Una D.
Aveva preso una D in pozioni.
Non riusciva a crederci.
Mentre leggeva la lunga lista di osservazioni del
professore, si andava man mano afflosciando nella sedia.
E non le era di alcuna consolazione che Sean Artichoke, il
suo compagno di casa che le sedeva di fianco, avesse preso addirittura
una T.
Suo padre era Severus Piton, uno dei migliori pozionisti
del Paese e aveva insegnato proprio quella materia fino all'anno prima,
suo
fratello aveva appena vinto un prestigioso master di studio in quella
materia,
scelto tra più di trecento aspiranti.
Non si era mai sentita così avvilita in vita sua.
Al termine della lezione si avviò con i compagni a
Trasfigurazione, ma quel brutto voto continuava a perseguitarla.
Cosa avrebbero detto i suoi genitori?
Ebbe modo di scoprirlo più in fretta di quel che pensasse,
perchè, al termine di Trasfigurazione, si era talmente
attardata a mettere le
sue cose in borsa che era rimasta sola ed ora correva trafelata verso
La voce di sua mamma la raggiunse alle spalle
"Tranquilla Orchis, c'è ancora un po' tempo. Anch'io ho
fatto tardi a
lezione. Mmh? Cos'è quest'aria da cane bastonato,
è successo qualcosa?"
Oleander si inginocchiò davanti alla figlia.
"Mamma..." mormorò sconsolata la piccola.
"Sì? Dimmi."
"Ho preso una D in Pozioni." sospirò, fissando la
punta delle sue scarpe.
"Capisco. Però è solo un compito, no? Impegnati
di più
ed il prossimo andrà meglio."
Orchis sapeva che sua mamma non sarebbe stata troppo severa
con lei e poi le aveva confessato una volta di essere lei stessa una
frana in
quella materia. Stranamente, però, non riusciva a sentirsi
sollevata.
"Orchis, ehi! Coraggio, pare sia arrivata la fine del
mondo." Oleander le mise un dito sotto al mento, per indurla ad alzare
la
testa. La bambina lo fece.
E sgranò gli occhi.
Dietro sua mamma inginocchiata c'era suo papà, avvolto nel
consueto mantello nero. "Orchis, sbrigati, o farai tardi per pranzo."
le disse con voce incolore.
"Sì." bisbigliò lei e scappò via.
Oleander si tirò in piedi e lo fronteggiò
"Grandioso
davvero."
Severus inarcò un sopracciglio "Avrei dovuto farle i
complimenti per il voto, forse?"
La compagna scrollò la testa "Non dico questo, ma
Orchis è piuttosto abbattuta, avresti potuto dirle qualche
parola di
incoraggiamento."
"Non serve a nulla: se vuole migliorare, deve solo
studiare di più."
Oleander alzò gli occhi al cielo "Lo so, ma c'è
modo e
modo di dirlo!"
Ma il bello
dei bambini è che, a differenza degli adulti,
non sprecano troppo tempo a piangersi addosso: avrebbe seguito il
consiglio di
sua mamma, provando e riprovando finchè quella pozione non
fosse venuta
perfetta.
Così, quando qualche giorno dopo la incrociò nei
corridoi,
aveva recuperato il sorriso e l'aria vivace, mentre rideva con la sua
amica
Claudiette Roche di Corvonero.
"Mamma, scriverai una lettera a Sevvy?"
"Sì."
"Posso chiederti di aspettare qualche giorno? Voglio
mandargli due righe anch'io."
"D'accordo."
E
così passò molte ore in biblioteca, mettendo a
confronto
vari manuali di pozioni finchè non fu certa del
procedimento, ma quando si
trattò di mettere in pratica la teoria, si trovo davanti ad
un problema
pratico: poichè qualche anno prima, sperimentando una
pozione nella sala
comune, un Grifondoro aveva involontariamente provocato un'epidemia di
macchie
pruriginose in tutti i suoi compagni di casa, il regolamento aveva
imposto che
la preparazione delle pozioni avvenisse
solo durante le lezioni, sotto la supervisione del
professore.
Quindi c'era una sola cosa da fare, per esercitarsi: uscire
di nascosto dal dormitorio e andare nell'aula di pozioni!
Quella sera attese pazientemente che tutte le luci fossero
spente e quando Wayne McWilliam, il caposcuola, uscì per la
ronda notturna, la
bambina sgattaiolò fuori.
L'essere cresciuta ad Hogwarts le dava il vantaggio di
conoscere bene ogni anfratto, nicchia e arazzo dietro cui nascondersi.
Riuscì
anche a non farsi vedere da Pix, intento a svitare il supporto di una
torcia e
giunse trionfante davanti al laboratorio di pozioni, certa che nessuno
l'avesse
vista.
Wayne era
certo di aver visto un'ombra proiettata sulla
parete, che scivolava verso i sotterranei del castello e si diresse con
passo
deciso in quella direzione: aveva proprio voglia di vedere in faccia il
nottambulo che trasgrediva con tanta leggerezza le regole della scuola.
"Tu,
laggiù, fermo!" intimò.
"Mi auguro vivamente che il suo tono dipenda
esclusivamente dal fatto che non mi ha riconosciuto." rispose una voce
bassa e glaciale.
"Oh, pre-preside. Mi-mi perdoni, pensavo fosse uno
studente..." farfugliò il Tassorosso, producendosi in brevi
e ripetuti
inchini del capo.
Piton chiuse il discorso con un cenno della mano.
"Uhm... allora, col suo permesso, preside, io riprendo
il mio giro di ispezione."
Ma il preside lo bloccò "No, non di lì:
già che sono
in piedi, i sotterranei li controllo io."
Orchis nel
frattempo aveva messo a bollire l'acqua nel
calderone e aveva iniziato ad aggiungere gli ingredienti.
"Sei zampe di tarantola, aggiunte una ad una. Lasciar
bollire due minuti, poi aggiungere gli occhi di tritone e la pelle di
iguana e
mescolare con decisione per un minuto in senso antiorario." col mestolo
di
legno mimò il gesto nell'aria.
"Dall'altra parte."
La voce di suo papà, proveniente dall'ingresso, per poco
non la fece incanutire precocemente.
Eccola
lì, il suo scricciolino, che lo fissava con quello
sguardo, quello del cucciolo che ha appena combinato un disastro,
quello
sguardo che...
... non mancava mai di fare presa su di lui.
"Quello è in senso orario - proseguì il genitore
-
l'antiorario è dall'altra parte."
"Ah, ok." rispose Orchis, già più calma.
"E i due minuti stanno per scadere, preparati ad
aggiungere gli altri ingredienti."
La bambina eseguì, e per un po' nessuno dei due
parlò, il
solo rumore udibile era quello della pozione che sobbolliva piano.
"Mi dispiace." disse Orchis all'improvviso,
sollevando il capo dal calderone."
"Hai infranto ben due regole della scuola, dispiacerti
direi che è il minimo." le rispose il padre.
"No, non per quello."
Piton sollevò un sopracciglio con aria interrogativa.
"Mi dispiace di aver preso un brutto voto in pozioni e
di non essere all'altezza delle tue aspettative. Mi spiace di non
essere brava
come Sevvy.
A sua figlia
non importava di essere rimproverata o di
subire una punizione. Le importava solo di averlo deluso. Severus tese
un
braccio verso di lei "Vieni qui."
Con la bacchetta magica, spostò un pesante armadio carico
di ingredienti ed ampolle. La manovra rivelò la presenza di
un grosso buco
proprio lì sotto.
"Questo è il risultato di una pozione malriuscita. -
spiegò - Attraversa il pavimento e arriva fino al magazzino
sotterraneo. Abbiamo
provato a sigillarlo in ogni modo, con altre pozioni, con incantesimi,
riempiendolo
di terra e sassi, ma non c'è nulla da fare, si riforma
sempre. E sai chi ha combinato
questo disastro?"
Orchis scosse la testa.
"Tuo fratello."
"Mi prendi in giro!"
"No, affatto."
"Ma Sevvy è troppo bravo in pozioni, non può..."
"Tuo fratello è diventato bravo - la corresse Piton -
provando e riprovando e... facendo degli sbagli, ogni tanto. Tutti
possono
sbagliare."
"Quindi... non ti ho deluso?"
Severus le accarezzò i lunghi capelli lilla "Al
contrario, Orchis, sono molto orgoglioso di te e dell'impegno che
dimostri."
"Grazie papà!" la piccola si avvinghiò alla sua
gamba.
"Ora però è tardi, riprenderemo ad esercitarci
domani
sera, dopo cena."
"Va bene, buonanotte papà."
"Aspetta, ti accompagno al dormitorio."
"E se qualche caposcuola ci vede?"
"Voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di dire
qualcosa." le rispose, rispolverando il suo ghigno sadico.
Si
congedò dalla figlia e tornò nelle sue stanze,
sedendosi
sul letto. Oleander era girata su un fianco e gli dava le spalle, ma
avrebbe
giurato sulla testa dei quattro fondatori di Hogwarts che la compagna
era
sveglia. E, Merlino, poteva quasi vedere, attraverso la nuca, il
sorriso
stampato sul suo volto.
"Puoi anche smetterla di fingere di dormire."
sbuffò.
Oleander si girò subito. E sorrideva, ovviamente.
"Sei un padre modello. Scusa se a volte me ne
dimentico." e appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Allora - concluse Severus chinandosi sulle sue labbra
- vedi di farti perdonare."
FINE
Dedicata a Sheilin, che ama il personaggio di
Orchis.