbe seguito il consiglio di sua mamma, provando e riprovando finchè quella pozione non fosse venuta perfetta.
Così, quando qualche giorno dopo la incrociò nei corridoi, aveva recuperato il sorriso e l'aria vivace, mentre rideva con la sua amica Claudiette Roche di Corvonero.
"Mamma, scriverai una lettera a Sevvy?"
"Sì."
"Posso chiederti di aspettare qualche giorno? Voglio mandargli due righe anch'io."
"D'accordo." 

E così passò molte ore in biblioteca, mettendo a confronto vari manuali di pozioni finchè non fu certa del procedimento, ma quando si trattò di mettere in pratica la teoria, si trovo davanti ad un problema pratico: poichè qualche anno prima, sperimentando una pozione nella sala comune, un Grifondoro aveva involontariamente provocato un'epidemia di macchie pruriginose in tutti i suoi compagni di casa, il regolamento aveva imposto che la preparazione delle pozioni avvenisse  solo durante le lezioni, sotto la supervisione del professore.
Quindi c'era una sola cosa da fare, per esercitarsi: uscire di nascosto dal dormitorio e andare nell'aula di pozioni!
Quella sera attese pazientemente che tutte le luci fossero spente e quando Wayne McWilliam, il caposcuola, uscì per la ronda notturna, la bambina sgattaiolò fuori.
L'essere cresciuta ad Hogwarts le dava il vantaggio di conoscere bene ogni anfratto, nicchia e arazzo dietro cui nascondersi. Riuscì anche a non farsi vedere da Pix, intento a svitare il supporto di una torcia e giunse trionfante davanti al laboratorio di pozioni, certa che nessuno l'avesse vista. 

Wayne era certo di aver visto un'ombra proiettata sulla parete, che scivolava verso i sotterranei del castello e si diresse con passo deciso in quella direzione: aveva proprio voglia di vedere in faccia il nottambulo che trasgrediva con tanta leggerezza le regole della scuola. "Tu, laggiù, fermo!" intimò.
"Mi auguro vivamente che il suo tono dipenda esclusivamente dal fatto che non mi ha riconosciuto." rispose una voce bassa e glaciale.
"Oh, pre-preside. Mi-mi perdoni, pensavo fosse uno studente..." farfugliò il Tassorosso, producendosi in brevi e ripetuti inchini del capo.
Piton chiuse il discorso con un cenno della mano.
"Uhm... allora, col suo permesso, preside, io riprendo il mio giro di ispezione."
Ma il preside lo bloccò "No, non di lì: già che sono in piedi, i sotterranei li controllo io." 

Orchis nel frattempo aveva messo a bollire l'acqua nel calderone e aveva iniziato ad aggiungere gli ingredienti.
"Sei zampe di tarantola, aggiunte una ad una. Lasciar bollire due minuti, poi aggiungere gli occhi di tritone e la pelle di iguana e mescolare con decisione per un minuto in senso antiorario." col mestolo di legno mimò il gesto nell'aria.
"Dall'altra parte."
La voce di suo papà, proveniente dall'ingresso, per poco non la fece incanutire precocemente.
 

Eccola lì, il suo scricciolino, che lo fissava con quello sguardo, quello del cucciolo che ha appena combinato un disastro, quello sguardo che...
... non mancava mai di fare presa su di lui.
"Quello è in senso orario - proseguì il genitore - l'antiorario è dall'altra parte."
"Ah, ok." rispose Orchis, già più calma.
"E i due minuti stanno per scadere, preparati ad aggiungere gli altri ingredienti."
La bambina eseguì, e per un po' nessuno dei due parlò, il solo rumore udibile era quello della pozione che sobbolliva piano.
"Mi dispiace." disse Orchis all'improvviso, sollevando il capo dal calderone."
"Hai infranto ben due regole della scuola, dispiacerti direi che è il minimo." le rispose il padre.
"No, non per quello."
Piton sollevò un sopracciglio con aria interrogativa.
"Mi dispiace di aver preso un brutto voto in pozioni e di non essere all'altezza delle tue aspettative. Mi spiace di non essere brava come Sevvy. 

A sua figlia non importava di essere rimproverata o di subire una punizione. Le importava solo di averlo deluso. Severus tese un braccio verso di lei "Vieni qui."
Con la bacchetta magica, spostò un pesante armadio carico di ingredienti ed ampolle. La manovra rivelò la presenza di un grosso buco proprio lì sotto.
"Questo è il risultato di una pozione malriuscita. - spiegò - Attraversa il pavimento e arriva fino al magazzino sotterraneo. Abbiamo provato a sigillarlo in ogni modo, con altre pozioni, con incantesimi, riempiendolo di terra e sassi, ma non c'è nulla da fare, si riforma sempre. E sai chi ha combinato questo disastro?"
Orchis scosse la testa.
"Tuo fratello."
"Mi prendi in giro!"
"No, affatto."
"Ma Sevvy è troppo bravo in pozioni, non può..."
"Tuo fratello è diventato bravo - la corresse Piton - provando e riprovando e... facendo degli sbagli, ogni tanto. Tutti possono sbagliare."
"Quindi... non ti ho deluso?"
Severus le accarezzò i lunghi capelli lilla "Al contrario, Orchis, sono molto orgoglioso di te e dell'impegno che dimostri."
"Grazie papà!" la piccola si avvinghiò alla sua gamba.
"Ora però è tardi, riprenderemo ad esercitarci domani sera, dopo cena."
"Va bene, buonanotte papà."
"Aspetta, ti accompagno al dormitorio."
"E se qualche caposcuola ci vede?"
"Voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di dire qualcosa." le rispose, rispolverando il suo ghigno sadico.

Si congedò dalla figlia e tornò nelle sue stanze, sedendosi sul letto. Oleander era girata su un fianco e gli dava le spalle, ma avrebbe giurato sulla testa dei quattro fondatori di Hogwarts che la compagna era sveglia. E, Merlino, poteva quasi vedere, attraverso la nuca, il sorriso stampato sul suo volto.
"Puoi anche smetterla di fingere di dormire." sbuffò.
Oleander si girò subito. E sorrideva, ovviamente.
"Sei un padre modello. Scusa se a volte me ne dimentico." e appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Allora - concluse Severus chinandosi sulle sue labbra - vedi di farti perdonare." 

FINE

Dedicata a Sheilin, che ama il personaggio di Orchis.

Vi assicuro che non sono defunta. Oberata come non mai per via del lavoro, ma sempre con un taccuino e una penna in tasca pronta a raccogliere idee per nuove storie.

   
 
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