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Autore: Hotaru_Tomoe    04/02/2012    0 recensioni
Raccolta di oneshot dedicata a Severus, al mio OC Oleander e ad altri personaggi della saga. Missing moments, slice of life, di tutto un po': un colorato calderone.
Aggiunta la storia "Risata": Severus non ride quasi mai. Certo, possiede un caustico senso dell'umorismo, ma Oleander non ricorda di averlo mai visto ridere di cuore. "Penso che sarebbe più facile vedere Lucius Malfoy che partecipa ad una festa di paese babbana guidando un coro di ubriachi piuttosto che Severus farsi una grassa risata."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Severus ed Oleander'
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RISATA

"... e il folletto rispose: 'Bacchetta? Quella non è la mia bacchetta!' " dopodichè Hagrid scoppiò in una risata pantagruelica, battendo energicamente le mani sulla tavola.
A stretto giro di posta anche tutti gli altri docenti si misero a ridere forte.
Solo Severus Piton non rise. Non sorrise neppure, limitandosi a sollevare il calice di vino dalla tavola, per evitare che venisse rovesciato dal piccolo terremoto provocato dalle manate di Hagrid e lanciando occhiate gelide ed incredule ai suoi colleghi, compresa la preside McGranitt. Era una battuta stupida e decisamente volgare, che diamine avevano tutti da ridere?
Nessuno fece caso più di tanto al fatto che si alzasse di scatto da tavola abbandonando infastidito la Sala Grande, ma Oleander gli rivolse una lunga occhiata pensosa.

Un paio d'ore più tardi la maga bussò alla porta dell'aula di pozioni, dove Severus stava preparando la lezione del pomeriggio "A Hogsmeade c'è una fiera di oggetti magici, pensavo di farci un salto. Ti va di accompagnarmi?"
"Effettivamente sono a corto di radici di doronico [1]." rispose Severus, e raccolse il bastone al quale doveva ancora appoggiarsi per camminare. [2]
Lungo il tragitto Oleander continuava a scoccargli occhiate di sottecchi.
"Che hai?" le chiese il mago.
"Nulla di che. Mi stavo solo domandando cosa bisogna fare per farti ridere."
"Sicuramente NON raccontare barzellette da cerebrolesi."
"Suvvia, era simpatica!"
"Invoco il diritto di dissentire."
"Andiamo! Ci sarà pur qualcosa che trovi divertente."
"Ci sono cose che trovo idiote, fa lo stesso?"
"Sei impossibile." Oleander scosse la testa "Penso che sarebbe più facile vedere Lucius Malfoy che partecipa ad una festa di paese babbana guidando un coro di ubriachi piuttosto che Severus farsi una grassa risata." concluse tra sè, mentre entravano nell'unico villaggio inglese abitato esclusivamente da maghi.
"E poi, si può sapere perchè ti interessa così tanto?" domandò Piton.
"Perchè ridere fa bene."
"Sposati un clown, allora." le disse, gelido.
Oleander gli si parò davanti, mani sui fianchi. In quella posa a Severus ricordava un po' Molly Weasley, anche se non glielo avrebbe mai detto. Aveva affrontato il Signore Oscuro e il suo animale da compagnia, ma non aveva velleità suicide fino a quel punto.
"Severus Piton - attaccò la sua compagna - tu sei, senza alcuna possibilità di errore, l'uomo più indisponente che..."
"SILVESTRE! OLEANDER SILVESTRE!" Oleander non potè completare la frase perchè un mago alto e massiccio, avvolto in una veste color vinaccia decorata con motivi rosa e marroni le posò le mani sulle spalle, facendola ruotare di centottanta gradi. Forse fu la manovra, o la sgradevole combinazione di colori del vestito dell'altro, ma Oleander restò frastornata e incapace di articolare parola. "Ma sì che sei tu - proseguiva l'altro mago in un italiano fluente - ero certo, certo di averti riconosciuto. Il viso di una bella ragazza non lo scordo mai."
Severus nel frattempo si era come congelato sul posto, la mano che era corsa immediatamente alla bacchetta, fermata solo dal buonsenso che gli suggeriva che non poteva vaporizzare all'istante lo sconosciuto.
Non lì: c'erano troppi testimoni.
Oleander corrugò la fronte: quel viso non gli era del tutto sconosciuto, in effetti, ma non riusciva ad associarlo a nessun nome "Scusi, lei sarebbe...?"
"Ma come, non mi riconosci? Dai, non prendermi in giro. Bello scherzo." ed esplose in una risata asinina che morì pian piano quando si rese conto che, no, la sua interlocutrice non stava affatto scherzando.
"Istituto Mediolanensis [3]. Alberto Delle Penne." proruppe, quasi indignato.
"Oh sì, ora ricordo. - si voltò verso Piton - Severus, questo è un mio ex compagno di scuola. Alberto, questo è Severus Piton, il professore di pozioni di Hogwarts." li presentò giostrandosi tra le due lingue.
Il mago italiano lo salutò sbracciandosi, Piton si limitò a bofonchiare qualcosa, tradendo irritazione a vagonate. L'altro parve non darci peso o, più probabilmente, non se ne era accorto. D'altronde, con un unico neurone a coordinare un intero corpo, non si poteva pretendere più di tanto, pensò il professore di pozioni.
Oleander, invece, si era resa conto del fastidio di Severus; lo attribuì principalmente al carattere fin troppo mediterraneo dell'altro mago. "Alberto, che fai qui ad Hogsmeade?"
"Sono qui per la fiera, lavoro... work!" abbaiò in direzione di Piton, additando la sua bancarella di stoviglie magiche: paioli automescolanti, pentole e padelle autopulenti, cose così. Severus non mosse un muscolo, ma dalla sua espressione facciale trapelava chiaramente cosa pensasse del lavoro dell'ex compagno di scuola di Oleander. Anzi, a dire il vero, era quasi sorpreso che un unico neurone potesse fare tanto.
Visto? Non aveva bisogno di barzellette per divertirsi, quel giorno il suo sarcasmo era in piena forma.
"Ma quindi tu parli inglese?" chiese Oleander ad Alberto.
"Nah."
"E allora come fai a farti capire dalle clienti?"
"La lingua non serve, quando si ha charme." e sfoderò un sorriso esagerato che Oleander ripescò dalle sue memorie scolastiche e le fece ricordare come mai conservasse dell'altro un ricordo tanto sbiadito: figlio unico di una famiglia di maghi bene in vista, borioso, vanesio, convinto che bastasse un suo cenno del capo per far cadere ai suoi piedi tutte le studentesse. Incoraggiato dal fatto che effettivamente molte sue ex compagne lo idolatravano. Nel frattempo il mago si stava esibendo in una specie di balletto, facendo finta di suonare una padella come se fosse un mandolino per una cliente.
"Severus, ti prego, non dire nulla..." mormorò Oleander a labbra strette al suo compagno.
"In effetti volevo dire qualcosa per umiliarlo, ma vedo che ci sta riuscendo benissimo da solo. Pittoreschi, i tuoi amici."
"Non era un mio amico - protestò lei - non era nemmeno in classe con me. E comunque attento, potrebbe sentirci."
"Ma se non capisce una parola di ciò che diciamo."
"Però non è gentile."
"Ehi Oleander, perchè non andiamo a prendere qualcosa da bere in quel bel localino laggiù e ricordiamo i tempi della scuola?" le chiese Alberto, prendendola contemporaneamente sottobraccio per trascinarla verso Madame Piediburro.
Oleander non era molto entusiasta dell'idea, ma nemmeno voleva apparire cafona e si voltò verso Severus "Che ne dici, andiamo a bere un tè?"
"Scherzi, vero?"
"Beh, non posso andarmene e basta. Dai, magari sarà divertente."
"Tu fa come vuoi, io me ne vado, il livello di idiozia qua attorno è salito troppo." le sibilò, e fece ritorno al castello.

"E' furioso. - pensò Oleander, maledicendosi per aver avuto l'idea di andare a vedere quel mercatino - sarà già tanto se mi rivolgerà la parola tra un mese."
Un paio d'ore e diverse tazze di tè dopo la maga era più che mai pentita di non aver imitato Severus, dato che il suo ex-compagno di scuola non aveva smesso un attimo di parlare di sè. Ed era arrivato solo alla sua seconda ex-moglie. Per tutti i fondatori di Hogwarts, si rischiava di fare notte e il livello di idiozia dell'altro toccava veramente picchi inimmaginabili, altro che divertimento!
Approfittò di un attimo di pausa di Alberto per guardare la grossa pendola di fianco al bancone del bar "Ma guarda come si è fatto tardi! Devo scappare, tra poco ho lezione."
"Lezione?"
"Sì, insegno cristallogia ad Hogwarts. Mi ha fatto piacere rivederti, ma ora devo assolutamente..."
"Seeeenti - iniziò Alberto, disegnando cerchi attorno alla sua tazza da tè - io mi fermo per la fiera fino a domani. Possiamo rivederci stasera, che ne dici? Io penso alla cena e tu al dopocena." concluse ammiccando.

"Oh Merlino misericordioso, non può intendere che... - lo guardò in faccia - Circe e Morgana, intende proprio quello." "No - rispose categorica - non sono libera."
"Ma non sei sposata, non porti la fede." disse lui, il cui sorriso si stava mutando in un'attonita espressione interdetta che, a giudizio di Oleander, si confaceva molto di più alla sua personalità. Non considerava possibile che una donna gli dicesse di no. Beh, pazienza, si sarebbe adattato.
"No, non sono sposata, ma sono assieme a un uomo."
"Ed è una storia seria?"
"Assolutamente sì."
"Tanto da non fare neanche un'eccezione."
"No." tagliò corto lei, sperando di potersi sganciare.
"Vorrei proprio vederlo in faccia, questo fortunato."
"In realtà l'hai già visto, è Severus. Sai, l'uomo con cui ero insieme prima."
Alberto si appoggiò allo schienale della sedia e questa volta, più che ridere, ragliò "Oh, spiritosona!"
Oleander si irrigidì sulla sedia, nemmeno fosse stata vittima di un Petrificus Totalus "Prego?"
"Oddio, finiscila di prendermi in giro! Sei così seria che per poco non ci cascavo." e si asciugò gli occhi con un tovagliolo.
"Non.sto.affatto.scherzando. - parlava a scatti per la rabbia - Io e Severus stiamo insieme."
Alberto si bloccò con la tazza di tè a mezz'aria "E tu rinunceresti ad una notte con me per quello storpio? E dire che porti anche gli occhiali."
Ad Oleander spiacque moltissimo di aver rotto la bella vetrata del locale facendoci volare attraverso il suo ex compagno di scuola, ma dalla porta stavano entrando delle persone e lei era una maga civile: non scaraventava sacchi di letame sulla gente.
Non sapeva nemmeno che avesse tanto da strepitare il sacco di letame in questione, visto che era atterrato proprio sulla sua bancarella e non doveva nemmeno fare la fatica di tornarci con le sue gambe. Che razza di ingrato.

Rientrò al castello portando un sacchetto di radici di doronico, entrò nell'alloggio che condivideva con Severus e li posò sulla scrivania. Lui era intento a far sanguinare di correzioni rosse un compito di pozioni e non diede alcun segno di averla notata.
"Nah, non c'è bisogno che mi ringrazi."
Nessuna reazione. Era proprio furibondo: probabilmente non si aspettava che accettasse l'invito dell'altro a bere un tè. "Andiamo, che altro potevo fare? Volevo semplicemente essere educata, nulla più. Anche se poi, visto com'è andata a finire, era meglio se non mi fossi fermata."
"Cos'è, non era abbastanza spiritoso per te?" sibilò lui, acido.
Oleander ci mise un po' a realizzarlo "Eri geloso?" chiese, incredula.
"Sciocchezze." sbuffò Piton.
"Esattamente. - Oleander si chinò sulla scrivania, ad altezza compiti, per poter intercettare i suoi occhi - Non hai motivo per esserlo. Sai bene che sei tutta la mia vita."
Piton si voltò dall'altra parte, infastidito. La odiava quando faceva la romantica, o quando aveva ragione. O tutte e due le cose insieme.
"Certo che hai proprio una bassa opinione di me..."
Severus tornò a guardarla e aprì bocca per protestare, ma Oleander lo precedette "Sappi che per nessuna, e dico nessuna, ragione al mondo ti tradirei. Specialmente con uno che, da ragazzo, ficcò per scommessa la testa nell'orifizio di un vermicolo. E non sto parlando della bocca."
Forse fu il tono serio e l'aria inappuntabile con cui la sua compagna pronunciò quella frase, forse fu l'immagine, troppo assurda per essere vera, che gli balenò nella testa, fatto sta che per la prima volta in vita sua, Severus Piton scoppiò a ridere.
All'improvviso, senza potersi trattenere, si abbandonò ad una risata davvero divertita, viscerale.
Oleander per la sorpresa era scattata in piedi e in breve, anche lei si unì alla risata senza alcun ritegno.
Forse il mondo avrebbe continuato a vedere in Severus solo un tetro ed inquietante professore di pozioni (o un gran bastardo, secondo il punto di vista dei suoi studenti), ma non importava. Che il mondo pensasse ciò che voleva, non erano problemi loro, pensava Oleander, mentre lo vedeva ridere di gusto, con la testa appoggiata al dorso della mano.
Quei momenti preziosi erano solo per loro due.

 


= = = = = = =

NOTE
[1] Doronicum grandiflorum: fiore di alta montagna dall'intenso color giallo. Un tempo si credeva che l'infuso delle sue radici curasse le vertigini.
[2] Nella mia fanfiction "Alla fine del sentiero", Severus viene morso al femore, e non alla gola, da Nagini.
[3] La scuola di magia della città di Milano.

Lo so, alla fine il personaggio di Alberto è venuto fuori un po' troppo somigliante ad Allock. Non era mia intenzione, volevo semplicemente uno belloccio, vanesio e molto stupido. A dire il vero la prima idea mi è venuta da Upchuck, uno dei personaggi minori del cartone animato di Daria, con i suoi patetici tentativi di far colpo sulle ragazze.

   
 
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